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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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05/10/2021
( 4764 letture )
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Resilienza. Parola talvolta abusata o quanto meno inflazionata nel gergo odierno, ma che calza a pennello per descrivere la carriera dei Rage. Vocabolo utilizzato per descrivere varie situazioni o comportamenti che denotano capacità di tenere duro, di riorganizzare il proprio percorso davanti alle difficoltà, o più semplicemente di ricostruirsi in modo flessibile ma senza snaturarsi. Resilienza è il termine che meglio descrivere l’approccio indomito e tenace di Peter “Peavy” Wagner, leader indiscusso dei Rage, barbuto cantante e bassista cinquantaseienne di Herne, capace ancora una volta di rimescolare le carte in tavola e di sfornare un nuovo lavoro assolutamente degno di nota e di fare la gioia dei tanti fans della band teutonica.
Giunti al venticinquesimo lavoro (EP e live esclusi) di una lunga e variegata carriera, costellata da innumerevoli cambi di formazione di cui Peavy risulta unico superstite e condottiero, i Rage si ripresentano dopo molti anni non come un trio ma questa volta come un quartetto, sulla falsariga di quanto proposto negli anni Novanta e in un combo che vede l’iconico Peavy accompagnato dai nuovi Stefan Weber e Jean Borman alle chitarre e dal solido batterista Vassilios Maniatopulos, già visto nei più recenti lavori in studio nonché allievo dello storico drummer Chris Efthimiadis. Il lavoro in questione si presenta con una breve ma sentita overture orchestrale dal titolo esplicativo Memento Vitae e figlia proprio delle sonorità del periodo Lingua Mortis, che introduce perfettamente la melodia portante della titletrack, pezzo in perfetto stileRage vale a dire dal sound potente, diretto, compatto ma al tempo stesso capace di offrire linee melodiche e refrains capaci di entrare immediatamente nella testa degli ascoltatori. Ottimo inizio, che fa spazio a un brano invece molto più crudo e ai limiti del thrash proprio di band come Kreator o Destruction, con un Peavy particolarmente cupo e aggressivo e sorretto da riff molto secchi e con accordature ribassate. Ma ecco tornare subito al power melodico tipico dei Rage nella seguente A New Land, un gran pezzo che ha tutti i crismi di diventare un classico in sede live, ottima sezione ritmica a sorreggere melodie frizzanti e solari. L’album continua con alternanza di pezzi più violenti come Arrogance and Ignorance o Monetary Gods e brani più melodici come le ottime Man in Chains e Mind Control, sciorinando una buona vena in termini di songwriting e compattezza tanto da far tornare alla mente – sia pure senza toccarne le vette qualitative – alcuni lavori composti in veste di quartetto ai tempi di Black in Mind, XIII o End of All Days. Un distacco dunque abbastanza netto dal sound iper-tecnico e a tratti cervellotico più volte sentito nel periodo di trio con il funambolico Victor Smolski alla chitarra e al pirotecnico Mike Terrana alla batteria, per lasciar spazio a un power metal decisamente più quadrato e con meno fronzoli e tecnicismi, ben sorretto dal lavoro delle due chitarre che sia pur non toccando i virtuosismi segnati in passato da Manni Schmidt o appunto Smolski sfornano una prova convincente, oltre che dall’ottimo dal drumming – sempre preciso e potente - di Maniatopoulos. Non mancano peraltro alcuni episodi più orchestrali che hanno spesso contraddistinto il sound dei Rage nel tempo, frutto di una passione mai celata di Peavy per la musica classica, e la summa di tale inclinazione emerge anche in questo album in brani come Traveling Through Time, un bel pezzo in cui i Rage giocano un po’ a fare i Blind Guardian di inizio/metà carriera con alcuni inserti folk quasi a ricordare i violini degli Skyclad e con una notevole ricerca sonora che volutamente richiama l’opera di Giorgio Mainerio, compositore parmigiano del XVI secolo e più precisamente il tema della sua Schiarazula Marazula già elaborato da Angelo Branduardi negli anni Settanta. Archi e frangenti acustici fanno da padrone anche in Black Room, power ballad ben interpretata da un Peavy indomito e ancora ispirato, prima del finale metallico di Extinction Overkill, in cui sonorità dei primi Rage ben si intrecciano al periodo fluido di Soundchaser.
