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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Tristania - Darkest White
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( 5281 letture )
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Every season Every storm A painful wish to Be reborn Now a second silence Peace restored If you lose the battle Win the war
Rinascita, pace restaurata, una battaglia persa ma forse una "guerra" pronta per essere vinta. Sono passati tre anni da quel disco tanto chiacchierato e discusso che fu Rubicon, anni in cui i fan dei Tristania hanno potuto dividersi tra chi non apprezzava la loro virata pseudo-commerciale e chi invece considerava quell'album una naturale evoluzione dei precedenti. Di sicuro non si è trattato di un periodo facile per i norvegesi: si trattava di ripartire dopo che nel corso della loro carriera avevano subito perdite illustri come quella di Morten Veland prima e della singer Vibeke Stene poi. Hanno sì trovato nuovi stimoli con il radicale cambio di voce, identificato nella nostra Mariangela Demurtas, ma non era un compito facile ri-modellare la propria musica dopo questi cambiamenti mantenendo alto l'onore del moniker di cui sono portatori. Darkest White è - secondo il sottoscritto almeno, non pretendo di presentarvi una verità oggettiva - il vero disco della rinascita, il punto da cui ripartire guardando con ottimismo il futuro prossimo. Ma basta con i proclami e vediamo più da vicino cos'è cambiato.
Le due asce di Hidle e Losnegaard sembrano aver ritrovato uno smalto da tempo perduto (Hidle almeno visto Losnegaard è solo al secondo album) tirando fuori dalle loro sei corde riff estremamente vari che spaziano dalle tirate aggressive di Darkest White a quelli dall'incedere più doomy in pezzi come Himmelfall, il tutto condito da arpeggi (anche in clean effettato) e filler sempre appropriati confezionati con dei suoni decisamente saturi che appaiono studiati e mixati in maniera maniacale. La sezione ritmica è assolutamente efficace in tutti i comparti: il drumming di Tarald Lie è solido e deciso qualunque sia il tempo della canzone, il batterista norvegese dimostra inoltre di saper usare in maniera fantasiosa i piatti (soprattutto il china) per creare passaggi estremamente gradevoli e talvolta atmosferici. Buona anche la prova di Ole Vistnes al basso, che con il suo suono rotondo e morbido (chiaramente equalizzato a V) propone delle linee semplici ma incisive che supportano a dovere gli altri strumenti creando la giusta impalcatura: il sobrio lavoro di un degno bassista. Un'altra grande prestazione (tanto per cambiare) è quella di Einar Moen alle tastiere: una cura dei suoni anche qui maniacale e un gusto nell'insinuarsi tra le ritmiche dei pezzi con lunghi accordi estremamente atmosferici decisamente notevole; prosegue inoltre la strada della sperimentazione elettronica, che - per quanto soft - caratterizza con la sua presenza il sound generale (ascoltare la titletrack per credere). Il capitolo voci è come potrete immaginare il più ampio, ma anche quello che ha riservato le maggiori sorprese: in primis è incredibilmente Kjetil Nordhus (ex Green Carnation) il vero protagonista del cd, la sua voce baritonale infatti è la più presente e si dimostra all'altezza del compito indovinando parecchie linee vocali di un certo spessore. Mariangela invece passa nettamente in secondo piano, anche se dimostra netti miglioramenti rispetto a Rubicon, con linee più ricercate e un po' meno poppeggianti (per quanto il timbro e il modo di cantare restino sempre quelli). Ma non è finita, troviamo anche un consistente e piacevole rispolvero delle harsh vocals, questa volta magistralmente eseguite dal chitarrista Anders Hidle. Insomma un vero ritorno al passato in cui le tre diverse voci dei Tristania si spartivano più o meno equamente le intere canzoni.
Notevole come la band sia riuscita a comporre ben undici tracce di un certo spessore, ognuna con un'anima propria e mantenendo una qualità più o meno costante. Personalmente le mie preferite sono la titletrack, Himmelfall e Requiem, ma ho come l'impressione che molti di voi ne proporranno di diverse.
Anche la produzione di Darkest White rappresenta molto più che un netto passo avanti rispetto a quella del suo predecessore, ora c'è un'identità molto definita e un insieme di scelte tecniche che messe assieme hanno dato vita a qualcosa di abbastanza particolare per questo tipo di gruppi, in particolare: le chitarre sono molto più corpose ed incisive (a tratti il suono risulta piacevolmente fangoso), i volumi appaiono meglio bilanciati rendendo relativamente udibile anche il basso di Ole e infine la batteria – prima smorta e priva di vita - pare ora avere una sua personalità cupa ed oscura.
