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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Candiria - While They Were Sleeping
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16/11/2016
( 943 letture )
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Chi si ricorda dei Candiria? La band di Brooklyn, nota per il suo particolare crossover di metal, hardcore, hip-hop e persino jazz, definito dai musicisti stessi “urban fusion”, è stata lontana dalle luci della ribalta per diversi anni e non rientra certamente fra le band più fortunate ad aver calcato questo mondo: oltre che dai vari cambi di formazione e dai problemi con le label, la storia degli statunitensi è stata indelebilmente segnata dal grave incidente del 2002, quando il rimorchio di un camion colpì in pieno il loro van, causando lesioni fisiche anche molto serie. Se avete mai avuto occasione di osservare la copertina del loro album What Doesn't Kill You..., risalente al 2004 e quindi successivo all'evento, potrete farvi un'idea della serietà del sinistro.
E' dunque con enorme piacere che, a distanza di ben sette anni dall'ultima prova in studio, intitolata Kiss the Lie, i Candiria rivedono la luce grazie alla Metal Blade, che pubblica il qui presente, nuovissimo While They Were Sleeping. Come i fan di vecchia data rammenteranno, What Doesn't Kill You... aveva visto il combo di Brooklyn virare verso uno stile maggiormente caratterizzato dalla melodia rispetto agli esordi più pesanti, attirando nuovi fan, ma anche diverse critiche; riprendendo la strada iniziata proprio nel 2004 e proseguita con Kiss the Lie, anche questo nuovo album si caratterizza per il consueto crossover di momenti pesanti ed altri più melodici, con particolare ricerca proprio per questi ultimi, ma anche con qualche passaggio non esattamente convincente. Vediamo nel dettaglio: il disco è inaugurato dai riff groovy della title-track, sulla quale il frontman Carley Coma strilla come ai bei vecchi tempi andati in un primo momento, per poi lasciarsi andare ad aperture più ariose, ma anche a strofe più tipicamente hip-hop, ben puntellate dalle chitarre e dalla sezione ritmica. Naturalmente c'è il tempo anche per passaggi di stampo jazz, estremamente bizzarri se rapportati al resto del brano, ma nondimeno graditi, ancorché l'eccessiva commistione di generi non piacerà sicuramente a tutti. Mereya si muove in modo simile, con una parte più hardcore all'inizio ed un improvviso cambio di ritmo, atmosfera e melodia, che ricorda in questo caso vagamente i Linkin Park; in questo caso, in tutta onestà, il cambio non sembra gestito in maniera armonica e sembra inserito nel brano un po' forzosamente. Wandering Light, ad esempio, presenta ugualmente una parte centrale quasi progressive, ma che dà stavolta l'idea di non stonare del tutto, al di là dell'ovvia sensazione di spiazzamento che coglie l'ascoltatore quando si passa da chitarre aggressive ed urla hardcore a tonalità alla Transatlantic. Allo stesso modo, The Cause sorprende invece per la sua linearità, ma in questo caso si tratta di una linearità eccessiva, che non fa bene al brano e che anzi lo penalizza rendendolo uno dei passaggi a vuoto più netti di While They Were Sleeping. Insomma, è giusto che la band sperimenti e vari la propria mistura, dal momento che la linearità non le fa bene, ma naturalmente anche i cambi più improbabili vanno comunque gestiti con intelligenza, altrimenti si rischia di creare semplici collage. Forgotten e One of You Will Betray Me, ad esempio, amalgamano bene parti più pesanti ad altre più melodiche e riescono anche ad emozionare grazie all'indubbia bravura dei musicisti. C'è anche il tempo per Opaqeu, bel brano interamente melodico che, nonostante la sua staticità, centra in pieno il bersaglio, segnando uno dei punti più alti dell'album, prima di storcere di nuovo il naso per la non riuscitissima The Whole World Will Burn. Eppure, il disco è altalenante, di tal che subito dopo abbiamo la buona Behind These Walls, che risolleva le quotazioni del prodotto. Ci avviciniamo verso la fine ed anche qui troviamo un po' di saliscendi qualitativi: With Broken Bones, infatti, convince ma non incanta, compito che invece spetta alla valida Ten Thousand Tears, il cui inizio piuttosto violento non vi inganni, giacché successivamente si ha uno dei ritornelli più ariosi del lotto. Si chiude infine con l'oscura Servitude, altro buon brano che costituisce una degna conclusione.
Come detto ad inizio recensione ed anche nel corso della disamina, questo nuovo lavoro dei Candiria è discreto e certamente più che sufficiente, ma troppo altalenante per poter davvero esser definito grande: a brani ottimamente costruiti e realizzati tramite imprevedibili e nervosi cambi di ritmo e di tempo si contrappongono infatti canzoni poco coese e che danno l'idea di esser state costruite un po' per forza, come per cercare ossessivamente la variazione senza che questa fosse strettamente necessaria. E' un peccato, specialmente considerando le qualità della band e soprattutto della splendida voce di Carley Coma. Tuttavia, se non avete aspettative eccessive, abbiamo anche specificato che si tratta di un lavoro tutto sommato onesto e con qualche passaggio entusiasmante.
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2
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In effetti i vecchi cd erano molto belli.questo non è un granché! |
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1
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gruppo sottovalutatissimo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. While They Were Sleeping 0. Mereya 3. Wandering Light 4. The Cause 5. Forgotten 6. One Of You Will Betray Me 7. Opaque 8. The Whole World Will Burn 9. Behind These Walls 10. With Broken Bones 11. Ten Thousand Tears 12. Servitude
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Line Up
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Carley Coma (Voce) John LaMacchia (Chitarra) Julio Arias (Chitarra) Michael MacIvor (Basso) Danny Grossarth (Batteria)
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RECENSIONI |
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