In definitiva Resurrection Day risulta essere un album decisamente buono, energico, ben confezionato e realizzato in modo da non poter che alimentare la gioia dei fans della band e di tutti gli amanti del power metal teutonico, in un anno baciato dalle recenti uscite in rapida sequenza di Helloween, Hellryder, Brainstorm e Gamma Ray, e in attesa di ascoltare quello che sapranno (ri)proporre i Running Wild. Non un capolavoro assoluto come i sopraccitati apici della pluri trentennale carriera dei Rage, ma ancora una volta un lavoro ammirevole, capace di mixare sapientemente potenza, melodie, con resilienza appunto. Bentornato Peavy, lunghissima vita ai Rage.
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Ascoltato bene ottimo disco,. piacevolmente roccioso con cori melodici mai banali che ricordano i bei tempi di brani come enough Is enough o from the underworld. I chitarristi sono bravissimi ma ovviamente non avevamo dubbi, il valore aggiunto è sempre la voce di peavy che, diciamolo, non ha eguali, anche se canta almeno due toni sotto rispetto agli anni 80. Voto 70 |
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@March of Progress, onestamente scrivere a Peavy che deve lasciare spazio ai giovani mi sa proprio di ingeneroso, i giovani se proprio vogliamo generalizzare di spazio ce ne hanno un sacco, molto più di quello che ha avuto il buon Peavy all'epoca. |
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Extintion Overkill pezzone, miglior disco post zavorra, Peavy ti voglio bene. |
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Shock non sta molto da dire, l ultimo di kk è il classico disco da sette e mezzo ( mezzo punto in più per le influenze di Maiden e Manowar ) , l'ultimo dei rage vale quanto l ultimo dei bainstorm quindi sette e mezzo uguale. Per finire la giapponesata dei Maiden è da otto e mezzo.. opinione personale |
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@Tino: abbiamo tante volte scambi di opinione al riguardo e dovresti ormai conoscere bene la mia posizione: ascolto qualsiasi disco di qualsiasi gruppo senza pregiudizi, vecchio o nuovo che sia e lo valuto in base ai sentimenti che mi dà. L'ultimo degli Iron solo noia e noia a ripetizione; questo apatia, non mi smuove proprio. Come ho scritto prima aspetta la recensione dei KK e leggerai, a proposito di vecchietti. |
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Shock ti voglio bene perché sei un utente storico e ti rispetto però chi frequenta queste pagine da un po'sa che sei uno che rifiuta il cortocircuito che fa sì che non ci sia il ricambio generazionale e tutti ancora guardano ai vecchi dinosauri, quindi mi sa che il tuo andare contro ai rage fa parte di questa strategia politica, il 5 ai Maiden è la proverbiale acqua calda, il non voler riconoscere che musicisti anziani e satolli possano ancora dare delle emozioni. Pertanto non lo so ma mi sembra molto un giudizio buttato lì tanto per. Comunque magari mi sbaglio |
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@Michael Rosenberg: visto che hai citato tre miei commenti: personalmente non ho mai scritto qualcosa contro di te o della tua recensione, è la tua quanto mai rispettabile opinione e a differenza di altri utenti che evidentemente non lo capiscono per me è logico che ti possa piacere ed anche tanto. Soltanto un appunto: quando scrivi "parlare di lavori brutti di una band che è stata su livelli sempre alti we coerenti da metà anni Ottanta è ingeneroso" secondo me sbagli, perché così sembra che solo perché un gruppo ha decenni di storia alle spalle e con tanti bei dischi non si possa tacere di fare brutti dischi, come se fosse lesa maestà. Dopo l'abbandono di Victor, io dei Rage ho apprezzato The devil...... gli altri due, tre con questo, proprio no, idem quello con Manni sotto altro nome, dischi che ripetono stancamente una formula classica ma senza quel quid che li metta sopra la media. Dire peggior album non vuol dire che è merda, semplicemente lo trovo senza qualità, con un cantato che non è più quello di un tempo (ovviamente l'età conta), con soluzioni un po' troppo tendenti al thrash e al metal moderno che non ritengo aderenti a cosa mi aspetto dal gruppo. Che poi il disco sia stato ben recepito (ma non sempre) questo vuol dire poco o niente, vedi l'esempio degli Iron, con un disco recepito molto bene ma che per me è da 5, quello che conta è l'opinione personale, nel bene come nel male (e vedremo nella recensione dei K.K.Priest cosa verrà fuori. Saluti. |
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@ 35 niente Nu Metal nè Crossover. Qualche chitarra con accordatura ribassata ma non è la prima volta nella loro carriera. Pensare ai Rage come Crossover è come dare del rapper a Joe Satriani  |
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A me deve ancora arrivare. Ma davvero ci sono momenti nu metal? io aborro il nu metal, mi fa proprio schifo. Sarebbe una delusione totale. Michael Rosenberg tu non ne fai menzione. C'è qualche momento del genere in questo disco? |
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Carissimi, mi permetto di intervenire. Premesso che fa piacere vedere così tanto riscontro dopo la recensione pubblicata due giorni fa, un paio di precisazioni:
@1-3-5:-7 ognuno è libero di valutare il disco con un determinato voto, a patto che ci sia una spiegazione e che caratteristiche oggettive si sposino a gusti soggettivi. In effetti l'album ha avuto un ampio spettro di giudizi sulla stampa internazionale, in media comunque molto positivi come peraltro confermato fino ad ora dal giudizio medio degli utenti anche di questo sito.
