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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Evergrey - Glorious Collision
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( 5078 letture )
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Nuova era in casa Evergrey. Dopo la dipartita di ben tre quinti della line-up presente nel precedente album Torn, è tempo di facce nuove. E allora salutiamo l’ingresso in formazione del trio Jidell-Niemann-Van Dahl (rispettivamente chitarra, basso e batteria), i quali si sono dimostrati fin da subito dei seri professionisti, in grado di mettersi in gioco senza timore alcuno all’interno di una band dalla fama già ben consolidata a livello internazionale. Avendo avuto io un’esperienza molto simile a quella sopra citata -inutile ovviamente far notare l’abisso di livello che può esserci tra gli Evergrey ed una mia qualunque esperienza musicale passata- riesco perlomeno un poco a comprendere quanto difficile possa essere in questo caso un nuovo inizio. Volti nuovi, compagni di vita e di lavoro nuovi, nuova ricerca di affinità musicale, nuove idee... Ma è proprio in tali situazioni che può emergere quel talento individuale in grado di demarcare l’immaginaria (ma mica poi tanto) linea di separazione tra una band qualunque ed una band come quella che abbiamo qui in esame.
Musicalmente, gli Evergrey di Glorious Collision poco o niente si differenziano dal loro recente passato. A livello di gruppo, il lavoro svolto risulta ottimale in ogni suo aspetto, e nulla sembra mancare per poter parlare ancora di un grande album. Ovviamente stiamo parlando di un disco che non verrà acclamato in modo unanime dalle folle di tutto il pianeta, ma “solamente” accolto felicemente da coloro che il metal di stampo melodico lo masticano di giorno in giorno. Infatti, per ascoltare questo album bisogna avere prima di tutto un certo tipo di orecchio poiché, pur non essendo un lavoro che lascia senza fiato fin dal primo momento, sarà possibile assorbirlo e capirlo fino in fondo solo dopo un certo numero di ascolti. Volendo fare ancor di più il pignolo, in questa più che mai attuale era della smaterializzazione del supporto musicale, vorrei consigliare l’ascolto di Glorious Collision con mezzi che siano in grado di "costringerci" a valorizzare la musica che ci offrono oggi i cinque svedesi (se proprio non potete fare a meno del vostro iPod, cercatevi quantomeno un luogo ed un momento opportuni in cui poter captare ogni singolo istante del disco) e che non istighino ad ascoltare pezzi qua e là, pensando di aver colto anche una minima parte del messaggio reale.
Dopo tale dovuta premessa, addentriamoci ora nell’analisi di questi tredici brani, di cui proverò ad avere una veduta pressoché generale. Nell’insieme si tratta di un disco che pone le sue basi sulla potenza e sulla melodia, per giungere ad una gradevole sensazione di completezza con l’unione di questi due elementi assai diversi tra loro. Non aspettatevi comunque di trovare anche solo una labile traccia di “hit da classifica”, né tantomeno di ballads. Pur trattandosi di un disco dallo spiccato senso melodico, infatti, i momenti di maggior intensità si fondono perfettamente con quelli dai ritmi più potenti, lasciando -come già detto- una sensazione di unione e continuità per tutta la durata dell’album. Venendo alle canzoni, quelle che mi hanno saputo trasmettere qualcosa di più dal punto di vista del puro piacere melodico, sono purtroppo un numero esiguo: trattasi di Wrong (primo singolo estratto da Glorious Collision), in cui un ruolo da grande protagonista assume la voce delicata ed intensa di Englund, sorretta da una sezione strumentale di grande livello (in particolare la stupenda parte melodica); To Fit The Mold, che ha dalla sua un ritmo sostenuto unito a degli acuti riff di chitarra, oltre a possedere una grande carica emotiva; Free, la più melodicamente intensa tra tutte, ampiamente meritevole di trovarsi tra le canzoni più riuscite dell’album e, per finire, ...and The Distance, posta proprio al fondo del disco, simile per certi versi proprio alla sopracitata Free, ma probabilmente (se possibile) addirittura più intensa di quest’ultima. Per il resto, pur non essendo giusto equiparare le restanti canzoni al livello delle precedenti, bisogna risaltare bellezza e compiutezza di ognuna di queste. Volendo segnalare ulteriormente dei momenti positivi di Glorious Collision, mi sento in dovere di citare almeno il brano di apertura Leave It Behind Us, Frozen, e It Comes From Within, quest’ultima caratterizzata da ritmi molto più sostenuti rispetto al resto del disco.
