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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 14377 letture )
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Tutti abbiamo un orgoglio personale ed intimo da difendere, necessitiamo di continui stimoli per poter far accrescere le nostre capacità e soprattutto il nostro ego che risulta perennemente in cerca di alimenti. La fase più bella e stimolante la sentiamo quando riusciamo a rendere chiaro il nostro modo di comunicare, quando questo risulta conforme al nostro essere più viscerale e quando il nostro interlocutore riesce ad assimilare il nostro linguaggio senza percepire aderenze. Mark Tremonti e Scott Phillips, usciti dalle ceneri dei pluri-osannati Creed, necessitavano proprio di questo, riuscire ad avere la stessa visibilità del passato trasmettendo al loro pubblico la loro carica rigenerante, un’energia ricercata e trovata girando di 180° lo sguardo, riprendendo spunto dalle loro origini alternative-metal e grunge, risuonando con energia adolescenziale, scrollandosi di dosso tutte le critiche di scarsa originalità delle loro tracks sature di strofa calma-ritornello forte. Avevano voglia di riscatto e presero coscienza del fatto che il loro pubblico li avrebbe seguiti comunque, anche se si fossero spinti oltre il confine delle logoranti logiche di mercato, proponendo una maggiore espressività senza stravolgere quello che di buono erano riusciti a costruire in passato… 30 milioni di dischi non riescono a venderli tutti. Il progetto prese forma quando richiamarono a rapporto il perfetto sound di Brian Marshall, ex-bassista dell’originaria formazione dei Creed aggiungendo alla formula la straordinaria voce multitonale e purissima di Myles Kennedy, cantante e chitarrista dei Mayfield Four, che passò da loro gruppo spalla a frontman della nuovo progetto targato Alter Bridge. Il loro debutto avviene nel 2004, consegnando a milioni di orecchie affamate di carica esplosiva, uno ottimo album entrato nella storia del rock One Day Remains edificato e composto dalla chitarra di Mark Tremonti che trasformò questo disco da “scommessa” a disco d’oro negli USA e che aizzò il fuoco dell’entusiasmo ritrovato, spingendo la band ad aprirsi sempre di più cercando di raggiungere un’artisticità sempre più identificativa. Nel 2007 decidono di rescindere il contratto con la vecchia etichetta discografica Wind-Up e dicono basta a prodotti sempre più commerciali.
Nel 2008 prende vita il loro secondo album Blackbird, l’opera della rinascita, inizialmente autoprodotto poi pubblicato dalla Universal Records, scritto dalle mani di Myles Kennedy e Mark Tremonti che portano la band alla maturità e compattezza degna di una delle migliori formazioni post-grunge ed alternative-metal dell’ultimo decennio, tracce create da un’insieme omogeneo di equilibrio e armoniosità, privo delle aderenze di cui parlavo prima. Blackbird apre con Ties That Bind: attacco frontale dalle prime note con un arpeggio pulito di Mark Tremonti; solo, che introduce e ci accompagna alla violenza del riff iniziale che materializza la loro necessità di spazzare via tutta la nebbia che li circondava. Si palpa la loro necessità di esprimere violenza, di rompere le catene che li legavano e sfondare i recinti che li ingabbiavano con la violenza di una mandria inferocita, per poi sfociare tra le braccia della paradisiaca voce di Kennedy, che conferma tutte le sensazioni che ho provato, pronunciando queste parole:
Io strappo quel laccio che mi tiene contenuto e controllato. Lasciami andare Vuoi rompere la libertà e mordermi la strada che porta fuori da questo buco...