I Tristania mi hanno profondamente stupito. Ammetto di avere la tessera del partito che non aveva per nulla gradito Rubicon e che li considerava sul viale del tramonto, beh sono felice di essermi sbagliato. I norvegesi sono riusciti ad evolversi ulteriormente e a dare una nuova e personale dimensione alla loro musica, tutto questo dopo i numerosi cambi di formazione e una storia tanto lunga e gloriosa quanto a tratti travagliata. Se manterranno o no questo livello qualitativo sarà il tempo a dircelo, non so voi, ma intanto io mi godo serenamente Darkest White. Gran ritorno.
Swing the axe for those who ran but never crawled Raise your glass for those whose names were never called Swing the axe for those who looked into the sun Raise your glass for those who lost - whose games were never won
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Deco ancora ascoltarlo, Rubicon mi piace ancora tanto |
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Ho ascoltato qualcosa qua e la ed effettivamente si nota una certa risalita! Le chitarre hanno un certo mordente e la Demurtas sembra meglio amalgamata. Devo dire che non me l'aspettavo... |
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Ottimo! per ora sono incastratissimo nell'ascolto di questo album, a breve procederò con gli altri! Non finirò mai di ringraziare Metallized per l'incredibile quantità di gruppi che mi fa conoscere! |
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@HeavyLollo: contento che ti siano piaciuti, se approfondirai troverai ovviamente cose un tantino diverse da questo lavoro, però quasi tutta la produzione dei Tristania merita di essere ascoltata una volta nella vita! |
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incredibile! non mi aspettavo potesse piacermi tanto il gothic... ho ascoltato quest'album per puro caso, non conoscevo neanche il gruppo, ma mi ha impressionato. Si capisce che i musicisti sono abili mestieranti (nell'accezione positiva del termine). Ascoltato con il giusto stato d'animo l'album può risultare davvero eccellente! Forse c'è qualche canzone un po' sotto la media ma per esempio Requiem è fantastica... Mi allineo con il recensore, forse assegnerei anche qualche punticino in più (comunque approfondirò questo gruppo) |
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@Holydiver: Grazie !  |
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Metal archives non lo inserisce proprio nella line-up relativa all'album. In ogni caso avevo seguito anche il making of nel corso dei mesi attraverso la loro pagina facebook ufficiale e di lui neanche l'ombra, infatti da lì mi era sorto il dubbio, così come nel loro sito ufficiale il suo profilo è rimasto ma è l'unico non aggiornato. Cmq, in line-up figura ancora ed è giusto lasciarlo, volevo solo precisare che a quanto pare non ci abbia suonato, giusto per la cronaca. |
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@Holydiver: ho trovato anche io voci contrastanti in merito (metal archives mi pare non lo riporti) però non ci sono indicazioni riguardo un altro tastierista e il sito ufficiale lo riporta nella band per cui nel dubbio ho preferito lasciarlo, in ogni caso non è molto chiaro. |
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D'accordo che la band suona bene e sono buoni gli arrangiamenti però a livello di songwriting non vedo grossi passi avanti rispetto a "Rubicon", anzi...C'è una palese voglia di cambiare rispetto al passato, ma se si cambia troppo, tanto vale cambiare anche nome...Poi una piccola precisazione: benchè accreditato in line-up, Einar Moen non risulta aver collaborato all'album e questa faccenda non è molto chiara.... |
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scusate il doppio post, stavo rileggendo e quel "me lo dicono i dottori" suona davvero terribile se non ci aggiungo "...che è un problema mio" ahahahaha  |
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ahahha grande red rainbow, ti ricordi ancora del sottoscritto! mah, più che altro è che - ma me lo dicono anche i dottori - non riesco a cogliere la "genialità" dei primi album. per carità, beyond... l'ho consumato anche io, ma resta relegato nel passato per quel che mi riguarda; widow's... poi, l'ho sempre ritenuto uno dei peggiori album nel genere. però ci sono growl e soprani e quindi va bne no a parte scherzi, credo esistano pochi fan più appassionati di me di tarja turunen e liv kristine, MA, e non è questione di essere degli idioti trve o che altro, NON si tratta di "cantanti metal", e sentire che un intero gruppo/disco venga disprezzato solo perché non c'è più la precedente cantante pseudolirica invece di badare alla musica - non credo che veland abbia mai composto niente di così raffinato, oltreutto. cmq è sempre un piacere, red! sei sempre sul forum dei draconian? |
