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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Powerwolf - The Sacrament of Sin
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27/07/2018
( 5691 letture )
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Avreste mai pensato di veder nascere un gruppo power metal che usa esibirsi live utilizzando massicce dosi di corpse-painting e utilizza come testi argomenti filoreligiosi? E che, per di più, tale gruppo raggiungesse un grande successo, culminato con una sequela di ben tre album con la Napalm Records e inserimenti importanti nei migliori festival dedicati? Noi assolutamente no, e non siamo affatto gli unici. I Powerwolf sono riusciti ad attuare una particolare simbiosi attorno ad un sound chiaramente derivativo e impersonale ma fortemente radio friendly aggiungendo un look scippato ai blackster più oltranzisti e sostituendo ai più classici racconti fantastici e avventurosi del power temi strettamente connessi con il mondo religioso; il tutto ovviamente evitando di prendersi troppo sul serio, ben consci che si tratta di una mega operazione di marketing decisiva per le sorti della band. Perché gran parte di questo fantomatico successo arriva da qui, non prendiamoci in giro, giacché di gruppi che suonano lo stesso genere meglio di loro se ne trovano in ogni angolo e in ogni scantinato, e magari non hanno raggiunto la fama dei tedeschi poiché rei di aver pensato solamente a suonare bene e non a costruirci una sovrastruttura intorno. Il combo dei fratelli Greywolf in ogni caso ha fatto terra bruciata dietro a sé e questo settimo full length non farà altro che consolidare e forse accrescere la sua popolarità in continuità con il passato, dato che schema compositivo vincente non si cambia. Dopo svariati ascolti di The Sacrament of Sin possiamo però ammettere, as usual per chi segue i Powerwolf, la presenza di alcuni filler che ne compromettono la valutazione e dovrebbero porre interrogativi sul fatto che probabilmente questa band sia sopravvalutata all’interno dell’ambiente.
Attraverso undici composizioni torniamo ad assaporare l’universo deistico di cui è impregnata l’intera discografia dei cinque lupi mannari: senza scadere nella ridicola blasfemia che tanto va di moda nel metal, i Nostri hanno avuto, stavolta sì, un’idea originale ed efficace consistente nel trattare queste tematiche in maniera pressoché distaccata da giudizi soggettivi sapendo che l’attenzione dei fans sarebbe stata la medesima; sappiamo altresì che i membri coltivano una vera e propria fede in culti differenti tra loro, quindi possiamo accantonare un qualsiasi atteggiamento anticristiano o anti-qualsiasi altra religione. Il power di matrice teutonica mostrato in The Sacrament of Sin non si schioda da quanto già sentito in tutti i precedenti LP sottolineando nuovamente come il solco in cui vanno collocati i Powerwolf sia quello degli AC/DC e dei Motörhead per ciò che riguarda il trademark monolitico: una loro innovazione sonora pare oggi davvero impensabile. Il disco si apre con il singolo di lancio Fire & Forgive, un ottimo e coinvolgente brano che, come spesso accade, punta tutto sulla forza del refrain urlato a squarciagola da Attila Dorn, vero animale -anzi, lupo- da palcoscenico dotato di una voce potentissima. Nella successiva Demons Are a Girl’s Best Friends si mettono ulteriormente in luce le tastiere di Falk Maria Schlegel al servizio di un racconto incentrato sulla lussuria e sulle tentazioni maligne subite dalle giovani donne nelle proprie camere da letto (perché, i maschi ne sono forse immuni?); il brano, però, è il primo della lista “riempitivi”, noioso ed elementare, e fa il paio con Killers with a Cross, che almeno presenta un bel doppio assolo dei due Greywolf (Charles si occupa anche delle partiture di basso) intento a sopperire alle mancanze di idee nel resto della canzone. Il problema tipico di questa metodologia di composizione risiede nell’obbligatorietà di sfornare un ritornello di livello, cosa lontanissima dall’essere automatica e facile, e il rischio di banalizzare il tutto è elevato, poiché nel loro background non vi sono atre soluzioni possibili. In Incense & Iron i Powerwolf mutano in Alestorm e ci regalano un brano di pura “caciara” che farà sfracelli dal vivo grazie alla componente folk appena accennata ma incisiva. Per ascoltare qualcosa di nuovo e inaspettato dobbiamo attendere la quinta traccia del lotto, ovverosia la prima ballata della loro carriera: Where the Wild Wolves Have Gone è, al pari della seguente Stossgebet (solenne al punto giusto senza scadere nell’esagerazione), il miglior contributo di questo The Sacrament of Sin, non tanto perché sia una canzone intrinsecamente differente dalle altre (l’elemento commerciale regna sovrano pure qui), ma quanto per la classe mostrata nel passare con disinvoltura dalle magne pomposità sentite antecedentemente ad un pezzo simil hard rock riuscendo ad aumentare la qualità proposta. Passiamo a Nightside of Siberia, traccia in perfetto stile Sabaton che non svetta sulle altre ma nemmeno sfigura più di tanto, esattamente al pari della title track. Bisogna ammettere che l’ascolto di un qualsiasi album dei Powerwolf non si presta a particolari sobbalzi emotivi; la sensazione è che abbiano capito come per catturare l’attenzione a livello di musica non sia necessario “sbattersi” oltremodo, ma è sufficiente fare lo stretto indispensabile per confezionare un prodotto dignitoso, definizione perfetta per The Sacrament of Sin. Ovviamente l’essere sotto contratto con la Napalm è sinonimo di grande produzione e ottima distribuzione, cioè altre garanzie accumulate, meritatamente o meno, in questi anni che permettono al lavoro di acquisire splendore formale, il quale molte volte riesce nell’opera di sopperire alla qualità sostanziale.
