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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Sirenia - Arcane Astral Eons
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30/04/2019
( 1731 letture )
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"This album is something unique to us as it is the first one we have made together with our fans; everyone who have supported our pledge campaign has directly contributed to the funding of the album and to make it what it has turned out to be”.
“Questo album rappresenta per noi qualcosa di unico: è difatti il primo che realizziamo assieme ai nostri fan. Chiunque abbia supportato la nostra campagna di crowfunding ha contribuito direttamente tanto al finanziamento dell’album quanto a ciò in cui si è concretizzato”. È così che Morten Veland, mente e mano creativa dei Sirenia sin dalla loro genesi, presenta l’ultima fatica della propria creatura. A partire dalla campagna di crowdfunding lanciata per finanziare il lavoro sino alla collaborazione di tutti i membri della band per la stesura dello stesso, Arcane Astral Eons si scinde dal suo padre padrone fondatore per divenire opera corale in senso proprio. Primo album così concepito, dunque, e secondo nel quale a prestare la propria ugola è la transalpina Emmanuelle Zoldan. Quest’ultima, proprio in virtù della condivisione dello sforzo creativo, infonde il romanticismo della propria lingua madre in una delle composizioni (Nos Heures Sombres) ed inserirne degli intarsi in altri brani -come ad esempio (Into the Night. Ma veniamo al dunque. L’album si apre con In Styx Embrace, una maestosa cavalcata power symphonic -che molto attinge dal lasciato degli ormai big di riferimento per i Nostri, tra cui Nightwish e Within Temptation. Sebbene ciò che si presenta al nostro udito non brilli certo per originalità o novità nella proposta, tutto appare ben equilibrato dall’intreccio tra il growl di Morten Veland e le clean della Zoldan alle repentine accelerazioni -caratterizzate da metriche quasi estreme- sino ad azzeccati intermezzi acustici. Into the Night, dal minutaggio sensibilmente inferiore, costituisce -insieme a Love Like Cyanide ed Asphyxia- una delle tracce dal refrain più memorizzabile e, per dir così, easy, soprattutto in virtù di una struttura chorus/verse piuttosto lineare, impreziosita da corrive incursioni pianistiche. Oltre a ciò, il contributo vocale di Yannis Papadopoulos, autore di graffianti clean dal sapore epicheggiante, dona dinamicità all’amalgama. Gli elementi sinfonici, estremi e più puramente tradizionali beneficano inoltre dell’uso sapiente di elementi elettronici -ne è un esempio lampante Queen of Lies- che conferiscono modernità e robustezza alla componente ritmica. Degna di esser menzionata è anche The Voyage, dotata di un riffing corposo, stemperato dalla levità delle linee vocali, qui armonizzate in maniera estremamente gradevole. Aereodyne-, di contro si mostra maggiormente radiofonica sin dall’esordio, determinando un bilanciamento delle varie anime del full-length all’interno della tracklist. Pregevoli sono pure i solismi chitarristici qui racchiusi ed il cammeo di Østen V. Bergøy, in grado di riportarci per un momento all’esperienza dei Tristania: l’artista era difatti presente nella formazione che aveva dato forma ad Ashes ed Illumination. Nonostante il minutaggio complessivo sia piuttosto impegnativo -ci troviamo difatti dinanzi a quasi un’ora di musica- la brevità dei singoli episodi e la loro complessiva scorrevolezza ne rende la fruizione piuttosto piacevole e mai impegnativa. Tutto ciò è esaltato da suoni all’altezza, vibranti eppure mai eccessivamente artificiali, in grado di far risaltare a un tempo entrambe le componenti, sinfonica ed elettrica, senza sacrificare l’una all’altra. Cosa potremmo dire, tuttavia, in ultima analisi tirando le somme? La similitudine più rappresentativa in tal senso, per esemplificare tanto il valore quanto il target della produzione è offerta dall’artwork, in cui osserviamo un serpente che, mordendosi la coda, delinea il simbolo dell’infinito: soluzioni ben collaudate e mai rischiose, puro symphonic power dal retrogusto goth formalmente ben realizzato, senza alcuna sbavatura, per irriducibili amanti del genere. Se siete tra questi, potrete far vostro senza remore Arcane Astral Eons, che si prefigura piuttosto onesto negli intenti. Se invece siete alla ricerca di combo in grado di osare maggiormente, è necessario approdare su altri lidi.
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2
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Ho apprezzato molto la rece di Nattleite: concisa e completa. Per quanto mi riguarda, il disco è decisamente meglio di come mi aspettavo e, anzi, lo trovo anche io molto buono. Il problema, a mio avviso, sono alcune tracce (in Styx Embrace, The Twilight Hour e la stucchevole Queen of Lies) che sembrano composte dagli ultimi Xandria, che, come sappiamo, stanno scopiazzando i NW. Into the Night non è brutta, ma non è nanche bellissima; direi abbastanza piatta, senza contare che un po' di stile nightwishiano dentro c'è. Gli altri pezzi sono, a mio avviso, molto belli, ma credo che Morten avrebbe potuto fare di più per evitare di avvicinarsi così tanto al symphonic metal di maniera (Perils of the Deep Blue è un album sinfonico, anche gotico, con una personalità ben riconoscibile, che in AAA si perde un po'). Comunque il voto è giusto, secondo me. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In Stix Embrace 2. Into the Night 3. Love Like Cyanide 4. Desire 5. Asphyxia 6. Queen of Lies 7. Nos heures sombres 8. The Voyage 9. Aerodyne 10. The Twilight Hour 11. Glowing Embers
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Line Up
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Emmanuelle Zoldan (Voce) Morten Veland (Voce, Chitarra, Basso, Tastiera, Drumkit) Jan Erik Soltvedt (Chitarra) Nils Courbaron (Chitarra)
Musicisti ospiti Østen V. Bergøy (Voce) Damien Surian (Voce) Yannis Papadopoulos (Voce) Emilie Bernou (Voce) Mathieu Landry (Voce) Stéphanie Valentin (Violino)
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