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La guerra è stata fonte d’ispirazione per gli artisti d’ogni epoca, basti pensare al sommo tra gli esempi: l’Iliade. I Marduk non fanno eccezione e nella loro forma espressiva peculiare creano un inno radicale ed appassionato a quella che, per dirla con Marinetti, è la “sola igiene del mondo”. Sono abbastanza certa che non si tratti di una mossa strategica, di un’adesione fittizia e calcolata. La sensazione che si prova ascoltando Frontschwein non lascia dubbi al riguardo: si è trascinati senza requie non tanto nel mezzo di un realistico campo di battaglia quanto nelle profondità più atre, feroci e sfrenate dell’animo umano, quelle che la guerra inevitabilmente sollecita ed amplifica. Ma non ci sono solo le mie impressioni, tanto personali quanto fallibili, ad avvalorare questa convinzione, vi è la musica, la sua sostanza complessa e varia, dall’enorme ed indiscutibile impatto emotivo. E’ vero che i black metaller svedesi non sono nuovi al tema, avendolo già trattato in un album epocale come Panzer Division Marduk (1999); inoltre, sono stati recentemente impegnati in un tour celebrativo nel quale suonavano quel disco per intero. Essi però non si trovano affatto in una di quelle fasi di scarsa ispirazione che di solito conduce i gruppi a produrre parti seconde dei loro vecchi successi. Non solo stanno vivendo un periodo di grande creatività ma hanno anche raggiunto una piena capacità espressiva: la lineup si è consolidata già da qualche anno e realizzano album di assoluto livello con una continuità impressionante. In Frontschwein tornano all’argomento guerra affrontandolo però con tutto il bagaglio di esplorazioni sonore fatte dopo il monolitico Panzer Division Marduk e riscontrabili in album come, ad esempio, Wormwood. Il disco si presenta quindi estremamente vario e complesso senza mai perdere in coesione: il sound è totalmente Marduk, con strati e strati di chitarre che si intrecciano, sui quali anche il basso riesce spesso ad emergere con personalità. Ottimo anche il lavoro della batteria: Widigs trova i tempi giusti sia quando si esibisce in prodigiosi blast beat sia quando deve sostenere ritmiche più articolate e lente. I suoni stessi delle varie componenti della batteria vengono post prodotti con estrema cura; la spiccata particolarità di questi effetti stimola nell’ascoltatore reazioni emotive sottilmente differenziate. Questo è anche l’album della consacrazione di Mortuus, ammesso che necessiti di un’investitura: le sue vocals sono pregevoli in tutto il disco, con non rari momenti di eccellenza. Esperienza ma soprattutto carisma e grandi doti interpretative lo rendono estremamente versatile e libero dalla tentazione del virtuosismo fine a sé stesso. Entriamo dunque nel dettaglio. Brani velocissimi e compatti si alternano ad altri più strutturati e complessi rendendo l’ascolto fluido e privo di cali di tensione. L’opener eponimo è un brano d’impatto, dinamico e vagamente melodico che ricorda stilisticamente la title track d’apertura del precedente Serpent Sermon (che, per inciso, è un album che suona molto meno autentico e più ruffiano dell’attuale lavoro). Sorprende invece per la sua atipicità la successiva The Blond Beast con il suo incedere ritmato e marziale, quasi black n’ roll. Afrika è diretta e fulminea, mentre Wartheland, autentico highlight anche grazie alla superba prova vocale di Mortuus, insinua nella sua potenza di fuoco una sottile vena di malinconica, inquieta disillusione. Rope of Regret, cupa ed iperveloce, ci dona un insight prodigioso, al quale ci abbandoniamo senza opporre difesa: Mortuus al comando di una nave trascinata in un Maelström di efferatezza, cerchi concentrici di sangue fino all’inabissamento. Niente di più nitidamente disperato e ferale. Between the Wolf-Packs come pure Doomsday Elite, pur attestandosi su un livello comunque buono, rappresentano forse i momenti più deboli dell’album. E’ questa la sorte dei dischi superlativi, nei quali le gemme meno sfolgoranti sfigurano rispetto a quelle eccezionali. In particolare Doomsday Elite sembra mettere in guardia i nostri dal rischio di un’involuzione dovuta all’eccessiva complessità dei brani; declino che stavolta viene scongiurato grazie all’impatto emotivo che si mantiene costantemente alto. Nebelwerfer trae sommo giovamento dalla proprio ritmo lento e cadenzato, con Mortuus che a tratti intona una sorta di parlato-urlato di un’intensità sconcertante. Segue Falaise: Cauldron of Blood un pezzo dinamico e violento ma nient’affatto monocorde, con brevi passaggi melodici di grande efficacia. Gli ultimi due brani hanno natura diversa tra loro ma rappresentano in modo eccelso le due facce degli attuali Marduk. I ritmi estremamente rallentati di 503 permettono a Mortuus un’interpretazione che l’androide Rutger Hauer in Blade Runner avrebbe sicuramente annoverato tra le meraviglie dell’universo nel suo indimenticabile monologo finale “Ho visto cose che voi umani…”. Il modo in cui il medesimo singer guida l’assalto finale di Thousand-Fold Death è ancora una volta esemplare, sorretto ed incoraggiato da una band che fa di tutte le declinazioni del furore il suo Verbo. In conclusione, Frontschwein (che, per curiosità, è un termine tedesco che letteralmente significa “maiale del fronte”, ma in realtà è il nomignolo che si davano i soldati di prima linea tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale, costretti a combattere nel fango delle trincee) è un disco superlativo. Ogni eventuale diatriba sulla sua collocazione all’apice o meno della discografia della band mi sembra uno sterile bizantinismo. Una cosa è certa: più che un disco Frontschwein è una prova di forza, la dimostrazione che i nostri, guidati indefessamente dallo storico mastermind Morgan Håkansson, sono ancora in grado di sostenere lo stress della logorante catena di montaggio album/tour/album senza perdere minimamente le loro capacità creative. L’età della decadenza e delle autocelebrazioni è ancora lontana: il loro presente musicale è una folle, atroce, magnifica Apocalisse bellica e possiede la natura salda e luminosa del capolavoro.