Una delle pecche più evidenti è probabilmente il fatto che, nell’insieme, l’album rischia di diventare troppo pesante da digerire, a causa delle poche varianti presenti nelle tredici tracce a favore di quella doverosa ma fin troppo marcata linearità generale. Si può quindi dichiarare positivo il ritorno sulle scene degli Evergrey, pur essendo viva e sempre ben giustificata la speranza di attendersi un qualcosa in più dalla band svedese nel futuro prossimo, tanto sul piano puramente musicale quanto su quello dell’inventiva. Da assaporare comunque con calma.
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12
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e non dimentichiamo Johan Niemann al basso (ex therion) |
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11
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D' accordo con Giacomo,Jidell e' un signor chitarrista ( Royal hunt,The ring,avatarium).Gli evergrey non sbagliano un colpo |
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10
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Sarebbe ora di recensire l'ultimo album, uscito ormai da più di due mesi (tra l'altro molto bello)... |
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9
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Hanno stile da vendere a pacchi. Non il loro lavoro migliore, ma bravi comunque! |
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8
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La voce di Englund è un po' come il pilone nel rugby, regge praticamente tutto lui. Cioè, con sto colosso (tra l'altro è enorme dal vivo sul serio) in gruppo, pure io diventerei famoso mi sa. L'apporto dei nuovi membri in line up si sente, hanno trovato uno che sa fare anche gli sweeppini come si deve. La produzione l'hanno un po' cambiata dagli ultimi 2 album, le chitarre stanno un po' + dietro, tastiere + alte in generale. Non mi garba poi troppo la scelta, sono un fanatico di 7 corde e devono fare chugga chugga come si deve. Il disco comunque è buono. |
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7
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A me invece piace, soprattutto il nuovo entrato jidell con le sue linee di chitarra ! certo che oggettivi non riuscite proprio ad essere oggettivi, sempre a paragonare, ma basta, si cambia ed è normale ! glorious collision è un signor disco, certo non paragonabile a capolavori olimpici come in search of truth, ma meno di 75 non merita ! Peccato che gli evergrey, abbiano pochi veri fan ! |
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6
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Disco tremendo! Ho letto pure altri commenti su altri siti e ne parlano pure bene... Io personalmente non so come fanno... Io penso che se si passi dall'ascolto di un disco come "Recreation Day" e poi mettiamo sto ultimo lavoro non si possa non trovare una notevole differenza per sound qualità di idee tralasciando che son dischi molto lontani l'uno dall'altro ma gli Evergrey erano ben altra cosa rispetto a questo "G.C." Voto: 35 Giusto per una produzione perlomeno pulita ma con diverse scelte di sound (tipo quello della batteria) discutibili! |
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5
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io per ora ho ascoltato solo 2 pezzi,certo il loro stile non cambia di molto ma questo è un pregio,se si pensa a come era orrendo "Monday morning...." ,meno male che si sono risollevati con "torn",io ho letto molte critiche positive e poi li aspetto live,anche se dovranno far da spalla ai Kamelot .Difficilmente arriveranno ai livelli di "Recreation day" e "Inner circle",quelli sono cd magnifici,mi basta confermino il loro stile. Englund è un signor cantante e dal vivo me lo ricordo per la sua gentilezza con i fans quando suonarono di spalla a La Brie al Transilvania, nel 2009 all"Alcatraz hanno fatto un signor concerto,peccato per chi non c'era.4ever grey!!!! |
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4
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Sembra una collezione di brani scartati dagli ultimi album....per ora non mi pice proprio. |
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3
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Prog melodico, ahahaha. Come Nino D'Angelo |
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2
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Bruttino...lo sconsiglio fortemente. |
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1
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Un cd di una noia assurda. Peccato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Leave It Behind Us 2. You 3. Wrong 4. Frozen 5. Restoring The Loss 6. To Fit The Mold 7. Out Of Reach 8. The Phantom Letters 9. The Disease... 10. It Comes From Within 11. Free 12. I’m Drowning Alone 13. ...and The Distance
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Line Up
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Tom S. Englund (Voce e chitarra) Marcus Jidell (Chitarra) Rikard Zander (Tastiere) Johan Niemann (Basso) Hannes Van Dahl (Batteria)
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RECENSIONI |
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