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27/04/25
THE LUMINEERS
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Ace Frehley - 10.000 Volts
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04/06/2024
( 1116 letture )
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Chi sia Ace Frehley, cosa abbia fatto nella vita e quale sia stato il suo apporto alla musica, è decisamente inutile da riportare in questa recensione, soprattutto per chi mastica di rock e affini, per cui riepilogheremo, solo brevemente per gli eventuali eremiti capitati per caso sulle nostre pagine, che il nostro è stato la chitarra solista dei KISS negli anni d’oro di questi ultimi, con il ruolo dello Spaceman o anche detto Space Ace. Dopo la sua defenestrazione dalla band, avvenuta durante la registrazione di Creatures of the Night, causa la sua inaffidabilità derivante dall’abuso di sostanze di vario genere, il nostro ha proseguito con una carriera solista non particolarmente continuativa nelle uscite discografiche, e dalle alterne fortune commerciali, cosa che immaginiamo non abbia mai fortemente impensierito il nostro, che aveva dalla sua le royalties derivanti da quanto fatto con i KISS.
Fughiamo ogni dubbio possibile, stiamo chiaramente parlando di un artista dal talento sopraffino, che ha avuto la capacità di rendere magiche ed immortali tantissime canzoni della sua ex band, ma come spesso succede, maggiore è la luce, maggiore diventa l’oscurità derivante, per cui il contraltare del suddetto talento, è sempre stata l’inaffidabilità e la discontinuità del nostro Ace. Ovviamente negli anni né lui, né i suoi ex compagni se le sono mandate a dire, tirandosi dietro teatrini dal dubbio buon gusto, ma dal sicuro appeal scandalistico, tanto che spesso è sorto il dubbio che fossero astute mosse commerciali per tenere alto (reciprocamente) l’interesse di fans ed addetti ai lavori, notoriamente golosi di diatribe di questo genere.
Ritrovata a suo dire una nuova vena creativa, il nostro nella seconda decade degli anni 2000 ha dato alla luce una serie di lavori dalla buona resa, certo non capolavori, ma sicuramente dischi di mestiere e piacevoli nel farsi ascoltare. Non fa eccezione a questa equazione neanche il nuovissimo 10.000 Volts uscito nel Febbraio del 2024 sotto etichetta MNRK Music Group. Accompagnato da una copertina decisamente tamarra che espone un disegno dal gusto vintage del nostro, intento a suonare la chitarra davanti ad un muro di amplificatori ed avvolto da una scarica di fulmini lanciati da tre dischi volanti posti sopra la sua testa, il nuovo uscito è appunto un disco di tanto mestiere, con qualche idea buona in qua e là, che onestamente non passerà certo alla storia come un capolavoro dell’hard rock. Certo, le canzoni buone ci sono, un esempio è riscontrabile nella titletrack, posta astutamente in apertura, che pur restando all’interno degli stilemi del chitarrista, è decisamente piacevole da ascoltare soprattutto grazie al suo riffing secco e ritmato; buone anche le strofe ed i ritornelli che ricordano (volendo) il Frehley d’annata, e che danno insieme al solo quell’effetto nostalgia che tanto piace negli ultimi anni. Piacevoli all’ ascolto sono anche le successive Walkin’ On the Moon e Cosmic Heart, entrambe dall’ andamento cadenzato e costruite su buone strutture strumentali; fatalmente risulta meno efficace in entrambi i pezzi la prestazione vocale di Ace, notoriamente apprezzabile, ma lontano da essere (appunto) un asso nel campo; non è però questo il nodo cruciale, ma quanto il fatto di aver pesantemente ritoccato il tutto in sede di registrazione. Questa cosa, che ritroveremo come ricorrente all’interno del disco, finisce di fatto per penalizzare i brani in maniera evidente, tanto da dare più volte l’impressione che i pezzi siano stati cantanti da qualcun altro, finendo nella sostanza con lo snaturare il prodotto finale. Ne è esempio lampante la resa complessiva sulla ballad Back Into My Arms Again, che pur non brillando in originalità, sarebbe sicuramente orecchiabile e piacevole se non fosse funestata da una voce pesantemente artefatta; per dare un termine di paragone, del tutto indicativo e non vincolante, la voce di Ace è talmente stravolta che sembra di sentire Ozzy nel periodo No More Tears - Ozzmosis. Sorte molto simile è stata dedicata alla successiva Fightin’ For Life, energica rock song decisamente di buona fattura, ma ancora una volta funestata da una gestione quantomeno discutibile degli effetti sulla voce, impatto che fortunatamente viene comunque leggermente mitigato dalla bontà delle melodie vocali. Ormai oltre la metà, il platter scorre via senza particolari scossoni, ed anche le rimanenti canzoni non spostano il giudizio complessivo ne la piacevole spensieratezza che l’ascolto del disco potrebbe regalare ai fans del chitarrista statunitense. Carina ma innocua risulta essere infatti Constantly Cute, mentre Life of A Stranger, altra semi ballad, riporta alla mente le stesse sensazioni della precedente Back Into My Arms Again, ovvero il fantasma della voce del Madman degli anni Novanta, che onestamente lascia un po’ il tempo che trova in un disco di tale fattura. Chiudono il disco la rockeggiante Up In the Sky, e la strumentale (e scolastica) Stratosphere, che quantomeno ha il pregio di ricordarci che le capacità strumentali del buon Ace, sono comunque di ottimo livello, nonostante la sua musa ispiratrice sembra essersi presa una lunga vacanza, lasciando a noi ascoltatori solo il mestiere. Merita in ultimo una citazione anche Blinded, non perché si tratti di una canzone particolarmente brillante, ma per il suo testo al limite dell’imbarazzante, e per una linea vocale del ritornello che purtroppo va a braccetto stretto del suddetto testo.