Insofferenza pura: sì, l’album apre proprio così, con quella dose di emozione che spingerà tutti quelli che ascolteranno questo album ad innamorarsi di loro e di sostenere la loro causa di rivincita. L’album si estende e si ramifica mantenendo al stessa filosofia compositiva, si alternano brani molto heavy con altri soft, facendo fiorire la voce di Myles esponendola come una rarità, perché veramente strabiliante ad ogni passaggio, come dimostrato nel passaggio vocale che si arrampica in salita di 3 ottave, al secondo minuto d’ascolto della track d’apertura Ties That Bird che ha il potere di saturarti il sangue di adrenalina per poi farla scivolare lungo la spina dorsale mentre il cantante tiene la nota finale in sospensione… sensazione ingovernabile! Durante qualsiasi traccia le chitarre di Tremonti e Kennedy continueranno a comunicare tra loro a suon di frequenze calde e pastose, arricchite da una corretta dose di delay ed effetti ambiente, senza manie di protagonismo e dimostrazioni eccessive di padronanza della tecnica, facendo comunque capire esplicitamente che sotto al cofano i cavalli ci sono. Le 13 tracce presenti, cambiano, mutano con il susseguirsi dei minuti, passando da suoni graffianti ai riffs solidi e stoppati delle 6 corde, stesi come un tappeto rosso sotto la voce di Kennedy, evitando di ostacolarla per poi aprirsi in passaggi acustici di respiro, innestando la ritmica di un basso profondo, pulito, equalizzatori da signore, perfettamente sintonizzato con le pelli di un Phillips che presenta suoni poco rarefatti dall’acustica pura e molto piacevole all’ascolto. Devo dire che la qualità compositiva è altalenante: Brand New Start, Buried Alive e Before Tomorrow Comes risultano, a mio avviso, troppo orecchiabili, piatte e senza la giusta personalità, ma non voglio dargli troppa importanza perché Blackbird ci ha regalato anche pezzi epici come Come To Life, Coming Home e White Knuckles, potenti, intrisi di nervi, emotivi alle stelle, capaci di strappare un urlo di sfogo anche alla personalità amorfa e amebica della terra. A questo punto non posso evitare di parlare di del pezzo che ha battezzato il titolo dell’album, Blackbird capolavoro scritto da Kennedy in onore di un suo amico scomparso, dalla lirica dolorante, malinconica, emozionante fino ai brividi con un Myles interprete straordinario, perfetto e puro come una vergine… una delle migliori composizioni che abbia mai ascoltato.
Questo non sarà un album che rimarrà scolpito nella storia del rock, perché non merita così tanto, ma sinceramente parlando, 4 delle sue 13 tracce rimarranno tatuate nei miei ricordi in eterno. Continueremo a sentire parlare di loro.
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VOTO LETTORI
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80.39 su 142 voti [
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46
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Bellissimo, per me il loro miglior album fino ad oggi insieme ad ABIII. Non una nota fuori posto, Blackbird è bellissima ma anche Before Tomorrow Comes, Brand New Start e One By One sono grandi pezzi. Riuscita anche la ballad Watch Over You, che abbassa il ritmo senza risultare melensa. Grande album, voto 87 |
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L'abum piu bello degli Alter Bridge, senza nulla togliere agli altri che belli lo sono uguale. Però questo è super, con alcuni pezzi da brividi. Un classico moderno. mio voto 85 |
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44
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Disco stupendo, Myles eccelso. Blackbird è diventata subito una delle mie canzoni preferite. |
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Bell'album, da qui in poi non sbaglieranno un colpo. Anzi, forse Blackbird è il loro lavoro più riuscito. Title track stupenda con assolo perfetto. Ottime Ties that bind e Brand new start. Watch over you efficacissimo strappamutande. Anche il resto molto buono. 88. |
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42
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Il disco è tutto bello, anche i pezzi definiti "orecchiabili" sono stupendi, di qualità e rendono fresco l'ascolto...con Kennedy e Tremonti anche un semplice arpeggio di Do con le corde a vuoto acquisisce personalità ...forse non saranno d'accordo i metallari più fondamentalisti ...Blackbird è la Stairway to Heaven del ventunesimo secolo. Voto 90 |
