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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Blood Red Throne - Imperial Congregation
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19/10/2021
( 1302 letture )
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Sono trascorsi vent’anni dalla loro nascita e quale miglior modo di celebrare tutto ciò se non regalarsi e regalarci un nuovo album. I Blood Red Throne (che nacquero come progetto quasi estemporaneo) sono divenuti fin da subito invece una band fatta e finita, una realtà concreta e di forte impatto che nonostante diversi e molteplici cambi di line-up è sempre rimasta presente e prolifica.
Imperial Congregation vede la luce sotto la produzione della prestigiosa Nuclear Blast e con i suoi quarantacinque minuti di durata e dieci nuovi brani, ci pone dinnanzi a un nuovo assalto di death metal dei norvegesi, freddo e tagliente, innestato da piccole influenze di black e thrash metal. Il disco gode di una produzione nitida e potente che mette in risalto la muscolosità della musica dei norvegesi: chitarre massicce, un basso molto tagliente enfatizzato sulle medie frequenze, una batteria profonda e triggerata ed una voce cavernosa e profonda sono gli ingredienti su cui si basa l’amalgama sonora ricreata, che annovera in sé il classico taglio freddo e chirurgico presente anche nei precedenti lavori della band. Seppur i Blood Red Throne non siano mai stati dediti alla ricerca e alla sperimentazione anzi, il loro mood è sempre stato un death roccioso, quadrato, carico di groove, basato sulle ritmiche piuttosto che sull’impatto melodico, in Imperial Congregation si possono sentire delle rapide incursioni strumentali che toccano lande tecnico virtuosistiche, nonché accenni di passaggi melodici, niente di eccessivo o ridondante sia chiaro, ma una leggera sfumatura al loro stile grosso, saturo, ritmico e cadenzato. I pezzi qui proposti sono tutti di buonissima fattura, in cui spiccano comunque composizioni davvero ottime come Itika, Transparent Existence e Inferior Elegance. In brani come Conquered Malevolence o 6:7 invece i nostri fanno semplicemente ciò che san fare meglio: suonare sé stessi, ripetutamente o con ovvietà certo, ma sempre dannatamente bene. La nota estemporanea e di piacevole sorpresa è Zarathustra posta in chiusura, una mini-suite di sette minuti che ondeggia su ritmiche doom e tratti epici, una sorta di violenza più contenuta insomma.
Sotto ogni punto di vista e di analisi Imperial Congregation è un disco cento per cento Blood Red Throne style, il loro archetipo sonoro o marchio di fabbrica è presente in ogni istante in ogni brano e tanto ci basta. I norvegesi obiettivamente non sono capaci di produrre materiale non all’altezza delle aspettative o del loro nome e, nonostante il trascorrere del tempo e la naturale evoluzione musicale personale di ognuno di loro (e al fronte dei cambi di formazione intercorsi) sfornano l’ennesimo piacevolissimo e roccioso disco.
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2
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Bello, e' nella mia playlist .. anche se non e' il mio genere.. bel groove |
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1
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Anche se breve, la recensione la trovo piuttosto puntuale nel descrivere questo album. Per motivi che non sto a dire, questo gruppo ce l'ho nel cuore da circa 5 anni, e devo dire che questo forse è l'album più bello e vario che abbiano fatto in questo lasso di tempo. Sarei d'accordo anche sul voto, ma per l'affetto di cui sopra aggiungo altri 5 punti  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Imperial Congregation 2. Itika 3. Conquered Malevolence 4. Transparent Existence 5. Inferior Elegance 6. We All Bleed 7. 6:7 8 Consumed Illusion 9. Hero-Antics 10. Zarathustra
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Line Up
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Yngve Christiansen (Voce) Dod (Chitarra) Ivan Gujic (Chitarra) Stian Gundersen (Basso) Freddy Bolso (Batteria)
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