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Celestial Season - Mysterium II
16/01/2023
( 1240 letture )
Come promesso e con quella puntualità e precisione tipica dei popoli nordici, a pochi mesi di distanza dal primo capitolo, i Celestial Season pubblicano il secondo episodio della Mysterium trilogy. Sfruttando un momento particolarmente favorevole, spinta dal vento in poppa di una ritrovata creatività e popolarità, la band olandese non sembra conoscere rallentamenti, né inceppamenti, per lo meno sul piano quantitativo. Se si pensa poi che Mysterium II è il terzo full-length ufficiale in soli tre anni, dopo un ventennio di inattività quasi totale, la cosa risulta addirittura sbalorditiva.

Il rischio intrinseco di infittire le pubblicazioni a questo ritmo serrato è quello di esaurire la vena creativa e magari di diluire le idee nell’alto numero delle composizioni, di conseguenza facendo loro perdere attrattiva e potere dirompente sfociando nella monotonia e nella ripetitività. Rispetto all’album del comeback, The Secret Teachings, il successore Mysterium I, pur mantenendone la qualità, non si discostava poi molto in termini di suoni ed arrangiamenti. La scelta della band di mantenere un atteggiamento conservatore e rispettoso dei crismi del gothic doom dei nineties, senza rivoluzionare il proprio sound, è stata consapevole e strategica al fine di consolidare il proprio status nel momento del ritorno sulle scene. Un chiaro messaggio per ribadire così al pubblico l’intento di seguire lo stile delle origini, ben radicato proprio nelle grandi band del roster Peaceville Records degli anni novanta, Paradise Lost, Anathema e My Dying Bride su tutti. Tuttavia, dopo due full-lenghth non dissimili tra di loro, Mysterium II poteva finalmente rappresentare per i Celestial Season l’occasione d’oro per dimostrare il proprio valore anche al di fuori di una confort zone che artisticamente aveva ormai esaurito le soluzioni praticabili, e contemporaneamente il trampolino di lancio verso territori inesplorati ed una musicalità finalmente libera dalle costrizioni del passato.

Per chi attendeva il definitivo salto di qualità rincresce constatare che il secondo capitolo della trilogia non riesce ancora ad innalzare del tutto la band olandese verso più alte cime, pur prospettando soluzioni stilistiche che, scaturendo dagli stilemi di chiara matrice gothic doom, defluiscono in direzioni sicuramente interessanti. Se in brani come l’incipit The Divine Duty of Servants e In April Darkness, i Celestial Season giocano in casa, non andando oltre a quanto già ampiamente proposto negli album precedenti, in altre composizioni, per fortuna, inseriscono piccoli e preziosi tocchi d’innovazione che le fanno emergere per espressività ed eleganza, quasi sempre, e non per caso, quando Jiska Ter Bals al violino e Elianne Anemaat al violoncello, hanno licenza di uccidere. Se negli arrangiamenti più scarni e diretti gli archi devono, per ragioni stilistiche, soggiacere alla strumentazione elettrica, nelle composizioni di più ampio respiro possono godere di maggiore minutaggio e rilevanza, e il risultato d’insieme è sorprendente. Our Nocturnal Love, con richiami più che palesi ai My Dying Bride, è il primo sussulto di Mysterium II. Nei suoi sette minuti i Celestial Season dipingono una tela gotica e decadente dove i riff monolitici delle chitarre e i fraseggi degli archi si inseguono ed infine congiungono in un brano vibrante e ricco di pathos. Una gemma oscura che racchiude al suo interno momenti di puro lirismo che culminano nel break centrale, dove un assolo acustico echeggia nel silenzio più assoluto. The Sun the Moon and the Truth si avventura addirittura in terrritori blackgaze, alternando fraseggi in tremolo a sezioni ai confini del funeral doom, un crogiuolo dal quale scaturisce una nuova oscura lega dai riflessi cangianti ed imprevedibili. Alla maestosa Pictures of Endless Beauty Copper Sunset è affidato il compito di accomiatare l’ascoltatore. I Celestial Season rientrano nei confini noti, ma lo fanno con una composizione che racchiude il meglio del loro bagaglio artistico. Il doom più cupo e roccioso viene imbrigliato e rafforzato dagli archi che conferiscono spessore ed una valenza eroica inedita al brano. I toni malinconici e struggenti, così radicati nel DNA della band olandese, riaffiorano solo nel finale, quando i riff sfumano gradualmente nel silenzio. Lo stesso Stefan Ruiters, meno monocromatico del solito, fornisce una prova finalmente all’altezza dei brani più complessi, alternando al growl un canto declamatorio in grado di spezzare la monotonia di certe sezioni, e di coinvolgere ed emozionare chi ascolta.

Mysterium II è un timido passo avanti di una band che comunque non soffre quasi mai di veri e propri cali qualitativi. I Celestial Season, complice una formazione affiatata che gode di un bagaglio tecnico invidiabile, stanno attraversando una seconda giovinezza artistica, ben supportati dalla loro label, Burning World Records, che ha creduto fermamente nel loro comeback. Album dopo album la fiducia e l’affiatamento tra i membri sono cresciuti, il songwriting e l’ispirazione ne hanno giovato di conseguenza, e non si registrano per ora passi falsi o cedimenti. L’idea di una trilogia di full-length pubblicati in rapida successione è intrigante, e per ora l’impalcatura eretta dalla formazione olandese regge e pone le basi per quella che si spera sia l’apice conclusivo di questo viaggio.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2022
Burning World Records
Doom
Tracklist
1. The Divine Duty of Servants
2. Tomorrow Mourning
3. Our Nocturnal Love
4. In April Darkness
5. The Sun the Moon and the Truth
6. Pictures of Endless Beauty Copper Sunset
Line Up
Stefan Ruiters (Voce)
Pim Van Zanen (Chitarra)
Olly Smit (Chitarra)
Jiska Ter Bals (Violino)
Elianne Anemaat (Violoncello)
Lucas van Slegtenhorst (Basso)
Jason Köhnen (Batteria, Percussioni)
 
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