In definitiva la nuova uscita dei Powerwolf non ci dice nulla che non sapessimo già da molto tempo. Chi li adora continuerà nella perpetua adorazione a fronte dei soliti due o tre pezzi riusciti molto bene e dimenticando il resto del disco, chi li segue dal vivo avrà nuovamente pane per i suoi denti grazie a qualche hit scovata qua e là, mentre chi li riteneva un gruppo tutto fumo e poco arrosto fortunatamente non avrà argomenti a favore di un cambio di opinione e passerà oltre anche stavolta. Noi ci poniamo maggiormente verso quest’ultima sponda, ammettendo l’esistenza di un potenziale che potrebbe essere sfruttato meglio, ammettendo anche la genialità del grande conoscitore di marketing che costruì l’intero carrozzone e lo portò alla ribalta, e infine asserendo che quello che ci rimane dopo attenti ascolti è una spiacevole sensazione di pochezza. Ma se questo è il metodo per sfornare gruppi che, un domani, possano ricevere il testimone delle leggende in via d’estinzione e sostituirli ai piani alti dei vari Wacken ed Hellfest di turno, a malincuore supporteremo i Powerwolf e chi seguirà le loro orme.
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Ben fatto, uno dei migliori album della band. Ps:voto recensore 65 e Call of the wild voto recensore 73. Muah... questo album è almeno 2 spanne sopra all insipido Call of the wild |
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Nessun commento su Venom of Venus? Io la trovo un capolavoro power! |
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I powereolf sono delle delle macchiette, ma questo eun buon album - secondo me il loro migliore. 🐺🐺🐺 |
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Io ne ho 50 di anni e quoto Riccardo alla grande. I Powerwolf e in particolare questo album mi piacciono molto. |
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Ho 55 anni, ho visto e ascoltato di tutto e pochi gruppi di nascita recente mi attraggono tanto da andare a vederli ben due volte e da volerli andare a vedere tutte le volte che verranno qui da noi…
Al recensore troppo prevenuto vorrei ricordare che è qualità delle persone intelligenti cambiare idea.
Ciao a tutti |
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Lo sto ascoltando in macchina in questi giorni e non e' niente male..lo preferisco alla maggior parte delle uscite power di questi tempi.
Trovo che i momenti epici siano veramente validi anche se sappiamo che il genere e' saturo quindi inutile aspettarsi originalita'. |
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Beh...sono 40 anni che ascolto Hard and Heavy...ammetto senza vergogna...non li conoscevo. Li ho conosciuti via You Tube. Saranno derivativi e tutto quello che volete...ma io li trovo coinvolgenti come pochi e domani andrò a cattarmi il CD. Il voto per quello che ho ascoltato? 80! |
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E il discorso numerico del voto è un'altra emerita minchiata. Senza entrare nel merito di un voto numerico (assurdo a volte) non è vero che solo le band storiche possono avere dischi da 95-100. Sto ascoltanto il nuovo Rivers of Nihil, e se non è 90 , poco ci manca. Adoro tante nuove leve, ma questi Powerwolf sono A MIA OPINONE davvero scialbi e derivativi. |
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X Metal Shock... Lasciando da parte l'esempio sulla cioccolata che non è così importante, vorrei citare questa tua frase: " Concordo anche con chi dice che anche altre band hanno fatto per anni lo stesso disco ma sono sempre state esaltate, Ac/dc su tutti," Diciamo che è un affermazione del tutto falsa, ed è da questo che è nata la mia polemica risposta. I dischi degli AC/DC post FTATR sono stati tutti mazzuolati ad esclusione di un paio. Da tutti. Fans ecritica. E aggiungo giustamente. Quindi che esempio è? O è solo l'ennesima scusa per dare addosso alla super band del caso che ti sta sulle palle? Questione personale.... Si discute civilmente, e non è certo una presa di posizione. Ma in 30 anni e passa che ascolto , suono, leggo e guardo musica una mia linea di pensiero me la sono costruita.  |
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Io non ho ascoltato il cd quindi non mi esprimo e conosco poco la band. Rispondendo a jack, bravo secondo me ci siamo capiti e aggiungo che il rap fa successo perché le bands e l'ascoltatore si dichiara rapper. Mentre nel metal se dici sono metallaro qualcuno che fa parte del circuito ti prende per il culo. Circuito tra l altro di cui io non faccio parte perche' non ho ne band ne faccio parte di comunicazioni legate ad avvenimenti metal per cosi dire |