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Ottimo ritorno, non al passato, ma verso qualcosa in evoluzione. Sinceramente trovo la parte meno riuscita nelle parti vocali "estreme", un pò forzate e quasi fuori contesto. Brani preferiti Number, Himmelfall, Requiem e Lavender (questi ultimi due sulla scia degli ultimissimi Anathema), dei veri gioiellini. Poi amo alla follia le parti vocali di Kjetil su Arteries. |
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@Red Raibow: beh si i primi album sono inarrivabili...tutta un'altra classe!! Appunto anche per questo che sono incazzatissimo per la piega che hanno preso i "cugini" Sirenia... Morten è proprio caduto in una bella fogna! Si è preso una gallina di bell'aspetto alla voce e via...BAH! |
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@Beta...per carità i gusti sono gusti...e potrebbe anche essere un buon album il nuovo Sirenia...MA E' LA VOCE DELLA CANTATA CHE E' UNA COSA INSOPPORTABILE!!! E' una gallina stonata...anzi una vera e propria Sirena..ma di quelle delle fabbriche... |
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10
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Lo sapevo, lo sapevo.... che molti avrebbero speso parole al miele per l'ultima fatica tristanica, ma soprattutto che avrei trovato andrea in estasi per la "fuoriclasse nostrana" con le movenze (estensione vocale inclusa) da X Factor... Io invece chiedo scusa ma davvero non ce la faccio, per carità, posso anche apprezzare i pregi tecnici evidenziati benissimo da Room (non concordo solo sull'apprezzamento per la prova di Kjetil, per me troppo monocorde), ma manca quello che aveva reso stratosferici i Norvegesi, cioè quella patina atmosferica dilatata, opprimente, inquietante della triade Widow-Beyond-World of Glass. Per molti sarà anche un segno di modernità e posso anche essere accusato di "fossilità", ma davvero non sento più nulla delle antiche vibrazioni (già abbondantemente asfaltate da Rubicon, peraltro), saremo forse di fronte a un prodotto ben confezionato ma dei sacerdoti che mi avevano consacrato al gothic è rimasto solo... A Sequel of Decay... P.S. : non voto solo perchè la notizia del prossimo ritorno al pentagramma di Vibeke mi ha messo talmente di buonumore che potrei persino dare un 60 all'ultimo dei Megadeth (ho detto "potrei", eh.... ) |
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ah, ovviamente alla prima riga ho scritto "preso in considerazione". scusate l'errore di battitura XD |
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@andrea: grazie delle info! avevo letto cori ma era un po' generico  |
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La cosa brutta è che, spero di sbagliarmi, la gente comprerà in massa quell'orrido nuovo album dei Sirenia, band ormai diventata pura immondizia, piuttosto che questo piccolo grande album dei Tristania. |
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5
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meraviglioso, il mio preferito dei tristania. lo ascolto ogni giorno da due mesi e ancora bestemmio come un porco! sapete, qua a gorizia il porcone ha anche valore vezzeggiativo e di sorpresa! ok che io avevo amato alla folia anche rubicon, ma questo personalmente lo supera. e sono contento di vedere finalmente premiato il songrwiting eccelso che secondo me da sempre li caratterizza. per non parlare della fuoriclasse nostrana e del fuoriclasse "vocalico" norvegese... povero kjetil, darebbe 10 a 0 a molti colleghi! - un appunto: il bassista ole è anche "responsabile", come si dice in terminologia anglofona, delle lead vocals su Lavender. precisamente i ritornelli se non sbaglio. |
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4
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DISCO IMMENSO, grandissimi Tristania che dopo ben 3 album orrendi si risollevano con questo piccolo capolavoro, davvero molto bello, personalmente non ho trovato neanche una canzone un po' sottotono. Voto 80 |
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3
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concordo con la recensione e con il voto.... rispetto al loffio "rubicon" questo nuovo album è una risalita di china! buona sintonia di tutta la band ( sopratutto di Mariangela che ora non sembra più un pesce fuor d'acqua! ) |
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Davvero un grande ritorno, invece! |
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Gruppo avviato a vele spiegate sul viale del tramonto. Come sono lontani i tempi di "Beyond the Veil". |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Number 2. Darkest White 3. Himmelfall 4. Requiem 5. Diagnosis 6. Scarling 7. Night on Earth 8. Cathedral 9. Lavender 10. Cypher 11. Arteries
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Line Up
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Mariangela Demurtas (Voce Femminile) Kjetil Nordhus (Voce Maschile) Anders Høyvik Hidle (Chitarre e Growl) Gyri Smørdal Losnegaard (Chitarre) Einar Moen (Tastiere) Ole Vistnes (Basso e Cori) Tarald Lie (Batteria)
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