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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4974 letture )
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Anche il più giovane adepto della nu-metal generation non potrebbe avere difficoltà alcuna a capire con chi ha a che fare, scorrendo il curriculum dei Whiplash, dal New Jersey. Le enciclopedie li classificano alla voce 'thrash' metal, l'anagrafe li vede sorgere nel 1984, la discografia parla di sette album in carniere, il moniker spiega da solo una tonnellata di altri aneddoti intrisi di underground, intrisi di violenza sonora e birra a fiumi. Power And Pain, Ticket To Mayhem: provate a nominare questi due titoletti ad un qualsiasi appassionato di thrash anni '80, probabilmente inizierà a pogare contro il muro in assenza di altri headbangers. Riassaporata la grandeur di questa band culto mai approdata alla gloria mainstream, però, è giusto completare per dovere di cronaca l'introduzione a questo Unborn Again sottolineando il fulmineo declino intrapreso dall'ensemble a stelle e strisce col tramontare dei Nineties, coinciso con Thrashback, l'album che resta l'ultimo in studio per undici lunghi anni. Il revival del thrash genera l'atteso comeback, ma questo si rivela -come vedremo- un capitolo purtroppo sottotono.
Thrash metal nella sua accezione più divertente: spasso e delirio a folle velocità caratterizzano a sprazzi Unborn Again, in una martellante rincorsa di riff frenetici, melodici e impazziti. Non c'è troppo spazio per la rabbia o la furia fini a se stesse, nè per strutture troppo elaborate; si va dritto al sodo, talvolta mancando il colpo decisivo e talvolta ottenendo un risultato più che apprezzabile. Non si tratta dunque di un disco eccezionale, ma più che altro di un prodotto discreto con qualche freccia velenosa al proprio arco: naturalmente stiamo parlando dei pezzi più isterici e veloci presenti nel platter, Float Face Down, Pitbulls in the Playground e Feeding Frenzy. La prima citazione se la merita quell'esplosione orgasmica a folle velocità che risponde al nome di Float Face Down, una pioggia di riff taglienti e schizofrenici che portano a mille l'adrenalina e l'headbanging; speciale è anche Pitbulls in the Playground: godimento assicurato, impossibile stare fermi di fronte alle vocals nevrotiche e agli assoli scintillanti proposti dal duo Tony Portaro-Ricky Cangelosi. L'ultima vera mazzata è la conclusiva Feeding Frenzy, un'imbizzarrita galoppata di riff cerebrolesi. Stacchi e stop'n'go fanno il resto, anche se appare troppo prolissa la parte rallentata che antecede l'accelerazione finale. Al di là di questi tre pezzi bollenti, però, il piatto di Unborn Again appare un pò striminzito: i marpioni del New Jersey tentano di far decollare i ritmi col thrash caotico e le vocals cacofoniche di due pezzi introduttivi non stratosferici, poi rallentano improvvisamente (Firewater, troppo cadenzata nonostante un riff portante gradevole) e provano a calare un poker d'assi decisivo: due speed song delle tre citate in apertura, una godibile strumentale (Parade of Two Legs) e la non velocissima Fight or Flight, che mette in primo piano la voce ubriaca di Portaro; prima del finale arrembante, c'è spazio per una traccia potente ma noiosa come Hook in Mouth e per il groove allegro e rolleggiante di I've Got the Fire, cover di una vecchia rockband come i Montrose. Nel complesso, un dischetto accattivante ma senza grosse pretese, che nulla aggiunge al palmarès del combo americano.
Whiplash attesi al varco, a dieci anni dall'ultimo studio album: la ghigliottina della critica e dei fans, però, non resterà immacolata. Tony Portaro ce la mette tutta, con la sua voce simpaticissima, a caricare l'adrenalina tra i solchi del platter, e le stesse chitarre suonano aggressive distillando energia liquida con grande semplicità e immediatezza; tuttavia manca qualcosa, a questo Unborn Again, forse un pizzico di cattiveria, probabilmente un pugno di potenza, certamente qualche altra canzone veloce e urticante in più, da preferire ai troppi pezzi standardizzati; del resto, di thrash metal stiamo parlando! L'album merita un ascolto, le tre canzoni migliori anche più d'uno: ma nel complesso il ritorno dei thrashers del New Jersey lascerà un pò di amaro in bocca, perchè tre-quattro buoni brani non possono essere sufficienti a rendere 'ottimo' un disco.
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5
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speravo in un thrashback 2, ovvero una decina di canzoncine thrash piacevoli all'ascolto che col tempo si dimenticano facilmente, invece i dieci brani di unborn again sono quasi irritanti. Bocciato! Voto: 50 |
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4
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Praticamente d'accordo col recensore, magari una sufficienza risicata la strappa, ma alla fine disco mooolto evitabile a meno che non si è dei fans inguaribili della band. |
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3
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Decisamente d'accordo con le recensioni, un album stantio, poca spinta, pezzi che lasciano davvero l'amaro in bocca avrei dato anche 50 perchè è quasi un insulto agli album fantastici creati da questa band. Altro come back evitabilissimo. |
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2
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Io ho sentito giusto le tre migliori che hai citato e mi sembrava ottimo...la dimostrazione che un disco va ascoltato nell'insieme |
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1
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Uhm peccato, lo ascolterò comunque appena riuscirò a procurarmelo, ma se sarò d'accordo con la tua recensione mi dispiacerà non poco per i mitici Whiplash! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Swallow the Slaughter 2. Snuff 3. Firewater 4. Float Face Down 5. Fight or Flight 6. Pitbulls in the Playground 7. Parade of Two Legs 8. Hook in Mouth 9. I’ve Got the Fire 10. Feeding Frenzy
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Line Up
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Tony Portaro - Guitar/Vocals Joe Cangelosi - Drums/Vocals Rich Day Bass - Bass/Vocals
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