|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
Hawkwind - Warrior on the Edge of Time
|
16/07/2022
( 1940 letture )
|
Difficile parlare di un disco monumentale come Warrior on the Edge of Time, quinto album degli Hawkwind pubblicato nel 1976. La comune capitanata da Dave Brock, pubblicando il primo disco, si era rivelata tra le band precorritrici della scena space rock con le sue composizioni provenienti da un’altra dimensione che saranno ispiratrici di molteplici generi. Una strada poi ulteriormente esplorata nei dischi successivi, con più che discreti riscontri di critica e pubblico, catturato anche dalle psichedeliche e fantascientifiche esibizioni dal vivo, celebrate dal live Space Ritual. Il fatto che al basso ci fosse un certo Ian Fraser Kilmister –presente tra l’altro alla voce nel brano contenuto nella b-side del singolo Kings of Speed, Motorhead– sarà emblematico per comprendere l’impatto che questo album degli avrà nel panorama hard’n’heavy internazionale. Il disco è un semi-concept, nel quale le atmosfere lisergiche degli Hawkwind si fondono con la letteratura e con riflessioni filosofiche riguardanti la vita.
Un giro di basso introduce la prima canzone Assault and Battery, un brano in cui viene citata la poesia A Psalm of Life opera dello scrittore Henry Wadswort Longfellow. Sono presenti le suggestioni prog rock che caratterizzeranno i lavori degli Hawkwind . Un brano che con le sue liriche esalta la vita, mentre il mellotron e il sintetizzatore di Simon House insieme agli altri strumenti evolvono la struttura del brano fino a giungere a The Golden Void, seconda parte del brano e sua continuazione naturale. L’ascoltatore viene trasportato nell’abisso dorato, il corridoio di fiamme cantato da Dave Brock, polistrumentista e leader della band:
Down a corridor of flame, Will I fly so high again Is there something wrong with me, I cannot hear, I cannot see
Ad una strumentale lisergica si aggiungono i versi dal sapore onirico, caratteristica maggiormente evidenziata da questo secondo album della band e volutamente ispirato all’opera di Michael Moorcock, The Eternal Champion. Proprio i testi dello scrittore inglese saranno l’ispirazione principale della traccia che segue, The Wizard Blew His Horn. Una melodia sinistra di organi su cui proprio la voce di Michael Moorcock narra le gesta del “campione eterno”. Curioso pensare come l’opera dello scrittore, ambientata in vari mondi paralleli, anticipi di decenni il concetto di multiverso sdoganato poi da altri media in epoca recente. Opa-Loka è una strumentale in cui grande lavoro è svolto da Alan Powell con la sua batteria sincopata, mentre il basso suonato per l’occasione da Dave Brock e una fantasmagoria di suoni di tastiere ci trasportano nei meandri dello space rock. The Demented Man è una composizione intimistica in cui la voce di Brock, accompagnata dalla chitarra, narra i pensieri di un matto intento ad analizzare la natura dei suoi pensieri. Il brano si allaccia a Magnu, canzone dall’incedere hard rock e dal sapore orientale. La batteria e il suono del basso richiamano il classico sound motorheadiano con delle venature psichedeliche a condire il tutto, arricchito anche dell’effetto vocale. Le percussioni tribali, il sassofono e il violino –suonato anch’esso da Simon House- fanno da interludio, mentre una risalita noiseggiante sul finale porta a conclusione una traccia grandiosa. Il mellotron conclude il brano, aprendo contemporaneamente la traccia seguente Standing at the Edge, in cui la voce effettata del sassofonista e flautista Nik Turner proclama ad alta voce le vicissitudini dei soldati ai confini del tempo:
And it's cold, so cold on the edge of time We are the the lost, we are the forgotten We are the undying We are the soldiers at the edge of time The veterans of a thousand psychic wars
Un’altra strumentale pazzesca che ci trasporta sulla Galassia 28948, la Spiral Galaxy. Ed è proprio una spirale galattica a trascinarci all’interno di questa canzone, in cui oltre agli altri strumenti, grande lavoro viene svolto dal sintetizzatore di House. Un incedere trascinante in cui un gong alla fine annuncia la traccia successiva Warriors, nella quale la voce inquietante di Michael Moorcock questa volta si fa portatrice dei proclami dei guerrieri ai confini del tempo, personaggi che popolano il suo multiverso. Si fanno notare il rullo di percussioni e la conclusione, nella quale le suggestioni psichedeliche date dagli effetti della tastiera assumono un carattere quasi militaresco. Chi sono questi guerrieri e perché vogliono distruggere dei fantomatici nemici dichiarandosi perduti, ultimi e traditi? Versi fantascientifici a cui forse solo il campione eterno di Moorcock potrà dare risposta. Dying Seas è una composizione in cui è forte la matrice hard rock, ma contaminata dallo psychedelic rock, che in alcuni casi potrebbe ricordare le composizioni tipiche dei contemporanei Pink Floyd. Notevole l’assolo di chitarra che, come tutta la canzone, è rivestito da un effetto “acquoso”, mentre superlativa è la conclusione del sassofono in sfumato. Da citare infine anche l’ultima traccia del disco, il singolo Kings of Speed, brano hard rock classico in cui anche il flauto e il violino svolgono un ruolo fondamentale rendendo la canzone ben fluida e coinvolgente.