Siamo di fronte ad un album catastrofico?? No, certamente no. Anzi, nel complesso siamo sicuramente davanti ad un prodotto dignitoso, e volendo anche apprezzabile nella sua semplicità, sempre che si sia disposti a passare oltre a certe scelte tecnico/stilistiche che onestamente risultano essere di dubbio gusto e lasciano il tempo che trovano. Certo non sarà il disco che cambierà le sorti della musica, ne il miracolo sonoro che è capitato di sentire declarato in rete, ma se siete fans di Space Ace, troverete sicuramente del buono con il quale passare un po’ del vostro tempo.
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9
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Il tocco di Ace dava alle canzoni dei KISS una marcia in più, è un grande interprete, questo non si discute... Ha un modo sanguigno e istintivo di suonare. Generazioni di chitarristi hanno imbracciato lo strumento grazie a lui... I brani da lui composti (purtroppo) non sempre hanno raggiunto i livelli di Shock Me, Cold Gin o i pezzi dell\'album solista del 1978. Vorrei aggiungere solo due precisazioni: Into the night è stata scritta da Russ Ballard (quello di Voices, e autore anche di New York Groove). Invece Life of a Stranger è una cover di un pezzo che faceva parte della colonna sonora del film The Transporter del 2002. Ace ha reso il brano blueseggiante, migliorandolo di molto e rendendolo completamente diverso dall\'originale. |
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8
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Disco veramente orrendo |
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7
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Ace accettò comunque di presenziare sulla copertina di Creatures per questioni discografiche.
Detto questo: 10.000 Volts a mio avviso disco insufficiente, canzoni incosistente, produzione orripilante e correttore vocale che rende tutto veramente indigesto.
in ogni caso, lunga vita al nostro ace! |
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6
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Faccio il sapientone!
Ace non è mai stato \"defenestrato\" dai KISS: se n\'è sempre andato di sua spontanea volontà, non riuscendo mai a sopportare gli atteggiamenti manipolatori (a detta sua) dei due leader.
Anzi: da un passaggio dell\'autobiografia di Stanley, proprio lo starchild racconta di un pomeriggio passato a cercare di convincerlo a rimanere nella band (Criss se n\'era già andato ed il timore era quello che i fan della prima ora voltassero le spalle al gruppo una volta andato anche Ace). Ace di quel pomeriggio nulla ricorda però dato che era costantemente pippato e ubriaco |
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5
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Cmq è stato in grado di scrivere dei pezzoni anche fuori dai Kiss. Ammettiamolo: Rock Soldiers o Into The Night sono brani da...asso. |
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4
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Beh è vero Diego, però ha anche avuto una carriera striminzita dal \'78 si dovette attendere l\'87 per rivederlo in pista e per me il primo dei Frehley\'s Comet era un ottimo album. Poi la caduta con Trouble Walking e nel bel mezzo del tour successivo l\'intera backing band se ne andò |
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3
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Lui è un mito....ma non è che abbia avuto chissà quale spumeggiante carriera dal 1980 in poi fuori dalla band madre ...ha tirato a campare come Paul Dianno fuori dai Maiden...siamo onesti...non siamo più nel 1978 tempi del disco solista....che era il migliore tra i 4 kiss....rimaniamo obbiettivi! |
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2
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Disco con qualche buon pezzo ma senza tanta continuità. Prevale la noia. Non ti viene la tentazione di riascoltarlo. Concordo sul voto. |
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1
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Sono d\'accordo disco appena sopra la sufficienza, molte volte le linee melodiche non sono così convincenti, per me molto meglio Space Invader. È sempre accompagnato dal fido Anton Fig alla batteria, amico di vecchia data fin dagli anni \'70 quando lo stesso Ace scopri\' gli Spider ( dove c\'era la famosissima Holly Knight ), poi ribattezzati Shanghai |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.10.000 Volts 2.Walking on the Moon 3.Cosmic Heart 4.Cherry Medicine 5.Back Into My Arms Again 6.Fighting for Life 7.Blinded 8.Constantly Cute 9.Life of a Stranger 10.Up in the Sky 11.Stratosphere
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Line Up
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Ace Frehley (Chitarra, Voce) Steve Trixter (Chitarra, Basso) PJ Farley (Basso) Anton Fig (Batteria) Joey Cassata (Batteria) Jordan Cannata (Batteria)
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RECENSIONI |
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