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Necrophagia - Ready For Death
25/02/2023
( 1686 letture )
La storia di Ready for Death rasenta i limiti del grottesco. Dopo essere stato registrato e preparato per la sua commercializzazione, il disco incontra problemi di censura a causa dei testi ed a non meglio precisate attività illecite della band, per poi essere confiscato e trafugato, tornando alla luce per vie non proprio lecite qualche anno dopo su un limitatissimo numero di supporti dell’epoca, verosimilmente vinili e musicassette, “grazie” ad una falsa etichetta, la Embalming Records; la stessa poi arrivò ad un accordo con la Dismal Fate Records, che etichettò il disco come bootleg ufficiale, smaltendo le vecchie copie e pubblicando una ristampa su musicassetta, sempre in numero molto limitato di esemplari, ma riportando così alla luce un album altrimenti destinato all’oblio.
Infine, la Xtreem Music, sempre ristampando il tutto su supporti “vintage”, ne emette una versione digitalizzata, permettendo così a tutti i fan di poter godere del “primo” disco della band, targato 1986, qualcosa come 30 anni più tardi. È proprio il caso di dirlo, meglio tardi che mai!

Ma tutta questa fatica per un disco vecchio e malconcio? In effetti verrebbe da chiedersi se valesse la pena tutto questo trambusto, ma basta far partire la traccia di apertura World Funeral, per venire catapultati direttamente sul finire degli anni ‘80, in quella fucina zolforosa e putrida dove si stava forgiando il death metal. Musica estrema, sia nelle sonorità che nell’aspetto e nei testi, i Necrophagia concepiscono un assalto sonoro che mantiene inalterati potenza e marciume anche a distanza di tanti anni.

Incredibile inoltre come, nonostante si sia agli albori del genere, Ready for Death sembri davvero una sorta di manifesto del death metal; la versatilità è eccezionale, si passa da tracce in pieno mid-tempo, ad altre che affondano nel black metal, altre ancora che abbracciano il doom. Insomma, ecco spiegato perché questo compendio metallico suona ancora oscuro e potente come se 35 anni fa fossero ieri!

World Funeral è già un emblema di quanto detto, partenza proto-doom, sferzata death metal ad incrociarsi con atmosfere black, accelerazioni improvvise ed assoli stranianti, per non parlare del vocione di Killjoy, davvero sulfureo ed originale, che riempie il suono dei nostri di pura cattiveria sgorgante da abissi insondabili. Lust of the Naked Dead ha una struttura che sarà la fortuna di una moltitudine di band di vario genere, mentre Ready for Death è una palese dimostrazione di quanto i Necrophagia fossero dannatamente estremi; invece Ancient Slamber rallenta drasticamente i tempi, per poi esplodere più potente e maligna che mai.
Ma le sorprese non finisco qui, perchè i Necrophagia si prendono pure la soddisfazione di sbatterci in faccia tutto il loro talento, con una traccia di ben 7 furenti minuti, Black Apparition, la quale sciorina la vena compositiva dei musicisti, aggredendo l’ascoltatore con un micidiale assalto nero, che non lascia scampo alcuno. Return to Life ha il compito infine di portare a conclusione in poco meno di due minuti il nostro ascolto, con una sferzata maligna che annienta le nostre ultime energie.

Ma non si può non accennare anche alla registrazione, ulteriore sfaccettatura di questo album, a renderlo immancabilmente anni 90, e contemporaneamente senza tempo; il tutto suona sufficientemente pulito per permettere un ascolto piacevole, ma è anche abbastanza oscuro e grezzo per farci immaginare la band intenta a suonare in uno scantinato nascosto e poco accogliente, o meglio ancora in un localaccio di quart’ordine, pregno di sudore, alcolico e fumoso, dove il pubblico può lanciarsi in un pogo sfrenato sfruttando l’energia emessa dal gruppo, sopra un palco segnato dal tempo e dai concerti.

Non c’è che dire, i Necrophagia erano alfieri di nuove sonorità estreme, e la prova del tempo conferma tutte le loro qualità, e considerando l’epoca in cui si trovarono, la loro prova è ancor più rilevante, ed il voto finale non può che tenerne debitamente conto.

Se purtroppo il ciclo della band è venuto a conclusione a causa della prematura scomparsa di Killjoy, la musica dei Necrophagia rimane ad imperitura memoria, e rispondendo alla domanda di apertura: sì, è decisamente valsa la pena tutta la fatica disposta a far riemergere questo tassello metallico come merita.