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Vabbè ma questi non hanno mai avuto tante idee o grosso talento, giusto qualche discreta intuizione, ma sono cloni dei cloni. Questo disco è in linea con tutto il resto della lor produzione, cioè appena sufficiente. E pensare che a inizio carriera ho voluto dare fiducia comprando i primi due cd, ma anche all'epoca pensavo che avevano poco da dire. |
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Oltretutto dopo averlo ascoltato non mi ha fatto neanche venire voglia di riascoltarlo. Abbastanza debole come disco |
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@Broken Arrow...buono, sto volentieri coi fabbri. per me sì, è un problema di chi CREDE di essere arrivato prima e da ciò fa discendere i suoi giudizi. sul piedistallo dovrebbe starci la musica che fanno le band, non le band.
@ilrecensore il conservatorismo è riferito hai commenti, ti "contesto", no dai... discuto, mettiamola così...la seconda parte del tuo commento: secondo me semplicemente vorresti altri al loro posto, ma questo è il music buisness ti fai fuorviare dall'aspetto del prodotto...a me non interessa, è contorno, è figo ma a me interessa la musica che è oggettivamente buona (quindi almeno 75 contando la qualità di tutti i brani compresi quelli non eccelsi) e soggetiivamente mi piace moltissimo ( arriviamo al mio 90), mi sembra che quelli che chiami "fronzoli" ti diano fastidio, ma poi...devo aspettare che un lavoro sia storico leggendario per dargli 90? dopo quanto un album diventa storico? 5-10-20 anni? facciamo un referendum per stabilire chi sono i capolavori? il punto è che c'è chi si offende se si toccano i i loro idoli di infanzia, per me possono stare li intoccabili coi loro capolavori, riconosco (oggettivamente) il valore e rispetto al massimo i lavori del passato, ma ho altri gusti e guardo oltre, semplicemnte.
@df80, non sono il tuo gestore internet, fai pure...però ti prego i 10 anni levameli per davvero dalla carta d'identità...
@hyperx conocordo con te, ma il numerino se c'è importante, ma credo si siano sprecati commenti su commenti su questo discorso. però non so fare il "recensore" ti porta poi a cambiare il modo di giudicare la musica, credo sia un discorso ampissimo,
@jaw il movimento secondo me c'è eccome, ma si autopenalizza con le inutili battaglie vecchio/nuovo, e cmq hai ragione se a me un genere non piace non dico che "non è metal" o che è da "finocchi", ma sono atteggiamenti che riscontiramo in tutta la ns società. Sul rap hai ragionissimo, secondo me, stanno facendo quello che il metal in italia non è mai riuscito a fare (per colpa di se stesso e del sistema), il metal non dovrebbe avere paura di "aggiornarsi".
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Per ulteriori chiarimenti c'è la recensione. I rest my case. |
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Ma piu che altro io non capisco le accuse di essere conservatore rivolte al recensore, cioè se una nuova band non fa successo e' per sua incapacità d imporsi, mica di altri fattori. Sul movimento se cosi si vuol chiamare, beh semplicemente secondo me non esiste piu. Qui per esempio ci sono molti che sostengono il black e si sentono superiori perche' e' musica per pochi, ed è vero, nessun album ha mai venduto milioni di copie. Altri dicono che il death e' solo merda, altri il glam e' da finocchi, altri non sopportano la classica mitologia metal..ecc. Peccato poi che una musica che non è italiana come il rap in molti hanno fatto successo il metal no |
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Il numerino in basso, è davvero questo il vero problema? Non può esistere in musica un termine di paragone (un benchmark diciamo così) che tutti possano riconoscere e condividere. Semplicemente perché alla fine è banalmente questione di gusti personali.
Anche prendendo dei maestri, dico ad esempio i Maiden, la gente si divide su quale sia il loro miglior disco. Powerslave? Seventh Son of a Seventh Son? O forse the Number of the Beast? Impossibile mettere d’accordo tutti. Quindi i paragoni arditi con il passato sono fuori luogo da ogni punto di vista.
