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Keep of Kalessin - Through Times of War
( 3842 letture )
Nel periodo più glorioso e prolifico del black metal (all’epoca si definiva perfino “commerciale”) le label lottavano per mettere sotto contratto gruppi norvegesi che a stento avevano rilasciato un demo tape. Per l’epoca quel tipo di sonorità potevano definirsi interessanti, per altri manieriste, per alcuni promettenti oppure addirittura scontate.
La nostrana Avantgarde Music, nel fortunato tentativo di raggruppare band dal nord Europa, riesce ad accaparrarsi i Keep of Kalessin, formazione di Trondheim con all’attivo solo una cassetta di tre pezzi.
Ascoltare all’epoca quel Skygger av Sorg significava percepire, fra lo zanzario generale, delle interessanti chitarre semiacustiche e delle melodie davvero particolari: un malinconico richiamo agli Enslaved, primissimi Borknagar e Satyricon.
Ma il faro verso cui punta questo Through Times of War porta il nome di Satyricon, mostrando come questo disco attinga a piene mani da Nemesis Divina e allo stesso modo da De Mysteriis Dom Sathanas.
L’opener omonima richiama tutta la monolitica oscurità di Funeral Fog mentre i potenti accenti della batteria scuotono subito l’ascoltatore. Le urla nebulose di Ghash riecheggiano e rimbalzano dissolvendosi continuamente creando un panorama di cupa epicità. Obsidian C., novizio compositore già al massimo della sua capacità creativa (si ripeterà fortunatamente nel degnissimo sequel Agnen) intreccia meravigliosi riff carichi di potenza e di orecchiabilità; un modo del tutto nordico di creare una certa dose di riff caotici ma memorabili che si richiama ai maestri Årseth, Ihsahn e Satyr.
Den Siste Krig è connotata da cavalcate thrashy in mid-tempo che confluiranno in alcune somiglianze a Forhekset; l’aggiunta di synth e di ulteriori chitarre non fa altro che aumentare l’epica dose di sconforto. Piccoli ritocchi agli echi degli screaming riescono a far variare l’intensità dei brani: As a Shadow Cast, per esempio, dopo un preludio di arpeggi, parte alla massima velocità dei blast-beat, con i tipici riff eseguiti al tremolo; in questa corrente maligna ascensionale si accavalla tutta una serie di urla e controurla, ruggiti mefistofelici che si sovrappongono creando dei vortici infernali che si ripeteranno anche nell’album successivo dei Keep of Kalessin.
I Choose to Suffer crea dei potenti e malinconici gorghi compositivi, riff vibranti che mutano e si costruiscono su tappeti di synth; un continuo di quel capolavoro sopracitato (e sudato col sangue) dei Mayhem, dove il carisma di Ghash verrà ripreso qualche anno più tardi da Acerbus e dai suoi Ondskapt.
Skuygger av Sorg prende decisamente le distanze dall’omonima versione in demo-tape: la linearità originaria è stata ora arricchita da continue chiusure sui tamburi, da decisi colpi di doppia cassa e blast-beat e dal raddoppiamento delle chitarre. Obliterator svela alcuni fra i passaggi più violenti dell’album, rispolverando tutto il repertorio di De Mysteriis Dom Sathanas e di Nemesis Divina; ma il pezzo forte di Through Times of War è lasciato in coda.
Nectarious Red sfoggia arpeggi semiacustici virati al flanger e rafforzati da analoghe melodie in overdrive; si costruisce la base del brano, dove le urla riecheggiano verso l’abisso, per poi riprendere le stesse trame chitarristiche che in Ruiner av en Krig (nel demo) creavano dei momenti di respiro. In questa nuova versione, tutta la parte centrale è costituita da questo riff magnifico (roba del genere esce fuori solo una volta in tutta una carriera musicale) che si ripete e si sovrappone progressivamente, variando nei minimi particolari tanto per evocare un’enfasi sempre crescente, una carica epica, oscura e struggente che raggiungerà le note più alte per poi terminare.
