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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Thunder - Laughing on Judgement Day
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06/05/2023
( 1054 letture )
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Laughing on Judgement Day è il secondo capitolo in studio dei Thunder , band britannica di grande valore e specchiate virtù musicali. Il qui presente disco fa seguito all’osannato debutto Back Street Symphony del 1990, e in Inghilterra, madrepatria del quintetto, diventa una delle release più vendute e citate nei primissimi anni 90. Viene gettato sul mercato nel 1992, con l’ensemble che lo incide tra il 3 febbraio e il 24 giugno 1992, per poi recapitare gli oltre 69 minuti di durata direttamente nei negozi a fine settembre. Registrato agli Outside Studios di Checkendon, è stato prodotto dal guitar man della band, Luke Morley, e dal celebre Andy Taylor, ex chitarrista dei Duran Duran, già con lo stesso ruolo sul debutto: etichetta Emi in Europa e Giappone, Geffen Records negli Stati Uniti. Il materiale è stato scritto principalmente da Morley, anche se tre tracce sono state co-scritte dal batterista Gary James e altri sono i contributi giunti dai membri della band, mentre Taylor ha anche co-firmato due scampoli. Il 33 giri ha ricevuto recensioni positive da numerosi critici e ha raggiunto un ottimo successo commerciale, arrampicandosi sino al numero 2 nella classifica degli album del Regno Unito, ricevendo il disco d'oro dalla British Phonographic Industry, per vendite superiori alle 100 mila unità.
Il quintetto mostra, ancora una, volta le proprie matrici composite, american rock, blues, sfumature soul e qualche accenno funky, il tutto legato da un hard bello pestato e corpulento: questa la ricetta del loro successo sul pianeta Terra. Does It Feels Like Love è introdotta da note sudiste che poi sfociano in una gran bella song hard, carica e potente, con una gustosa e aggressiva performance vocale di Danny Bowes, ritornello frastagliato e armonizzato alla grande, solo guitar fiammeggiante; una partenza super. Everybody Wants Her sa molto di AC/DC con un refrain stupendo ed accalappiante, con tanto di retrogusto funky e sezione fiati, mentre Low Life In High Places nasce come una ballad acustica di grande pregevolezza, poi entrano le chitarre e il brano esplode in tutto e per tutto, con il singer ancora sugli scudi e le asce che tracimano, ricamando un affresco bombastico. La titletrack torna sul tono alto dell’opener, grazie ad un riff ipnotico e panorami di terre sterminate americane; si respira un ampio senso di libertà. Empty City è power blues liquido con sensazioni notturne da radio FM a stelle e strisce, condito da uno spizzico pepato di Led Zeppelin: grande prova delle guitar e dietro al microfono. La melodia di Today the World Stops Turning è da top, con quell’alternanza tra acustico ed elettrico. Long Way From Home si dipana da un organo celestiale portando il DNA dei Supertramp nelle cellule del pezzo, organizzando un chorus assimilabile al primo ascolto, corroborato da arrangiamenti zampillanti, poi Fire to Ice torna sul sentiero dell’hard chiassoso e dominato dai riff delle guitar con un inciso efficace, cosiccome la seguente Feeding The Flame con il frontman che apre le ali e domina la scena: solismo maiuscolo e di grande saturazione. A Better Man è una efficacissima ballata dai toni western con picchi sentimentali, in bilico tra armonica a bocca e chitarre acustiche, con il singer che fa la parte del leone, assistito da controcori semplici ma penetranti come frecce, The Moment of Truth vede un basso pulsante, mischiando hard rock e funky però senza spiccare il volo come avrebbe dovuto. Flawed to Perfection ricalca certi stilemi tipici ottantiani del Sunset Strip, ancheggiamenti, cori pompati, ritornello ipermelodico e chitarre rock and roll, Like A Satellite si trucca come una big song dalle ampie vedute, poi Babe I’ll Be Gone serra i boccaporti di un lavoro lunghissimo, con un sigillo hard, tanta slide guitar e un incedere prorompente.