Solo una cosa vorrei però dire al recensore @Noesis: rispetto il tuo pensiero ma non posso condividere quando scrivi “c’è semplicemente la constatazione del fatto che la musica prodotta [...] non possiede la qualità corrispondente al mega successo ottenuto”.
A meno che tu non abbia appunto quel riferimento che ti permetta di “constatare” cosa sia di qualità e meriti successo (nel qual caso indicacelo, così tutti conosciamo la chiave di lettura della recensione), altrimenti lasciamo perdere. Perché credo sia pieno il mondo di artisti che producono musica di altissimo livello senza riscuotere il benché minimo successo.
La gente legge le recensioni per farsi un’ idea se un disco meriti attenzione e magari soldi per l’acquisto, ma se le premesse sono queste, forse c’è un po’ di pregiudizio. |
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@jack.....90 pieno? Ok dai, tolgo l abbonamento a internet. forse sei nato el 1998 per dire una roba del genere, ma con tutto il rispetto 90 lo do ad altri lavori...Questo arriva a una buona sufficienza...ma rispetto ad album da 90, questo è sterco vero. |
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Caro Jack, rispondo a uno a caso, non c'è alcun atteggiamento "conservatore" nella mia recensione, c'è semplicemente la constatazione del fatto che la musica prodotta da questi simpaticissimi personaggi non possiede la qualità corrispondente al mega successo ottenuto in questi anni. Senza tutti gli orpelli di scena e di tematiche, affascinanti fin che vuoi ma lì finiscono, questi rimangono nell'ambiente underground e da lì non si muovono. Capisco che possa piacere e ci mancherebbe altro, ma un 90 lo puoi dare a lavori storici-leggendari, non ad un album ultra-derivativo con addirittura due,tre canzoni sottotono. Leggete la mia rece di sabato prossimo per fare un confronto (forse leggermente forzato ma l'area è quantomeno comparabile) con un gruppo che senza fronzoli e con pura qualità musicale ha sfornato dischi clamorosi. |
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Discorso stantio il tuo jack, non è un problema di vecchie leve/nuove leve/conservatorismo, il problema come sempre sono le canzoni. Ci sono quelle ordinarie/carine, quelle ottime, i capolavori e quelle merdose. Questi semplicemente sono carini, tutto qui. Esattamente come i Sabaton. Il fatto che siano portati sul piedistallo è semplicemente per la scarsità di nuove uscite valide nel genere. Tutto qui, poveracci, mica ne hanno colpa. Sono dei bravi fabbri. |
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roba trita e ritrita. Ovvio possono piacere alle nuove leve. |
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per me è da 90 pieno, tranne un paio di canzoni sottotono, si fanno riascoltare alla grande tutte le canzoni, produzione grandissima, Attila al top, qualche novità, se fossero una squadra di calcio si direbbe che giocano a memoria. per me insieme ai sabaton, sono i migliori dell'ultimo decennio nel loro genere. Poi la questione dei nomi storici e intoccabili/imparagonabili ha rotto il cazzo, la gente dovrebbe preoccuparsi che la musica, e il prodotto per intero, sia di qualita, loro sono di altissima qualità. E' paradossale come un genere di rottura/iconoclasta come il rock7metal abbia generato questo atteggiamento da "conservatori" nella maggior parte dei proprio fruitori, Specie i primi. ma forse è solo umana nostalgia "del si stava meglio quando si stava peggio". ma è questo atteggiamento che affossa il movimento, rispetto ad altri generi.
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X Metal shock... Appena riesco ti rispondo. Ora sono nella Emme.  |
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E qualsiasi disco dei Blind Guardian li devasta. Sempre ammesso che si possano definire power i Bardi. |
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E poi gli AC/Dc non hanno sempre fatto lo stesso disco. Basta con questa cazzata. Gli anni 80 videro un certo declino dopo l'immenso Back in black, con qualche disco di mestiere (almeno 3) ma poi pubblicarono un certo The razor's edge. Questi Powerwolf possono piacere (e ci mancherebbe altro, un mio amico li adora) ma son il clone del clone. Come ha scritto qualcuno, la fotocopia sbiadita. |
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Quello che ha dato 90 l'ha tirata troppo lontano. Poi ognuno tira le somme come piu' preferisce Ti deve far pensare che se questo é il meglio come band per te è perché c'è poca concorrenza. Meglio i Sabaton. No, la band storica che fa un brutto album semplicemente non lo compro, e li riprendo forse se fanno qualcosa di decente, ma ormai il loro compito l'hanno fatto, rimarranno sempre da esempio per chiunque. Ma non si possono avvicinare sti 4 falegnami da quattro soldi come ha detto Broken Arrow al commento #15 coi nomi piu' significativi che hanno fatto la storia. Gli ultimi dei Grave Digger non mi hanno fatto un buon regalo, non più della sufficienza e pazienza. Ma si sta sempre parlando di band che hanno insegnato, i Powerwolf non sono mica di quel calibro, semmai imparano e andassero a zappare la legna |
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@Obscure: ma i commenti li hai letti?? Perché dal tuo commento mi pare proprio di no.
