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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Tygers of Pan Tang - Bloodlines
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29/06/2023
( 1940 letture )
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Una band immarcescibile, una delle realtà di punta della NWOBHM, come si fa a non amarli? Tornano con un nuovo disco i mitologici britannici, Tygers of Pan Tang con ben due innesti tricolori in formazione, firmando il loro tredicesimo lavoro da studio e ripartendo con la produzione, a pieno regime, allo scoccare del nuovo millennio, dopo un silenzio discografico di quattordici anni, che ha fatto temere per l’eclissi definitiva del gruppo. Dal 2001 il combo è ripartito con spirito prolifico e cadenzato grazie a pubblicazioni ogni 3-4 anni, sempre sotto l’egida dell’inossidabile Robb Weir, unico membro fondatore rimasto: il qui presente Bloodlines giunge oggi sugli scaffali dopo l’ultimo e buonissimo Ritual, che ha visto la luce nel 2019. Insomma, la tigre non è mai stata addomesticata e risulta ancora aggressiva e pronta a sguainare artigli e canini, anche grazie ai vari ricambi di line-up, avvenuti negli anni, che hanno portato freschezza e continuità; da segnalare i contributi italici del singer Jacopo "Jack" Meille, dal 2004 e l’arrivo (targato 2020) del sassarese Francesco Marras alla sei corde. Il quintetto ha riposto piena fiducia nel tocco sapiente del produttore danese Tue Madsen (Moonspell, Sick of It All) per cercare la giusta alchimia che potesse portare ad un sound sempre compatto e duro ma con aperture moderne, tese a sfruttare il meglio del loro arsenale musicale, mischiandolo con le elettrizzanti esperienze perpetrate.
Dieci nuove composizioni, catturate da una copertina tigrosa e sanguinolenta, che prendono il via con la lunga opener dal titolo Edge of the World, con spunto vivace, inevitabile, dal classico gusto che si fonde, benissimo, con melodie di puro stampo metal, senza disdegnare melodie aguzze, rinforzate dal drumming pestato e brillante di Craig Ellis. Bello il guitar solo, pregevole l’intermezzo di chitarre spagnoleggianti a metà timing e la voce del singer che mostra grinta e scioltezza, dominando ritmiche che segherebbero in due un trattore: ottima partenza. In My Blood è metal anni ‘80 con quella patina oscura che trapela anche nei cori ostentati e anthemici e il talk box che fa la sua apparizione tra nebbie abbaglianti e steccate delle due asce, poi parte l’attacco frontale di Fire on the Horizon grazie ad un riff veloce e un chorus borchiato, che scatenerà headbanging sotto il palco in sede live; solo lungo ed efficacissimo delle sei corde. Metallo pesante, si proprio così, ma di quello buono che sa pescare a piene mani dalla cultura del genere. Light of Hope scatena clangore e ritmiche ossessionanti con la voce di Jacopo che conduce egregiamente la song, sorretta dalla pacca della batteria e da un inciso decisamente indovinato e piacevolmente melodico. Back for Good si presenta come un brano decisamente lungo, partendo da una combo basso/batteria da cui si schiude un coro, sostenuto da un riff ferroso: reminiscenze ottantiane nel bridge e nell’inciso, un guitar-solo fluorescente e tonico e buoni i registri vocali usati dal singer; track che funziona molto e lo farà anche dal vivo. Taste of Love è ballad con tanto di pianoforte e accenti marcati, molto bella la scansione armonica su cui è imperniata la traccia, con ogni dettaglio al proprio posto e un risultato finale certamente positivo. Kiss the Sky azzanna che è un piacere con quelle chitarre selvatiche che non danno tregua e acidificano e i cori che vanno dritti all’obiettivo. Believe appare rallentata e darkeggiante sia nelle chitarre che nello sviluppo vocale, con qualche spiraglio più solare nel ritornello e un solismo delle asce ficcante nonostante la differenza antipodica di stili dei due chitarristi. A New Heartbeat è una bella cavalcata allegra e sparascintille, mentre Making All The Rules tira il sipario conclusivo sul disco, regalando un’apprezzabile semiballad dai sapori blues, con tanti picchi piacevoli e un bellissimo lavoro delle chitarre, sia nelle ritmiche che in fase di assolo, con Jacopo "Jack" Meille sulla plancia di comando.
Bloodlines è un disco vero, autentico, intriso di hard and heavy, senza l’assillo di strafare, con 10 pezzi originali che stanno in bilico tra le due matrici appena citate. Con tutta probabilità non diventerà un capolavoro nel genere, ma qui tutti i tasselli sono ben incastrati, grazie a buone composizioni e a una band che pare aver trovato il giusto affiatamento per proseguire nel migliore dei modi la lunga carriera del trademark. Il cantante sa farsi valere eccome, le chitarre emergono per il grande lavoro qualitativo svolto nelle due fasi, il basso è muscoloso e la batteria tuona e picchia; magari un paio di song appaiono un po’ sottotono, ma nel complesso questo come back delle “tigri” appare indovinato e gradevolissimo da spararsi a buon volume sulle casse. Inutile guardarsi alle spalle, magari serbando un po’ di malinconica commozione per ciò che i Tygers of Pan Tang sono stati e per l’importanza che hanno rivestito nel passato: quei tempi appartengono ai libri di storia della musica. Oggi il quintetto va avanti per la propria strada, facendosi rispettare per esecuzioni e scrittura, suonando con fluidità netta e chiara, pescando sonorità moderne che, impastate con il retaggio del classico metallo, sanno ancora distillare appeal e fascino. Un buon lavoro questa ultima fatica delle vecchie tigri affamate, vale sicuramente la pena spendere un po’ del vostro tempo per dare un ascolto.
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6
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Oggi sono stato per la prima volta a lezione di canto dal loro cantante : Iacopo Meille, che ganzo che è ! I miei preferiti con lui alla voce sono \"Ambush\" e \"Ritual\", poi \"Tygers Of Pan Tang\", \"Animal Instinct\" e infine questo \"Bloodlines\", che è un buon disco da 75 pieno. |
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5
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Carino, ma ben al di sotto dei due che lo hanno preceduto. |
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4
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Concordo con i commenti precedenti. Un buon album, ma anche io lo metto un gradino sotto a Ritual e anche all’omonimo. Comunque sia, li ascolto sempre con piacere. Taste of Love sicuramente uno dei momenti migliori dell’album. Voto 77 |
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3
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Un bell\'album, che non mi ha fatto gridare al miracolo. Si ascolta con piacere. La ballad Taste of Love mi è piaciuta un sacco. |
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2
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Avevo anche io apprezzato di più Ritual, ma i Tygers si ascoltano sempre con piacere. Ed è bello vedere questa vecchia/nuova band ancora sugli scudi: anche se della lineup originale resta solo Weir, i successivi apporti alla formazione non l\'hanno snaturata, ma aggiornata. Bella recensione, solo una precisazione: il brano A New Heartbeat era già comparso nell\'EP omonimo dell\'anno scorso. |
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1
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Solito buon album delle tigri, meno bello rispetto al precedente. Sempre piacevoli da ascoltare. Voto 73 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Edge of the World 2. In My Blood 3. Fire on the Horizon 4. Light of Hope 5. Back for Good 6. Taste of Love 7. Kiss the Sky 8. Believe 9. A New Heartbeat 10. Making All the Rules
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Line Up
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Jacopo "Jack" Meille (Voce) Robb Weir (Chitarre) Francesco Marras (Chitarre) Huw Holding (Basso) Craig Ellis (Batteria)
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