Ready for Death ha insomma affrontato troppe vicissitudini per arrivare fino a noi, per non dedicargli se non un posto nella propria collezione, almeno un ascolto, che in 37 minuti di musica, racchiude l’essenza di un suono estremo proveniente dal passato, e che tutt’oggi allieta le nostre esistenze. Ben ritrovato, vecchio Ready for Death!



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
77.85 su 7 voti [ VOTA]
LucaNekrowizard88
Martedì 18 Luglio 2023, 12.57.09
14
Disco che dire di culto è davvero un eufemismo. per tutte le vicissitudini che subì al tempo. I Necrophagia non è vero che non sono stati importanti per l\'affermazione del death metal, tutt\'altro. Sicuramente l\'impulso principale lo diedero band come Death, Morbid Angel, Obituary e altri... ma la band di Killjoy ha influenzato a sua volta anche vari altri big della scena del primo periodo (tanto per dire. giganti come Immolation, Incantation, Mortician e Impetigo li hanno SEMPRE citati come loro influenza, fin dai primi anni 90). Che poi siano rimasti più nel culto è un altro discorso. La loro musica, eticherrabile come death metal, era estremamente diversa da quello che si sentiva all\'epoca e anche oggi... era piena di atmosfere orrorifiche, macabre, catacombali, su un tappeto di riff thrash fangosi, ritmiche a volte più tirate altre più doomy, e il ringhio zombi da film horror di Killjoy che completa l\'originalità della loro proposta. Tutto ciò è racchiuso in questo seminale disco. Magari gli preferisco il successore (e vero debut) dell\'87 (meglio focalizzato e rifinito) ma la magia macabra che è racchiusa in questa prima fatica rimane ineguagliabile. Per i maniaci di sonorità death metal e di atmosfere cimiteriali da film horror, loro sono da avere senza discussione (soprattutto le prime robe). Rip Killjoy... saluta Fulci dall\'altra parte!!!
Galilee
Martedì 28 Febbraio 2023, 12.05.28
13
In verità I Pestilence sono sempre stati molto considerati. Almeno fino spheres, disco molto criticato che però a parer mio rimane il loro apice compositivo. Purtroppo dalla Réunion han sfornato troppe mediocrità e ciò li ha un pò messi in disparte.
DaveHC
Domenica 26 Febbraio 2023, 20.04.34
12
Un altro gruppo poco citato, ma secondo me importante per lo sviluppo del Death, sono i Pestilence. Mi sa che ora me li vado a riascoltare...
Transcendence
Domenica 26 Febbraio 2023, 17.24.23
11
@ Tino84: \"Periodo che vedeva una forte critica alla scena estrema, tanto è vero che la censura era sempre un rischio\", se intendi la storia del Parental Advisory, quella riguardava tutta la musica, anche Pop/Rock/Jazz (infatti finorono nel mirino anche Prince, Sheena Easton, Cyndi Lauper e altri), e riguardava solo l\'approccio dei testi: ci sarebbe anche da dire quanto in verità la temuta etichetta abbia in realtà contribuito ad incrementare a dismisura il successo dei \"provocanti\" album che ce l\'avevano, ma è un altro discorso. \"c’era meno pubblico a cui attingere, c’erano meno canali di vendita\", io direi che invece c\'era molto più interesse da parte del pubblico di musica più \"pesante possibile\" per scopi pubblicitari e anche professionali (della serie \"più suonano veloci, più sono professionali\", ricordiamo il fenomeno shred contemporaneo), mentre i canali di vendita erano pochi perché a parte i Celtic Frost che già pubblicavano materiale, tutti gli altri gruppi pionieri, anche i Death/Mantas, si erano a malapena formati o pubblicavano solo demo, senza contatti con etichette discografiche, stampati in una manciata di copie spesso in formato cassetta (il più economico, c\'era un circuito apposito a livello di distribuzione mondiale) ma non tanto perché non c\'erano canali di vendita, ma perché per distribuire tutto questo materiale in maniera non indipendente, in posti abilitati alla vendita anche di prodotti più generalisti, quindi tramite contratto con etichetta, bisognava pagare un bel po\' di soldi, quindi ci voleva almeno qualche anno perché ciò succedesse, e spesso questi gruppi suonavano ancora poco dal vivo. Se poi si considera che questo materiale è rimasto in formato bootleg fino al 2020 e un anno dopo in tutti i formati, direi che venga meno anche il \"momento storico\".
