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27/04/25
THE LUMINEERS
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Whiplash - Insult to Injury
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28/03/2020
( 1792 letture )
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Se volgiamo il nostro sguardo al mondo del thrash metal sono innumerevoli i gruppi con cui dobbiamo obbligatoriamente fare i conti: Bay Area o Ruhr, NY o Essen non cambia l'assunto, da una parte e dall'altra abbiamo due stili diversi per sonorità specifiche, che solo noi fans possiamo cogliere poiché un ascoltatore casuale non avrebbe l'orecchio adatto a recepirle, ma simili per attitudine. Oggi ci concentriamo su una band dai forti connotati californiani, a livello di sound, ma nata e cresciuta nel New Jersey, che viene generalmente annoverata tra le realtà cosiddette minori del sottogenere ma egualmente in grado di sfornare prodotti di alto livello, i Whiplash. Già dal moniker utilizzato dovrebbe essere limpida a tutti l'influenza primaria dei Nostri, un'influenza che assieme a quella degli Slayer ha modellato probabilmente la totalità delle creature thrash nate dopo di loro. Il combo fondato dal batterista Tony Scaglione nel lontano 1984 non fa eccezione e assume in sé tutte le principali caratteristiche che rendono appetibile una certa proposta: riffing "estremo" (c'è di peggio ma entreremmo in altri lidi), assoli-flash di chitarra, vocalizzi che centrano poco con il canto vero e proprio ma contribuiscono ad alimentare il senso di violenza generale, ritmiche serrate. Dopo due LP diventati in breve tempo piccoli cult del genere stesso, il gruppo di Passaic incide quello che sarà, per diversi motivi, il punto di svolta della propia storia, vale a dire il qui presente Insult to Injury, primo album ad ospitare dietro al mic non più il mestierante Tony Portaro, maggiormente a suo agio con gli strumenti a corda, bensì la new entry Glenn Hansen; dicevamo, punto di svolta in primis perché le scarse vendite ad esso correlate provocheranno il primo split tra i tanti avvenuti negli anni a venire e poi perché fu la conclusione ideale di una trilogia di lavori come se ne sono viste poche, per coerenza e costanza di risultati, iniziata con il celebre Power and Pain e proseguita con l'altrettanto importante Ticket to Mayhem.
Non v'è migliore modo di recensire Insult to Injury che descriverne le fulminanti tracce, partendo da un'apertura che definiremmo iconica: Voice of Sanity presenta una struttura lineare, come l'intero platter richiede, dove gli elementi che spiccano ad un primo ascolto, voce e basso, non sfigurerebbero se inseriti in una qualsiasi canzone di Fade to Black, del quale si ricalcano qui le sembianze a livello di sound. Tony Bono fu un componente importantissimo dei Whiplash, basti pensare la sua importanza (e di conseguenza quella del suo quattro corde) sul suono della band e l'inizio di Hiroshima lo può confermare senza problemi; quella che è tra le migliori composizioni del lavoro si distacca temporaneamente dai 4 Horsemen e abbraccia stilemi US speed, facendo finalmente salire in cattedra l'altro Tony per un lavoro di chitarra magistrale. Arriviamo alla title track e anche qui non si può dire nulla di negativo, una rasoiata rapida e indolore (magari!) con la chitarra di Portaro che fungerà da modello per le scorribande future di un certo Dimebag Darrell e il drumming preciso di Cangelosi a dettare i tempi. Dopo una Dementia Thirteen che non si distingue per determinati pregi ma continua sulla falsariga di quanto già udito ci imbattiamo in un'altra grande canzone che prende il nome programmatico di Essence of Evil, incalzante come poche nel rappresentare veramente il "male" sotto forma di aggressività sonora. In un amen siamo già a metà di Insult to Injury, ma il cosiddetto "side B" non ha alcuna intenzione di essere un ripiego o una ruota di scorta di quello A: ecco dunque che Witness to the Terror, con le risate maligne poste in avvio, si sviluppa su "disegno" di una struttura ritmica indemoniata che integra al meglio le escursioni soliste di Portaro, musicista che non rientrerà mai nelle classifiche dei migliori e più influenti chitarristi di sempre ma si è saputo comunque costruire uno stile più che appropriato per il genere qui proposto. Si procede con Battle Scars e con gli ennesimi grezzi vocalizzi di un Hansen incredibilmente a suo agio (curioso che a molti ammiratori del gruppo, ai tempi, questo innesto in lineup non piacque), a ruota seguita da Rape of the Mind, connubio tra il solito speed/thrash e una punta di sleazy/street per ciò che attiene le linee melodiche; anche qui non si può far altro che constatare la totale assenza di veri e propri punti deboli, tutto scorre a meraviglia tenendo l'ascoltatore in perenne stato di allerta. La strumentale Ticket to Mayhem/4 E.S. ci conduce alla conclusione di questo LP datato 1989 e della prima parte di carriera, gentilmente offerta dall'epitaffio nominato Pistolwhipped, degno grand finale che condensa in tre minuti tutto ciò che è già stato scritto.
