|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
Aborted - Vault of Horrors
|
03/05/2024
( 1182 letture )
|
Dire Aborted è dire garanzia. Quanto mai doveroso esordire in tal modo per parlare della nuova uscita discografica degli alfieri belgi dell’estremo: Vault of Horrors è la loro dodicesima creatura ad un passo dal terzo lustro di attività, edita da Nuclear Blast. Non necessitando di nessun vocabolo di presentazione si va dritti al punto: quaranta minuti di carneficina cruda ed efferata, etichettare questi Aborted come brutal è troppo minimalista, c’è technical, c’è deathcore, c’è grind, c’è death, insomma c’è qualsiasi elemento che possa creare un massacro sonoro, i quattro cavalcano stili e generi con una disinvoltura ed una tecnica imbarazzante, facendo proprio ogni tassello e componendo un mosaico che sarà la gioia di chiunque ami l’estremo.
Forte di una produzione mastodontica Vault of Horrors suona come la perfetta colonna sonora di un film brutale-splatter-... a voi un ulteriore insanguinatissima definizione. La batteria e la voce sono in primo piano, seguite a ruota dal muro di chitarre ringhianti nel riffing e affilate nelle partiture soliste. Il gioco sonoro nonostante l’ipertrofia gode di una buona dinamica e, dalle frequenze basse e medie saltuariamente fanno capolino innesti sovra incisi atmosferici efficaci e quasi inaspettati, forse mai così abbondanti in una produzione dei belgi. L’impatto generale seppur molto digitale non stanca e traghetta ottimamente l’ascolto per tutta la durata del disco, anche se, forse, una produzione più “natural” avrebbe donato colore e calore del tutto differente, ma resta e resterà un grande –forse-.
Ogni brano della scaletta gode di una featuring (Francesco Paoli, Johnny Ciardullo, Matt McGachy, Jason Evans, Ricky Hoover solo per citarne alcuni), pertanto va sottolineata ed elogiata l’abilità di cucire la traccia anche in funzione dell’abito dell’ospite del caso o, anche sia, viceversa, tutti i musicisti si son resi attori di solide parti. Come anticipato Vault of Horrors è un disco molto variegato, dalle distruttive ed incontrollabili Dreadbringer e Condemned To Rot, brani veramente efferati, i belgi passano con disinvoltura a ritmi più lenti (se così si può dire) e carichi di groove come Brotherhooh of Sleep e Death Cult, a toccate e fuga di immane ferocia come Insect Politics. Quando invece si parla di esser maestri di tecnica e di composizione, qualsiasi sia il genere di cui si parli è indiscutibile il fatto che gli Aborted lo siano; ascoltando The Golgothan ma anche The Shape of Hate qualsiasi dubbio a riguardo viene spazzato via e qualsiasi domanda su perché o percome trova la giusta risposta. Quaranta minuti di puro massacro sonoro che volano e che richiamano immediatamente un successivo play.
Gli Aborted sono portatori di una visione personale ed evoluzionistica di approcciarsi all’estremo; c’è una linea di demarcazione tra una giovinezza più orientata al brutal se si vuole e questa nuova seconda giovinezza che ha portato i quattro ad approcciarsi a diverse derivazioni, dando un taglio più moderno come concezionione al loro suono. Una demarcazione che può piacere e non piacere senza ombra di dubbio ma che porta con sé una costante di base ovverosia la tecnica encomiabile dei quattro che abbraccia un’abilità compositiva che va di pari passo. Vault of Horrors è una summa di passato e presente, un disco che guarda al futuro e che lascia intendere che l’evoluzione non è qui finita; è un disco che inizialmente sorprende per la potenza e la ferocia che sprigiona e che successivamente colpisce per la perizia di particolari e di piccole pennellate che vanno a creare un grande quadro generale. Non c’è da stupirsi se Vault of Horrors finirà tra vari top album di questo duemilaventiquattro, non c’è da stupirsi se gli Aborted continuino a guardare gli altri dall’alto dell’empireo dell’estremo…
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Album perfettissimo secondo me, la tecnicità ha rafggiunto livelli spaziali. mi piace anche il fatto che ogni traccia abbia un featuring diverso |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ennesimo centro per gli Aborted. La prima frase della recensione dice tutto: sono una garanzia. Come già in altre occasioni, vecchie radici e nuove influenze sono fuse in maniera assolutamente convincente. Forse preferisco il precedente Maniacult, ma anche stavolta siamo di fronte ad un ottimo prodotto. Voto 80 anche per me |
|
|
|
|
|
|
1
|
Questi son fuoriclasse.. Che c'è da dire. Bomba di album🤟🤟 |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Dreadbringer 2. Condemned To Rot 3. Brotherhood of Sleep 4. Death Cult 5. Hellbound 6. Insect Politics 7. The Golgothan 8. The Shape of Hate 9. Naturom Demonto 10. Malevolent Haze
|
|
Line Up
|
Sven De Caluwè (Voce) Daniel Mani Konradsson (Chitarra) Ian Jekelis (Chitarra) Ken Bedene (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|