Galilee
Domenica 26 Febbraio 2023, 16.18.19
10
Leggendo il tuo commento non riesco a trovare una giustificazione ad un voto così alto. Il disco, season of the dead, che comunque è leggermente più a fuoco di questo, era già reperibile ai tempi. Semplicemente ascoltatori e musicisti hanno preferito ascoltare altro, perché? Perché dannatamente migliore. Non c\'è nulla da rivalutare, questa band è sempre stata conosciuta. Semplicemente è stata un pò accantonata perché c\'era di molto meglio in giro. . Per fare un parallelismo. Questo disco dei Necrophagia, ma anche il seguente, sta al death metal come Virus di Fragrasso sta agli Zombi movie, mentre Scream bloody gore o Altars of madness stanno al death metal come Dawn of the Dead sta agli Zombi Movie. Au revoir. E comunque Rip Killjoy
Enrico Latino “tino84”
Domenica 26 Febbraio 2023, 14.38.22
9
Buongiorno a tutt* e grazie dei commenti Capisco che i Necrophagia non siano poi entrati nell’Olimpo dei gruppi “mitici”, o che in seguito non siano stati citati come influenze da parte di altre band. Ma come detto, nel voto ho tenuto conto della data di registrazione, contestualizzando un dato periodo storico. Periodo che vedeva una forte critica alla scena estrema, tanto è vero che la censura era sempre un rischio, e questo album lo ha dimostrato. Quindi c’era meno pubblico a cui attingere, c’erano meno canali di vendita, c’era da determinare ancora la musica estrema. Non ha poi avuto fortuna, questo disco quasi dimenticato, ma ciò non significa che non possa essere rivalutato. Ascoltandolo, ci si possono trovare forti rimandi di una moltitudine di band attuali, e non di un singolo genere. Data la varietà e la personalità, il mio voto sarebbe stato attorno agli 80, aumentato poi come detto, inquadrando il momento storico. D’altronde, non sarebbe la prima volta nella storia dove artisti prima poco o nulla conosciuti, riemergono anni a seguire dopo le dovute rivalutazioni storiche. Ovviamente liberi di pensarla diversamente e farcelo sapere nei commenti . Buona domenica
Aceshigh
Domenica 26 Febbraio 2023, 11.02.45
8
Copio-incollo il primo commento di Galilee, che condivido al 100%. Sicuramente vanno inseriti tra i gruppi che hanno contribuito a creare il genere, ed è già una gran cosa. Il loro peso è sempre stato riconosciuto, sia all’epoca che negli anni a venire, e lo è ancora oggi (i Massacre l’anno scorso hanno rifatto proprio Ancient Slumber). Però anche se prendiamo Seasons of the Dead, il primo vero album ufficiale della band (uscito tra l’altro qualche mese prima del debut dei Death), che è migliore di questo Ready for Death…. beh siamo qualitativamente almeno una categoria sotto ad uno Scream Bloody Gore o ad un Seven Churches. Le cose migliori penso anch’io che le abbiano fatte dopo essersi riformati a fine anni ‘90 (con line up molto interessanti). Per Ready for Death anch’io mi fermo a un 70.
DaveHC
Domenica 26 Febbraio 2023, 9.42.13
7
Concordo, i Celtic Frost così come prima di loro i Venom sono stati pionieri di un po\' tutto il metal estremo... Io mi ero concentrato in modo più specifico sul Death Metal...
Galilee
Domenica 26 Febbraio 2023, 1.37.19
6
Carriera cinematografica... Mi pareva avesse anche una casa di distribuzione e avesse partecipato alla produzione del film. Boh, ricorderò male. I Celtic Frost non li cito perché non serve. Sono stati pionieri di talmente tante sonorità che dovresti citarli sempre.
Transcendence
Domenica 26 Febbraio 2023, 0.53.54
5
*Intendevo gli Slaughter che pubblicarono appunto Strappado.
Transcendence
Domenica 26 Febbraio 2023, 0.51.37
4
