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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Uli Jon Roth - Scorpions Revisited
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( 4248 letture )
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Che Uli Jon Roth sia ancora oggi un chitarrista dotato di grandissima tecnica e di un gusto altrettanto rilevante, è cosa scontata. La sua carriera con gli Scorpions e quella da solista, raccontano una storia fatta di integrità, ricerca e fedeltà al proprio strumento -l'arcinota sky-guitar- che lo rendono un musicista inattaccabile almeno dal punto di vista del rispetto che è naturalmente dovuto ad una figura di tale caratura. Le sue prove più recenti però, mostravano un professionista ormai dedito ad una certa introspezione, volto più a proseguire nel suo cammino personale che a parlare ad un pubblico che ormai lo conosce bene e forse (almeno apparentemente) poco interessato a farsene uno più giovane. Insomma, volendo tracciare un parallelismo con la pittura, una specie di Morandi dell'hard rock neoclassico. La notizia dell'uscita di un doppio CD contenente materiale del periodo Scorpions rivisitato quindi, non aveva suscitato particolare entusiasmo, dato che sembrava naturale legare l'operazione ad un atteggiamento rivolto al passato e non scevro da semplici interessi commerciali. L'ascolto di Scorpions Revisited invece, riserva una sorpresa abbastanza piacevole.
Per inquadrare correttamente il tutto dal punto di vista filosofico, è necessario conoscere i retroscena che hanno generato il lavoro. A quanto pare, nel corso del 2013 il buon Uli viene preso da una sorta di nostalgia per il ricordo del magico periodo compreso tra il 1974 ed il 1978. Quegli anni videro i tedeschi produrre quattro deliziosi album senza contare il live Tokyo Tapes del 1979, che mostravano una incredibile compattezza tra i membri del gruppo e soprattutto una coppia di chitarristi come Rudolf Schenker e lo stesso Roth, capaci di produrre una serie di riff restati scolpiti a fuoco nelle memoria di tutti gli appassionati. Durante i dodici mesi successivi, Uli si dedica alla ri-registrazione di quei pezzi utilizzando per le prove la stessa sala di Hannover dove alcune di quelle canzoni vennero scritte, mettendo insieme una giovane band dotata di un ottimo cantante, ma soprattutto dando una veste un po' più moderna al tutto. Insomma: trasportando quelle canzoni ai nostri tempi, pur senza tradirne affatto lo spirito anni 70. Il risultato di tutto questo sforzo è perlomeno apprezzabile. Nei due CD che compongono l'opera infatti, possiamo trovare diciannove tra le più belle canzoni della Roth-era, eseguite con autentica verve, arrangiate, allungate, riempite di filler solistici e metallizzate dalla voce di Nathan James, cantante in forza agli Inglorious, molto adatto al metal -appunto- ma dotato della necessaria versatilità per passare dal rock (ambito in cui prevalentemente si muove di solito) all'hard rock e di un opportuno gusto verso gli anni '70 che ben si attaglia alle canzoni in scaletta. Il suo timbro, per capirci, è più sottile e meno caldo e rotondo rispetto a quello di Meine, ma spinge in maniera più moderna ed aggressiva, molto anni '80-style, risultando correttamente inserito nelle nuove versioni delle canzoni. Eccellenti le rese di The Sails Of Charon, diventata "oversize" col nuovo arrangiamento, di Drifting Sun e Fly To The Rainbow, di We’ll Burn The Sky, di All Night Long che tira direttamente in causa Tokyo Tapes, In Trance, Crying Days, Virgin Killer e via così citando in ordine sparso e sottolineando anche il fatto che Scorpions Revisited è basato in parte maggiore su materiale tratto da In Trance e Virgin Killer, probabilmente i due album migliori nel loro complesso.
Al tirar delle somme due sono i fatti che maggiormente vanno posti in evidenza: da un lato l'incredibile longevità di canzoni che, pur riverniciate a nuovo e rese in parte diverse da come erano state originariamente concepite, hanno pur sempre circa quarant'anni sul groppone. Dall'altro il colpo di coda di Uli Jon Roth il quale, pur sfruttando materiale noto, l'affetto che moltissimi fan riservano "da contratto" a chi ha contribuito a scriverle od a suonarle in origine e la sua classe, mantiene la lucidità di cambiarle quanto basta, affidare il tutto ad una band giovane e ad un cantante adatto confezionando un jewel case della durata di 105 minuti che non mancherà di appagare i suoi tanti ammiratori ed i seguaci degli Scorpions. I rumors provenienti dalla casa discografica infine, suggeriscono che nel 2015 potrebbe seguire un secondo album -suppongo ancora doppio- la cui uscita dipenderà probabilmente dal successo che otterrà Scorpions Revisited, ma questo attiene al futuro. Il presente parla di un'operazione forse un po' maliziosa, non esente da una componente dettata da scelte economiche al suo interno, ma riuscita davvero bene. Alla fine, ciò che conta è solo questo, no?
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8
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Questo album anche se di brani risuonati, ma da Dio, è un trip incredibile! Sarà l\'aurea anni \'70 che il fenomenale Uli Jon si porta sempre dietro ma è un\'esperienza degna di una gran fumata di roba davvero buona o anche qualcos\'altro assunto diversamente. Super super super. Voto lettori giusto. Anche se do solo 95 perché si tratta comunque di brani solo revisited e non originali. |
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7
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Rispetto è la parola giusta |
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6
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Sempre avuto un debole per gli "sconfitti", specialmente quelli di talento, come il buon Roth. Un grande musicista, che ha pagato la propria unicità, ma ha deciso comunque di rimanerle fedele. Forse non poteva fare altro, in ogni caso. Ad ogni modo, non ha rinunciato mai e anche solo per questo, merita un grande rispetto. |
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5
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...per chi non conosce gli scorpions o crede che siano il patetico stereotipo, scontato ed inutile del loro ultimo album (sintesi della pochezza degli ultimi 15/20 anni)...beh questo doppio cd parla molto chiaro...molto utile per capire cosa erano davvero e cosa purtroppo sono diventati. Il cd di uli è un ottima opportunità per chi non conosce questa band, ed un grande momento musicale per chi come me ne ha perso interesse da anni. Grazie uli...anche Klaus e Rudolf dovrebbero esserti grati per questo tributo assoluto. Grande track list,grandi esecuzioni, grandi musicisti...pezzi storici. |
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4
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Secondo me la grandezza di questo artista è davvero tanta. Sempre fedele ad un certo stile, ritengo questo album un ottimo lavoro, in particolare il cantante: molto bravo! |
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3
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C'è un errore nella recensione, non Michael Schenker, ma Rudolf! Michael è il fratello. |
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1
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Le anteprime le avevo molto apprezzate, me lo procurerò. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD 1 1. The Sails Of Charon 2. Longing For Fire 3. Crying Days 4. Virgin Killer 5. In Trance 6. Sun In My Hand 7. Yellow Raven 8. Polar Nights 9. Dark Lady
CD 2 1. Catch Your Train 2. Evening Wind 3. All Night Long 4. We’ll Burn The Sky 5. Pictured Life 6. Hell-Cat 7. Life’s Like A River 8. Drifting Sun 9. Rainbow Prelude (Improvisation) 10. Fly To The Rainbow
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Line Up
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Nathan James (Voce) Uli Jon Roth (Chitarra) Niklas Turmann (Chitarra, Cori) David Klosinski (Chitarra) Corvin Bahn (Tastiere, Cori) Ule W. Ritgen (Basso) Jamie Little (Batteria)
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