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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Atrophy - Violent By Nature
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13/11/2021
( 1434 letture )
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Nel 1990 si chiude una favola. Breve ed intensa. Quella degli Atrophy, band che due anni prima aveva inciso un album interessante, tanto da ottenere un discreto successo negli USA e in Europa. Lo avevano titolato Socialized Hate perché i loro testi erano rabbiosi oltre che intelligenti. In quell’esordio datato 1988 c’erano pezzi che, ascoltati oggi, restano freschi e taglienti (la titletrack oltre a Preacher, Preacher e Killing Machine su tutti). Giunti alla prova del secondo album -una sorta di cartina tornasole perché si sa che la seconda incisione può essere o la conferma del fatto che sei un fenomeno oppure rischia di decretare la tua débacle o, alla meno peggio, il fatto che sei una robina mediocre, lasciandoti legato ad un esordio niente più che fortunato- si affidano ad un mago della produzione, mister Bill Metoyer. Il tipo era una sorta di “re Mida” del mondo heavy. Aveva fatto diventare dei giganti i Wasp, ma soprattutto aveva dato lustro agli Slayer. Metoyer, poi, giusto per ricordarlo, era stato il produttore di Armored Saint, D.R.I., Dark Angel ed anche Flotsam and Jetsam. Sufficit. Insomma, lui, insieme a Brian Slagel, era quello “giusto” a cui ti dovevi rivolgere se avevi in animo di mettere in commercio un album che potesse assurgere ad essere una bomba. La Roadrunner aveva i quattrini, la band aveva le idee giuste ed una manager in gamba.
Gli Atrophy scelgono bene, tanto che Violent by Nature è un piccolo gioiellino, degno successore di Socialized Hate. Forse ancora più maturo del precedente, selvaggio come lo era stato il fratello primogenito, ma con un songwriting più compiuto. Allora Puppies and Friends riprende da dove si era interrotto il primo LP. Ritmi che si alternano tra l’aggressivo-intenso e il cadenzato-ricercato. La voce di Brian Zimmerman è decisa, tagliente. Prende spunto dal cantato che ha reso unici i Testament, è orientata verso la tonalità di Chuck Billy, ma non è un’imitazione sterile. È una voce propriamente riconoscibile, acida e graffiata. La title track è decisamente straordinaria. Entra in testa, non te ne liberi facilmente perché ha tutti gli elementi di un pezzo killer. L’Arizona, stato dal quale i ragazzi provengono, è confinante con la California. Ma non è proprio la California (lo stato che ha dato i natali ad un suo stile ben definito, il thrash Bay Area) tanto che l’incisione risente anche di alcune chiare influenze del sound (il “mosh”) che i newyorkesi Anthrax -dall’altra parte degli U.S.A.- facevano diventare riconoscibile in mezzo a decine di altri (Among the Living era uscito anni prima, ma la sua eco era ancora prepotente in ogni angolo della Terra in cui un moccioso imbracciava una chitarra elettrica) Una curiosità divertente che vale la pena segnalare. La cover è stata disegnata da Paul Stotler (già grafico dei Sacred Reich), il quale ha preso a modello Richie Bujnowski, il figlio (o per meglio dire il “figliastro”, ma quella è una brutta parola e quindi non la utilizziamo) di Max Cavalera. All’epoca il leader dei Sepultura era fidanzato con Gloria, la manager degli Atrophy e suo figlio Richie venne “reclutato” per indossare la maschera che poi è riprodotta in copertina. In their Eyes è un pezzo malvagio, sinistro, oscuro. Vicino al sound dei Sacred Reich, grandi amici e mentori della band dell’Arizona. Con loro sono stati in tour e con loro hanno condiviso i camerini nel back stage, con tanto di sbronze e risate. Un esordio in stile Metal Church (ricorda Watch the Children Pray) introduce Too Late to Change, brano che -nel rispetto del canone classico- poi si sviluppa in maniera più armonica e complessa. Come detto prima, i ragazzi di Tucson sfoderano una prova maiuscola anche in ragione di alcune contaminazioni riuscite. Provando ad ascoltare Slipped Through the Cracks sembra di trovarsi al cospetto di una band clone degli Anthrax e, più in generale, folgorata dal suono della west coast. L’ascolto di Violent by Nature è un tuffo nelle sonorità immortali del trash fine anni 80, inizio 90. È un suono pieno di nostalgia e posso aggiungere di rimpianto perché è un vero peccato che gli Atrophy si siano sciolti e ci abbiano lasciato con all’attivo soli due album. Il motivo pare sia stato uno e definitivo. Arrivato ad un certo punto della giostra, il chitarrista Chris Lykins decide di concentrarsi solo sulla sua carriera di studente di medicina, lasciando così per sempre la passione per la musica. Gli altri della band provano a convincerlo a restare, ma senza molte pretese. Gli regalano una Gibson fiammante; deve essere quella la chitarra sulla quale cimentarsi nella stesura dei nuovi pezzi. Chris Lykins prova a fare la sua parte; i pezzi sono pronti, benché scritti alla meno peggio nei ritagli di tempo rubati nelle pause del tour con i Sacred Reich. Ai capoccia della Roadrunner però quei brani non piacciono e, senza troppe parole, gli Atrophy vengono scaricati. Fine della favola. Grandi rimpianti perché Forgotten but not Gone è capace di incendiare, così come Process of Elimination è uno dei pezzi top dell’intero album. Proprio in quest’ultimo brano si avverte l’anima genuina di una band innamorata di quello che propone al suo pubblico anche se il rimando al sound dei Testament è poco più che scontato.
