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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Anaal Nathrakh - Endarkenment
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03/10/2020
( 2352 letture )
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Puntuali come succede da qualche uscita a questa parte, gli Anaal Nathrakh pubblicano Endarkenment a due anni di distanza dal precedente A New Kind of Horror. Il duo inglese formato da Irrumator e V.I.T.R.I.O.L. Non accenna a cambi di formazione e con il passare degli anni hanno dimostrato di non volersi più smuovere dallo stile, unico e particolare, costruito con Eschaton (2006), da molti considerato il loro capolavoro o comunque l'album più rappresentativo del duo.
E tutto sommato possiamo dire che da quel disco, i due non si sono mai mossi più di tanto; trovata la formula perfetta, gli inglesi hanno continuato a riproporla senza mai azzardare un qualche piccolo cambiamento di sorta. Un male? Non necessariamente, ma se c'è qualcosa che si nota (o riconferma) con il nuovo Endarkenment è che la proposta stia perdendo un po' di fascino e non riesca più a stupire come prima. Detto questo, è probabile, e anche giusto, che chi dagli Anaal Nathrakh cerca questo e solo questo, non avrà nulla da ridire sul nuovo lavoro; come sempre, ci vuole pochissimo per essere tirati dentro un lavoro degli inglesi, che grazie a dei riff incalzanti e delle soluzioni melodiche che sono ormai marchio di fabbrica, difficilmente falliscono nell'impresa di fallire l'inizio del lavoro. Fin dalla prima traccia incontriamo lei, quella che ha resto il gruppo qualcosa di speciale: la voce pulita. Sempre carica d'epicità e sempre inserita come ritornelli, la voce di V.I.T.R.I.O.L. riesce a distanza di anni a “toccare qualcosa”, e che crea sempre un particolare contrasto con le sempre dominanti atmosfere apocalittiche della proposta. Non mancano poi continue variazioni per quanto riguarda il growl e lo scream, che passano dalla disperazione al pig squeal più inascoltabile e cavernoso (in alcuni punti raggiunge tonalità incredibili). Le canzoni sono poi costruite secondo i classici canoni del gruppo, con principalmente serrati, velocissimi, che ogni tanto si riempiono di legati in grado di far sembrare il tutto ancora più veloce. Gli aspetti più teatrali dei pezzi vengono enfatizzati non solo dalla voce pulita, ma anche da trovate come cori, tastiere ed effetti vari (The Age of Starlight Ends). I due si concedono qualche rallentamento lasciando spazio a dei brani dal tocco molto moderno come Libidinous (A Pig with Cocks in Its Eyes) e qualche riff meno tirato utilizzato per dare risalto ad assoli (tanti) e qualche momento “da pogo”, ma come sempre, a fare da padrona è la violenza sonora che non guarda in faccia a nessuno. Se c'è qualcosa che forse non convince e che dimostra quanto si diceva poco sopra, è che ogni tanto si ha la sensazione di déjà vu, con riff che sanno di già sentito. Stessa cosa per la qualità di alcuni brani, un po' al di sotto di altri e che tolgono mordente ad un lavoro così esplosivo (Beyond Words, Singularity, Punish Them). A colpire però, sono sempre i brani in cui V.I.T.R.I.O.L. si erge a figura centrale grazie alla sua voce, in modo particolare restano da subito in testa i ritornelli della titletrack, di Feeding the Death Machine e di Create Art, Though the World May Perish, quest'ultimo carico di un senso di nostalgia tutto particolare.
Rimanere delusi dal nuovo album degli Anaal Nathrakh è impossibile, ma al tempo stesso è bene tenerne a mente i punti deboli, almeno se siete tra chi vorrebbe un cambiamento, anche piccolo, nella proposta. Dalla loro parte ci sono però fattori come la capacità di divertire sempre, di avere dei suoni e delle produzioni che definire, tanto per restare in tema, atomiche è poco. Così come vent'anni di carriera e ormai undici album, tutti pubblicati ad intervalli di uno/due anni di distanza l'uno dall'altro, e non è una cosa da sottovalutare. Pur tenendo questo a mente, è evidente che i due non siano proprio in grado di fare un album “brutto”. Prendere o lasciare.
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7
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Probabilmente il loro apice compositivo assieme a The Whole of The Law. Album che racchiude e sugella la storia della loro discografia. Tutto è ben amalgamato qui, e con eccellente maestria. Hunt stratosferico. Si passa dall'inferno al paradiso in un attimo. Alzate il voto che ci troviamo dinanzi ad una delle migliori uscite dell'anno. Chapeau. |
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6
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La perfetta sintesi del loro olocausto sonoro. Vitriol mostruoso anche se aiutato dagli effetti. Forse da annoverare tra i loro migliori lavori. |
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5
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Ciao Marco. A me piace moltissimo. Per me c'è tutto e anche a livello pezzi lo trovo estremamente omogeneo e cwntrato. Vero è che gli AN mi piacciono parecchio... ma è da un po' che non sentivo niente del genere!!! Un abbraccio. M. |
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4
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Macchine da guerra, una garanzia |
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3
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miglior uscita del 2 ottobre .Voto 90. |
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2
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A me la produzione non è piaciuta, appiattisce troppo il sound; ma questa non è epoca per me, riguardo queste cose. |
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1
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Album davvero pazzesco, super produzione curatissima come al solito e quei crescendo carichi di epicita con le voci pulite sono un qualcosa di unico. A parte la copertina con la testa di maiale che proprio è pacchiana (secondo me col loro approccio musicale ci vedrei benissimo un dipinto di Paolo Girardi) resta davvero uno dei migliori album della loro discografia. 85 per me |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Endarkenment 2. Thus, Always, to Tyrants 3. The Age of Starlight Ends 4. Libidinous (A Pig with Cocks in Its Eyes) 5. Beyond Words 6. Feeding the Death Machine 7. Create Art, Though the World May Perish 8. Singularity 9. Punish Them 10. Requiem
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Line Up
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V.I.T.R.I.O.L. (Voce) Irrumator (Chitarra, Basso, Programming)
Musicisti ospiti: Jason Suecof (Chitarra sulla traccia 6) Corpse Dick (Chitarra e tastiere sulla traccia 8) G-Rash (Chitarra sulla traccia 10)
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RECENSIONI |
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