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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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21/06/2022
( 1736 letture )
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In concomitanza con il venticinquesimo anno di attività i veterani del technical-brutal death Origin danno alle stampe il loro ottavo album in studio, edito dalla Agonia Records. Intitolato Chaosmos questo nuovo full-lenght è composto da otto tracce per circa quarantacinque minuti di nuovo materiale sonoro, in cui i ragazzi del Kansas esplorano nuove direzioni musicali rispetto al più o meno remoto passato, riproponendo una scelta più groovy-oriented dai tratti somatici decisamente old school, senza perdere di vista il loro tradizionale marchio sonoro ma semplicemente dandogli nuove sfumature.
Partendo da una produzione in linea con la musicalità della band, Chaosmos suona grosso e grezzo, le chitarre sono chiare e mantengono un certo ringhio che poggia su una batteria non esageratamente digitale, il suono generale gioca sulle medie frequenze sulle quali una voce prettamente growl ritaglia linee ritmiche ben ponderate. L’intrinseco valore tecnico esecutivo dei quattro viene quindi messo ulteriormente in luce da una scelta di produzione azzeccata e concreta ma piuttosto canonica o standardizzata dir si voglia. Musicalmente parlando l’opener Ecophagy propone una classica velleità della band: velocità altissima, tecnica sopraffina e tanta furia musicale, un brano di chiarissimo stampo Origin. Le “novità” partono da Chaosmos dove il groove inizia a farsi sentire, piacevole, dinamico. Questa prima metà scorre veloce ed imprevedibile come Panoptical brano dalla elevatissima caratura tecnica, sia esecutiva che compositiva un saliscendi vertiginoso e labirintico. Episodi degni di menzione sono presenti altresì nella seconda metà del disco dove i rimandi a partiture passate che ondeggiano tra black e core sono plurime e pluripresenti, ne sono esempio Nostalgia For Oblivion e Decolonizer in cui la varietà stilistica e l’imprevedibilità direzionale sono i pilastri portanti. Molto coraggiosa e altrettanto ben riuscita è la suite finale Heath Death, undici minuti di un distopico viaggio musicale spaziale sicuramente il brano più elaborato e celebrale della scaletta. Chaosmos non delude le attese dei fans della band, il trademark del quartetto del Kansas c’è, certamente è stata fatta una scelta di divagazione dall’ordinario seppur in ogni brano i rimandi al passato ed al funzionale e funzionante siano ben riconoscibili.
Probabilmente questo fattore ed una produzione piuttosto standard sono i punti deboli che possiamo riscontrare. Qualche azzardo stilistico in più avrebbe giovato al refresh percepito da questo album ma, il valore assoluto tecnico, compositivo ed esecutivo è fuori da ogni discussione, in questo campo gli Origin rimangono dei veri e propri maestri. A differenza delle passate produzioni si può affermare che Chaosmos sia il lavoro più diretto ed accessibile per chi si voglia approcciare alla musica di questa storica band, nonché un altro piacevole ascolto per i fans di vecchia data.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ecophagy 2. Chaosmos 3. Cogito Tamen Non Sum 4. Panoptical 5. Decolonizer 6. Cullscape 7. Nostalgia For Oblivion 8. Heath Death
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Line Up
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Jason Keyser (Voce) Paul Ryan (Chitarra, Voce) Mike Flores (Basso, Voce) john Longstreth (Batteria)
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