|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Evergrey - The Dark Discovery (Reissue)
|
09/05/2018
( 2000 letture )
|
A fine 2017, a quasi vent'anni dalla sua pubblicazione originaria, il debutto degli Evergrey, nota formazione power/progressive svedese, viene rimasterizzato dalla AFM records insieme al successivo Solitude, Dominance, Tragedy. Viene inoltre fornito di una nuova veste grafica, con una nuova illustrazione di copertina estremamente accattivante. Il motivo principale di questa operazione è chiaro, dato che i due album, usciti rispettivamente nel 1998 e nel 1999, con il passare del tempo sono diventati praticamente introvabili. Una motivazione secondaria potrebbe risiedere nel fatto che il primo dei due era caratterizzato da una produzione non propriamente all'altezza. Parlando della musica, inizialmente il gruppo guidato da Tom Englund era dedito a un genere leggermente diverso dalle produzioni progressive per cui è diventato famoso in seguito. The Dark Discovery, infatti, è quanto di più vicino a un metal dalle tinte gotiche si possa immaginare, sebbene non manchino alcuni accenni al progressive che verrà.
Le chitarre aggressive di Blackened Dawn sono il biglietto da visita degli Evergrey: tre minuti e 52 secondi di pura cattiveria concentrati in una canzone. La voce di Englund è rabbiosa, ma ahimé poco espressiva, e se nella versione originale rimaneva sommersa dalle chitarre, anche nel mixing di questo remaster non appare particolarmente in primo piano. Un connubio di tastiera e chitarra sorregge December 26th, caratterizzata anch'essa dalla voce non proprio ispirata di Englund, ma anche da alcune aperture melodiche inaspettate che la risollevano in parte. La title-track, dal canto suo, prosegue con lo sfoggio di potenza strumentale operato dai cinque svedesi e tra voci lugubri dall'atmosfera dark e armonici artificiali, il brano scorre senza troppi patemi. Fino alla sesta traccia il disco prosegue senza alti né bassi, nessuna soluzione degna di nota e nessun testo particolarmente espressivo, a differenza di quelli che seguiranno (in particolare in album quali In Search of Truth e Inner Circle). Closed Eyes, invece, riesce a spezzare in positivo la linea di monotonia, grazie alla struttura variegata che inizia come una semi-ballad e sfocia in un intricato brano prog, più che onesta dimostrazione di tecnica. È doveroso notare che a questa traccia, posta a metà del disco, tocca l'ingrato compito di risollevare gli animi. Per quanto tecnicamente capaci, infatti, su The Dark Discovery gli Evergrey, in particolare nei brani iniziali, spingono troppo sul lato "muscolare" della loro musica. Con Shadowed si ritorna su territori già esplorati in precedenza, mentre When The River Calls riesce a catturare l'ascoltatore per merito del ritornello e delle tastiere in sottofondo, proponendo altresì un assolo (che porta la firma di Mattias Eklundh) e una parte conclusiva davvero degni di nota. For Every Tear That Falls, stavolta una ballata in tutto e per tutto, gioca sul lato emozionale, grazie soprattutto alla presenza della voce femminile di Carine Kjellberg, che in futuro diventerà la moglie di Englund. Il risultato è il brano più memorabile di tutto l'album. Chiude il remaster una tutto sommato dimenticabile versione demo di Closed Eyes.
Dopo quasi un'ora di musica è possibile e doveroso fare un bilancio di quanto ascoltato, sia dal punto di vista della riedizione, sia da quello dei contenuti originali. Appare chiaro, in primo luogo, che i problemi che inficiavano la release originale non sono stati risolti. La voce di Englund, anche se leggermente più avanti nel mix, è ancora in secondo piano rispetto agli strumenti. Il resto appare praticamente invariato e la sensazione è purtroppo quella di trovarsi di fronte a un album datato. Dal punto di vista dei contenuti, invece, l'eccessiva staticità di gran parte dei brani proposti pesa sull'impressione complessiva, e non bastano due o tre pezzi per salvare il tutto. Il consiglio, quindi, è di rivolgersi alle produzioni successive degli Evergrey e (ri)ascoltare questo disco solo se si è già fan della band.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Si vedono tante buone idee, ma non sempre completamente a fuoco. Trattandosi di album di debutto, per me un 75 se lo porta a casa. |
|
|
|
|
|
|
2
|
infatti,io li definirei " melanchonic melodic metal ",e in ogni caso,da "in search of truth" in poi hanno sbagliato poco,sempre ad alti livelli ,ma il top per me è "recreation day " |
|
|
|
|
|
|
1
|
Grande band anche se non ho mai capito perché scomodare l’etichetta progressive per la loro musica.... |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Blackened Dawn 2. December 26th 3. Dark Discovery 4. As Light Is Our Darkness 5. Beyond Salvation 6. Closed Eyes 7. Trust and Betrayal 8. Shadowed 9. When the River Calls 10. For Every Tear That Falls 11. To Hope Is to Fear 12. Closed Eyes (Demo Version – Bonus track)
|
|
Line Up
|
Tom S. Englund (Voce, Chitarra) Dan Bronell (Chitarra) Daniel Nojd (Basso) Will Chandra (Tastiera) Patrick Carlsson (Batteria)
Musicisti ospiti
Carina Kjellberg (Voce femminile) Andy Larocque (Chitarra solista nella traccia 6) Mattias IA Eklundh (Chitarra solista nella traccia 9)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|