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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Masters of Reality - Deep in the Hole
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19/04/2025
( 463 letture )
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Non basterebbero tre biografie a raccontare la vita e la storia di un personaggio del calibro di Chris Goss, artista a trecentosessanta gradi, produttore di alcuni dei più importanti album della scena stoner e desert rock degli anni Novanta, collaboratore e compositore per Hollywood, scrittore. Ciascuna di queste sue personalità ha contribuito a creare un cult following trasversale che unisce sotto la stessa bandiera esponenti di spicco e fan del metal, dello stoner così come del cinema (non a caso Deep in the Hole è dedicato a Stanley Kubrick, scomparso nel 1999). Nonostante i numerosi impegni di produttore e compositore, Chris Goss non ha mai smesso di curare, nutrire e far crescere il suo personalissimo progetto Masters of Reality che, con l’uscita l’11 Aprile 2025 del nuovissimo The Archer, arriva a toccare quattro decadi di pubblicazioni discografiche. Una costante artistica che ha dipinto e attraversato decenni di radicali cambiamenti tanto nei costumi che nella musica rock in tutte le sue espressioni, baricentro del percorso artistico dei Masters of Reality. Un fiume sinuoso che nel suo scorrere ha raccolto e trasportato dal passato terreno fertile e limo, depositandoli in zone aride e sterili, facendo nascere controculture e nuovi movimenti musicali destinati a caratterizzare un intero decennio. In particolare, la scena stoner e desert rock californiana ha un enorme debito con Chris Goss, che quasi unilateralmente ha contribuito a plasmare, sviluppare e far germogliare quei capolavori inarrivabili che sono tuttora metro di paragone per il genere. Come per ogni artista che si rispetti, il rapporto con queste band nate tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, è avvenuto in entrambe le direzioni; dagli infuocati deserti della California, sotto a un sole rosso, nuovi venti hanno infatti trasportato inediti sapori e profumi, arricchendo il già sontuoso banchetto dei suoi Masters of Reality.
Può sembrare una contraddizione in termini, ma dire che in Deep in the Hole s’incontrino due diverse versioni degli anni Settanta non è un’eresia: da un lato ci sono quelli vissuti in prima persona dal giovanissimo Chris Goss, dall’altro quelli filtrati e ibridati dal movimento stoner e desert rock degli anni Novanta, scena che il musicista e produttore statunitense ha guidato con modestia dalle retrovie, in una fumosa e poco appariscente cabina di regia. In particolar modo è il sound nervoso e ultramelodico dei Queens of the Stone Age a fare capolino più volte nell’arco di Deep in the Hole, in maniera evidente nei primi due brani dell’album dove l’alternanza di riff martellanti e ritornelli memorabili piazza fin da subito due colpi devastanti. Non a caso tra gli ospiti illustri chiamati a collaborare alla genesi del quarto album dei Masters of Reality c’è proprio il leader dei Queens of the Stone Age, Josh Homme, che idealmente chiude un cerchio artistico nel quale l’allievo raggiunge e infine collabora con il maestro che l’ha ispirato. Ma Chris Goss ha troppa esperienza in campo musicale per limitarsi ad emulare gli altri e possiede un bagaglio artistico così ampio e variegato da non cadere nella tentazione di comporre un album univoco e monotematico. Così, dopo un incipit fortemente elettrico, i giganti del pop e del rock britannici irrompono con forza nel proseguo dell’album: David Bowie troneggia in Counting Horses, mentre i The Beatles sono omaggiati clamorosamente con la solare e armoniosa Major Lance, che nel titolo richiama il ben più famoso Sergeant Pepper. I Pink Floyd più lisergici e onirici rimangono sempre un punto di riferimento nella musicalità di Chris Goss e balzano sul proscenio, ibridati con i Fab Four prima e con l’energia infettiva dei Queens of the Stone Age poi, nell’evidente omaggio di Roof of the Shed (scritta a quattro mani proprio con Josh Homme). In parallelo altre correnti s’insinuano e lasciano tracce di generi e stili furoreggianti nei nineties; l’alternative rock nella cadenzata Corpus Scorpios Electrified e il grunge, tanto nella melodica High Noon Amsterdam con Mark Lanegan alla voce, quanto nei fuochi artificiali dell’esplosiva Shotgun Son che chiude l’album col botto.
Dopo aver ascoltato Deep in the Hole viene da chiedersi come mai questo progetto musicale, per quanto apprezzato da uno zoccolo duro di fan e dagli addetti ai lavori, non sia mai riuscito a decollare ed approdare al mainstream. Un songwriting sempre ispirato, ospiti di spessore e una produzione in grado di bilanciare e armonizzare stili e sonorità provenienti da generi diversi, sono gli ingredienti di un banchetto che stupisce per varietà e ricchezza dei gusti. Deep in the Hole prende quanto di buono fatto nel precedente Welcome to the Western Lodge nel far convergere stoner e sensibilità al confine tra psichedelia e pop, ma allo stesso tempo riesce ad essere più coeso e più focalizzato così che l’ascolto risulta fluido e appagante. Gli anni Novanta e i generi nati e cresciuti in quel decennio sono indubbiamente protagonisti nonché fonte d’ispirazione inesauribile per le composizioni contenute nel quarto album dei Masters of Reality, ma sono controbilanciati da quella sensibilità unica di Chris Goss nel creare melodie fuori da un genere specifico e per questo fuori dal tempo. Deep in the Hole è lo specchio dell’anima di un artista tanto capace quanto modesto, di un musicista e compositore che ha sempre seguito la sua visione, la sua idea di cosa significhi suonare musica rock, senza curarsi di dover dimostrare niente a nessuno e senza reverenziali timori nell’ibridare i The Beatles allo stoner o i Pink Floyd ai Black Sabbath. Sincerità e coraggio sono due dei piani cartesiani sui quali danzano i Masters of Reality, ne manca uno a completare il quadro e ce lo mettono tutti i loro fan sparsi nel mondo: rispetto.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Third Man on the Moon 2. A Wish for a Fish 3. Counting Horses 4. Major Lance 5. Scatagoria 6. High Noon Amsterdam 7. Corpus Scorpios Electrified 8. Deep in the Hole 9. Roof of the Shed 10. Shotgun Son
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Line Up
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Chris Goss (Voce, Chitarra, Basso) John Leamy (Tastiere, Batteria)
Musicisti ospiti Josh Homme (Voce, chitarra) Mark Lanegan (Voce) Troy Van Leeuwen (Chitarra) Brandon McNichol (Chitarra) Nick Olivieri (Chitarra, Voce)
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RECENSIONI |
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