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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 5591 letture )
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Se c'è una cosa di cui va dato atto ai Tristania è il fatto di esserzi sempre sforzati di evolvere costantemente il loro sound, evitando di proporre dischi fotocopia e cercando di sfuggire ai clichè imposti da quel gothic metal a due voci al quale loro stessi hanno dato i natali assieme ai connazionali Theatre of Tragedy. Purtroppo dopo l'abbandono di Morten Veland il gruppo norvegese non è mai riuscito a tornare ai livelli dei primi due capolavori Widow's Weeds e Beyond The Veil, pubblicando due dischi controversi come World of Glass e Ashes. L'impianto sonoro della band è andato via via semplificandosi, perdendo quelle strutture intricate e quelle atmosfere disperatamente cupe che ne avevano caratterizzato gli esordi a favore di un approccio più lineare e d'impatto, grazie al quale il cantato angelico della singer Vibeke Stene ha trovato sempre più spazio, stemperando l'aggressività del growl. La virata verso lidi più soft appare ancora più marcata in questo nuovo Illumination, album che ancora una volta sarà in grado di dividere critica e fan. Forte di una produzione fantastica ad opera di Waldemar Sorychta (già all'opera con Moonspell, Sentenced e Lacuna Coil fra gli altri) e di arrangiamenti coraggiosi e ricercati, il quinto full-length dei norvegesi viaggia attraverso luci ed ombre, presentando un lotto di canzoni in bilico tra belle melodie, momenti noiosi, buone intuizioni e qualche filler. L'aspetto che salta subito all'occhio dopo un primo frettoloso ascolto è la buona varietà del disco: ci sono pezzi che rimandano al vecchio gothic metal (l'iniziale The Mercyside e The Ravens, che annovera la partecipazione di Vorph dei Samael), slanci più moderni e commerciali (Sanguine Sky), trovate originali (Sacrilege) e suite melodiche (Deadlands). Peccato che tale varietà non sempre sia accompagnata dall'ispirazione necessaria, e l'aver registrato qualche sbadiglio di troppo al temine dell'ascolto è sintomo di un songwriting non sempre all'altezza della situazione, spiacevole episodio che ormai si ripete da tre dischi a questa parte. L'abbandono del growler Ronny Thorsen poi, ha contribuito a mettere da parte i momenti più puramente aggressivi che pur non mancavano al predecessore Ashes ed ha favorito un rilassamento del riffing che quasi mai pare teso e nervoso come in passato e si assesta su ritmi più blandi e rilassati, creando un buon tappeto sonoro per gli intrecci vocali dei due cantanti Oysten Bergoy e Vibeke Stene, il cui lavoro è tuttavia uno dei punti forti del disco. La voce calda e profonda di Oysten ben si sposa con gli splendidi gorgheggi della Stene e le diverse parti vocali nelle canzoni si incastrano alla perfezione, scambiandosi convenevoli tra strofe e ritornelli e fondendosi in un affascinante unicuum nei cori. In conclusione ci troviamo davanti ad un disco che qualitativamente costituisce un piccolo passo avanti dal precedente Ashes, ma che inevitabilmente lascerà l'amaro in bocca a chi auspicava un ritorno dei Tristania a grandi livelli. Nel suo altalenare Illumination è in grado di lascarsi ascoltare abbastanza piacevolmente ma, lasciatemi abusare di questa frase, da un gruppo del genere è lecito aspettarsi di più.
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7
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destination departure è un pezzo di altissimo livello....il resto cosi' cosi' |
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6
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Ci si mette del tempo ad apprezzare quest'album. Non è immediato come beyond the veil, ma è comunque molto vario e per questo incuriosisce ogni volta di più. Davvero sorprendente deadlands, a mio avviso una delle canzoni più belle in assoluto dei Tristania, e la più straziante. E contando che non hanno scritto una canzone allegra di numero... |
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5
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non è poi così male..ed è molto originale.. mi piacciono mercyside, fate, sacrilege ma la migliore è lotus secondo me.. |
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4
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Un buon album sotto tutti i punti di vista. Peccato che Vibeke abbia lasciato il gruppo.  |
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3
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E'un album che apprezzo ogni giorno di più. Bellissime soprattutto le ballate, in particolare deadlands. Anche sacrilege è un brano notevole, all'avanguardia. Mai sentito nulla di così allucinogeno nel metal. |
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2
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a me piace, lo ascolto con piacere. non è un capolavoro assoluto ma lo ritengo piacevole. per me è da 70. |
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1
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67 è già tanto...insipido in tanti momneti...l' unkia kosa bella è la recensione |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mercyside 2. Sanguine Sky 3. Open Ground 4. The Ravens 5. Destination Departure 6. Down 7. Fate 8. Lotus 9. Sacrilege 10. Deadlands
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Line Up
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Anders Høyvik Hidle - Chitarra/Voce Østen Bergøy - Voce Vibeke Stene - Voce Rune Østerhus - Basso Kenneth Olsson - Batteria Einar Moen - Synth/Programming
Musicisti Ospiti
Vorph - Voce su tracce 1 e 4
Gesa Hangen - Violoncello
Monika Malek - Viola
Heike Haushalter - Violino
Petra Stalz - Violino
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