|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
23/11/2018
( 1903 letture )
|
Una copertina dal sapore tanto retrò quanto evocativo presenta il primo full-length degli statunitensi Haunt, con una giovane donna incappucciata che sembra domare un fuoco con le mani sotto una notte stellata. La band aveva in realtà debuttato l’anno precedente con l’EP Luminous Eyes, realizzato di fatto dal solo Trevor William Church che per il presente Burst into Flame ha radunato attorno a sé una band vera e propria, rimanendo a occuparsi “soltanto” di voce e chitarra.
Le atmosfere evocate dalla cover sono azzeccate nell’inquadrare il mood della musica degli Haunt: un heavy metal tradizionalista, melodico e frizzante che guarda specialmente alla NWOBHM ma con una patina oscura che conferisce alla musica un appeal decisamente dark, mistico e vagamente epico. Il sound è volutamente grezzo e ben si sposa con l’atmosfera, retrò e anni Ottanta a tutto tondo. Nove canzoni per trentasette minuti, tutte di una durata tra i tre e i quattro minuti, tutte di struttura lineare e tra loro abbastanza simili. I singoli membri della band si comportano bene anche se senza mai strafare, con le chitarre galoppanti, melodiche e vivaci che si sposano benissimo con la voce pulita ma sbarazzina di Church. I brani non sono complessi e l’intero Burst Into Flame scorre via nell’ascolto senza intoppi (anche grazie al minutaggio non certo elevato), ma ci sono sicuramente degli episodi che rimangono più impressi di altri, come giustamente la title track, uno dei momenti più martellanti e sostenuti, ma anche sinistri. L’incipit melodico di Crystal Ball è semplicemente squisito; Reflectors ha invece un incedere sostenuto, che culmina perfettamente in un chorus ammiccante e quasi ruffiano. Ancora, Wanderlust è uno dei pezzi più gustosi e coinvolgenti della tracklist e anche Heroes o la conclusiva The Looking Glass contribuiscono a tenere alta l’asticella della qualità dell’album, nonostante non siano altro che leggere variazioni sul tema di quanto sentito fino a poco prima.
Burst into Flame è un gradito tuffo nel passato, che anche grazie alla produzione ruvida suona tranquillamente come un prodotto che potrebbe essere uscito all’inizio degli anni Ottanta. Gli Haunt si dimostrano dei musicisti capaci, in grado di scrivere una manciata di buone canzoni che riescono a intrattenere benissimo chi ama determinate sonorità, anche al netto di qualche brano meno riuscito, che comunque non intacca la qualità media dell’album. Tuttavia, il punto di forza dei Nostri non sta tanto nel songwriting quanto nello stile, che per quanto sia assolutamente tributario afferma una bella personalità: tanta melodia, energia, calore e vitalità si uniscono a sensazioni magiche ed esoteriche; suggestioni quasi medievali viste attraverso la lente impolverata degli anni Ottanta. C’è anche da dire che l’album dopo un po’ di ascolti tende a farsi mettere da parte, ma la sua bontà e l’entusiasmo che vi si sente dietro non vengono mai compromessi. Un esordio quindi sicuramente riuscito, anche se per il suo successore si auspicano dei miglioramenti nel songwriting (comunque già discreto) e nella varietà interna dell’album.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Sufficiente e bel dischetto degli Haunt senza pretese, Burst into Flame sembra come spunto all'heavy metal 'king diamondiano' con coretti vocals in falsetto misto al catchy dell'heavy metal british, Crystall Ball patinata oscura soprattutto vocale si trova anche negli osannati e pluricitati metal/rock ghost ma loro molto più radio friendly, strumentalmente heavy metal molto validi datato anni '80 guardando solo a certi valori old school. Andando avanti si capisce le direttive che vogliono intrapendere sulla scia Angel Witch, la voce dà quel non so che di doomy maculato da vocals apparentemente candida da tradizione, oltre il fatto che il cantante, chitarrista, ho visto che ha una band doom credo classic in parallelo, andrò ad ascoltare qualcosa. Disco comunque che può sembrare con diverse tracce molto simili tra di loro come dice il recensore, ma credo di dissentire che con diversi ascolti si riesce ben a distinguerle, si riesce a scoprire ogni differenza all'interno di questo debutto discreto, ma che è più che discreto, non lo sottovaluterei questo primo debutto full-lenght seguito da un EP un anno prima dal nome Luminous Eyes senz'altro da adorare degli Haunt che nel tempo sarà a loro favore. Per adesso le migliori: Burst into Flame, Reflectors, My Mirage, Heroes...72...al prossimo e imminente disco |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Burst Into Flame 2. Crystal Ball 3. Reflectors 4. My Mirage 5. Wanderlust 6. Frozen in Time 7. Heroes 8. Can’t Get Back 9. Looking Glass
|
|
Line Up
|
Trevor William Church (Voce, Chitarra) John Michael Tucker (Chitarra) Matthew Wilhoit (Basso) Daniel Wilson (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|