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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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System Of A Down - Steal This Album!
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( 7528 letture )
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Credo risulti molto difficile, se non improbabile, che qualcuno non sia a conoscenza della gestazione di Steal This Album! ma, se così non fosse, ecco a voi un piccolo sunto delle vicende del lontano 2001/02. Nel settembre del suddetto anno aveva visto la luce il secondo lavoro in studio targato System Of A Down, ovvero Toxicity che raccolse immediatamente grandi consensi da parte dei fan. Poco dopo l’uscita del disco cominciarono a circolare sul web brani inediti che avrebbero, a detta di coloro che avevano piratato il materiale, dovuto far parte di un fantomatico Toxicity II. Queste tracce risulteranno essere il materiale escluso dalle sessioni per i due precedenti album, in quanto ritenute dissonanti con l’andamento e lo spirito dei dischi. Brani quindi lasciati solamente da parte per dei lavori futuri e non completati; fatto importante da tenere a mente in modo da comprendere che non si tratta di “scarti” delle vecchie sessioni buttati all’interno del nuovo prodotto per dare qualcosa con cui trastullarsi ai fan impazienti. Compreso questo possiamo quindi anche affermare che Steal This Album! è a tutti gli effetti il terzo album dei System Of A Down. Perché sottolineare questo aspetto? Perché diversi fan e critici continuano a definirlo una raccolta di semplici inediti, quasi demo o b-sides, sottolineando come fosse un’opera puramente riempitiva, mentre si tratta dell’esatto opposto. Facciamo ora un piccolo passo indietro e torniamo al fantomatico Toxicity II. Una volta che i brani incompleti ebbero cominciato a circolare il gruppo si vide costretto a tornare in studio, insieme allo storico produttore Rick Rubin, e a completare le tracce. Da qui nascerà Steal This Album! Dal titolo fortemente provocatorio, anche nei confronti di ciò che era accaduto con lo stream pirata dei brani, il disco si presenta nel modo più scarno possibile. La prima versione statunitense riportava la scatola senza artwork, il disco risultava quindi a vista. Su questo è scritto in modo grossolano il nome del gruppo nella parte superiore, e il titolo del disco in quella inferiore. Tutto quindi in perfetto stile “cd-pirata”, di quelli scaricati e masterizzati a casa. Oltre a questo era riportato nuovamente il nome del disco nella costina laterale e nel retro vi era la tracklist, scritta in modo molto semplice e grossolano. Niente booklet con testi, illustrazioni, foto o simili e questo in qualsiasi paese, escluse le limited edition, che riportavano un’illustrazione diversa per ogni componente della band. Quindi, “rubato” questo disco non resta altro che ascoltarlo. Inutile dire che l’apertura risulta a dir poco esplosiva con Chic ‘N’ Stu, brano ossessivo, cattivo e pervaso da quella vena unica e a tratti maniacale del gruppo armeno. Sin da subito quindi riconosciamo l’inconfondibile marchio di fabbrica della band, la quale si diletta tra forsennate e violente accelerazioni e calmi stacchi che hanno rimandi quasi jazz. In poche parole il solito stile dei System che ha contribuito ad innalzarli a band di portata mondiale quale sono diventati. Altro elemento fondamentale che si può subito trovare nel lavoro è la forte critica sociale e politica che lo pervade, dal primo all’ultimo testo. Con Innervsion si ha un brano di stampo sicuramente più classico sorretto sempre dai potenti riff di Malakian. Sempre perfetto e preciso Dolmayan che inserisce un magistrale stacco proprio sul finire di questa traccia, nonostante ricordi molto l’intro di Chop Suey. In una successiva intervista proprio John ha definito Steal This Album! come il suo preferito della band. Bubbles e Boom! sono due brani a dir poco micidiali: il primo si contraddistingue per la grande velocità che pervade tutta la traccia e per una forte critica ai tempi moderni; la seconda è uno dei veri gioielli di questo disco. Il brano inizia con una parte in spoken per poi concretizzarsi nel potente e carismatico ritornello. Ci troviamo nuovamente di fronte ad un pezzo impegnato, che denuncia apertamente gli orrori della guerra con un testo splendido ed estremamente inteso, pregno di significato soprattutto in due precisi passaggi, ovvero nel ritornello:
Every time you drop the bomb, you kill the god your child has born;
e nella seconda strofa:
4000 hungry children leave us per hour from starvation, while billions spent on bombs, creating death showers.
