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30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
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01/12/2024
( 758 letture )
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Corre l’anno 1993 e i Pretty Maids, a seguito di quattro dischi di ottima qualità a cavallo tra hard rock energico e melodic metal, tirano il respiro con un disco quasi interamente unplugged. Dopo la pubblicazione del buonissimo Sin-Decade di un anno prima e sulla scia del successo riscontrato da un fresco EP acustico rilasciato per il solo mercato giapponese, su spinta della Sony Music il quintetto danese lancia questo Stripped a fine estate del 1993, con l’obiettivo di fare centro anche in Europa. Il disco, come ben rappresentato dalla simpatica e metaforica copertina che raffigura un cagnolino stiloso e dal pelo parzialmente rasato, presenta una band spogliata quasi completamente dalla componente elettrica a favore di abbondanti chitarre acustiche, inserti tastieristici e soprattutto la calda voce del leader Ronnie Atkins a fare da padrone.
Dei dieci brani per appena 38 minuti di musica sono solamente sette i pezzi completamente originali, dal momento che alcuni movimenti sono delle versioni riprese di pezzi originariamente già pubblicati, come la cover Please Don’t Leave Me (scritta dal duo delle meraviglie Phil Lynott e John Sykes, già presente in versione elettrica proprio su Sin-Decade) o la versione pianistica di Savage Heart, uno dei pezzi iconici della carriera dei Pretty Maids (originariamente presente, in versione più rotonda e pomposa, su Jump the Gun del 1990) o la scanzonata 39, riuscita cover del classico dei Queen. I restanti pezzi ci mostrano una band acustica che cerca di cavalcare la scia in un periodo in cui diverse bands hard rock si cimentarono con successo in versione unplugged, si pensi a Scorpions, Mr. Big, Extreme, Guns N’Roses o, per restare in territorio europeo e più di nicchia, gli svizzeri Gotthard. Melodia, arpeggi acustici e cori armonici e di facile presa fanno capolino nell’iniziale If It Ain’t Gonna Change, nella zuccherosa In the Minds of the Young e in Save the Word che fa quasi il verso al classico di Cat Stevens Wild Word, nella versione pubblicata nello stesso periodo dai Mr. Big. Qualche sprazzo di elettricità si fa spazio nella parte conclusiva di Too Late Too Loud, momento isolato tra il filone dominante acustico e ancorato alla sei corde di Ken Hammer ripreso in Heartbeat from Heaven e I’ll Be There.
Stripped in definitiva ci offre la versione più melodica ed essenziale all'interno della ricchissima discografia e lunga carriera dei Pretty Maids, senz'altro una parentesi gradevole e un must per i collezionisti incalliti della band, ma il suggerimento è di iniziare da altri classici per chi volesse invece scoprire la proposta più rappresentativa dei danesi.
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Parentesi acustica incastonata in una discografia complessivamente di livello medio/alto, non è certo l’album con cui scoprire i Pretty Maids, ma per chi è già fan rappresenta un bel diversivo, anche perché alcuni pezzi, come If It Ain’t Gonna Change (con qualche sprazzo alla Great White) o Too Late Too Loud, meritano assolutamente, a prescindere dalla loro veste poco metallica. Vero anche che in un paio di casi ci si illanguidisce un po’ troppo, ma nel complesso il risultato è positivo. Voto 77 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. If it Ain’t Gonna Change 2. Please Don’t Leave Me 3. In the Minds of the Young 4. Too Late, Too Loud 5. Say the World 6. 39 7. Heartbeat From Heaven 8. How Does it Feel 9. I’ll Be There 10. Savage Heart
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Line Up
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Ronnie Atkins (Voce) Ken Hammer (Chitarra) Dominic Gale (Tastiera) Kenn Jackson (Basso) Michael Fast (Batteria)
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RECENSIONI |
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