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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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05/04/2016
( 2732 letture )
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A tre anni dall'ultimo, discreto Hope in Hell, tornano gli inossidabili Anvil, band canadese che non ha mai goduto di particolare fortuna nella sua lunghissima carriera: citati come fonte di ispirazione e modelli da innumerevoli band successive, non sono tuttavia mai riusciti a sfondare davvero, per una miriade di cause fra loro collegate, che hanno impedito la piena affermazione di un ensemble artistico che pure avrebbe meritato ampie lodi. Nel 2008, seppure in ritardo per regalare al gruppo la sospirata celebrità (rammentiamo anche a noi stessi che la prima incarnazione della band nacque addirittura nel 1973!), il documentario “The Story of Anvil” ha consentito a Steve “Lips” Kudlow e soci di far ritorno sulla scena e, se da allora i nostri non hanno sempre rilasciato album destinati a scolpire la storia del metal, hanno comunque sempre fatto vedere che, anche dopo decenni, la loro capacità di regalare sano divertimento non è affatto scemata. Questo ultimo album, intitolato Anvil is Anvil, è il sedicesimo della carriera del trio e vede l'esordio al basso del nuovo membro Chris Robertson, oltre che l'esordio con la label tedesca SPV/Steamhammer.
Pronti, via, gli Anvil partono con un classico mid-tempo di quelli che a loro riescono sempre maledettamente bene: la chitarra ruggisce, la batteria pesta duro e la riconoscibilissima voce del frontman irrompe dalle casse, regalando un po' di sano headbanging agli ascoltatori; niente di trascendentale, ma è sempre un piacere dare il bentornato alla band. Il bentornato, poi, si tramuta in convintissimi applausi con Up, Down, Sideways, pezzo più veloce che permette anche al nuovo arrivato di mostrare le proprie qualità e dove i due musicisti storici del gruppo canadese sguazzano che è una bellezza. Bel tiro, davvero! Come di consueto, i nostri alternano velocità e groove, pertanto il terzo brano Gun Control pigia di nuovo sul freno, risultando però stavolta leggermente meno convincente; la batteria marziale di Die for a Lie ci fa tornare il sorriso, ma è Runaway Train a convincerci davvero, segnando uno dei vertici di Anvil is Anvil: il pezzo si snoda tramite un ritmo molto “motorheadiano”, con chitarra e batteria in primo piano ed un chorus in pieno stile Lemmy che piacerà moltissimo a chiunque abbia amato la band del compianto musicista britannico. Anche il solo, peraltro, non guasta affatto. Il groove torna a farla da padrone su Zombie Apocalypse, ma, se le strofe ci convincono, il ritornello appare davvero un po' troppo scolastico, per tacere della tematica lirica, davvero trita e ritrita e di una interpretazione vocale di Lips non fra le migliori; peccato, anche se non si tratta di un brano da buttare. Un po' banale, seppur energica risulta anche It's Your Move, quindi accogliamo più che volentieri la potenza di Ambushed, beneficiata oltretutto da un altro bell'assolo. Il pur onesto Hope in Hell viene definitivamente scavalcato grazie a Fire on the Highway, anch'essa dotata di un bel tiro e “cattiva” a sufficienza per far spuntare il sorriso sulle labbra di ogni metallaro che si rispetti, con un Reiner più che mai sugli scudi. Chiudono il tutto l'altrettanto buona Run Like Hell e la meno valida Forgive Don't Forget, meno brillante ma comunque grintosa.
Avevamo ritrovato gli Anvil su buoni livelli con il precedente Hope in Hell, siamo più che lieti che il livello si confermi buono con il nuovo nato Anvil is Anvil. Non siamo alle prese con un capolavoro neppure in questo caso, ma l'album sprigiona energia e mestiere da tutti i pori e, rispetto al precedente lavoro, ha un pizzico di qualità in più, sebbene ci sia qualche sbavatura e qualche pezzo non sia all'altezza dei migliori. Lunga vita a Lips e soci e speriamo che la loro carriera vada ancora avanti per tanti anni.