@14 qui emerge la soggettività, dal momento che avendo recensito entrambi gli album reputo questo dei Rage decisamente superiore al discreto e rispettabilissimo lavoro dei Brainstorm.
@30 invito a leggere la recensione e non solo il voto finale. Chiaramente il mio giodizio di buon lavoro è messo in prospettiva e un gradino sotto i capolavori della band degli anni Novanta, sia come trio sia come combo a quattro elementi. Quanto alla scarsa conoscenza, oltre ad avere una carta di identità che ormai dice 42 anni, conosco i Rage da 30 anni e li ho putiti apprezzare dal vivo in alnono 8 occasioni nel corso degli anni, compresi concerti memorabili in festival estivi (Wacken) o in tour (da soli o accompagnati nientemeno dai Nightwish di spalla).
@31 provvederemo
Più in generale, parlare di lavori brutti di una band che è stata su livelli sempre alti we coerenti da metà anni Ottanta è ingeneroso. Sfido a trovare un'altra band così longeva e capace di mantenere standards medio-alti in tutta la carriera senza mai un flop. Personalmente oho apprezzato anche i lavori più discussi come Ghost, Reflections o Carved in Stone.
Alla prossima!
Michael |
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Agli utenti sotto: visto che leggete le recensioni di chi non capisce niente, almeno leggete ANCHE il motivo di certe classificazioni, magari qualcosa capirete. E comunque lo ribadisco: PER ME il loro peggior album, quelli con Smolski sono oro colato in confronto. E la chiudo qui. |
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Comunque mancano le recensioni di alcuni album fondamentali della band: Trapped! Secrets e Reflections. Forza recensori! |
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si ricomincia con i voti dati a cazzo segno di scarsa conoscenza della band. se questo è 80...Trapped è 140....Missing link 130....BlM 150....e via dicendo.... |
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@Mic #23 probabilmente hai ragione, tante volte vorrei scoprire un disco che mi facesse lo stesso effetto di 'Blackest Sabbath" , solo che quando mio zio mi regalò la k7 avrò avuto 11 anni ... Ovvio che mi nascondessi sotto le lenzuola con le cuffie ai rintocchi di campana da morto!
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L'intenditore di metal concorrente pensava di avere a che fare con quelli che hanno la Rabbia contro le Macchine. Ecco perché non gli tornavano i conti |
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Un buon ritorno. Dico subito che a me i due precedenti erano piaciuti parecchio e questo lo sento giusto un gradino sotto. Il peggiore della band mi sembra un tantinello esagerato, diciamo che se dovessi stilare una classifica lo piazzerei in zona medio/bassa. Su due piedi già me ne vengono in mente 4/5 peggiori. Niente di eclatante, ovvio, ma siamo anche al 25º lavoro (con una media più o meno di un album ogni 2 anni - non 6 o 8 - nell’ultimo quindicennale) e va bene così. È un album 100% Rage, con qualche pezzo un po’ troppo di mestiere (diciamo pure banalotto), ma altri che funzionano decisamente bene, specialmente nella seconda metà della tracklist. Voto 75 |
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Adrian Smith: ecco, parole sante!!! |
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…la recensione del presunto intenditore riportata da un altro sito nei commenti precedenti peraltro ha etichettato i Rage come Nu Metal/Crossover anziche’ Power. Patetico e segno di scarsissima competenza. Con questo direi che forse e’ proprio il caso di chiudere il capitolo e di lasciar spazio e chi se ne intende veramente, come appunto inrecensori di Metallized! |
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Il problema di chi ''di metal se ne intende'' può essere che ormai, vuoi anche per anzianità, ne ha ascoltato talmente tanto che un disco nella norma/buono non gli trasmette più emozioni. Ci può anche stare, ma ciò non vuol dire che il disco sia oggettivamente brutto. |
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Come detto da altri utenti il disco è buono, per me anche meglio degli ultimi 3 solo discreti. Può non piacere, ci mancherebbe, ma definirlo "il più brutto dei Rage" è senza senso e forzatamente da bulletto che vuole attirare attenzioni. Per il resto, giustificazioni o meno, la penso come Lizard sul venire a trascrivere pezzi di recensioni di chi "se ne intende"....questione chiusa. |
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Ma che bella sorpresa qusto disco! Mi piace parecchio! |