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Come sempre un buon lavoro, anche per me 83 |
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Tra i loro migliori! Soprattutto i brani più cadenzati |
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Davvero molto bello, scorre che è un piacere in tutta la sua violenza. Un album che trasuda tutto l'orrore della guerra e denota l'ottimo stato di forma della band, tra gli ultimi lavori mi è piaciuto più sia di Wormwood che di Serpent Sermon. Voto 80 |
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Ennesimo bell'album dei Marduk ! Per me (quasi) sempre una sicurezza. Concordo anch'io col voto della recensione... ed ora vediamo che succede col nuovo imminente Viktoria (incrociamo le dita). |
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rosa velata hai colto il vero senso di fronteswhein mi domando se sei cosi' perfetta anche divpersona.... voto 93 |
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A distanza di un anno abbondante quest'album continua a girare che e' un piacere. Un lavoro veramente di grosso calibro..Uno di quei gruppi per cui si puo' pagare in anticipo. Voto di Floriana piu che adeguato. |
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blonde beast penso sia la loro peggior canzone, non c'entra un tubo con la loro ottima discografia, la vedo come un tentivo commerciale mal riuscito, live poi..sarà ben meglio rispolverar qualche hit del passato! album tutto sommato più che buono,peccato per sta pecca..grandi marduk! |
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Cmq in quest'album, per me buono, ci sono alcune porcate: ad esempio la base di The Blond Beast è la stessa di Got The Life dei Korn :-/ |
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Vabbè, visto che l'ho scritto nell'articolo su Speed Of Light degli Iron Maiden, lo riporto anche qui: "Tra Iron Maiden e Marduk non so chi divida di più fan e crtitca! ". Per alcuni dopo il cambio di line up si è spenta la luce (nera) per i Marduk, per altri sono rinati; il dualismo Legio / Mortus è peggio di quello Rivera / Mazzola; i primi album capolavori assoluti ma Panzer Division è visto un po' come 7th Son dei Maiden: inarrivabile per alcuni, al massimo buono per altri; sugli ultimi vabbè, non ci sono divisioni ma lacerazioni e Serpent Sermon va dal capolavoro alla merda assoluta!!! L'unica cosa certa è che da 35-25 anni sono in giro, fanno album che vendono e fanno discutere parecchio, sono al top dei rispettivi generi. |
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Album semplicemente grandioso. Il cambio di line up ha fatto rinascere questa band. Incredibile. E Morgan è un grande. I Bathory e i Marduk personalmente i monumenti del Black Metal svedese. Tutto il rispetto possibile. Quest'album e' una bomba! |
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Ottimo come Back. ...l'album e' nel solito stile Marduk..ma suona fresco come quasi sempre loro hanno fatto...davvero devastante...sembra proprio di esser li in trincea...gran bel lavoro! Complimenti..voto confermatissimo |
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Dico che il paragone con Panzer non ci sta. Frontschwein è molto più vario e stilisticamente appartiene in pieno al periodo Mortuus/Arioch (da Plague Angel in poi) che ha rivitalizzato la band e l'ha portata verso un periodo creativo che ad oggi rimane senza passi falsi. Visti ieri e dal vivo sono una garanzia. |
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Per chi volesse ascoltare un pò di sano BM stile Opus Nocturne i Triumfall sono un ottima band.Fino ad ora hanno prodotto solo un album che è trovabile su YouTube.Alcune Track sono derivative sul versante melodico ma rimane comunque un discreto Album (75/100). |
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secondo me è un buon disco, direi che sono riusciti a ripartire dal Panzer Division creando qualcosa di nuovo, senza scadere nell'autoimitazione ma nemmeno andando troppo oltre. Hail Marduk! |
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niente da fare, li rivedo tra un paio di giorni in slovenia coi belphegor e sicuramente mi piaceranno però su disco non saranno mai tra i miei gruppi black preferiti. anche qui, le prime tre mi fanno impazzire, soprattutto The Blond Beast. Nebelwerfer anche, una scheggia di ghiaccio e cattiveria! anche 503 è una gran bomba ma il resto non mi dice granché. ad ogni modo, domenica sarà comunque una seratona eheh  |
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Bello, pesante, violento, tecnico...buon inizio 2015 a tutti! |
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@nattramn @max .... sulla versatilità pienamente d'accordo con voi.... |
