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05/12/24
EMBRACE OF SOULS + DERDIAN + BERIEDIR
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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Eclipse - Megalomanium II
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15/11/2024
( 565 letture )
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Tornano sugli scaffali gli Eclipse con un lavoro nuovo di zecca: a solo un anno di distanza dal primo capitolo, partorito con questo titolo. Megalomanium II, messo sul mercato due mesi fa, segue con estrema fedeltà di attitudine, suoni e tematiche il precedente disco e rappresenta l’undicesimo album da studio di una band, ormai nota, e attiva dal 1999. Un coacervo di hard rock ben zigrinato, con hooklines atte a catturare fan ed ascoltatori che, in questi anni, si sono indubbiamente moltiplicati e attendono con grandi fremiti ed entusiasmo le nuove canzoni prodotte dal quartetto di Stoccolma. Due platter, questo e quello precedente, che prediligono semplicità di architetture e un hard senza fronzoli, molto diretto e assimilabile anche da chi ha poca dimestichezza con il genere, con una copertina uguale che si differenzia solamente per il colore. E va detto, con una critica che non ha risparmiato alcuni rilievi su certe scelte del precedente episodio.
Insomma ci siamo, fuoco alle polveri e si parte con la proposta musicale, che si dipana con l’apertura decretata da Apocalypse Blues: una bella steccata di rock melodico con ritmi pestati e cori tipicamente nordici e un ritornello facile che entra in testa al primo ascolto, così come The Spark, che viene arricchita da sonorità contemporanee sparatissime, con effluvi darkeggianti, che si avvicinano a certe cose dei magnifici The Poodles. Altro brano riuscito e convincente, proprio come Falling to My Knees, bella traccia dove tutta l’immediatezza del rock e la vena melodica del combo vengono a galla, con partiture splendenti, luminose e un guitar solo adrenalinico e selvatico. All I Want è un pezzo che richiama un certo alternative americano che va per la maggiore, ma che, a dirla tutta, non convince più di tanto e che si discosta da quello che è il percorso dell’ensemble scandinavo; brandello che si fa ascoltare senza suscitare ne infamia ma nemmeno chissà quale lode. Still My Hero sonda terreni melodici con un chorus azzeccato e una stesura più delicata, capace di confezionare uno scampolo brillante e fruibile sin dalle prime note, con tante armonie acuminate che centrano il bersaglio e dimostrano che gli Eclipse continuano a possedere un tocco e delle intuizioni pregevoli, infarcite di coralità di sicuro effetto. Lo stesso accade anche con Dive Into You, altro ritaglio di splendente classe che rimane incollato alle orecchie e ai pensieri di chi è in ascolto, grazie a soluzioni, magari un po’ faciline, ma di presa sicura; mentre Until the War Is Over è una composizione piroclastica con il singer sugli scudi, con la sua voce raschiante, dalla grande estensione grintosa e le chitarre che s’incendiano tra cori pesantemente eterei e una sezione ritmica che martella, con quella marcetta da battaglia che apre e chiude i 3 minuti e mezzo della song. Divide & Conquer alza i ritmi di parecchio, per una bella botta metallica con striature melodiose e un solismo bollentissimo e indiavolato della sei corde, Pieces si presenta come un altro brano bello pompato; c’è da scommetterci, avrà un grande impatto in sede live. To Say Goodbye plana su lidi più morbidi e melodici non perdendo un grammo di identità e di qualità musicale, mentre One in a Million serra i battenti del disco, mettendo in evidenza una track che pesca da alcuni spunti southern rock, disegnando spartiti di possente rock duro, che mettono in evidenza tutte le peculiarità della band, senza farsi mancare un pizzico di percezioni dark e controcori imponenti, con tanto di solo guitar deragliante.
La voce di Erik Mårtensson guida il gruppo e il disco verso lidi di assoluta piacevolezza e il risultato appare molto buono, nonostante il poco tempo dalla precedente uscita. Certo non ci saranno spunti di originalità da inseguire a tutti i costi, ma questo Megalomanium II è sicuramente un CD compatto, con grande sound e poche cadute di tono: un lavoro che non farà gridare al miracolo, con i fan della band che sicuramente apprezzeranno parecchi spunti racchiusi in questa nuova uscita. Le chitarre sparano che è una bellezza nelle due fasi, solo e costruzione, la sezione ritmica spetarda per bene, le key aggiunte forniscono tocco ai brani e la voce innalza e cementifica tutta la proposta, lanciandosi a mille allora sui tornanti della proposta. Album certamente da ascoltare con cura e attenzione, nonostante non ci siano passaggi e arrangiamenti complicati e da virtuosi, ma la “pacca” dell’album altroché se si sente, producendo sensazioni in bilico tra un suono duro, dinamico e arioso e tratti melodici deliziosi, che non tradiscono.
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4
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Purtroppo, per me, è il loro lavoro peggiore. Li amo e confermo che live siano divertenti come poche altre band ma Erik dovrebbe veramente prendersi una pausa, con i progetti che ha ormai scrive per chiunque e inizia ad autoplagiarsi (già da anni) di continuo. Già Megalomanium 1 non era un granchè, qui siamo a livelli di bsides. Se uno non li conosce ed ascolta, per prima cosa, questo disco, si diverte di sicuro, ma loro sanno fare ben altro. Forse i pezzi migliori sono The Spark, Falling to my knees e Until The War Is Over, con l\'aggiunta dell\'ultima che, però, non è paragonabile a una Dead Inside (pezzone) |
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3
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Questa volta concordo con il voto del recensore e credo abbiano troppo snellito il loro sound per renderlo ancor più commerciale.....meglio di migliaia di altre bands, livello sembre molto alto ma inferiore alla loro discografia precedente, una leggera flessione iniziata già da wired. |
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2
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Volevo fare un copia/incolla del commento sul precedente Megalomanium: sono divertenti ma cominciano a sapere un po\' troppo di già sentito. Non nel senso del tipo di sound (loro fanno questo sound) ma come un rifare le canzoni precedenti rimescolando il tutto. Non mi ha convinto come i precedenti, prima di Megalomanium versione 1. Anch\'io mi ripeto: forse dovrebbero fermarsi un po\' di tempo e fare uscire poi cose migliori all\'altezza dei primi dischi. Au revoir. |
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1
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Questi è dal 2015 che fanno lo stesso disco, ormai ripetuto per 6 volte... Anche basta, dai |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Apocalypse Blues 2. The Spark 3. Falling to My Knees 4. All I Want 5. Still My Hero 6. Dive Into You 7. Until the War Is Over 8. Divide & Conquer 9. Pieces 10. To Say Goodbye 11. One in a Million
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Line Up
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Erik Mårtensson (Voce) Magnus Henriksson (Chitarre) Victor Crusner (Basso) Philip Crusner (Batteria)
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