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27/04/25
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TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Budgie - In for the Kill!
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03/07/2021
( 1099 letture )
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Avevamo già parlato di In for the Kill! nel 2016 in occasione dell’uscita del cofanetto della MCA (qui trovate un’accurata analisi, The MCA Albums 1973 - 1975 - In for the Kill), il quale racchiudeva i tre album dei Budgie usciti proprio nel periodo 1973-1975. Ascoltando questo, così come altri lavori del trio gallese, risulta evidente il loro contributo nella nascita e sviluppo di un certo tipo di heavy metal, in particolare di quello operato di lì a pochi anni dalla nascente corrente della NWOBHM. I Budgie anticipano in un certo senso la scuola dei “rivali” Inglesi. Non va dimenticato però che la band si forma nel 1967 e fa uscire il primo disco nel 1971, perciò le radici affondano essenzialmente nel blues. Nel corso degli anni 70 divengono autori di notevoli prodotti hard rock, pur non ottenendo neanche lontanamente i riconoscimenti di alcuni loro connazionali. Che la poca notorietà e le esigue vendite siano state colpa della sfortuna, di una concorrenza spietata o di altre cause non verrà mai chiarito, sta di fatto che siamo di fronte ad un gruppo che ha raccolto meno di quanto seminato. Basta prendere ad esempio questo album, riportato solo parzialmente alla ribalta dai Metallica nel 1998 con Garage Inc., grazie alla cover di Crash Course in Brain Surgery.
In for the Kill! esce nel 1974 e percorre tutto ciò che il rock duro poteva proporre in quegli anni, andando persino oltre. Pete Boot sostituisce Ray Phillips alla batteria mentre a comporre i brani è sempre il collaudato duo Shelley-Bourge. Conosciamo Crash Course in Brain Surgery, ri-registrata ed inserita in questo album, ma già pubblicata nel 1971: canzone che rispecchia fedelmente il futuro motto “louder, harder, faster” (pensate anno 1971…). Il resto del platter è un gradevolissimo hard rock da assaporare in tutte le sue forme e varianti, i Budgie infatti dimostrano di poter spaziare in lungo e in largo nel proprio campo di competenza. Si va dall’essenzialità del rock’n’roll e del blues primordiale (Running from My Soul), alla psichedelia (la spettacolare Wondering What Everyone Knows). Hammer and Tongs è un pezzo fantastico tanto che non stonerebbe nella discografia degli Zeppelin vista la proposta, ma si fa notare anche per l’utilizzo spettrale del basso che rende le atmosfere inquietanti. Se il modo di suonare lo strumento vi ricorda qualcuno che ci ha lasciato troppo presto, non dimenticatevi dell’amore dei Metallica nei confronti di questo gruppo! Costruzioni ritmiche egregie, bassi pulsanti e voce riecheggiante alla Robert Plant caratterizzano la title track; la lunga Zoom Club mette in mostra il talento di Tony Bourge e offre un assist al bacio per le litanie malevole che King Diamond metterà in mostra qualche anno più tardi con i Mercyful Fate. L’altrettanto duratura Living on Your Own conferma le abilità dei musicisti e la capacità di variare nei meandri del rock persino all’interno dello stesso pezzo.
Album da apprezzare sia per la qualità intrinseca, sia per l’influsso che avrà su alcuni gruppi futuri. Definiti da molti proto metal, sicuramente i Budgie al pari dei Led Zeppelin, percorrono il sentiero tracciato da gruppi come Yarbirds e Humble Pie, riprendendo da loro quella irrefrenabile voglia di alzare sempre più il volume dell’amplificatore. Sono stati precursori, considerati maggiormente dagli addetti ai lavori piuttosto che dai fruitori di musica rock, ma un album come In for the Kill meriterebbe ascolti di massa.
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4
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Grande band, ottimo disco ma Never turn your back on a friend e' di poco superiore |
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3
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Album stupendo, il migliore per me assieme a Never Turn Your Back...gruppo splendido |
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2
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Forse il miglior disco di questa grande band sottovalutata. |
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1
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Nulla nei confronti del recensore che anzi è tra i miei preferiti per modo di scrivere, ma mi sfugge il senso di riproporre la recensione del disco. L'altra è fatta bene e non è tra quelle da sostituire. Con tutti i "Rispolverati" ehm...da rispolverare (Free, Grand Funk, Golden Earring, Gillan in ogni sua versione) da lettore che apprezza il sito mi trovo perplesso. Album ovviamente bellissimo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In for the Kill 2. Crash Course in Brain Surgery 3. Wondering What Everyone Knows 4. Zoom Club 5. Hammer and Tongs 6. Running from My Soul 7. Living on Your Own
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Line Up
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Burke Shelley (Voce, basso) Tony Bourge (Chitarra) Pete Boot (Batteria)
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RECENSIONI |
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