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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Sirenia - Nine Destinies and a Downfall
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( 5655 letture )
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In linea di massima il Gothic non è in cima alla lista delle mie preferenze, ma quando è fatto bene, quando rende le atmosfere cupe ed horrorifiche che dovrebbero connotarlo, non mi dispiace affatto. Purtroppo non è questo il caso. Ormai sembra che tutti siano diventati invidiosi del successo degli Evanescence e paccottiglia simil-Goth, ed è un vero peccato, perché quando le composizioni portano la firma dell’ex Tristania Morten Veland ci si aspettano sempre prodotti di alta qualità. Nel contesto di un lavoro più melodico rispetto ai precedenti, si inserisce il nuovo acquisto, la vocalist di origine Norvegese Monica Pedersen, dotata di un timbro non certo brutto, ma troppo sottile per dare il necessario spessore ad alcuni passaggi che, pertanto, risultano privi del “tiro” necessario, ma probabilmente anche questa scelta è stata fatta mirando a produrre il tipo di risultato che ora sto commentando. Nine Destinies and a Downfall contiene anche parecchi spunti interessanti, a partire dalla produzione veramente ottima, definita nella pulizia del suono e bene equilibrata nel mixaggio; per proseguire con i cori in stile Gregoriano, purtroppo non presenti nella quantità sufficiente per caratterizzare pienamente l’album; e tutto sommato rispetto a quanto fatto ultimamente ad esempio dai Tristania, nel complesso NDAAD risulta a mio parere meglio riuscito. Non posso fare a meno di notare come le parti più performanti dell’album sono quelle in cui Morten sfodera il suo efficace growl a far da contrappunto alla linee vocali di Monica che più clean di così non possono essere, ma anche di come queste siano distribuite con grande parsimonia in questo lavoro che, dunque, privilegia la bionda Norvegese ed il suo profilo elegante e contenuto. La prima parte di NDAAD comunque, dall’opener The Last Call fino ad Absent Without Leave, si mantiene su un livello accettabile, ma dopo comincia a risultare monotono e ripetitivo, scontando la eterogeneità eccessiva che lo caratterizza, forse un uso maggiore del growl lo avrebbe vivacizzato un po’, anche perché Morten risulta clean anche in questo, se mi perdonate l’apparente contraddizione, ma evidentemente si mirava ad altro. Da segnalare comunque almeno The Last Call, Sundown e la già citata Absent Without Leave. Se gothic deve essere, per favore, che sia quello vero, niente edulcorazioni please.
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18
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Album tutto uguale ! che delusione! |
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16
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non ho ancora ascoltato l'allbum dei sirenia,spero ke sia una buona cosa ascoltarlo,cmq epica è whitin tempation sono i migliorii nel panorama gothic metal |
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15
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Amico, io sn uno ke ha iniziato da poco ad ascoltare il gothic, ma sinceramente ho sentito di meglio. non dico ke tutte le canzoni sn brutte ma la linea melodica è sempre la stessa. Prova a sentire i Therion o gli Epica, poi vediamo cosa ne pensi dei Sirenia. |
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14
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No a mio parere è veramente un bell'album! Un bell'ottanta se lo merita  |
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13
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No, i sirenia mi fanno pietà perché fanno del plagio e della monotonia un caposaldo. Però quest'album mi sembra vagamente migliore dei due precedenti. Ha inaugurato un nuovo genere, il pop-metal almeno. |
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12
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A parte il fatto che gli album dei Tristania erano composti tutti o quasi da Morten, quindi mi sembra più che normale che i primi due album dei Sirenia abbiano molto in comune con questi, e poi onestamente se dici che Nine destinies... è un buon album due sono le cose, o non te ne intendi molto oppure sei al soldo dei Sirenia. |
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11
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Mi sembra migliore dei precedenti album, troppo monotoni e pacchiani. I plagi tra at sixes and sevens e an elixir for existence, e soprattutto con beyond the veil erano vergognosamente lampanti. Of ruins and a red nightfall compare in molte canzoni dei sirenia. NDAAD è invece più curato dal punto di vista delle melodie, finalmente riconoscobili con facilità. Suonato molto bene, tra l'altro. Come sempre, la canzone migliore è una ballata, l'ultima. Ma perché i sirenia non fanno un bel disco di sole ballate dal sapore new age? |
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10
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Evidentemente no, ma non è da 30 addirittura come voto |
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9
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I grandi dischi hanno fatto sempre schifo dal punto di vista professionale e produttivo ma hanno avuto sempre delle grandi idee e hanno suscitato sempre delle grandi emozioni. Gallina credimi non c'è nulla da salvare. Morten poteva davvero diventare immortale. Cazzo ma mentre componi la musica non ti viene in mente di dire: "Ma che schifo sto facendo?" |
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8
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Ripeto: a salvarlo, (molto parzialmente), produzione e professionalità. |
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7
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Sono davvero deluso, questo disco è proprio una cacata. At sixes... e poi An elixir... sono davvero altra cosa rispetto a questa schifezza. E' una operazione commerciale riuscita anche molto male a mio parere. Le canzoni se così si possono chiamare sono le solite strofa e ritornello ma da fare schifo però. |
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6
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per quanto mi riguarda, album come Memorial sono troppo superiori a questo per poter pensare a qualasiasi tipo di paragone. |
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5
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Boh non sono d'accordissimo, soprattutto per il paragone con gli evanescence (nonostante si sia riconosciuto, giustamente, che quello gothic non lo è se non vagamente, e io penso che più che altro sia crossover). E pure il disco mi sembra meritare qualcosa di più. Detto questo credo che album come Memorial dei Moonspell siano di più alto livello (di non troppo forse). |
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4
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Complessivamente si, ma ci sono buoni spunti ed una gran produzione, è poco, lo so, ma non è proprio bruttissimo |
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3
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A mio parere un album veramente pessimo. Il tentativo di Veland di approdare a sponde soft e commerciali è stato a dir poco maldestro. E avrebbe potuto scegliersi anche una cantante meno incolore di questa. Bocciati. |
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1
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8,33?? C'è scritto "voto", non "sarcasmo". |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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The Last Call My Mind's Eye One By One Sundown Absent Without Leave The Other Side Seven Keys and Nine Doors Downfall Glades of Summer
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Line Up
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Morten Veland - voce, chitarra Monika Pedersen - voce Jonathan A Perez - batteria Björn Landa - chitarra
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