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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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A Day to Remember - You’re Welcome
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12/07/2021
( 876 letture )
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Un tracollo difficile da digerire eppure, col senno di poi, le premesse erano sotto gli occhi di tutti e non lasciavano presagire nulla di buono: prima l’EDM del singolo Rescue Me con il dj/produttore Marshmello, a seguire la firma con l’etichetta Fueled by Ramen (storica promotrice della Third Wave dell’emo) e infine la brillante idea di McKinnon di farsi affiancare nella produzione da figure come Dan Book e Colin Brittain, abituati a collaborare con gente come All Time Low, 5 Seconds of Summer o addirittura Britney Spears. Previsto inizialmente per fine 2019, You’re Welcome ha visto la luce solo quest’anno causa ulteriori ritardi nel missaggio e nella creazione dell’artwork, ma si può subito dire che un’attesa tanto lunga non è stata affatto ripagata. Gli A Day To Remember, maestri indiscussi dell’easy-core, non sono più loro e si fa una gran fatica a riconoscerli: la formula brevettata di metalcore e pop punk, a parte sporadiche eccezioni, ha lasciato il posto ad un guazzabuglio di alternative rock annacquato, puntellature elettroniche e pop ultra-commerciale, trasformando così una storica band della NWOAHM in un clone di gruppi soliti presidiare le stazioni radio (anche nostrane) quali Imagine Dragons, One Republic e Twenty One Pilots.
La concitata Brick Wall - buonissimo esempio di post-hardcore incrociato al rock alternativo scandito da melodie grintose e breakdown - è una dolce illusione poiché la nuova veste degli ADTR non tarda a manifestarsi nel pop rock inoffensivo di Mindreader e ancor di più in Bloodsucker, sfacciato modern pop fatto di chitarre “spagnoleggianti”, coretti superflui e, per non farsi mancare niente, pure un drumbeat infuso di reggaeton (parole del frontman); vorrei dire che è un completo disastro, ma la prova maledettamente catchy di McKinnon in fondo in fondo me la fa apprezzare. La band, in apparenza, sembra comprendere di aver fatto un passo più lungo della gamba e come rimedio propone Last Chance To Dance (Bad Friend), feroce ritorno al passato metalcore. Riff aggressivi, scream convinto e un bel breakdown, peccato solo che la parte in cantato pulito sia epurata del vibe pop punk da sempre loro marchio di fabbrica, altrimenti il pezzo avrebbe potuto essere inserito anche in uno qualsiasi dei dischi precedenti. Purtroppo, quanto appena ascoltato assume le sembianze di un piacevole quanto labile fuoco di paglia, in quanto il resto della tracklist propone una sconfortante deriva mainstream pop di cui resta ben poco da salvare: l’allegra naïveté di High Diving, l’ibrido pop rock elettronico con richiami post-core nelle harsh vocals e nel breakdown di Resentment, il piglio energico di Permanent e a denti stretti anche Everything We Need, una discreta acoustic ballad interpretata con sentimento.
You’re Welcome, senza girarci troppo attorno, è il peggior lavoro targato ADTR e alle motivazioni già espresse bisogna giocoforza aggiungere la clamorosa eliminazione della componente pop punk, l’ormai ex cifra stilistica che permetteva alla formazione di Ocala (Florida) di farsi identificare come una personalità distinta all’interno dell’affollato scenario metalcore. Ora la band, tuffatasi nelle acque del mero pop mainstream, pare aver smarrito la propria personalità e, allo stato attuale delle cose, non ci resta che sperare in un pronto riscatto sin dal prossimo disco, perché francamente questi non sono gli A Day To Remember che abbiamo conosciuto e amato. Né metalcore né pop punk in questo You’re Welcome: a band to remember, an album almost to forget.
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4
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Ho pensato esattamente la stessa cosa: è il pezzo migliore e allo stesso tempo quello che non c'entra niente con il resto della tracklist.
Quello che mi dispiace è che in realtà alcuni brani sono anche buoni
come brick wall, resentment e permanent dove si assiste a una riuscita fusione di pop e spigoli post hardcore, ma 3 canzoni su 14 sono troppo poche per essere soddisfatti.
Per me devono ripartire da queste tracce (più la già citata Last Chance) e recuperare la grinta del passato unita alla sfacciataggine pop punk; solo così potranno tornare ai livelli a cui ci hanno abituato. |
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3
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@Indigo, tra l'altro Last Chance to Dance messa in un contesto/disco del genere la trovo parecchio "fuori luogo"; mi ha dato l'idea del pezzo fatto apposta per dare il contentino agli ascoltatori e poter dire "guardate che picchiamo ancora duro"..
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2
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@Halo, si direi che è doveroso tornare ad ascoltarsi la produzione precedente! Qui, a parte Last Chance to Dance, sono davvero irriconoscibili ed è un vero peccato perché la loro formula pop mosh/easycore era un qualcosa di diverso rispetto al "solito metalcore". La colpa credo sia dell'etichetta e della band stessa che ha voluto alleggerire troppo il sound finendo per snaturarsi: ho dato una sufficienza risicata visto che qualche canzone qua e là tutto sommato l'hanno azzeccata ma rimane in ogni caso il loro peggior lavoro.
Spero rinsaviscano presto e tornino a fare quello che gli riesce meglio, ovvero unire post hardcore/metalcore e pop punk.
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1
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Alla fine il problema non è il cambio di genere, ma proprio il fatto che i pezzi siano bruttini (come evidenziato dalla recensione)
Complessivamente salvo i singoli, che riescono nell’intento di mescolare in maniera efficace pop e metalcore (degenerated, resentment, mindreader).
Ciò non basta però a risollevare il disco, per me da bocciare.
Torno ad ascoltarmi i sempre freschi CC e WSMFY |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brick Wall 2. Mindreader 3. Bloodsucker 4. Last Chance To Dance (Bad Friend) 5. F.Y.M. 6. High Diving 7. Resentment 8. Looks Like Hell 9. Viva La Mexico 10. Only Money 11. Degenerates 12. Permanent 13. Re-Entry 14. Everything We Need
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Line Up
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Jeremy McKinnon (Voce) Kevin Skaff (Chitarra, Cori) Neil Westfall (Chitarra, Cori) Josh Woodard (Basso) Alex Shelnutt (Batteria)
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