Comunque: per te questo disco vale 60 per me 80 per altri 70 o 50 o 90, quindi? Ognuno ha una sua opinione e nessuno la verità assoluta.
Poi se per te un gruppo storico può fare cacca e deve essere comunque valere cioccolata per me proprio no: io valuto un disco per quel che è, anzi proprio da un gruppo con anni sulle spalle pretendo tanto, dai Powerwolf mi aspetto questo, un disco divertente e piacevole, mica pretendo un Powerslave. Chi si accontenta gode! |
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@Metalshock: Ma possibile che tutti questi nomi storici facciano dischi uguali per i soliti che scomodano i grandi nomi? Ma dove? Se per non essere uguali devono cambiare genere a ogni disco allora...non se ne parla, per l'ascoltatore annoiato forse che vuole cambiare sempre genere senza passione. Possono cambiare repentinamente certe band queste che vengono individuate dalla casa discografica per piu' appetibili di altre e vengono convinte di scendere a patti e inserire le sonorita' che sono di mercato del momento (vedi machine head o altre), in fin dei conti i Powerwolf non sono da esempio a nessuno, devono ancora dimostrarlo se riescono, di creare pezzi che rimangono nella memoria della gente. Parlando dei nomi storici: gli Ac/Dc potrebbero fare un disco più adagiato e in silenzio proprio perche' non sono una band normale gli Ac/Dc, per quello che sono stati; come i grandi cantanti rinomati si possono permettere di andare fuori tempo, il che non possono farlo i pseudo-cantanti dilettanti che non sono talentuosi che se lo fanno pensano di fare i grandi per spocchia. Quest'ultimo purtroppo in musica succede spesso. I dilettanti che vanno fuori tempo ahah se vabeh. Guarda che quest'ultimo album l'ho ascoltato, più della sufficienza non prende, ha ragione il recensore. Il tuo solito 80 e' un esagerazione |
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@Obscure: ingratitudine?? Ma dai, siamo al punto in cui se nomini solo un nome storico per qualsiasi motivo in gruppi più o meno nuovi commetti sacrilegio?? E il prossimo passo qual'e', la santificazione da parte del Papa di questi gruppi storici?? Scusa ma qui si rasenta il ridicolo, specie quando non si fanno paragoni (e anche fosse che male c'è?) ma si nominano solo certi gruppi.... |
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Ma no, i Powerwolf non sono male, io li conobbi vedendoli dal vivo un po' di anni fa mi sembra più o meno agli inizi, mi colpirono subito, per la voce del cantante impettito quasi da soprano in stile power-dark bombastico. Ma il problema è l'ingratitudine a nominare certi nomi storici assoluti quasi a voler ergerli sopra ai nomi storici che non c'entra niente. La cosa bella di questa band è la teatralità a ripercorrere le tematiche religiose nel loro power diciamo sinfonico senza prendersi sul serio, quasi comico a volte, ma di certo se ora vendono tanto non è corrispettivo che sono sicuramente i nuovi paladini nel power metal...vendita non sta a bello o migliore. E' una sufficienza e finisce lì |
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Trovo che la scena metal odierna si prenda davvero troppo sul serio. Sono tutti rockstar, hanno tutti qualcosa di importante da dire. E allora ben vengano i Powerwolf, con la loro ignoranza senza pretese. In musica, classicissimo metallo tetesco con le chitarre che fischano, le orchestrazioni da balera e i ritornelli ultramelodici, nei testi, cazzoni all'inverosimile ("praise the saints for this erection", come volergli male?!?) e nel tamarrissimo look. Dimenticavo: nella playlist da running pompano di brutto! |
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@Galilee: a parte il fatto che quello che per te è cacca è quello che non ti piace e cioccolata viceversa, e che non tutti la pensano come te compreso il sottoscritto, la frase "Il power di matrice teutonica mostrato in The Sacrament of Sin non si schioda da quanto già sentito in tutti i precedenti LP sottolineando nuovamente come il solco in cui vanno collocati i Powerwolf sia quello degli AC/DC e dei Motörhead per ciò che riguarda il trademark monolitico: una loro innovazione sonora pare oggi davvero impensabile" è scritta in recensione e l'unica cosa che ho detto io è che non si giudica un disco, che sia una band storica o una nuova o meno conosciuta, solo se ripete le coordinate dei dischi precedenti ma solo se le canzoni ivi contenute sono buone o no. Per questo potrei dirti che, visti che li hai citati, per me For those about to rock, tolta la titletrack da dieci, è un disco da sei o meno, proprio perchè le canzoni sono deboli e non perchè sono ripetitive e gli ultimi dischi di Angus e soci sono da quattro perchè le canzoni fanno proprio schifo e non perchè sono quarant'anni che fanno lo stesso disco.
