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Uli Jon Roth - Tokyo Tapes Revisited - Live in Japan
12/03/2017
( 2313 letture )
I rumors provenienti dalla casa discografica infine, suggeriscono che nel 2016 potrebbe seguire un secondo album -suppongo ancora doppio- la cui uscita dipenderà probabilmente dal successo che otterrà Scorpions Revisited, ma questo attiene al futuro.

E' questo il modo in cui avevamo salutato Uli Jon Roth nel 2015 in chiusura della recensione di Scorpions Revisited e, puntuale come treno svizzero sul quale viaggia un produttore di orologi svizzeri che va ad un appuntamento con un fornitore maniaco della puntalità (svizzero), ecco arrivare Tokyo Tapes Revisited - Live in Japan. Registrato presso il Nakano Sun Plaza Hall di Tokyo il 20 Febbraio del 2015, esattamente nello stesso impianto in cui fu registrato nel 1978 il disco originale degli Scorpions, l'opera in questione è, come era del tutto lecito attendersi, un altro monumento di professionalità e classe firmato Uli Jon Roth. Ma non solo, dato che anche il resto della band fornisce ampie garanzie in tal senso.

L'edizione dell'opera qui recensita si compone di due CD ed un DVD e si presenta davvero bene. Il digipack formato A5, una volta aperto propone ben quattro facciate. La prima contiene un libretto in massima parte fotografico e le altre tre, ovviamente, fanno da alloggiamento per i due CD ed il DVD. Il godibile booklet, contenuto da un'apposita tasca, propone una grande quantità di bellissime foto stampate su carta patinata ed alla fine i credits del prodotto, ma anche gli alloggiamenti dei CD e del DVD sono contraddistinti da incisive immagini alle loro spalle. Passando al succo del discorso, ovvero alla musica, c'è da rilevare come a dispetto degli altissimi rischi di produrre qualcosa di quantomeno stantio e/o inutile, l'operazione Tokyo Tapes Revisited - Live in Japan funziona. Gli altri strumentisti impegnati sanno il fatto loro e ad ognuno è concesso il giusto spazio. La voce di Nathan James, poi, si conferma ancora una volta eccellente, a parte qualche rarissima incertezza che probabilmente aggiunge sapore di live alla registrazione. Quel che più importa, però, è che anche a distanza di tanti anni le canzoni qui raccolte conservano ancora il loro senso. Profondamente anni 70, demodè, lontano dal gusto e dal modo di comporre attuale, ma riferito a pezzi sempre più che piacevoli da ascoltare. Sulle note di una scaletta opportunamente non identica a quella del 1978 e contenente alcune chicche (vedi tracklist riportata a lato), l'ascolto di Tokyo Tapes Revisited porta in una dimensione antica, molto più a misura d'uomo, se volete. Lenta, descrittiva e garbata nel modo di presentare i pezzi; con la tipica partecipazione compita del pubblico giapponese coinvolto in cori che ben difficilmente una band moderna avrebbe la voglia ed il coraggio di registrare; con un adeguato spazio lasciato per gli assoli dei singoli e soprattutto con un Roth ovviamente protagonista dalla classe cristallina, ma non padre-padrone e capace anche di arretrare quando è giusto. Ogni brano -inutile citarne qualcuno in particolare, vista la loro popolarità- racconta una storia ed è arrangiato in modo da restare vicino all'originale, ma non esattamente uguale. Leggermente più moderno, o meglio diverso, più "colorato", ma con tutto il flavour di quando fu scritto. E l'omaggio finale ad Hendrix è non solo e non tanto opportuno, quanto naturale e logico. Per quanto riguarda la parte video, la cui scaletta ricalca quella audio, non si può che notare come anche questa sia all'altezza della situazione. Con l'audio 5.1 Surround a restituire al meglio ogni nota suonata dal gruppo e la bellezza di otto telecamere a disposizione per riprenderlo, tutte sfruttate correttamente dall'equipe giapponese qui all'opera.

Quello qui trattato è un doppio album sincero come la musica che propone. Vecchio stile, tanto che in alcuni passaggi risulta prolisso se ascoltato con orecchio contemporaneo e quasi fastidioso (uso un'iperbole, sia chiaro) in certi frangenti in cui il pubblico viene chiamato in causa con modalità che solo pochissimi, vecchi dinosauri musicali possono permettersi di usare conservando la propria credibilità. Eppure, ogni cosa è come può e deve essere. Canzoni sentite e strasentite, suonate con uno stile superato nonostante il leggerissimo lifting al quale sono state sottoposte, ma vive e mai rese in maniera inferiore agli originali; anzi. Con la lezione di Hendrix sempre sullo sfondo o bene in primo piano e gli arrangiamenti di All Along the Watchtower e Little Wing a parlare per Roth.

Album concepito con una marcia diversa rispetto a quella tipica della nostra era, come gli anni in cui le canzoni furono scritte, da ascoltare con l'atteggiamento adatto e nel giusto modo per essere apprezzato. Seduti, davanti ad uno stereo di buon livello e senza nessuna fretta dato che dura ben oltre due ore, prima di tornare (con la giusta soddisfazione) al nostro tempo. Ma forse è chiedere troppo.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
87.66 su 3 voti [ VOTA]
Joe 69
Venerdì 10 Giugno 2022, 15.58.37
3
Questo fa parte di un novero di artisti incredibili che ho avuto la fortuna di vedere anni fa in un Monster of Rock (dove doveva esserci pure Van Halen ma che poi non venne) e fece un set quasi esclusivamente classico e fu subissato da applausi continui. l'unica (forse) pecca del grandissimo Uli è l'eccesivo amore per Hendrix che alla lunga risulta o potrebbe risultare noioso per tutto il resto voti sempre altissimi in ogni cosa che fa.
Luka2112
Mercoledì 10 Marzo 2021, 23.25.38
2
Perché mai lo stile con il quale sono suonati questi brani dovrebbe essere superato? Superato in che modo poi è da chi vorrei sapere, Un chitarrista come Roth ha ancora molto da insegnare alle nuove leve, poi i gusti personali non si discutono ,però visto quel che gira oggi direi che si può solo essere grati ad ad un artista così umile e preparato.
Metal Shock
Sabato 10 Giugno 2017, 16.46.59
1
Bellissimo, Uli un fenomeno e Nathan James alla voce è straordinario!
INFORMAZIONI
2016
UDR Music
Hard Rock
Tracklist
CD 1
1. All Night Long
2. Longing for Fire
3. Crying Days
4. The Sails of Charon
5. Sun In My Hands
6. Virgin Killer
7. Kojo No Tsuki
8. We'll Burn the Sky
9. In Trance
10. Rainbow Dream Prelude
11. Fly to The Rainbow

CD2
1. Top of the Bill
2. I've Got to Be Free
3. Polar Nights
4. Dark Lady
5. Pictured Life
6. Catch Your Train
7. All Along The Watchtower
8. Little Wing
Line Up
Nathan James (Voce)
Uli Jon Roth (Chitarra, Voce)
Niklas Turmann (Chitarra, Voce)
Corvin Bahn (Tastiere)
David Klosinski (Chitarra)
Ule W. Ritgen (Basso)
Jamie Little (Batteria)
 
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