Ma cosa dire invece della b-side Motorhead, composta e cantata dal bassista Lemmy Kilmister? Brano che, a partire dalla band che genererà, sarà il germe di un determinato modo di fare musica e di una cultura che dopo anni continua ad ispirare generazioni di ascoltatori e musicisti, così come l’album in cui ha avuto l’onore –purtroppo o per fortuna– di essere una b-side. Il disco sarà peraltro proprio l’ultimo nel quale Lemmy suonerà, venendo licenziato pochi giorni prima della pubblicazione. Warrior on the Edge of Time è uno dei più grandi dischi space rock di sempre, amato sia dagli ascoltatori hard’n’heavy per le sue ritmiche tirate, che dagli “stoner guys” che ne apprezzano le influenze psichedeliche. Era il 1975 e gli Hawkwind continuavano a creare un genere, lo space rock, riempiendoci le orecchie di melodie provenienti da altri universi. Oggi siamo nel 2022 e loro sono ancora qui a macinare album senza indietreggiare di un centimetro, cos’è questa se non l’essenza della musica?
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
Quello che fu per me l\'ultimo gran disco di questa banda di gitani svitati. Pur a mio avviso non raggiungendo i livelli di album quali In Search of Space, Doremi e soprattutto quel monumento live che fu The Space Ritual. Voto: 80 |
|
|
|
|
|
|
8
|
Disco molto molto ben realizzato x quanto riguarda suoni, composizioni, interpretazioni. A fronte di un sontuoso lato A, si ripete un po' nel lato B (parere personale), x questo gli preferisco leggermente Hall Of... / Il mio preferito rimarrà sempre In Search Of Space. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Io sono più per Doremifasolatido... Stratosferico anche questo comunque |
|
|
|
|
|
|
6
|
Per quanto mi riguarda se la gioca con Hall of the mountain grill. Bellissimo con i brani "spaziali" che se la giocano (e non è detto che perdano) alla pari con i Pink Floyd (e poi c'è quella Bonus Track che...ci siam capiti). 85 |
|
|
|
|
|
|
5
|
Grande album, anche se un gradino sotto al precedente Hall of the Mountain Grill, che è il mio preferito degli Hawkwind. Comunque appartiene anche questo alla fase “top” della band. Pezzi come Magnu sono storia del rock. Voto 86 |
|
|
|
|
|
|
4
|
...veramente ottimo....poi c'e' lemmy....da avere.....90..... |
|
|
|
|
|
|
3
|
Il capolavoro degli Hawkwind assieme a Live Chronicles, voto 95 |
|
|
|
|
|
|
2
|
L'accoppiata iniziale sarebbe sufficiente a catalogare l'album tra i top se non fosse che sono seguite da altri incredibili pezzi quasi in serie. The demented man, quasi commovente nel contesto Hawkwind; Spiral Galaxy (ennesimo viaggio che ci viene regalato dalla band); la folle Magnu, che mi fa delirare ogni volta, e la più classica, se così vogliamo dire, King of Speed. Ma il resto non serve solo da contorno. Disco incredibile e recensione assolutamente alla sua altezza. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Album capace di trascinarti nelle sue spire sin dal primo, magnifico pezzo. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Assault and Battery (Part 1) 2. The Golden Void (Part 2) 3. The Wizard Blew His Horn 4. Opa-Loka 5. The Demented Man 6. Magnu 7. Standing At The Edge 8. Spiral Galaxy 28948 9. Warriors 10. Dying Seas 11. King of Speed 12. Motorhead (CD Bonus Track)
|
|
Line Up
|
Dave Brock (Chitarra, Tastiera, Voce, Basso su traccia 4) Nik Turner (Sassofono, Flauto, Voce su tracce 7 e 10) Michael Moorcock (Voce su tracce 3 e 9) Simon House (Violino, Mellotron, Tastiera) Lemmy Kilmister (Basso, Voce su traccia 12) Simon King (Batteria, Percussioni) Alan Powell (Batteria, Percussioni)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|