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Ace Frehley - Anomaly
( 8039 letture )
Ace is back! E a quanto è dato sapere, anche totalmente “pulito” da oltre un anno, niente alcol o sostanze, finalmente. Finalmente per lui, a quasi sessant’anni, e dopo una carriera sfolgorante di premi, citazioni, milioni di dollari in tasca, morti sfiorate, e leggenda pura insieme ai Kiss. Dopo una manciata di album solisti tra i quali ricordo con piacere, Frehley’s Comet (1987), Second Sighting (1988) e Trouble Walkin’ (1989), Ace ha iniziato la lavorazione di questo quinto album, interrompendo però ogni impegno solista, a causa, o per sua fortuna, della reunion dei Kiss nel 2006. Esauriti i tour mondiali ed un album in studio, (il buonissimo Psycho Circus)la sua collaborazione con i mascherati è terminata nel 2002, con conseguenti polemiche, problemi di alcolismo e perfino un presunto tentativo di suicidio. Dopo tanto silenzio, l’esplosivo chitarrista ritorna con un nuovo spartito musicale, prodotto da Marty Fredriksen (Aerosmith, Def Leppard, Ozzy Osbourne, Motley Crue...) e inciso per la sua etichetta personale, la Bronx Born Records, e licenziato per l' Europa da Season of Mist.
Anomaly è inutile dirlo, è 100% Ace Frehley, con 12 brani hard rock trainati dalla caratteristica voce e chitarra che hanno reso grande l'artista americano. Alle registrazioni hanno partecipato il fido batterista Anton Fig, in quasi tutti i suoi progetti solisti, e una serie di musicisti della scena hard rock americana. Tra i brani dell' album, tutto su un altissimo livello qualitativo, sono da segnalare chicche e perle non indifferenti. Ma andiamo ad esaminare al microscopio il disco.

Foxy and Free parte con una batteria che sembra uno sparo, poi è tutto il mondo dell’”Asso” fatto di chitarre Gibson, distorsione molto settantiana, voce a cantilena con la sua inconfondibile tonalità e dita che sparano note, magari un po’ datate, e fuori dallo stile dei moderni guitar hero. Ma sia chiaro, l’evoluzione della chitarra elettrica moderna è passata anche attraverso questo capellone che ha fatto la leggenda con i Kiss. Pezzo bello e serrato l’opener che richiama alla memoria Jimi Hendrix. La seconda traccia, Outer Space, ha un po’ di sapore beatlesiano nell’impasto musicale, chitarra e voce in solitaria per qualche giro poi entra a più riprese la batteria ed è macello sonoro. La sei corde si lancia in campi duri e inesplorati con alcune arie che ricordano il primo album solista dello stesso Frehley, quello mascherato da Kiss per intenderci, ma con un sapore molto moderno, quasi noisy. Pezzo non melodicissimo, piuttosto duro ma da sentire ripetutamente per esser apprezzato appieno. Dolori alla cervicale? Pain In the neck è il rimedio. Ottimo rock saltellante, chitarra che imbastisce una struttura minimale sostenuta da una batteria, suonata dal grande Anton Fig, che rende ancora più solida la struttura; break centrale acustico strappato da un solo alla Ace, ricco di note singhiozzanti . Si, si, è tornato, ve lo garantisco! Fox on the Run è bellissima sin dal primo ascolto, cover degli Sweet, band troppo sottovalutata nei decenni, e ci si convince a riascoltarla. Talmente ben fatta e nello spirito di Ace che pare una sua vecchia creazione.
Genghis Khan è indiscutibilmente un pezzo fantastico. Unito da uno spirito zeppeliniano e da flavour orientali confluisce in un mid tempo con una batteria profonda e secca e una guitar che sonda, dirige ed esalta con atmosfere duramente hard. Cantato poco, con la figlia di Meat Loaf, Pearl Aday, ai cori; solo una sorta di chorus che viene distaccato dalla miscela ad alto potenziale. Grande Ace Frehley con il batterista ancora sugli scudi, quell’Anton Fig, che rischiò di entrare nei Kiss dopo il licenziamento di Peter Criss e che non fece parte della line-up solo per l’opposizione di Gene e Paul che si sarebbero trovati di fronte un nuovo alleato di Ace. Quando si dicono le strategie. Il solo liquido stordisce per note ed intensità e sfuma sul finale. Un nuovo classico, ve lo garantisco.