In Italia non si sono mai esibiti e questo in spregio ad un cospicuo numero di fans che avevano nello Stivale (tanto che Brian Zimmerman ha rappresentato il suo rammarico per aver mancato l’appuntamento live qui da noi). Sarebbe stata goduria pura ondeggiare sotto il palco sospinti dai colpi inferti da Right to Die, altro brano intenso che fa da premessa alla chiusura lasciata ad un brano dal titolo profetico Things change. Sono gli ultimi quattro minuti della carriera degli Atrophy, destinati a restare l’ennesima band senza troppa fortuna alla quale, però, tributiamo il ringraziamento per essere stati lì, sentinelle del rock durissimo, almeno fino a quando il richiamo per gli studi di medicina non hanno mandato in frantumi una storia che si stava scrivendo con premesse eccellenti. Consigliato a chi, pur avendo prestato giuramento come fece Ippocrate nel quarto secolo avanti Cristo, non disdegna di far ondeggiare la testa ad ogni colpo di chitarra distorta.
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11
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Grande disco per una rande thrash metal band...Li adoro.. e poi Brian ha cantato come guest su una traccia in un Ep della mia band... |
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10
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Lambrusco hai perfettamente ragione gli acrophet erano dei grandi ! |
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9
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Diego 75, aggiungo anche gli ACROPHET, solo 2 album per loro, ma che 2 bombe THRASH !!!! Corrupt Minds. Faded Glory. |
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8
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Diego 75, aggiungo anche gli ACROPHET, solo 2 album per loro, ma che 2 bombe THRASH !!!! Corrupt Minds. Faded Glory. |
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7
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Piccole gemme del passato....la sfiga di questa band sta nel fatto che ha fatto uscire i dischi in un periodo troppo "affollato " per il genere proposto....loro come gli evildead e oppure vio lence.....non hanno avuto l'oppurtunita' di esibirsi nei grandi stadi o nei mega festival...causa il management che li seguiva a loro tempo anche se magari facevano parte di grandi etichette....certo si conoscevano anche qui in Europa...grazie alle recensioni sui pochi giornali del settore....ma per la maggior parte di queste bands non si poteva parlare di fare tour in terre straniere solo in piccoli pub....questa e' stata la loro sola unica sfiga...ma in quanto a quello che hanno fatto tanto di cappello...85 il mio voto! |
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Capolavoro come Socialized. Peccato non avremo più niente con questo nome, in certi casi è meglio così, piuttosto di figure di merda di tanti gruppi storici del genere, gruppo che per i malati di Thrash come me è da conoscere, chi non li ha mai ascoltati provveda !!! |
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5
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Dischi o CD? Su eBay i CD ci sono |
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...bel disco....peccato che sono durati poco....e che i loro dischi sono difficili da trovare....comunque qualche tempo....ho recuperato il loro demo su vinile.... |
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Per me già molto validi col precedente Socialized hate, a chi piace 'The legacy ( c'è qualche pazzo a cui non piace?) ritroverà lo stesso dinamismo ritmico ed una band comunque in grado di esprimere una propria fisionomia all'interno dell'epoca d'oro del grande thrash |
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2
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C'è l'ho in vinile preso all'epoca, bellissimo disco di techno thrash bay area purtroppo sono stati delle meteore ma questo è il precedente primo lavoro sono assolutamente da recuperare per fans di primi metallica, Megadeth, testamento. Il chitarrista Lykins come segnalato nella recensione ha optato per lo studio e adesso è primario di otorinolaringoiatria nella sua scottsdale, essendo stato il membro più dotato evidentemente il gruppo è andato a scatafascio. Disco da 80 senza dubbio |
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1
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Ascoltato grazie a YouTube. Devo dire che è davvero un gioiellino. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Puppies and Friends 2. Violent by Nature 3. In their Eyes 4. Too late to change 5. Slipped through the Cracks 6. Forgotten but not Gone 7. Process of Elimination 8. Right to Die 9. Things change
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Line Up
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Brian Zimmerman (Voce) Chris Lykins (Chitarra) Rick Skowron (Chitarra) James Gulotta (Basso) Tim Kelly (Batteria)
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