Nüguns passa leggermente più in sordina rispetto al precedente brano ma nonostante tutto va riconosciuto un buonissimo gusto a Malakian che inserisce all’interno del brano un intermezzo di oud molto piacevole. A.D.D. (American Dream Denial è un altro brano caratterizzato dalla fortissima critica nei confronti del governo degli Stati Uniti, che con le proprie insensate guerre per il profitto ha distrutto il sogno americano e sta distruggendo gli americani stessi. Altro grande brano risulta essere Mr. Jack che, accompagnato da un testo contorto, ha uno dei comparti strumentali più sentiti dell’intero album. Estremamente emozionale, riesce a trasmettere la tristezza e il disagio che si innalzano a motore portante del brano. In I-E-A-I-A-I-O Tankian può dare nuovamente prova delle proprie capacità vocali -e lessicali- in un brano che ai primi ascolti può risultare non completamente chiaro (non per gli standard dei SOAD) per poi dischiudersi man mano. Estremamente simpatico l’omaggio di Malakian alla serie televisiva Knight Rider -in Italia meglio conosciuta come Supercar- sulla parte finale del brano dove ne riprende il tema musicale portante. 36, dal titolo provocatorio -che rimanda alla scritta presente anche sul disco CD-36, la quale si può trovare in tutti i cd usati comunemente per masterizzare- è un vero delirio di quasi cinquanta secondi. Pictures risulta essere sottotono per le tracce proposte fino a questo momento, nonostante presenti un’interessante linea di batteria e si risollevi su i vari bridge. Su lidi più malinconici naviga invece Higway Song sia per comparto strumentale, tra cui spicca uno xilofono, che per testi. Con Fuck The System si ritorna su temi molto politici, con una palese e forte critica al sistema americano ed uno scimmiottamento a chi al tempo lo rappresentava. Ego Brain cerca un primo approccio semi-acustico che però si concretizza in un nulla di fatto per gran parte del brano, il quale non riesce a spiccare. Il disco è alle ultime battute e nonostante tutto la band non demorde, tornando all’assalto con un altro brano massiccio quale Thetawaves, impreziosito ancora una volta dalle voci di Serj e Daron che si intrecciano durante il potente ritornello. La traccia si interrompe bruscamente per lasciare spazio al vero capolavoro di questa seconda metà dell’album, Roulette. Il dolce brano completamente acustico lascia un momento di riposo e pace all’ascoltatore, pervadendolo allo stesso tempo con tutta la sua malinconia, una malinconia sempre presente dovuta ad una relazione che inesorabilmente si avvia verso la fine e man mano si sgretola sempre più. Questo amore, questa relazione tanto sofferta arriva quindi alla fine, alla conclusione proprio con l’ultima traccia del disco, Streamline, in cui, con una certa amarezza e rabbia, viene dato l’addio finale.
Eccoci così arrivati alla conclusione del disco. Steal This Album! si dimostra quindi come un buonissimo lavoro, dove di scarto non c’è proprio nulla. Ha inoltre il grande merito di far vedere la luce a molti pezzi che probabilmente non sarebbero rientrati nemmeno nei contesti dei due successivi Mezmerize e Hypnotize o che erano in cantiere da molto tempo, come la meravigliosa Roulette. Il disco è in perfetto stile SOAD e non delude minimamente le aspettative con i suoi forsennati cambi di tempo, le gigantesche ed infinite contaminazioni musicali differenti,i testi sempre impegnati e dediti a trasmettere un forte messaggio all’ascoltatore, ma allo stesso tempo dissacranti. Per la terza volta, nel 2002, i System Of A Down spiazzavano nuovamente la scena musicale mondiale.