Schizofrenica sorpresa: Itch, la vera coda di Nectarious Red, che dopo qualche minuto di silenzio riparte in una sfrenata serie di arpeggi acustici e leggermente cacofonici, nei quali le basse frequenze sono state tagliate e sui quali vengono vomitati una serie di taglienti riff e di lingue biforcute. Gli ultimi fraseggi quasi heavy saranno accompagnati da urla disumane e psicopatiche, capaci di disturbare la concentrazione del fruitore fino a violentarlo con i ripetitivi “itch, itch, itch…”.

Questi erano i Keep of Kalessin, prima di prendere le sbandate di Kolossus e di Armada e prima di andare totalmente fuori strada con l’Eurovision; questi erano i Keep of Kalessin, un’oscura creatura che faceva parte del mistico Olimpo norvegese.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
89 su 17 voti [ VOTA]
Max
Venerdì 4 Luglio 2014, 14.11.26
8
Per me il loro miglior disco, superiore anche al notevole Armada... dopo si sono persi per quel che mi riguarda. questo però resta una piccola gemma della scena norvegese, certo non un classico, ma comunque un grande disco, lo presi all'epoca e lo riascolto sempre volentieri quando mi capita...
Cla
Domenica 29 Giugno 2014, 22.26.31
7
Voto basso per un disco Black Metal fatto per bene.. Per me 90 lo merita
Cla
Domenica 29 Giugno 2014, 22.26.20
6
Voto basso per un disco Black Metal fatto per bene.. Per me 90 lo merita
kroky78
Domenica 29 Giugno 2014, 14.00.21
5
Questa è una gemma da intenditori, un album fenomenale, anche se non acclamato come i grandi classici norvegesi. Per me è da 88. I veri Keep of Kalessin si sono fermati all' ep Reclaim, il resto è fuffa inutile. Ai nostalgici dei veri Keep of Kalessin consiglio di ascoltare il nuovo progetto di Ghash, Aptorian Demon.
luca
Sabato 28 Giugno 2014, 21.17.56
4
Oscurità e gelo tipico dei gruppi black norvegesi.. x me un 85 ci sta tutto
legion666
Sabato 28 Giugno 2014, 17.28.45
3
lo comprai dopo aver letto la recensione in bianco/nero su Metal -Shock....ancora non c'erano i preascolti su internet...ne rimasi subito affascinato dal primo ascolto....grande prova del drummer Vyl e del genio di Obsidian e le urla di Ghash veramente oscure...ancora oggi lo riascolto con grande piacere come ancora ascolto Armada....un altro genere , ma sempre geniale....
Doomale
Sabato 28 Giugno 2014, 11.34.55
2
Per me e` un ottimo album...forse il loro migliore insieme al secondo.Giusto riportarlo in vita...dato che nn sara uno dei capisaldi di quell'ondata black ma rimane comunque uno spaccato di uno dei gruppi storici della seconda ondata norvegese. Ci sento molto anche io l'influenza dei Mayhem di Tmds e dei Gorgoroth dei primi 3 album. Devo ammettere di aver apprezzato qualcosa anche di Armada.Dopo pero il nulla. Un 80 pieno c'e` tutto!
enry
Sabato 28 Giugno 2014, 11.30.35
1
Sotto ai classici del genere ma buonissimo disco che resta di gran lunga il loro migliore...80
INFORMAZIONI
1997
Avantgarde Records
Black
Tracklist
1. Through Times of War
2. Den Siste Krig
3. As a Shadow Cast
4. I Choose to Suffer
5. Skygger av Sorg
6. Oblitarator
7. Nectarious Red / Itch
Line Up
Ghash (Voce, Testi)
Obsidian C. (Chitarre, Synth)
Marach (Basso)
Nyl (Batteria)
 
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