@ Galilee: \"Carriera cinematografica\", insomma, Frank Pucci risultò partecipante di un solo film, \"August Underground\'s Mordum\", visto che il secondo, \"Opening The Mind\", uscì postumo, direi che non c\'era nemmeno interesse a continuare in quel campo, visti tutti i side project da lui formati nel frattempo (Cabal, Hidden, Killjoy, sotto cui uscì Compelled by Fear nel 1990, The Ravenous con Chris degli Autopsy, Viking Crown con Anselmo, Wurdulak, gli Haxxan alla fine), che poi fossero quasi tutti dischi dimenticabili è un altro conto. In verità mi sono sempre chiesto perché tra i pionieri del death sono stati citati tutti i nomi possibili (Death, Possessed, Repulsion, Strappado, Necrophagia, Sepultura, Deceased, Post Mortem, Macabre, Morbid Angel, Obituary, Carnage, ecc. ecc.) ma finora nelle chat non ho mai sentito nessuno citare il gruppo più influente in assoluto nel genere che veniva prima di tutti i nomi citati: Celtic Frost.
Galilee
Domenica 26 Febbraio 2023, 0.09.24
3
X DaveHC più o meno è quello che ho detto io. Però non si può dire che i Necrophagia siano stati importanti per la nascita del genere come le altre band che hai citato. Il genere l\'ho vissuto in prima persona e leggendo vari documenti e interviste di quel periodo le influenze venivano fuori. E i Necrophagia non venivano mai citati. La distribuzione dei demo oltre oceano di queste band fu determinante. E mentre di band quali Napalm Death, Carcass, Repulsion, Morbid Angel, Terrorize, Death etc si sentiva parlare da chiunque, dei Necrophagia proprio zero. Uno il primo vero disco alla fine fu Season of the dead, che però a qualità non regge il confronto. Oltre ad un songwriting che crescerà col tempo mancavano i grandi musicisti. Non c\'è traccia di gente come Sandoval, Schuldiner, Mick Harris, James Murphy, Nicke Andersson. Si potrebbe dire che la carriera cinematografica di Killjoy fu molto simile a quella musicale, forse molto peggio. Molte idee anche li, ma accompagnate da realizzazioni prive di qualsiasi tecnicismo e professionalità. Peccato, perché a suo modo era un personaggio molto talentuoso.
DaveHC
Sabato 25 Febbraio 2023, 20.53.59
2
Mi trovo abbastanza d\'accordo con quanto scritto da Galilee, anche se io rimango dell\'idea che i voti lasciano il tempo che trovano soprattutto x dischi che hanno un certo valore storico. Il loro capolavoro è sicuramente Holocausto de la morte, e piuttosto che questo disco (cronologicamente il secondo, visto che per le varie peripezie è stato pubblicato effettivamente solo nel \'90) forse a livello storico è più Season of the dead il loro disco più influente. Certo non sono stati i seminali Possessed, ma certo i Necrophagia sono stati fondamentali quanto i Death, i Motbid Angel, gli Obituary o i Napalm Death. D\'altra parte è anche vero che a livello di dischi non sono riusciti a sfornare capolavori che hanno influenzato tutto ciò che è venuto dopo come 7 churches, Scream Bloody Gore, Altars of Madness, Scum, Slowly we rot, o anche World Downfall, Realm of Chaos, Reek of putrefaction, Left hand Path ecc
Galilee
Sabato 25 Febbraio 2023, 15.57.25
1
Da fan di Killjoy penso che un 90 a questo disco rappresenti il grottesco. Ok che sono stati Tra i primi a proporre certe sonorità, ma tutto il resto mancava. Non ci si trova di fronte ad un Screaming bloody gore o ad un Altar of madness, ma piuttosto davanti ad un Bestial devastation, scritto però da una band che col songwriting non ci è mai andata a nozze. Ora con tutto il bene che voglio ai Necrophagia, avendo tutta la discografia, devo ammettere che la perfezione la vedono col binocolo anche nei capitoli migliori. E cioè Holocaust de la morte e fine art of torture. Ecco qui due 85 posso anche piazzarli, ma a questo debutto proprio no. Ad essere onesti non è nemmeno riconosciuto come caposaldo di un movimento come lo possono essere uno Scum, un reek of putrefaction. Uno scream bloody gore etc. E a ben vedere, aggiungerei. Comunque, per concludere, un debutto coraggioso, ma con mille limiti, che conterrà pure il successivo SOTD, è che nonostante la proposta innovativa non fu comunque capace ad imporsi. Per fortuna col tempo miglioreranno e nature ranno parecchio. 70
INFORMAZIONI
1986
New Renaissance Records
Death
Tracklist
1. World Funeral
2. Lust of the Naked Dead
3. Hemorage
4. Ready for Death
5. Ancient Slumber
6. Black Apparition
7. Blood Thirst
8. Mental Decay
9. Communion of Death
10. Return to Life
Line Up
Killjoy (Voce)
Larry “Madthrash” Madison (Chitarra)
Bill James (Basso)
Joe Blazer (Batteria)
 
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