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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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11/04/2022
( 2709 letture )
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Che brutta fine hanno fatto, veramente ma veramente brutta.
I Papa Roach sono indiscussi campioni olimpici nella disciplina del salto sul carro: germogliati a inizio anni ’90, i californiani hanno sfruttato al massimo l’ondata nu metal firmando nel 2000 il notevole Infest, disco che grazie a una manciata di inni generazionali (Last Resort la conoscono pure i sassi) è diventato un emblema della terza ondata del genere. La band in seguito, monitorando con grande attenzione i trend del momento, è approdata ad una forma di alternative che di volta in volta faceva l’occhiolino all’hard rock mainstream (in America chiamato butt rock), a certo “emo-glam” e all’immancabile connubio di pop ed elettronica giusto per non rischiare mai di venire esclusi dalle classifiche. Spudoratamente commerciali dunque? Sì, ma tra alti e bassi fino a Crooked Teeth (album del 2017 recensito dalla maggior parte delle testate in maniera estremamente favorevole, anche troppo) tutto sommato l’hanno sfangata confezionando una lunga serie di album easy-listening degni di essere ascoltati. I problemi - quelli seri - sono emersi con il terribile Who Do You Trust? (2019), un full-length povero di contenuti e idee da bollare come pessima imitazione di quei faciloni degli Imagine Dragons: un’accozzaglia di pop-rock, elettronica, pop-punk e rap ideale per firmare il peggior lavoro della carriera. Eppure già in passato c’era chi profetizzava un loro eventuale ritorno a sonorità nu metal se quest’ultime fossero tornate in auge; l’intuizione si è rivelata in parte esatta, anche se non in senso buono.
Ego Trip (e già qui…) è infatti un altro buco nell’acqua che persevera gli errori del predecessore, con l’aggravante di re-immettere in quella scialba mistura appena delineata riff di vaga ascendenza nu metal. Dico vaga poiché non sono in alcun modo paragonabili a quanto sentito in Infest, risultando piuttosto un concentrato di artificiosità e opportunismo (leggasi paraculaggine) davvero di bassa lega, come se fossero stati inseriti al fine di dare una patina “dura” a un songwriting ormai irrimediabilmente corrotto e orientato al pop da classifica; alla dicitura alternative metal va dunque aggiunto il prefisso “pseudo”, così da non creare confusione. Le quattordici tracce - assecondando la superficiale fruizione odierna - vanno considerate tutte alla stregua di singoli da gettare in pasto al pubblico mainstream e pertanto non si può sgarrare dai cliché triti e ritriti quali i classici tre minuti di durata, l’elettronica invasiva, chitarre di plastica, strofe rap innocue e ritornelli da memorizzare all’istante. Un prodotto senz’anima, forse valido per un’utenza abituata ai talent show o ai programmi radio sponsorizzati dalle pubblicità televisive: quale altro fine avrebbe se no un pezzo osceno come Stand Up? Volendo essere di manica larga si potrebbero salvare in corner Kill the Noise (nu metal artefatto e sovraprodotto, ma orecchiabile quanto basta), Swerve e forse Cut the Line, ma il resto equivale a un ciondolare tra sing-along appiccicosi e irritanti (Liar, Ego Trip), ballad scontate e noiosissime (Leave a Light On), raccapriccianti manipolazioni vocali (Dying to Believe) e brani che rimescolano in modo insipido i soliti quattro ingredienti (rap fiacco, chitarre da mera esposizione in vetrina, refrain melodici scadenti e una smaccata indole pop-oriented); per completare la festa mancherebbe solo il featuring di Machine Gun Kelly, ma ce ne faremo una ragione.
Non ricorriamo alle frasi fatte “hanno voluto sperimentare” (?) o “gli artisti dopo tanti anni di carriera sentono il bisogno di esprimersi attraverso indirizzi stilistici differenti”. Questo è un caso lampante di un gruppo vendutosi al music business che ha scelto volontariamente di rinunciare a un’identità e a un proprio sound per ricercare il frivolo consenso di un pubblico giovanissimo ancora da svezzare. Taluni, approfittando dell’upgrade rispetto a Who Do You Trust? (il proverbiale fondo del barile), saranno più magnanimi nel giudizio, ma una formazione che dopo quasi trent’anni di carriera arriva a sfornare una simile indecenza non può non venire duramente bocciata. Per quale ragione dovremmo accontentarci di così poco? Mi spiace però il credito guadagnato con Infest non è eterno ed è giunta l’ora di affermarlo a chiare lettere: i Papa Roach attuali non hanno nulla da spartire con il metal.