Nessuno, ripeto nessuno, ha detto che i Powerwolf, che non conosci...., sono dei fenomeni o saranno mai come i grandi gruppi del passato, ma un'onesta band che nel loro genere oggi sono tra i migliori, proprio perchè i vecchi gruppi tipo i Digger fanno dischi brutti da anni, i Gamma Ray idem e magari sono scomparsi, e di altri nuovi validi in giro non ve ne sono.
Nessuno ha paragonato band come Motorhead a Powerwolf ed è inutile continuare a polemizzare su una cosa inesistente quando vi è scritto da qualche parte il nome di una band famosa, anzi direi santa.
Eravamo partiti bene, io e te, da qualche tempo siamo sempre allo scontro, non capisco il motivo ma pazienza, però mi dispiace. |
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Sta storia dei dischi uguali non ha senso. Metal shock continui a confondere la cacca con la cioccolata. Tante band sfornano dischi simili ma che contengono un susseguirsi di capolavori, come Han fatto gli AC/DC fino a FTATR. Poi ci sono le band fotocopia che sfornano tanti dischi uguali e tutti nella norma. Ecco, prova a capire perché queste due tipologie di band vengono giudicate con parametri differenti. Nulla da dire sui powerwolf che non conosco e non mi interessano. |
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La migliore band degli ultimi anni...ehm...saranno simpatici, divertenti, ma per dire che sono i migliori soltanto per le vendite ce ne passa e di molto... |
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Come dice il recensore, anche io faccio parte di quelli che li considerano molto fumo e poco arrosto...o comunque arrosto stracotto. Che siano primi in classifica e che molti continuino a dire che insieme ai Sabaton sono il meglio che il power offre oggi, non fa altro che sottolineare la non brillantissima forma di cui gode il genere oggi  |
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Sono in disaccordo con il recensore (che mi sembra molto prevenuto) già a partire dalle premesse: secondo me, i Powerwolf sono tra le migliori band power degli ultimi anni; il suono d'organo sempre presente e le tematiche religiose aumentano la curiosità nei confronti nel gruppo, ma non sono assolutamente l'unica fonte di interesse. La ballad e stossgebet sono tra le canzoni che mi sono piaciute meno, mentre killers with the cross la trovo carina. Le canzoni migliori secondo me sono fire and forgive, incense and iron, nightside of siberia e fist by fist. Come voto darei un 75: la band si riconferma senza sfornare un capolavoro, ma sicuramente non è un flop, e il fatto che il sound sia sempre lo stesso, beh, non è certo un contro, lo è solo se le canzoni sono brutte, ma se sono belle che differenza fa se il gruppo cambia stile o no? |
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Alla fine ci si scontra sempre con le proprie aspettative, i propri gusti o le esigenze (di chi recensisce o ascolta un disco, non dell'artista/band) di evoluzione a tutti i costi.
E invece credo ci siano cose che non sono destinate a cambiare, soprattutto quando funzionano alla grande come scritto in apertura di recensione.
Personalmente ho approcciato questo disco senza "intellettualismi" progressisti, ma aspettandomi un disco power divertente, diciamo pure provocatoriamente ”per l'estate".
Ho trovato un album godibilissimo che regge per tutta la lunghezza, senza cali.
Oggi come oggi, questi Powerwolf e i Sabaton, se escono un po' dal fango di guerra degli ultimi due dischi, sono i migliori esponenti di un certo tipo di power metal.
Se dovessi metterci un numero sopra, per me e' un 80 pieno.