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11
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Una delle band più sopravvalutate di sempre, non me ne vogliano i fans, ma ho sempre reputato gli Anvil una band appena sufficiente con una serie di dischi discreti. Metal on Metal è il loro album migliore, e già lì andiamo sull'ottimo, ma per il resto i loro album si assestano tutti tra il 60 e il 75. Dal vivo fomentano e mi sono simpatici, però ci trovo poco nella loro musica, li rispetto perché fanno parte della storia, ma anche questo nuovo album non è niente di che, in linea con la loro produzione. Per me, voto di stima: 60 |
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10
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Un disco onesto, una band solida e che sa suonare. Zero originalità ma quella non l'hanno mai avuta. Onestamente non so se sono solo io a pensarla così, ma per me ciò che non ha mai fatto decollare questa band è la voce di Lips e le sue melodie vocali. A volte ho la sensazione che la base musicale sia di buona-ottima fattura, ma lui rovini un po' il tutto con la sua prova incolore. E questo vale da dopo i primi validi dischi. Una band falciata da una voce impersonale. Però dai, la sufficienza la portano a casa sempre senza troppe esitazioni... |
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9
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Lo trovo leggermente inferiore ai due precedenti, sempre ottimi i pezzi tirati ma un pezzo come Zombie Apocalypse non mi soddisfa comunque sempre dell'ottimo Heavy Metal da Lips & C. |
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8
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Il titolo del nuovo album, anvil is anvil, rappresenta esattamente l' essenza del gruppo e cioè un classico. È nel loro stile, questi sono gli anvil ! Come altri utenti che hanno indicato gruppi coerenti alla propria attitudine musicale, sempre, questo può essere un merito o un demerito, ma questo dipende solo da noi, dal nostro gusto musicale decidere se apprezzarlo o meno. A me personalmente sono sempre piaciuti e album come metal on metal e forget in fire li reputo grandi dischi. Non si sono mai venduti o asserviti al trend imperante e per me questo è già un grosso merito. Se dal vivo hanno questi problemi, beh mi dispiace perché non sono proprio degli incapaci con gli strumenti in mano, peccato ..... |
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7
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Purtroppo devo essere d'accordo con mic: quel matto di Lips doveva tenersi almeno il secondo chitarrista! Vabbè, fa negottt!! |
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6
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Secondo me sono l'unico -o 1 dei pochi- che pur avendoli visti dal vivo -e mi erano anche piaciuti- non li ha mai amati tanto su disco, di sicuro ascolterò anche questo qua, per curiosità , chissà che stavolta... |
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5
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band solida con un batterista eccellente. ho tutti gli album e probabilmente prenderò anche questo. il successo lo avrebbero meritato a loro tempo per l'accoppiata Metal on Metal e Forged in Fire. Inoltre il live Past and Present io lo accosto ai piccoli gioiellini come il Live in the Raw dei Wasp e Ready for Boarding dei Running Wild. Ma diciamo la verità, se da studio sono ancora validi, dal vivo ad oggi la band è imbarazzante. Lips da solo non ce la fa a ricoprire il ruolo di vocalist e unico chitarrista. inoltre non ha la presenza scenica adatta |
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4
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Max, penso la stessa cosa delle band che hai appena citato, solo che gli Anvil non hanno mai avuto le qualità dei suddetti. Ripeto, non devono mica smettere nè mi disturbano, mi fanno solo simpatia! |
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3
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Appunto!! Non è di sicuro un capolovaro, e allora, cosa ti disturba?? Perché band come acdc, Iron, Motorhead, judas..per citare alcune storiche...sono anche peggio !!! SEMPRE QUEL TIPO DI PROPOSTA NEL 2016 (e da quanti anni poi?). Ma?' Sabato 9 chi può..a Brescia a vederli e lo meritano per tutto quello che hanno fatto e per la scarsa riconoscenza che hanno avuto!! PRESENTE! |
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2
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Qual é il problema? Dovrebbero iniziAre a fare nu metal perché siamo nel 2016? |
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1
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Mamma mia! Ancora questo tipo do proposte nel 2016!! Mi fanno tanta simpatia... punto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Daggers And Rum 2. Up, Down, Sideway 3. Gun Control 4. Die For A Lie 5. Runaway Train 6. Zombie Apocalypse 7. It's Your Move 8. Ambushed 9. Fire On The Highway 10. Run Like Hell 11. Forgive Don't Forget
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Line Up
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Steve “Lips” Kudlow (Voce, Chitarra) Chris Robertson (Basso) Robb “Robbo” Reiner (Batteria)
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