Il difetto di questo lavoro è solo uno, il minutaggio elevato cha fa pensare ad una lunghezza eccessiva, per il resto ci si trova di fronte ad un grande album dove tutto gira alla grande, dalla voce, agli arrangiamenti ora setosi ora spaccavertebre degli strumenti, i grandi cori e l’omogenea disuguaglianza tra i generi proposti, ma con un feeling e una classe rara da trovare. Una perla da ripescare e coccolare senza ritegno questo gingillo costruito su 14 track. I Thunder lo promuovono in giro per il mondo nel Laughing All Over the World Tour, a partire dall'ottobre 1992, con spettacoli a supporto dei grandi Extreme, viaggiando tra Regno Unito, Giappone, Canada ed Europa. I quattro singoli estratti raggiungono tutti la top 40 delle classifiche in madrepatria: parliamo di Low Life in High Places, Everybody Wants Her, Better Man e Like a Satellite, mentre nel 2009 il lavoro viene rimasterizzato, con un formato di ben due dischetti, aggiungendo 4 cover a firma Stones, Liza Minnelli, Small Faces e Beatles. Questa "risata nei confronti dell’armageddon" non sarà un lavoro originalissimo in quanto a influenze e vena ispirativa, ma è sicuramente un grandissimo platter come tiro ed esecuzioni, capaci di fondere atmosfere, inventiva strumentale e assemblaggio vocale di primissimo ordine, toccando e sposando i gusti di eserciti di rocker di quel periodo. Ma funziona ancora oggi, credetemi, e pure parecchio. Un vero godimento riascoltare queste steccate intrise del marchio del gruppo a firma Morley e compagni. Rispolverate, gente, rispolverate…
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8
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Veramente un gran gran bel disco.
Più Hard Rock di così si muore... |
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7
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Uno dei miei album preferiti degli anni Novanta. Peccato non abbiano mai sfondato negli USA, ma da loro nel tempo sono arrivati sempre degli ottimi dischi. |
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6
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Gran bel disco di puro hard rock, tra Bad Company e Whitesnake, con un unico vero difetto: quello che hanno individuato tutti: il minutaggio. Da questo punto di vista l\'avvento del CD ha - per me - fatto abbassare la qualità complessiva degli album rispetto alle decadi precedenti, consentendo di poter riempire sino a 80 minuti e senza quindi scegliere i pezzi più significativi. Ma brani come Does It Feels Like Love, Low Life In High Places, Laughing On Judgement Day e Empty City non si discutono. 80 |
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5
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Comunque è Shock non Sbock🤣 |
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4
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Secondo me è il loro album migliore, forse troppo lungo. Band che non ha mai sbagliato, non ha neanche mai prodotto capolavori, ma buoni lavori si. Voto 80 |
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3
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Si può tranquillamente dire che i Thunder sono uno dei pochi gruppi che non hanno mai fatto un brutto disco, anzi il contrario. Dopo l\'esuberante esordio (ma come si fa a non averlo?) il gruppo inglese replica con questo doppio album, il cui unico difetto è l\'eccessiva lunghezza, anche se la qualità è sempre alta lungo tutta la durata del lavoro. Soprattutto la voce di Danny (straordinaria ancora oggi) e la chitarra di Luke spadroneggiano in lungo ed in largo. Purtroppo l\'anno di uscita non ha favorito il gruppo, il grunge arrivava e l\'hard rock era relegato ai fan più accaniti, |
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2
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Grande disco voto per me giusto, anche se preferisco Back Street Symphony che, come si legge nella rece, riscosse un ottimo successo per poi non replicare con questo in termini di popolarità, peccato ( mode che stavano cambiando?) . Se la memoria non mi inganna si formarono dalle ceneri dei Terraplane |
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1
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Che gran disco, quanti ricordi. Non sono mai riuscito a recuperare il debutto che dicono sia ancora meglio. Consiglio a Frankiss un triplo acustico dove i Thunder reinterpretano i loro brani con stili differenti. Davvero un gioiellino. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Does It Feels Like Love 2. Everybody Wants Her 3. Low Life In High Places 4. Laughing On Judgement Day 5. Empty City 6. Today the World Stops Turning 7. Long Way From Home 8. Fire to Ice 9. Feeding the Flame 10. A Better Man 11. The Moment of Truth 12. Flawed to Perfection 13. Like a Satellite 14. Babe I’ll Be Gone
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Line Up
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Danny Bowes (Voce) Luke Morley (Chitarra) Ben Matthews (Chitarra, Tastiera) Mark Luckhurst (Basso) Gary James (Batteria)
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