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È da qualche anno che quello che fanno i Marduk mi piace ma non mi fa esaltare... comunque sono sicuramente ancora da ascoltare, quindi lo farò a breve! |
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ho dato un'ascoltata all'album e siamo su livelli tecnici qualitativi veramente notevoli. Il problema secondo me di questa band, come una similare sul versante death (cannibal), è la scarsa longevità della loro proposta. All'inizio dico wow se ci sanno fare, poi alla lunga sopraggiunge la noia. Sul discorso voce, preferisco mortuus, anche se di questa era amo solo serpent sermon e plague angel. Legion era monocorde anche se Nightwing, panzer e soprattutto world funeral sono veramente ottimi dischi di vero black metal. |
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Io sono sempre un fan della formazione "storica", ma Legion non avrebbe potuto offrire la varietà di Mortuus su un disco come questo... |
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@chuck mortuus è molto più versatile secondo me.Tutti e due sono dei maestri comunque. |
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bel disco.... secondo me sono sempre sopra la media.... ma legion mi piaceva di più |
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il primo ascolto è d'impatto terremotante della fittizia consollatoria realtà del nostro vivere quotidiano.l'altra faccia nera della luna.uno dei migliori dischi estremi del 2015. |
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Disco strepitoso, per quel che mi riguarda il migliore dai tempi di Panzer Division... Bravi Marduk che dopo tutti questi anni riescono ancora a stupirmi in questo modo! |
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La cosa che più mi ha colpito di questo disco è la varietà. Inizialmente mi ha un pò deluso, forse perché mi aspettavo un ritorno allo stile di Panzer division marduk, ma ascolto dopo ascolto mi sento di dire che è davvero un ottimo lavoro. C'è ferocia e decadenza, senza dubbio una delle migliori uscite metal del 2015. |
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7
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voto lettori 66,66 ahahaha spettacolare grande disco voto 90 ci sta! e sabato si va a Brescia!! |
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Per me trattasi dell' ennesimo buon disco (dell'era Mortus) ma nulla di più. Album metabolizzato nel giro di una settimana (dalla sua data di uscita) ma che non si lascia riprendere in mano facilmente (forse poco longevo sulla lunga distanza). Ho trovato un pò deludente (e irritante) il brano "afrika" per via del ritornello un pò frivolo ripetuto fino alla nausea. Quattro i miei brani preferiti: "wartherland" "between the wolf-packs" "nebelwerfer" e "thousand - fold death". Poi non so ma il suono di quest' album, (in particolare della chitarra) in alcuni frangenti di certi brani mi ha rievocato tantissimo le sonorità dei Destroyer 666. |
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Fantastici i Marduk!Ora aspettiamo i colleghi dark funeral. |
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Solo io l'ho trovato tremendamente noioso? |
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Bellissimo, lo sto ascoltando senza sosta e davvero non stanca mai. Oh, questi sono in giro da venticinque anni e tirano fuori ancora dischi così senza praticamente nemmeno un passo falso in più di due decadi. Prendere il taccuino e imparare... Mi aspettavo il loro solito bel disco da loro, "Serpent Sermon" l'avevo divorato, e l'abbandono (in parte) di quelle sonorità e rallentamenti nelle anteprime mi aveva lasciato un po' perplesso... Però in "Frontschwein" tutto è bilanciato e mischiato alla perfezione, sia le sonorità alla "Serpent Sermon" e "Rom" ma anche (come hanno già detto in molti dall'uscita, ma anche dalle anteprime) gli inevitabili paragoni con "Panzer Division". Insomma: bello, bello, bello. Io col voto starei un filino più basso probabilmente, ma stiamo parlando veramente di un bel disco, tra i migliori usciti nel 2015 finora (anche se la concorrenza sarà spietata). |
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Bho sarà, c'ho provato ma per me almeno per ora, più del 70 non va.. |
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Brava flo! Brava davvero... Disco che nn annoia mai e trasuda di marduk al 100% io rimango dell'idea che mortuus da cinque schiaffi in faccia e legio e senza lui dischi come questo non darebbero mai nati. Probabilmente il migliore da quando ê in lineup. Niente da dire se non superlativo. |
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