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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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30/04/2016
( 3407 letture )
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A seguito della pubblicazione di un EP celebrativo della oramai carriera che tocca i vent'anni di attività, fatta anche di problemi nella ricerca di una line up stabile, gli Aborted, fra i massimi esponenti del metal estremo belga, ritornano sulla scena con Retrogore, ad appena due anni di distanza dal convincente The Necrotic Manifesto. Retrogore, come lo si può evincere semplicemente dalla radice del nome, ma anche dai diversi skit disseminanti lungo tutto il percorso intrapreso dall'album, è un disco che guarda con occhio appassionato alle pellicole splatter degli anni 80/90 che tanto hanno appassionato e contraddistinto la figura della band nella dimensione death metal; allo stesso tempo gli Aborted non disdegnano una produzione pulita e un modo di concepire la musica ripreso anche attualmente da molte band che ad esempio appartengono alla sfera deathcore.
Dietro le quinte delle esibizioni grottesche e macabre degli Aborted poco è cambiato nel corso delle ultime produzioni; anche in Retrogore infatti troviamo il death metal dall'alto coefficiente tecnico che ha contraddistinto la band nelle sue pubblicazioni, sebbene questo, il risultato complessivo disegna il quadro di una band in cui di certo non manca la creatività e la voglia di dare dinamismo alle proprie opere sanguinolenti. La band anche questa volta è riuscire a tirare su un platter estremamente variegato, convincente e estremamente autentico. La maggior parte delle canzoni di Retrogore si contraddistinguono per almeno uno o due elementi di diversità (che siano assoli, atmosfere dal gusto naturalmente spettrale e horror o semplici passaggi particolarmente convincenti) in grado di tenere acceso l'interesse dell'ascoltatore, sopraffatto da un’esplosione sonora sicuramente violenta e brutale, ma allo stesso tempo ricercata e studiata in ogni singolo dettaglio. Dietro la maschera iconica dell'”allegro chirurgo” sopraffatto da impulsive manie omicide, ironia e pensieri nichilisti, si cela un gruppo tutt'altro che banale e scontato, composto da musicisti in grado di assimilare, in modo omogeneo, istanze derivanti dalle diverse correnti della musica death, siano queste più vetuste, siano queste più moderne. Forse è anche per questo che la band ha sempre riscontrato il generale apprezzamento di una platea vasta. Accompagnate da una batteria che martella soprattutto con blast beat infuocati, la prova delle chitarre è di livello, messe costantemente alla prova da continui ribaltamenti di fronte che si susseguono per tutte le tracce alternandosi fra veloci rasoiate da cardiopalma, dissonanze fredde e stridenti e passaggi con un groove più potente e cadenzato; pur non disdegnando pallide melodie dal gusto sempre mortale (come in Coven of Ignorance).
Così, passato il rapidissimo intro Dellamorte Dellemore (tributo al film del 1994 di Michele Soavi), Retrogore incanala già dalle prime tracce il leitmotiv dell'album. La title track con la pedissequa ripetizione della parola “Retrogore” all'inizio di ogni strofa rimane subito nella testa già al primissimo ascolto e il pezzo in sé si fa apprezzare per le caratteristiche sopra descritte; una celebrazione in piena regola di velocità, dinamismo, tecnica e un death metal rabbioso che, dove le chitarre cessano con articolate composizioni, coadiuvate anche da una voce più incisiva del classico growl cavernoso, risulta essere più concreto e incisivo. Stesso discorso per Bit by Bit, canzone che si sviluppa su questi retaggi ma che riesce a sorprendere con un assolo (tautologicamente dal gusto “Rétro”) in pieno stile heavy metal con la sua verve calda e avvolgente. Più pesante e soffocante si fa l'atmosfera in altre circostanze; come in Divine Impediment o nell'ultima parte di Termination Redux dove la band, alternandosi fra passaggi rapidi a altri più lenti, riesce a ricreare un clima spettrale e fatalista.
Retrogore si dimostra così essere un album nel complesso più che buono, in grado di toccare a 360 gradi l'intero universo del metal estremo fra momenti di concitata rabbia a episodi particolareggianti e più ricercati, il tutto in un contesto dove la tecnica fa la sua parte, senza dimostrarsi opprimente e sovrabbondante. Nel complesso, l'album scorre molto facilmente, grazie soprattutto ai diversi campionamenti di dialoghi ripresi dai diversi film. In conclusione, gli Aborted, nonostante 20 anni di carriera in cui non sono mancate prestazioni convincenti, si dimostrano una band in grande “condizione atletica” e ancora in grado di dare molto alla scena estrema.
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7
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Nessuno ti obbliga a restare, tranquillo  |
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6
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Disco sicuramente da 85 e non meno. Come sempre voti ad cazzus qui Che bello! |
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5
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Li seguo da sempre, band con sound e idee originali fin dai loro inizi. Ho perso il conto delle volte che ho ascoltato questo Album. Credo siano stati già più di 20 ascolti. Il disco ha una caratteristica clamorosa: Non viene mai voglia di skippare le canzoni. Questa è la prima regola che deve aver un buon album, regola che dovrebbe stare alla base di ogni disco, ma che in pochi riescono a seguire. Dal mio punto di vista è il loro miglior Album. Il più completo e variegato. 99 è il mio voto. |
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4
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D'accordo sul fatto che esista un Aborted sound, li riconosci subito, cosa non da poco. Lo sto ascoltando anch'io, non ancora tutto, presto per dare un giudizio, comunque mi hanno un po' stufato, preferisco alla grande Engineering , Goremageddon e The archaic.. |
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3
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Non è mica un voto basso, trovo la valutazione adeguata al livello espresso. |
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1
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Lo sto ascoltando questi giorni...mi piace ed e' proprio quello che mi aspettavo da loro. Ne piu ne meno..anche perche' loro sono quel gruppo che messi tra una decina a caso si riconosce subito per il loro sound-marchio di fabbrica. Sono d'accordo con chi all'epoca disse che dopo Goremageddon nacque l'Aborted sound...Possono piacere o meno, ma personalmente in questo genere secondo me sono tra i migliori e godono di un frontman con la F maiuscola sia in studio, che soprattutto dal vivo. Condivido recensione e anche voto per il momento...ma dovrò ascoltarlo ancora parecchio per confermare le buone impressioni. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dellamorte Dellamore 2. Retrogore 3. Cadaverous Banquet 4. Whoremageddon 5. Termination Redux 6. Bit by Bit 7. Divine Impediment 8. Coven of Ignorance 9. The Mephitic Conundrum 10. Forged for Decrepitude 11. From Beyond (The Grave) 12. In Avernus
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Line Up
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Sven de Caluve (Voce) Jb Van der Wal (Basso) Mendel bij de Leij (Chitarra) Ian Jekelis (Chitarra) Ken Bedene (Batteria)
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