Too Many Faces è la traccia sei. Ritornello bello e memorizzabile, struttura, diciamo un po’ più commerciale e meno tetragona, ma va bene così, il solo invece rimane sospeso a dieci metri d’altezza e convince a prendere un trapezio per saltarci su e raggiungerlo. Change the World è segnata da una sorta di vena intimista, se non ci fosse la chitarra, con tanto di jack inserito in un ampli, sarebbe opera di un cantautore con un tema che si presta fortemente ad un’operazione tale. Compaiono l’acustica e la slide guitar a riempire il puzzle, il solo sospirato e sentito spazza i sentimenti negativi con la voce che continua in loop a riproporre il titolo del brano. Space Bear non sconfina di certo e sciorina una traccia secca con una chitarra inquietamente rock che sa molto di Kiss sul finire degli anni settanta, epoca Alive II. Instrumental che convince appieno con ancora la batteria che fa da armatura e con un rullante bello e detonante; solo geniale, da applausi scroscianti. Niente palle, qui c’è la storia!!! A Little Below the Angels è una ballad acustica tipica dell’uomo del Bronx che ne inserisce sempre, almeno una, in ogni suo lavoro. Lui non ha certamente la vocalità per una riuscita da zone alte delle classifiche, ma si fa apprezzare lo stesso anche perché viene intessuto uno scheletrato che si vivacizza con un piano e un ritmo crescente. Soliti cori di bambini, anche questi tipici alla Ace Frehley e un dialogo con la figlia Monique; leggerino ma ascoltabile. Sister parte in quarta, ricordate Ozone?, e scatena la furia dell’extraterrestre che spara saette chitarristiche a ripetizione con classiche armonie, aperture, e ritmi fittissimi con i muscoli esibiti dalla sezione ritmica.

Voce effettata di delay, convinta e convincente, molto convincente, che confluisce in un assolo che strangola l’ascoltatore per veemenza e voglia di vendetta. Davvero bella questa “sorella”, 4 minuti e 45 di solidità ed idee. Penultima song, It’s a Great Life. Andamento rilassato, una sorta di mid tempo ballad, con ragionamenti e calibrature che tirano fuori le sfaccettature del carattere del chitarrista: folle e tremendamente pratico nello scrivere musica. Strano l’approccio, il solo, l’andatura, ma nonostante l’originalità, il tutto si dimostra efficace e non può non piacere. Inutile dire con cosa si conclude il lavoro. Chi conosce Ace Frehley sa fin dall’inizio che… continua la saga dei “vetri rotti”. La strumentale finale Fractured Quantum continua la serie di Fractured Mirror dal primo album e i vari pezzi, in tema, a chiusura di ogni sua fatica solista. Quest’ultimo appare molto ispirato, commistione tra elettrico ed acustico con riuscitissime melodie e interventi che farebbero riconoscere Ace anche da Marte. Degna chiusura di un lavoro davvero bello ed ispirato, talvolta anche vario ed originale. E’ una bellissima notizia che l’uomo dalla risata stupidotta sia atterrato sulle scene con hard rock di questo valore, Anomaly merita un posto nel vostro lettore, nessun dubbio a riguardo. A fortificare questa mia convinzione, ci ha pensato anche il business yankee. Per commemorare l’ evento del ritorno di Ace Frehley sulla scena musicale, la Gibson, suo trentennale endorser, ha realizzato il secondo modello di chitarra Les Paul signature dedicandolo interamente a lui; ennesimo tributo che lo valorizza. Chiaro che Ace, dopo tanti decenni di grande carriera non potrà, stando così le cose, aspirare a vendere milioni di copie o a suonare nelle grandi arene, ormai il suo posto è sui palchi dei club, e proprio in uno stage così lo vidi a New York, al Limelight, oltre quindici anni fa e vi assicuro che fu una grande esperienza. Il destino mette ancora i Kiss sulla sua strada, in questo primo scorcio d’autunno vengono catapultati sul mercato due album importanti per tutti i Kiss fans: Anomaly e Sonic Boom. Fidatevi, dopo averli ascoltati entrambi, certifico che possono convivere tranquillamente insieme. Ace è tornato e non è più tornato, viva Ace!



