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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Pretty Maids - Jump the Gun
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10/08/2024
( 949 letture )
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Fondati in Danimarca ad inizio anni Ottanta, i Pretty Maids per oltre quarant’anni sono stati un esempio di come fondere in modo fluido ed efficace sonorità power, heavy e hard rock. Ancorati ai due membri storici Ronnie Atkins alla voce e Ken Hammer alla sei corde, i nostri hanno dato alla luce quasi una ventina di album a cadenza regolare e guadagnando negli anni un seguito di fedeli seguaci, specialmente in Europa e Giappone, a partire dall’esordio Red, Hot & Heavy (1984), seguito da Future World (1987) e da questo terzo episodio in studio Jump the Gun (1990), che consacrò la band a livello di maturità sia pure non ricevendo l’atteso successo commerciale.
Il lavoro è caratterizzato da un’ambiziosa produzione ad opera di Roger Glover, la cui conoscenza risale al precedente tour in cui la band aprì a diversi concerti dei Deep Purple e su cui si focalizzò l’attenzione dell’esperto bassista e producer. Il disco conferma la capacità della band di mescolare heavy e hard rock, finendo per suonare come una heavy metal band addolcita da un uso melodico e frequente delle tastiere, o più semplicemente un hard rock irrobustito da riff corposi di chitarra e marchiato dalla graffiante voce di Ronnie Atkins. Rispetto ai precedenti due lavori la presenza delle tastiere risulta senz’altro potenziata a favor di un sound che evolve da un power e heavy metal melodico verso lidi più pomp. L’opener Lethal Heroes è senz’altro un ottimo esempio dello stato di forma della band, essendo tutt’ora un classico della band, mid tempo granitico caratterizzato da tastiere pompate e da riff taglienti di chitarra, con linee vocali interpretati con grinta e piglio da Atkins. Ottima anche la seguente Don’t Settle for Less, in cui Dokken, Skid Row e Winger si fondono in un hard rock sound molto Eighties, potente a livello ritmico e melodico specialmente a livello di cori e controcori allo stesso tempo. Rock the House conferma la buonissima forma del sestetto danese, aggiungendo qualche tacca di metronomo e massicce dosi di hammond, con forti reminiscenze del sound degli Europe degli esordi. Savage Heart è invece un caposaldo della discografia dei Pretty Maids, una power ballad introdotta da un sound arpeggiato che si apre su linee melodiche perfettamente disegnate da Atkins in un crescendo tra bridge e un grande chorus in cui elettricità e cori si fondono, un sound precursore di quanto proposto in seguito da band come Jaded Heart, Fair Warning e Bonfire. La vena hard rock melodica prosegue con l’ottima Young Blood che vede un drumming secco e potente del guest Ian Paice che scandisce il ritmo di un ottimo brano in cui emergono influenze di Bon Jovi, House of Lords e Survivor, con ampi inserti tastieristici ben amalgamati a un uso dell’elettricità mai in secondo piano, con Ronnie Atkins sugli scudi e sulla scia di Joey Lynn Turner, sensazioni confermate anche nelle sostenute note di Headlines. Sei brani davvero di gran livello che fanno gridare al quasi capolavoro, non fosse che la seconda metà disco finisce per diluire la carica iniziale, con una manciata di brani più ordinari, tra cui si lasciano comunque menzionare la granitica title-track e l’allegra Partners in Crime, in cui si fanno spazio di nuovo alcune influenze dai primi Europe, specialmente nel combinato tastiere-chitarra. Attention rispolvera il sound più tirato ed heavy respirato nei due dischi di esordio, mentre in Hang Tough, cover degli Icon, si respirano atmosfere tra hard rock ottantiano e glam metal a stelle e strisce, fimo a percepire scanzonati e propri degli Aerosmith di metà carriera in un pezzo come la conclusiva Dream On.
Jump the Gun è un classico e un’importante momento della discografia dei Pretty Maids, che avrebbe potuto portare la band verso altri lidi commerciali, non fosse che a cospetto degli investimenti in sede di preparazione e produzione non furono seguiti da vendite all’altezza, soprattutto con dati insoddisfacenti nel mercato statunitense, tanto da innestare una serie di cambi di formazione e un ancor maggiore ancoraggio alla coppia Atkins - Hammer, che non si lasciarono sconfortare e anzi proseguirono spediti una carriera prolifica e ricca di soddisfazioni, sia pure ribilanciata sui mercati europeo e giapponese e ultimamente un po’ rallentata da alcuni problemi di salute e dagli impegni di Atkins in sede solista in studio o dal vivo con Avantasia.
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9
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Piuttosto simile al precedente Future World quindi sempre molto Americano ma con evidenti echi di Power Metal tanto da rimarcare la provenienza Europea. A me piace tantissimo! |
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8
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concordo album stupendo.
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7
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concordo album stupendo.
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6
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Band che non ha mai fatto passi falsi. Recensione centrata. |
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5
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Album bellissimo! Uno dei loro migliori senza dubbio (il mio preferito però rimane ancora Future World). Qui si strizza ancora un po’ di più l’’occhiolino alle sonorità d’oltreoceano, ma ciò non è di grande importanza quando poi il livello dei pezzi rimane alto. Concordo col fatto che sul “lato b” tale livello cali, ma nella prima parte è una perla dietro l’altra. Voto 85 |
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4
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Ho approfondito i PM solo negli ultimi due anni dopo aver ascoltato i lavori da solista di Atkins...cosa mi sono perso in tutto questo tempo, per me è da 85,tanta classe e gran songwriting. |
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3
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...disco splendido....tanta classe....85 |
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2
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Grande album, come tutti do questa band. Per me questo è il loro più bello |
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1
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I dischi dei Pretty Maids fino a questo sono tutti da 8 ( mini LP compreso ) concordo con la rece, il mio preferito rimane il più robusto Red Hot & Heavy ma, ripeto, sono tutti ammiccanti e con un sound molto particolare che strizza l\'occhio al mercato americano, soprattutto a partire da Future World, ma si sente che sono nord europei negli arrangiamenti e nelle linee corali, mai troppo sdolcinate, questo disco fu accompagnato dal tour con i Johnny Crash, bella accoppiata |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lethal Heroes 2. Don't Settle for Less 3. Rock the House 4. Savage Heart 5. Young Blood 6. Headlines 7. Jump the Gun 8. Partners in Crime 9. Attention 10. Hang Tough 11. Over and Out 12. Dream On
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Line Up
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Ronnie Atkins (Voce) Ken Hammer (Chitarra) Ricky Marx (Chitarra) Alan Owen (Tastiera) Allan Delong (Basso) Phil Moorhead (Batteria)
Musicisti Ospiti: Roger Glover (Basso su traccia 12) Ian Paice (Batteria su traccia 5)
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RECENSIONI |
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