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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Domine - Stormbringer Ruler - The Legend of the Power Supreme
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( 6386 letture )
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Non è un segreto ormai che noi italiani abbiamo un qualche tipo di forte legame con il metal melodico. A partire dai sempre ben noti Rhapsody, infatti, nel nostro Paese si sono susseguite una serie di band dedite in particolare a questo genere, molte delle quali sono riuscite a farsi notare anche a livello internazionale. I Domine sono una di queste. Il quintetto toscano, fondato nell’ormai lontano 1983 dai fratelli Enrico e Riccardo Paoli (rispettivamente chitarra e basso) e fautore di un metal dalle forti tinte epiche, deve la propria fama principalmente ad alcune opere che negli anni hanno permesso al gruppo di farsi notare in mezzo alla massa costantemente in crescita di band emergenti. Una di queste è sicuramente Stormbringer Ruler - The Legend of the Power Supreme, loro terza fatica in studio, edita nel 2001 per la Dragonheart Records.
Dopo una intro strumentale piuttosto classica, il veloce riff di chitarra di The Hurricane Master da il benvenuto all’ascoltatore. Trattasi di un brano veloce ed epico, con riffing serrato che strizza l’occhio allo stile di Turilli e sul quale, fin da subito, si fa notare la potente voce di Morby, dotata di un’estensione notevole e di un timbro generalmente pulito, ma all’occorrenza in grado di sfoderare acuti graffianti di tutto rispetto. Più melodica la successiva Horn of Fate, caratterizzata da un ritornello catchy e melodie dirette. I toni si fanno più orchestrali ed operistici con The Ride of the Valkyries (che, come facilmente intuibile, richiama la celebre Cavalcata delle Valchirie di Wagner, citandola addirittura ad un certo punto della canzone), introdotta dalle tastiere di Riccardo Iacono, ben eseguite, per quanto troppo spesso relegate a semplice accompagnamento di contorno durante la maggior parte del disco. Con True Leader of Men i ritmi tornano spediti, in un pezzo che, pur rimanendo marcatamente melodico, richiama alla mente il primo power metal. Ottimo anche qui il lavoro di Morby alla voce, così come quello di Stefano Bonini che dietro le pelli offre una performance eccellente, eseguendo ogni fill ed ogni cambio di tempo in maniera fluida e piacevole. The Bearer of the Black Sword inizia piano, per poi esplodere in un pezzo più ritmato e pomposo, grazie anche ad un ritornello fatto di ampi cori, mentre The Fall of the Spiral Tower mostra toni più cupi e gravosi. La penultima posizione nella tracklist è occupata da For Evermore, malinconica ballata, introdotta da un pezzo di pianoforte e da una prova vocale di Morby su tonalità più basse, forse non così emozionante come le altre, ma nel complesso sempre ben riuscita. Conclude l’album la lunga Dawn of a New Day - A Celtic Requiem, una suite di quasi undici minuti che cita alcune melodie presenti nella intro strumentale di cui sopra e nella quale i Nostri sfoderano tutta la propria abilità compositiva, in un brano che trasuda pathos, anche grazie ai numerosi cori ed al solo chitarristico di Enrico Paoli, come sempre semplice e non particolarmente tecnico, ma ispirato ed in grado di svolgere egregiamente il proprio lavoro. Alcuni dettagli, come il fatto che nel complesso il ritmo e l’incedere della canzoni rimangono invariati, o qualche ripetizione in più del tema principale, potrebbero non andare particolarmente a genio soprattutto a chi è abituato a masticare suite anche ben più lunghe, ma nonostante ciò le atmosfere magniloquenti e la caratteristica carica emotiva che permea l’intera composizione riescono comunque a lasciare un segno nella mente dell’ascoltatore.
Senza smentirsi mai in nulla, nemmeno nelle tematiche trattate (ed ancora una volta ispirate ai racconti di Michael Moorcock), i Domine compongono quello che può tranquillamente considerarsi come il capitolo più riuscito della trilogia iniziale della band. Un disco che non mira certo all’originalità ed all’innovazione, ma in grado di fare buon uso dell’esperienza maturata, recuperando gli elementi positivi dai precedenti due lavori e sfruttandoli come base per comporre un’opera che, se si è amanti di racconti fantasy ed atmosfere epiche, merita davvero di essere ascoltata anche adesso, a distanza di più di un decennio dalla sua uscita, in quanto anch’esso rappresentante, insieme a lavori di altre band, di una pagina di storia del metal melodico tutto all’italiana che i fan del genere nati nel bel paese non possono non conoscere.
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VOTO LETTORI
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63.21 su 104 voti [
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7
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Rivisti per l\'ennesima volta sabato sera a Bologna...che dire....mi mancate ragazzi!! Ci vorrebbe un live dei Domine al mese. E dai....fate un nuovo album!! Su questo disco non do giudizi in quanto non sarei minimamente obbiettivo....ma raramente escono gemme del genere, oggi come allora |
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6
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The Hurricane Master ha un crescendo finale da paura!! |
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5
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Ogni tanto lo rimetto su. Questo magnifico album è il primo che me li fece conoscere e che ascoltai tutto di botto lasciandomi tramortito per la prepotente bellezza e la portentosa voce di Morby , un album capace di far trettecare i vetri delle finestre con alcuni suoi brani, potenza epica alle stelle, mentre la gente oggi disquisisce sulla nuova voce dei Rhapsody , scordandosi di band come questa, mi rivolgo in particolare alle nuove leve metalliche e ai giovanissimi italiani che stanno ascoltando metal per la prima volta, cominciate ad ascoltare ad es. 2 bombe sonore a penetrazione rapida da questo album, provate con The Ride of The Walkirie e The Hurricane Master e vi accorgerete cosa e' l'epicità power heavy italiana, spero ritornino in scena al più presto. |
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4
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concordo con lux chaos al 100& |
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3
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Stupendo, come ogni nota creata da questa fantastica band...non vedo l'ora del loro ritorno!!! |
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2
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Questo album mi fa impazzire! e lo dice uno che non ha mai sopportato molto queste sonorità,ma in questo disco ho trovato melodie eccezionali,una voce allucinante e canzoni che mi hanno trasportato in un mondo fantastico dove non ero mai stato prima in vita mia.Questo dovrebbe fare qualsiasi disco che si autoproclami Metal!Grandi! PS:inoltre noto con enorme piacere che sono fiorentini,come il sottoscritto! |
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1
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anche questo, come il successivo è un buon disco. Mille volte meglio loro di quelle merde abominevoli dei Rhapsody |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Legend of the Power Supreme
2. The Hurricane Master
3. Horn of Fate (The Chronicles of the Black Sword - The End of an Era Part 2)
4. The Ride of the Valkyries
5. True Leader of Men
6. The Bearer of the Black Sword (The Chronicles of the Black Sword - The End of an Era Part 1)
7. The Fall of the Spiral Tower
8. For Evermore (The Chronicles of the Black Sword - The End of an Era Part 3)
9. Dawn of a New Day - A Celtic Requiem (The Chronicles of the Black Sword - The End of an Era Part 4)
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Line Up
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Morby (Voce)
Enrico Paoli (Chitarra, Cori)
Riccardo Paoli (Basso)
Riccardo Iacono (Tastiere)
Stefano Bonini (Batteria)
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