p.s. per sottolineare le differenze tra i punti di vista, quella schifosamente commerciale "Demons are a girl's best friend" è una hit assoluta con quelle tastiere over the top e il ritornello da perderci la voce, altro che amore capoeira  |
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Nessuno paragona i Powewolf a Motorhead o Ac/dc, ma si è preso il paragone con gruppi che nel corso della loro carriera hanno fatto dischi simili, i primi un po' i secondi in tutto e per tutto, per il fatto che anche i lupi fanno dischi simili. Imparate a leggere bene i commenti su dai non li interpretate. |
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Ennesimo album fotocopia di Blessed & Possessed, che a sua volta copiava da Preachers Of The Night. Ho capito avere una formula e andare avanti su quella, ma come i Sabaton, se i Powerwolf non finiscono di citare se stessi in continuo, finiranno col produrre dischi su dischi privi di ispirazione. E il paragone con i Motorhead non c'entra niente, basta mettere su Overkill e poi Rock N' Roll per rendersi conto che sono due dischi diversi.. |
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Fanno il loro senza essere geni musicali o i nuovi messia. Dischetto ascoltabile ! |
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A leggere certi paragoni con sti falegnami da 4 soldi mi si accappona la pelle...dove siam finiti ragass... |
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Sì però ragazzi io non ne voglio leggere di cose come i Powerwolf messi al livello di Motorhead e AC/DC. Quelli erano dei capostipiti e dei fuoriclasse e comunque col cavolo che i Motorhead hanno fatto sempre lo stesso disco. Questi non sono né fuoriclasse ne’ capostipiti di un bel niente. Sono un buon gruppo, divertente e piacevole ma se devi paragonarli a qualcuno che sia ai Grave Digger piuttosto o ad altri gruppi secondari e validi che fanno la felicità di tanti senza arrivare mai ai livelli dei Maestri, tra i quali annovereremo sempre Motorhead e AC/DC. Un minimo di proporzione ci vuole dai.... |
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Per me bravissimi in studio e dal vivo. Con l'unica ma IMPERDONABILE pecca di avere il basso registrato. Che NO. NO. NO.
Pur apprezzandoli non li andrò più a vedere finché non avranno un bassista (mai?). Il disco l'ho preso, in vinile. |
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Condivido ciò che ha detto Beta. Album che scorre via senza annoiare troppo. Voto: 77 |
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Mi trovo sulla linea di Beta: non saranno mai una band da leggenda e non hanno fatto ne faranno un capolavoro ma anche mai un brutto disco e dal vivo sono ottimi. Concordo anche con chi dice che anche altre band hanno fatto per anni lo stesso disco ma sono sempre state esaltate, Ac/dc su tutti, e così allora deve esserlo anche per i lupi, ed in ambito power oggi di meglio in giro non c'è. Per me il disco non contiene filler, anzi nella seconda parte da' il meglio di sé con Nightside of Siberia, che a me ha ricordato gli ultimi Accept, pezzo migliore. Voto 80. |
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10
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L'album per me è al 100 per 100 Powerwolf...per me basta e avanza. |
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9
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Non sono un fan del power, premetto, ma i powerwolf mi piacevano fino a qualche cd fa perche' li trovavo divertenti e con canzoni di facile assimilazione che mi esaltavano..ma ora x me sono diventati mono canzone..non e' questione di ripetere uno stile ben consolidato ma proprio di fare brani interscambiabili tra un cd e l'altro, un paio di pezzi che si discostano dal loro canovaccio ci sono (anche se la canzone in tedesco li fa diventare i rammstein del power) ma il resto e' solo riciclo..divertente quanto si vuole ma sempre riciclo e' (e ribadisco,non nello stile che e' giusto tenere ma proprio nel songwriting)...d'accordo sul voto ma anche con chi ha scritto che e' meglio sentire questo cd rispetto ad altri campioni del passato che con i loro ultimi album hanno partorito chiaviche immonde (e non mi riferisco solo al power di cui ripeto mi interesso poco) |
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8
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d'accordissimo con Ad Astra....ultimamente questo è l'unico gruppo di power abbastanza degno.
Che ne so esce una cagata dei Grave Digger o Gamma Ray dicono che è bella...quelle robe si che ultimamente hannoi fatto default.
Ma sembra che ormai la competenza se ne sia andata a viole.