Insult to Injury, prodotto dal proprietario dei Morrisound Recording Studios di Tampa Tom Morris (con l'ausilio di Scott Burns) ed edito per la Roadracer, in definitiva si pone come esempio perfetto per la comprensione delle potenzialità massime di un particolare genere musicale. I Whiplash, sebbene fecero ancora meglio con la doppietta precedente, hanno chiuso l'epoca d'oro del thrash in maniera portentosa, purtroppo rimane il rammarico delle scarse vendite e del poco successo da loro ottenuto, dovuto forse anche alla agguerrita concorrenza del periodo; nulla ci vieta però, attualmente, di riscoprire materiale di questo tipo e di tributargli una doverosa riconoscenza.
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10
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Esiste Joe Cangelosi e la gente deve continuare a parlare di Ulrich?? Suvvia... |
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9
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Hard n heavy il tuo commento su cult of one mi ha incuriosito e l'ho ascoltato..mi si è aperto un mondo. Un album moderno, melodico e suonato da dio. Perchè nessuno ne parla? Redazione di metallized mi piacerebbe sapere il vostro parere sul suddetto disco, per me è stata una scoperta meravigliosa |
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8
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recensite pure quel capolavoro assoluto di Hard’N’Heavy ''cult of one'' pietra miliare dell'heavy metal pensante! |
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7
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Per me , non il loro capolavoro, un 70 ci sta, ma disco che un po' mi stanca... |
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6
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Grandissimi Whiplash, chiaro che non è ai livelli di power, ma pezzi come Hiroshima e witness to the terror sono formidabili. Peccato che manca la recensione di thrashback che, a mio parere, è un loro piccolo capolavoro considerando l'anno di uscita nel 1998, la decade che vide capitolare molte band più acclamate di loro. Grandi Whiplash |
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5
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Nettamente inferiore ai primi due (tra i quali power and pain è da 100 netto), l’ho sempre trovato un po’ sottotono. Per me 72 |
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4
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....una ottima band....che ha prodotto buona musica....per chi non li conosce....procuratevi i loro dischi.... |
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3
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Album magari meno irruento e più ragionato dei predecessori, ma per me niente affatto inferiore. Questo forse è il prodotto di una band definitivamente maturata (il che non vuol dire per forza il migliore). Comunque per me i primi 3 album sono tutti da avere. Meravigliosa Essence of Evil. Da sottolineare la gran bella prova della sezione ritmica Bono/Cangelosi. Voto 85 |
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2
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più orecchiabile dei precedenti, voce diversa. Ma ottimo album. |
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1
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Ah..... Ecco trovata anche la sezione "come eravamo"....c'è proprio tutto on questo sito..... Complimenti!
Vedendo di chi si parla devo per forza tornare molto indietro nel tempo quando ero un Thrasher incallito e divoravo quotidianamente dischi su dischi con il classico spaccio di cassettine all'interno della immensa comitiva di "gentaglia" che frequentavo e sporadicamente mi sono anche imbattuto nei Whiplash....quasi esclusivamente con il secondo e terzo disco però.... Sinceramente non impazzivo per loro, bravi si ma non ci trovavo quel qualcosa in più..... Onestamente ci trovavo più similitudini con Anthrax e Testament che con i Four Horsemen.
Però una band thrashettara di miei amici eseguiva la cover della title track di questo disco recensito.... Spaccava!
Un capolavoro che uscì l'anno prima per me è l'esordio dei Forbidden.... Molto più ascoltato! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Voice of Sanity 2. Hiroshima 3. Insult to Injury 4. Dementia Thirteen 5. Essence of Evil 6. Witness to the Terror 7. Battle Scars 8. Rape of the Mind 9. Ticket to Mayhem/4 E.S. 10. Pistolwhipped
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Line Up
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Glenn Hansen (Voce) Tony Portaro (Chitarra) Tony Bono (Basso) Joe Cangelosi (Batteria)
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