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Un aggettivo perfetto per questo album è "divertente" MA tenere conto che è fatto da scarti ,magari tutti gli scarti fossero così belli |
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Ricordatevi che questo album, pur mantenendosi a buoni livelli e pur non arrivando agli altri 4, è un album di scarti, detto dai SOAD. Chic n stu per esempio c'è nei live del 1998... comunque si, non assomiglia molto a Toxicity. L'unica cosa identica è il sound, fatto praticamente con ciò che è stato fatto Toxicity. Voto: 75 |
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16
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Rispetto a un album coerente e ponderato come Toxicity, STA! non è davvero niente di che. Dà proprio la sensazione di un'accozzaglia di b-sides ordinate un po' a caso. Ciò non toglie che da ragazzo l'ho adorato almeno quanto i due predecessori. Ma è innegabile che sia sotto-livello. Stupenda Steamline. |
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15
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Io ho Toxicity, Mesmerize/Hypnotize, e questo, e mi piacciono parecchio |
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grande disco inferiore solo a toxicity, I-E-A-I-A-I-O la mia preferita in assoluto del gruppo |
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Scarti o no, a me è rimasto nello stereo dell'auto per mesi ininterrottamente. Dalla prima nota si avverte che sono loro ma in un modo più schizofrenico rispetto ai due precedenti: questo approccio sarà più evidente con i successivi, ma qui quelle sonorità sono più valvolari e simili all'esordio. E per questo mi sa di album unico nella loro discografia, voto 80 |
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12
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Altro che disco di scarti...Steal this album é un'opera di assoluto valore, un disco fondamentale nell'evoluzione della band, il ponte ideale tra toxicity e mesmerize/hypnotize. In questo disco si trovano alcuni dei loro pezzi più belli. |
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11
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Quoto al 100% Screamforme77. Una manciata di brani sopravvivono ancora all'usura del tempo (a differenza dei 2 album seguenti, IMHO)... |
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10
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toxicity II? mah, se ci avete fatto caso l'approccio è molto più simile a quelli che saranno "mezmerize" e "hypnotize" (in particolar modo "chic 'n' stu" ricorda molto "vicinity of obscenity") che non al suo illustre predecessore... di "toxicity" questo disco ha giusto qualcosa qua e là, per il resto c'entrano ben poco l'uno con l'altro... io continuo a considerarlo per quello che è, ovvero come un episodio secondario rispetto agli altri album... |
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9
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Quando lo comprai ci stavo a ruota con i SOAD(Toxicity mi aveva totalmente conquistato) e così lo ascoltai a ripetizione fino a consumarlo. Oggi a distanza di 12 anni, dico che SDA è un album che alterna dei filler con dei buonissime e anche dei gran pezzi. Tutto sommato un album piacevole da ascoltare, ma a mio avviso nettamente inferiore a tutto il resto della loro discografia. Carina e originale l'idea del formato CD in stile pirata come verso ai cd copiati che tanto andavano a quei tempi prima del diffondersi di internet. |
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8
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Per me album raffazzonato, messo insieme alla bell'emmeglio, , niente a che vedere con i due precedenti, la maggior parte dei pezzi sembrano scarti dei lavori precedenti |
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7
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rispetto a toxicity moltooo peggio, non è male ma mi hanno entusiasmato solo due tre pezzi |
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6
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non sono d'accordo con i commenti qui sotto tranne Jukka, Steal This Album! per me è un grandissimo disco non ne sento di filler, tutte belle canzoni. |
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5
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Album di secondaria importanza nella discografia dei SOD si salva poco |
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4
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Mha, io onestamente non salirei sopra il 65/massimo 70 per quest'album.. |
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3
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Album secondario nella loro discografia per via di qualche filler, succedere a Toxicity non era facile. Buonissimo disco, comunque. Voto giusto. |
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Ci sono dei pezzi di classe degni di Toxicity (Innervision, Nuguns, Mr.Jack, Highway Song, Roulette, Streamline) e altri che non mi hanno mai convinto tanto (Chic 'N'Stu, Pictures, 36), però è un bell'album e lo ascolto ogni tanto con piacere. Votazione molto giusta. |
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1
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Bella recensione complimenti! L ' unico punto in cui mi trovo in disaccordo è il voto, per me il disco vale almeno 5/10 punti in piú |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Chic 'N' Stu 2. Innervision 3. Bubbles 4. Boom! 5. Nüguns 6. A.D.D. (American Dream Denial) 7. Mr. Jack 8. I-E-A-I-A-I-O 9. 36 10. Pictures 11. Highway Song 12.Fuck The System 13. Ego Brain 14. Thetawaves 15. Roulette 16. Streamline
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Line Up
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Serj Tankian (Voce, Tastiere) Daron Malakian (Voce, Chitarra, Oud) Shavo Odadjian (Basso) John Dolmayan (Batteria)
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