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Premetto che da fan storico dei rage (da execution guaranteed) trovo sempre un piacere la voce di peavy che, nonostante non raggiunga più le ottave come ai tempi di invisible Horizon, è sempre fresca come trentacinque anni fa. Il disco è osannato un po'ovunque, suoni molto strong e ritornelli molto Easy... praticamente i rage, quindi definire questo il peggior disco della band è abbastanza provocatorio soprattutto quando magari si guarda al periodo smolski o peggio quello con le orchestre. Io continuo a preferire refuge e il periodo Manni ma evidentemente il tedescone preferisce affidarsi a giovanotti affamati e pieni di testosterone con risultati secondo me ottimi ma ovviamente non competitivi con i capolavori degli anni 80 e 90… discorso ormai che vale per chiunque |
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@Shock: per me, a posto così grazie del messaggio e del chiarimento. |
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@Lizard: mi spiace che tu abbia preso a male il mio commento e che pensi che ne sappia più io e che sia una mancanza di rispetto verso il recensore, tutt'altro. Punto primo: la mia era solo una risposta al secondo commento, ma non solo, fatto da persone che semplicemente non capiscono che ognuno giudica a suo modo un disco, nel bene o nel male. Punto secondo: ho riportato un paragrafo di un'altra recensione (non intera e senza specificare la provenienza) per sottolineare come altri recensori abbiano giudicato il disco in altro modo, più consono al mio giudizio. Punto terzo: ho scritto, rispetto a quel paragrafo, "fatto da uno che di metal se ne intende" solo per rimarcare che non è il primo che passa, senza nessuna offesa verso "Michael Rosenberg"; semplicemente non ho letto la vostra recensione, né "conosco" il vostro recensore, quindi non critico ASSOLUTAMENTE né lui né voi.
È rimarcare che questo disco ha riportato opinioni ben diverse e contrastanti (potrei pure citare commenti di altre persone "normali"), non è screditare il vostro redattore a cui va tutta la mia stima.
Io non ne so' più di altri, come dici ognuno ha la sua opinione.
Magari la prossima volta puoi chiedere il perché di un mio commento senza questo attacco.
Sono tornato dopo mesi per fare commenti in modo tranquillo, se come al solito vi do' fastidio basta dirlo, anche attraverso il forum senza intasare queste recensioni, trarro' le conseguenze. |
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@El Faffo, su Axel Rudi Pell mi trovi d’accordo!!! Anche se i bei tempi son passati, l’ultimo album di cover e’ davvero ben fatto. |
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A me intristisce quando cominci a girare qualche sito e trovi recensioni da 90/100 alla quasi unanimita'.. poi ascolti e ti cade quello che l'eta' ancora non é riuscita a farti cadere!
A me pare evidente che siano sempre e comunque Pareri... che belli gli anni in cui mi accapigliavo con gli amici su Anthrax o chissacchealtra band.
c'é poi la questione Cuore: per me quando esce qualcosa di Axel Rudi Pell non C'è storia, lo compro... poi dopo un po' magari leggo le recensioni... fossero anche da 15/100 non mi tangono |
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@El Faffo: assolutamente non è paura del confronto, anche perché quello non esiste, nella mia testa. Partecipiamo tutti alla stessa comunità, ciascuno con le proprie opinioni e le proprie identità, non è una gara a chi fa meglio (meglio di cosa, poi? E per quale guadagno? Lato nostro, perlomeno, proprio nessuno). Solo non ritengo corretto e mi sembra molto spiacevole, che per commentare una recensione che non si condivide ci si faccia forza della recensione di un altro sito, riportando il testo qua sotto. Ma mi sembra davvero una questione di buon gusto, di educazione... già doverlo spiegare un po' mi intristisce, perché mi sembra una cosa talmente evidente... loro dicono la loro, noi la nostra, il lettore altrettanto. Mi sembra davvero un modo per voler screditare l'opinione del redattore con quella di chi "ne sa davvero" e francamente non mi piace. Atteso che Shock o tu o tanti tanti altri lettori, ne sanno probabilmente davvero anche più di noi e quindi, a maggior ragione, non capisco la necessità di ricorrere a parole altrui. |
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E nello specifico il disco mi piace abbastanza (se sono in vena), certo l'ultimo Brainstorm lo gradisco di più anche se qui a casa vostra ha preso 68 ha un paio di brani da pugno per aria.