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Comunque aggiungo sono un ragazzo autistico e la musica mi ha aiutato molto, gli artisti a cui sono più legato sono Linkin Park e Tarja, sia con i Nightwish che da sola |
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Comunque altri album che attendo per il 2022 sono 29 Aprile Zeit dei Rammstein, 27 Maggio Inglorious Darkness dei Crematory e 26 Agosto Will Of The People dei Muse |
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Io il nuovo album Ego Trip l'ho ascoltato per 3 giorni di fila e devo dire che mi è piaciuto come album, mi piaceva anche Who Do You Trust? del 2019, l'album prima però ho trovato questo Ego Trip più energico, comunque belli entrambi paragonabili, invece Crooked Teeth del 2017 mi era piaciuto poco, l'ho sempre considerato un album da parcheggio, erano caduti molto in basso rispetto a F.E.A.R. del 2015, per quanto riguarda One More Light dei Linkin Park a me piace come album, semplicemente ho capito perché ha quella sonorità molto soft, perché in quell'album c'è tutta la sofferenza di Chester Bennington, comunque le mie preferite di Ego Trip sono Kill The Noise, Unglued, Dying To Believe, Always Wandering e Cut The Line anche se devo dire che mi sono piaciute tutte e 14 , è il primo album intero che ascolto datato 2022, a proposito di uscite di quest'anno attendevo per il 22 Aprile Planet Zero degli Shinedown purtroppo posticipato al 1° Luglio |
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@Numetalhead (commento n. 9), sui Linkin Park sai come la penso e il loro unico album che ancora fatico ad apprezzare è l'ultimo One More Light; gli Incubus sono passati ad un alternative rock un po' troppo "educato" e nel disco 8 (2017) in sede di produzione avevano reclutato anche Skrillex che tu apprezzi molto grazie a The Path of Totality
Tornando ai Papa Roach e dando per scontata la loro commercialità, posso dire che fino a Crooked Teeth hanno proposto un alternative discreto e accattivante, è "solo" da Who do you trust che sono diventati inascoltabili. |
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Amisci io proporrei di arscinare la questione a due illustri critisci d'aghte ossia: Achille Bonito Oliva eeeee Carlo Arturo Quintavalle! |
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sai com'è, noi non siamo intelligenti come te, ci mettiamo un po' ad arrivarci... |
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Ci volevano vari album per farvi capire che sono e sono sempre stati un gruppo di merda??? |
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Esatto.  |
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Sceghtamente, sceghtamente come cover è ben fatta, un po' come quella che fecero gli Orgy con Blue Monday, museale ! |
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X L'imbonitore. A quei tempi ne uscivano a pacchi di dischi come White Pony, era il periodo del numetal, e i dischi validi sono molti, non 2 o 3. Come è lo è stato per tutti i generi. Riguardo alla cover di Michael, forse gli Alien ain't farm sono stati gli unici a coverizzare Jackson senza risultare imbarazzanti. Anzi fecero una cover davvero molto bella. |
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9
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gruppo che ha fatto un album e mezzo buono, per il resto non è roba per me... sulla stessa scia di Incubus e Linkin Park, hanno cominciato in un modo e hanno proseguito in un altro... con l'aggravante, a quanto ne capisco, che i Papa Roach hanno toccato punte imbarazzanti che forse gli altri due non hanno mai raggiunto... |
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8
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Premesso che non ascolto questo genere ma l'unico album dei Papa roach che sono riuscito ad ascoltare in passato e' "Lovehatetragedy"...
a prescindere dai gusti musicali e' un gran album pieno di PATHOS, ispirato e con molti pezzi potenziali hit. Tutto il resto della discografia mai digeriti. |
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"i Papa Roach attuali non hanno nulla da spartire con il metal." quindi perché dargli spazio? |
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@Terzadose, troppo gentile Purtroppo i Papa Roach negli ultimi due album sono andati completamente fuori strada e i voti di conseguenza non possono che essere inferiori al 50 (The Connection è stato votato così ed entrambi sono molto ma molto peggio). @Imbonitore, la cover di MJ è degli Alien Ant Farm e ce li abbiamo in archivio se ti interessa leggerli.
@Halo, infatti la bocciatura non è legata al genere ma alla "qualità " della musica proposta: i Bmth da te giustamente citati (ma potrei dirti anche la famigerata Poppy...) hanno stravolto il proprio sound mantenendo un livello alto, invece i Papa Roach non offrono più nulla di personale ma solo un generico miscuglio pop-oriented. Fino a Crooked Teeth, pur commerciali, avevano un loro perché, ora sono una copia sbiadita di quelle band alla Imagine Dragons. |
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5
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Mah, ho dato un'ascoltata veloce incuriosito dalla netta stroncatura della recensione; il problema alla fine non è il genere, semplicemente non mi sembra sia bella musica.
Volendo fare un paragone, secondo me l'ultimo EP dei BMTH è una bella dimostrazione di come si possa sfondare i confini tra i generi, con qualità e risultati decisamente accattivanti.
Penso che i PP abbiano tentato di fare qualcosa di simile, ma senza centrare l'obiettivo. |
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E che "ciazzecca" adeso White Pony con i Papa Roach ?? Aiuto... |
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@ L'ImBONItore: E infatti gli autori delal cover non erano i Papa Roach, erano gli Alien Ant Farm (su "Anthology") |
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Io penso sempre, e dico sempre che siano i Papa Roach ad aver fatto la cover di Smooth Criminal di Michael Jackson, invesce è ad opera di un altra band che manco mi ricordo il nome. Questo a dimostrare che i Papa Roach non mi sono mai entrati in testa come si deve, eeeee poi in quell'area musicale, nel 2000 uscì White Pony, il che già bastava a surclassarli. Questa è la mia opinione, sicughamente non ascolterò questa uscita visto che le valutazioni del buon Indigo sono affidabili. Caghi saluti e buona seghata |
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Voto 90 alla recensione, mi è piaciuto molto leggerla; quando si stronca qualcosa bisogna saperlo fare bene, probabilmente molto meglio di quando la si elogia. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Kill the Noise 2. Stand Up 3. Swerve 4. Bloodline 5. Liar 6. Ego Trip 7. Unglued 8. Dying To Believe 9. Killing Time 10. Leave a Light on 11. Always Wandering 12. No Apologies 13. Cut the Line 14. I Surrender
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Line Up
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Jacoby Shaddix (Voce) Jerry Horton (Chitarra) Tobin Esperance (Basso, Programming) Tony Palermo (Batteria)
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