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
60.81 su 49 voti [ VOTA]
kissmania n1
Venerdì 21 Marzo 2014, 17.31.10
17
Veramente un ottimo cd , mi è piaciuto di più che Sonic Boom , diciamo che è fatto con molta passione.
Frankiss
Venerdì 21 Marzo 2014, 17.09.06
16
Grazie kissmania n1 contento di averti fornito indicazioni x un ottimo cd...
kissmania n1
Venerdì 21 Marzo 2014, 16.42.16
15
Grande Frankiss , comprai questo cd dopo aver letto la tua recensione , ogni tanto lo riascolto.
Eugene
Venerdì 17 Febbraio 2012, 12.21.51
14
Bel disco, ma la cosa più bella è il fatto che Ace si sia liberato di quel tossico di Richie Scarlett che gli aveva ammorbato la carriera solista negli anni '90.
Raf
Giovedì 8 Luglio 2010, 19.50.46
13
E' troppo bello! più lo sento più mi viene voglia di ascoltarlo! Ho idea che Ace si sia divertito un mondo a registrarlo e in fondo dev'essere così quando si suona, no?
Matt
Venerdì 2 Luglio 2010, 10.29.26
12
Uno dei migliori album che abbia mai acquistato! E' vero che sono passati vent'anni ma è stata un'attesa ripagata! Grande Ace! Ottima anche la recensione ma come voto merita di più!
pablo
Venerdì 22 Gennaio 2010, 17.50.25
11
2000man forse hai ragione a chiamarli KI, ma Eric Singer non è il clone di nessuno. E' superiore 2000 volte a Criss
2000man
Sabato 12 Dicembre 2009, 20.35.06
10
da vecchio e deluso kissomane metto questo Anomaly tra i piu' bei dischi di Ace penso che dopo il solo albun in fatto di qualità dei pezzi ci sia questo. Forse è ritornato davvero il rocker anni 70/80 che con la sua sregolatezza tanto dava fastidio a Gene e soci. Anomaly è un album duro, grezzo suonato bene e con grinta e meriterebbe piu' del voto datogli. Lasciamo stare poi il paragone con sonic boom dei KI,, un album sufficente ,prodotto pero' magistralmente con dei cloni al Posto di Ace e Peter. Pensate ad Anomaly suonato dai Ki con le 2 esse.
AdemaFilth
Venerdì 11 Dicembre 2009, 19.40.14
9
Vero, il pezzo che conclude l'album è davvero bellissimo! Un album stupendo, secondo me merita di più e infatti si becca un 90! Sonic Boom è davvero un bel album ma questo Frehley ha una marcia in più!
Cpt.Adamo
Martedì 3 Novembre 2009, 14.46.24
8
Non condivido affatto questo voto, se Sonic Boom avete dato 90 questo merita 150
LadyCriss
Martedì 27 Ottobre 2009, 22.25.44
7
A*D*O*R*O,completamente d'accordo con tutta la recensione(anche se non amo molto Sonic Boom,meglio di quello che prevedevo,ma non mi ha colpita affatto),gran bel disco,meraviglioso Ace....non vedo l'ora di sentire questi pezzi live,mi farò uno sbattone allucinante ma andrò a godermi la data di Francoforte a dicembre....(=^_^=)
gian
Lunedì 12 Ottobre 2009, 17.18.02
6
Anomaly ha una produzione eccellente con un suono di batteria ottimo. Grandi canzoni con lo stile inconfondibile di Ace, che sia come chitarrista, che come cantante ha sempre avuto molto da dire. Sono commosso da questo disco. Siceramente con tutti i casini che Ace ha combinato nella sua vita non mi aspettavo così tanto! Parlo da fan. Canzoni come Sister, change the world o it's a great life hanno un'energia positiva contagiosa. Sono due settimane che lo ascolto ripetutamente e non sono assolutamente sazio. Per me disco dell'anno!
dadox
Mercoledì 7 Ottobre 2009, 20.53.19
5
no no,troppo bello!ora che lo sento piu' volte bellissimo,pero' la traccia 6 too many faces continua ad andare sempre in riascolto...che pezzo!tra l'altro visto che sono un dj sto remixando un suo vecchio pezzo Back in NY Groove,spettacolare dei 70.grazie mitici.
DADOX
Martedì 6 Ottobre 2009, 21.17.17
4
back IN THE NY GROOVE.....capito?solo x intenditori.
elena
Sabato 3 Ottobre 2009, 21.30.24
3
Altrochè se convince! Anomaly l'ho ascoltato e riascoltato più volte, posso dire che questa recensione, bel lavoro Frankiss, rende pienamente giustizia al grande lavoro di Ace. Un album graffiante colmo di qualità.
Hellion
Sabato 3 Ottobre 2009, 14.22.54
2
....N...
Hellio
Sabato 3 Ottobre 2009, 14.22.22
1
...mah, non mi convince...
INFORMAZIONI
2009
Bronx Born Records
Rock
Tracklist
1 Foxy and Free
2. Outer Space
3. Pain in the Neck
4. Fox on the Run
5. Genghis Khan
6. Too Many Faces
7. Change the World
8. Space Bear
9. A Little Below the Angels
10. Sister
11. It’s a Great Life
12. Fractured Quantum
Line Up
Ace Frehley - vocals, guitar and bass
Anton Fig - drums
 
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