E qua la finisco, non prima di rinnovarvi il mio Massimo Rispetto per le vostre fatiche |
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Vostre recensioni, specialmente le tue Lizard!
Mai temere il confronto.
On un mondo che non ci lascia liberi di respirare ci manca pure che uno non possa citare altre fonti! |
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@Lizard: trovo lecito e nei confini del quieto vivere citare recensioni da altri siti. Questo non vuol dire"loro ne capiscono,voi no" io stesso consulto quotidianamente altri 2/3 siti di recensioni, anche se poi dischi che mi intrippano sono quelli da 2/5... Amo lo stile semi-serio di angrymetalguy ad es.
Che poi se permetti ascolto Metal e non solo da quasi 40 anni, ne deriva che capisco da me quando un disco mi piace!
Il tutto col massimo rispetto per le |
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Disco molto lontano dall'eccellenza, ma che comunque si lascia ascoltare. 70/100 |
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Disco che ho macinato nele ultime due settimane. La recensione riflette perfettamente la qualità del lavoro ma soprattutto dei Rage di tenere duro e andare avanti ancora una volta con un'altra formazione, mantenendo la propria identità.
In definitiva, un disco che piacerà a chi piacciono i Rage, mentre non piacerà a chi non ha mai amato la band.
Concordo con voto 80. |
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Lasciate spazio alle nuove leve! |
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Commento numero 1 che fa capire quanto disagio c'è in giro. |
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Rock Hard in Germania - non proprio gli ultimi arrivati - ha dato 9/10 se non erro. Il disco e’ valido, puo’ soggettivamente piacere o meno ma obiettivamente e’ solido e di livello. |
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@Shock: trovo decisamente fuori luogo che tu venga qua sotto a postare la recensione di un altro sito, facendo peraltro intendere che loro si che se ne intendono, perché stavolta la pensano come te. Non la pensi come noi? Liberissimo. Non vedo però perché dover sminuire e mancare di rispetto in questo modo. Quando vai a cena ospite a casa di un amico e ti propone un piatto che non incontra il tuo gusto, che fai? Tiri fuori il ricettario di un altro per fargli vedere che cucina meglio di lui? Mi sembra proprio fuori luogo, ripeto. |
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@Adrian: le recensioni in Italia vanno dal 8 al 5, e se leggi in giro ci sono tante persone che la pensano allo stesso mio modo. È così difficile da concepire? |
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Il disco e’ buono. Non tra i 3-4 capolavori della band ma in fascia alta. @Shock, le recensioni quasi tutte molto positive sulla stampa europea. Ci sta anche che a te e a Simone Inzaghi non sia piaciuto. Condivido voto 80. |
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Mi sono ripromesso di non rispondere più di tanto, ma: @Broken Arrow sai cosa sono le opinioni personali? Ti riporto poi l'ultimo paragrafo di una recensione di un sito concorrente fatta da una persona che di heavy metal qualcosa ne capisce: "Oggi come oggi tutti gli album sono suonati bene ed hanno suoni potenti, quello da valutare è la qualità delle canzoni, come si collocano, cosa ti lasciano, quanta voglia hai di riascoltarle. Di questo Resurrection Day non mi è rimasto nulla e probabilmente abbiamo a che fare con il disco più brutto in trentasei anni di carriera. Spiaze." Come vedi non sono l'unico a pensarla così. |
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Il peggior disco dei tedeschi???? Iniziamo coi commenti "a caso"........ |
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Probabilmente il peggior disco dei tedeschi. Un disco che vuole essere moderno, certi riff sono eloquenti, a volte thrash con cori (pessimi) melodici, ma senza una vera anima. Spiacente, ma proprio bocciato. |
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Tracklist
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1. Memento Vitae (Overture) 2. Resurrection Day 3. Virginity 4. A New Land 5. Arrogance and Ignorance 6. Man In Chains 7. The Age of Reason 8. Monetary Gods 9. Mind Control 10. Traveling Through Time 11. Black Room 12. Extinction Overkill
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Line Up
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Peter “Peavy” Wagner (Voce, basso) Stefan Weber (Chitarra) Jean Borman (Chitarra) Vassilios Maniatopoulos Batteria)
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RECENSIONI |
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