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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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14/06/2016
( 1991 letture )
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A due anni di distanza da The Reckoning tornano i piemontesi Fragore con il nuovissimo Asylum e il loro death/thrash pesante e oppressivo. Durante questo periodo, il combo capitanato da Davide Nunziante ha suonato in importanti festival e di supporto a band del calibro di Vader e Onslaught tra gli altri. Il trio rimane compatto e nonostante varie collaborazioni, Davide Nunziante con i concittadini Black Propaganda e Andrea Lorenti che è entrato a far parte degli Ultra-Violence nell'estate del 2015 tornano nel The Metal House Studio di Ettore Rigotti per registrare il successore dell'acclamato The Reckoning. Il loro stile rimane pressochè invariato, ritmiche pesanti con la sezione ritmica ad accentuare la loro attitudine thrash, Asylum presenta undici tracce granitiche con la voce di Nunziante che ha acquistato ancora più spessore e cattiveria. Le composizioni risultano quadrate e possenti senza schiacciare mai troppo sull'acceleratore salvo che in sporadici momenti disintegrando i padiglioni auricolari dell'ascoltatore con energici blast beat o con dei più comuni 2/4 ma rimanendo legati alla formula della pesantezza sonora più assoluta. Durante l’ascolto, talvolta si ha la percezione di ri-ascoltare passaggi già presenti sul precedente album, ma il suono claustrofobico dei Fragore è ciò che la band offre con sorprendente consapevolezza senza tirarsi indietro; infatti, seppur derivativo, il sound dei piemontesi risulta anche piuttosto personale e tipico della band. Loro sono i Fragore e la genuinità della proposta è indubbia.
Lost ha il compito di introdurre la nuova fatica dei Fragore, con un'atmosfera asettica e carica di pathos che ci conduce verso il riff tritaossa di Hidden Truth. Questo pezzo, dopo un breve intro, esplode con tutta la sua pesantezza: i ragazzi di Torino pestano duro sin dalle prime note con un riff claustrofobico e la sezione ritmica che sostiene perfettamente il cantato aggressivo di Davide Nunziante oltre agli ottimi cambi di ritmo mentre è di sicuro impatto il chorus; il solo è ben costruito e regala un tocco di melodia al claustrofobico andamento del brano. Ciò ci dimostra come i Fragore hanno dalla loro uno stile che, seppur raccoglie a piene mani ispirazioni da band come Celtic Frost, riesce comunque a rendersi riconoscibile e degnamente personale. The Cell si apre con un arpeggio d'atmosfera per esplodere con un riff pesantissimo, quasi doom per il suo spessore sonoro, il brano è quadrato e lineare ma proprio qui risiede la capacità dei Fragore nel saper costruire veri e propri turbini angoscianti; a sua volta la breve Control Denied dal riff più death, è un brano dai numerosi cambi di ritmo dove i blast beat di Alessandro Baronetto fanno da contraltare all'andamento despotico del brano, anche qui non c'è spazio a melodia o ''spensieratezza'' ma piuttosto si viene avvolti da un'aura di follia per come le nostre menti sono controllate da una tecnologia che prende il sopravvento rispetto alla socialità intrinseca nell'essere umano. Da sottolineare il bridge centrale con il cantato di Davide Nunziante che volge ad un clean d’atmosfera. Con questo album i Fragore continuano il cammino intrapreso con il precedente The Reckoning, fortificando il loro sound con più consapevolezza con composizioni lineari ma con un impatto devastante, il lavoro di basso di Andrea Lorenti è potente e sempre in linea con la durezza sonora della band coadiuvato dall'ottima prestazione di Alessandro Baronetto dietro ai tamburi che, senza imprimere tecnicismi fini a se stessi, risulta quadrato e pesante. Dies Irae prosegue il folle cammino dei Fragore, un canto clericale introduce il riff iniziale che riporta alla mente i primi Venom grazie alla sua base minimale, per poi aprirsi in un brano possente con un ritmo incalzante e la rabbia scaturita dal cantato risulta impressionante, il brano si contorce su se stesso con cambi di ritmo e ritorni sui propri passi costruendo un circolo vizioso con il solo che per l'ennesima volta risulta azzeccato nell'economia del brano. Asylum si conclude con Children Of The Sky, una strumentale ricca di pathos che mette da parte tutta la rabbia fin qui espressa, per regalare un’atmosfera colma di mestizia in ricordo di chi troppo presto ci ha dovuto donare l'ultimo addio.
Con questo nuovo lavoro, i Fragore rimarcano quanto di buon è stato fatto in precedenza. I loro suoni cupi e oppressivi li rendono sicuramente personali senza celare le indiscutibili influenze ma piuttosto le utilizzano per ottenere una peculiarità nel genere, dove il thrash abbraccia il death nel profumo del doom. Forse manca l'effetto sorpresa ma l'album si dimostra comunque un’evoluzione che se sarà ben gestita porterà nuova linfa in seno alla band, e che nei live avrà il suo punto forte per energia e potenza. Un ottimo ritorno per una band che della pesantezza ha fatto uno stile di vita.
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2
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Oltre 400 letture... ...3 voti e (ora) 2 commenti della stessa persona (me medesimo)! Forza...sono italiani e sono bravi...un po' di propaganda! Alla fine questo disco scorre bene e non annoia...e loro sono veramente bravi! |
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1
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Scoperti ieri, oggi ho ascoltato il primo album e questo uno dietro l'altro e non c'è stato un pezzo che non mi sia piaciuto! Forse mi sto facendo prendere dall'entusiasmo perché al momento sono fermo a questi primissimi ascolti e magari non è sufficiente per giudicare bene, ma per me i riff sono fantastici, e poi il cantante ha una gran bella voce. Per me un 90 ci sta tutto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lost 2. Hidden Truth 3. Control Denied 4. Molotov 5. Alone 6. Revenge 7. The Cell 8. Dies Irae 9. Thor 10. Made Of Steel 11. Children Of The Sky
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Line Up
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Davide Nunziante (Voce, Chitarra) Andrea Lorenti (Basso) Alessandro Baronetto (Batteria)
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