Dare un 65 a questo sound ben compatto è mancanza di una certa cultura power... |
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7
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il solito concetto: se fanno musiche simili si ripetono (solo i motorhead potevano cit.), se invece cambiano osano troppo e fanno il passo più lungo della gamba.... me ne frego, ascolto e rimane unico gruppo power che nella tua "tamarraggine" riesco ad apprezzare. ai posteri l'ardua sentenza. |
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6
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Recensione fin troppo severa, un album in perfetto stile Powerwolf con qualche esperimento ottimamente riuscito (Incense&Iron, W.T.W.W.H.G. e Stossgebet, che tra l'altro sono anche le mie preferite). Prendersi un anno in più si è rivelata una scelta saggia, permettendo di elaborare meglio le idee e di creare qualcosa di un poco più impegnato. Direi che si tratta del migliore dai tempi di Blood of the Saints (di cui sono innamorato, visto che li scoperti grazie a S.W.D. e W.D.Y.B.), stacca Preachers of the Night e di poco anche Blessed and Possessed. Come voto direi che siamo su un 77/78, col tempo vedrò se crescerà o diminuirà, per ora ad ogni ascolto mi piace sempre di più |
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5
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Secondo me neanche loro si darebbero 88 come voto gruppo divertente soprattutto dal vivo, che ha trovato una sua formula e ora la ripete pedissequamente, a volte meglio a volte peggio. Sempre oscillanti da discreto a molto buono. Ottimi forse mai, ma alla fine come dice Beta ci sta bene un ascolto più facile e scazzone di quando in quando. Poi mi stanno simpatici  |
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4
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Non sono d'accordo con la recensione, per me questo è veramente un ottimo album, in cui non ho trovato alcun filler, bensì ottime canzoni (Killers with the Cross mi piace un sacco); concordo sul appunto fatto dal recensore sulla produzione, che ho trovato eccellente. L'unica critica che mi sento di muovere è che molte canzoni si somigliano, ma non è una cosa che disturbi più di tanto, anzi, essendo ottime canzoni si fanno apprezzare molto. Concordo sul fatto che Where the wild wolf have gone e Stossgebet siano i migliori pezzi del lotto. Voto tra 85 e 90, direi un 88. |
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3
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Premetto che non li ascolto, ma ho avuto modo di ascoltare un paio di loro full length; perchè "sopravvalutati?
Loro e Sabaton, attualmente , sono il TOP nel Power Metal attuale; quando seguivo assiduamente il genere, il TOP erano Stratovarius e Blind Guardian e, ancora prima, chi il genere lo aveva inventato , gli immensi Helloween.
Perchè erano il TOP? Perchè probabilmente erano coloro che riuscivano nel migliore dei modi a trovare la giusta formula che legava melodia e cavalcate in doppia cassa.
Probabilmente , nell'attuale scena Power, il meglio ora è proprio dei Sabaton e Powerwolf, volenti o nolenti. |
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2
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Io conocordo abbastanza con alcuni punti della recensione, ma sono in disaccordo su altri. Posso dire che il mio giudizio su questo disco è decisamente positivo: Nòesis ha sottolineato una cosa sacrosanta di questa band, cioè che gioca le solite carte di ritornelli vincenti, accattivanti e radiofonici, utilizzando i soliti stilemi di contorno. Tuttavia ho trovato che, pur muovendosi nel loro territorio di sicurezza, siano riusciti comunque a sfornare un album trascinante e ben fatto, anche grazie ad alcuni pezzi che si stagliano sopra gli altri (la ballad e Stossgebet, come ha fatto notare il recensore). Io, a differenza di Simone, non trovo che ci siano filler (anzi, Killers with the Cross per me è un pezzo piuttosto bellino), ma, semplicemente, una serie di canzoni estremamente "catchy", per così dire. E' un album che si fa ascoltare bene e, come diceva Nòesis, senza troppi sbalzi emotivi: nel mio caso (e penso sia lo stesso per chiunque apprezzi questa band) mi sono tenuta su un livello di attenzione alto e di trasporto "facile". Ad eccezione della ballad (che mi ha emozionato) le altre canzoni mi hanno tenuta alta l'attenzione per le melodie vincenti e i ritmi sostenuti. Mai una discesa verso il basso. Il mio voto è piuttosto alto, tra 75 e 80, perché trovo che il disco riesca bene nel suo intento di trascinare per 45 minuti-un'ora senza far fare fatica all'ascoltatore; e a me fa piacere avere qualcosa di "easy listening" da alternare alla musica più complessa. Un po' troppo tragico, forse, l'ultimo paragrafo: secondo me questa band va presa per com'è, cioè un gruppo di caciaroni che riesce bene nel divertire. Diventare leggende? Mah, la vedo dura. Ma mi rendo conto che ci saranno indubbiamente un sacco di fan sfegatati che, come dice Nòesis, andranno avanti nell'adorazione, a mio avviso esagerata: anche in questo caso, i Powerwolf vanno presi per come sono, senza dargli meriti eccessivi. Ed in questo contesto vanno valutati; il mio giudizio si basa proprio su questo contesto. |
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Le fotocopie vanno bene...ma ormai fan fotocopie sbiadite. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fire & Forgive 2. Demons Are a Girl’s Best Friend 3. Killers with the Cross 4. Incense & Iron 5. Where the Wild Wolves Have Gone 6. Stossgebet 7. Nightside of Siberia 8. The Sacrament of Sin 9. Venom of Venus 10. Nighttime Rebel 11. Fist by Fist (Sacralize or Strike)
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Line Up
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Attila Dorn (Voce) Matthew Greywolf (Chitarra) Charles Greywolf (Chitarra, Basso) Falk Maria Schlegel (Tastiere) Roel Van Helden (Batteria)
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