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La sola title-track vale tutto il disco: una delle più belle canzoni che abbia mai sentito. |
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Questo disco "deve" avere un voto sopra ai 90. Capolavoro degli Alter Bridge. Adios! |
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"Kennedy è un discreto vocalist e basta" .. Se Kennedy è un discreto cantante e basta allora lo sono tutti i cantanti di questo mondo!! Io non dico che devo avere ragione per forza, ma bollare un cantante come lui come "discreto" è da pazzi! Io penso che parliate cosi solo per il tempo in cui viviamo, mi spiego meglio... Se fosse vissuto a cavallo degli anni 60/70 si parlerebbe di lui in altro modo e anche tu ne parleresti in modo diverso! Purtroppo (ma non troppo) vive in questa epoca e quindi non viene preso in considerazione! Ok, magari non sarà il migliore, ma in una lista ristretta (e per ristretta intendo una ventina di vocalst) va messo!! Anche io amo i cantanti che hai citato tipo Cornell, Vedder etc, ma io preferisco lui, perchè naturalmente si parla di gusti personali... Poi mi hai citato "Mein", per carità io amo gli Scorpions, ma dire che Mein è superiore a Kennedy, questa è eresia pura! Alcune note che prende Kennedy Meine se le sogna la notte! Comunque non voglio fare assolutamente polemica sia chiaro, i gusti sono gusti! |
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Forse comunque @Invictu Steel non ha tutti i torti, @invictu, correggimi se sbaglio, forse tu intendevi dire che l'estensione vocale e i registri usati da Kennedy sono un po più' nella norma, un po più' accessibili, o che comunque con un buon studio assiduo si può' raggiungere Kennedy comunque, e per piu' neanche avendo nasalita'.Comunque hai ragione, ad es. Nomi come Adams, Sweet, Kiske,ma anche Tiranti, Tim Owens, Matt Barlow e Daniel Heiman, sono difficilissimi da replicare, non solo per le tonalità' cui riescono ad arrivare, ma anche il tempo in cui le mantengono e le reggono, usando al meglio la loro tessitura vocale,poi va ne il tempo passa, ma certe note non sono per tutti, la loro accessibilita' e' off limita e veramente difficile da raggiungere.Poi i timbri son gusti, ma con certe voci ci si nasce. |
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"Si rifà tranquillamente", direi di no. A meno di avere un'estensione ai limiti delle possibilità fisiche maschili, come ha lui oppure la tecnica e il controllo che ha lui. Potresti mettere in difficoltà la quasi totalità dei cantanti chiedendogli di reggere un concerto di due ore ai suoi livelli. Poi che piaccia o meno lo stile è senz'altro un altro paio di maniche, ma vale per tutti quelli citati finora. Intendiamoci e forse è quello che traggo dal tuo discorso: non è un "maestro", uno di quelli che segna la strada per gli altri e inventa uno stile e un modo. Magari questo no. Ma non mettiamolo neanche alla stregua di un cantante qualunque. È uno che fa la differenza in ogni caso. |
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No, ovvio che si parla di qualità tecniche, sfumature versatilità estensione ecc... per quanto riguarda il timbro è un'altra cosa, lì subentra la soggettività e ognuno ha i propri gusti. Ad esempio io amo Peter Steel dei Type o Negative, amo il personaggio, il suo genio creativo, il suo timbro vocale sensuale e profondo, ma non lo metterei tra i più grandi vocalist per evidenti limiti vocali. Le cose che fa un David Defeis, o almeno quello che faceva fino a qualche tempo fa, o un Eric Adams, o un Michael Sweet o un Michael Kiske o un Geoff Tate o il Cornell di una volta sono oggettivamente mostruose, quasi impossibili da replicare, e ve lo dico io che da ragazzino ho studiato anni canto e ho cercato, anche ingenuamente, di replicarli/imitarli. Quello che canta Kennedy si rifà tranquillamente, poi che sia un personaggio in vista e tra i più famosi nell'ambiente rock degli ultimi anni ok, che abbia un buon timbro anche, anche se a me l'effetto nasale gallinaceo (citando Benson) mi annoia molto. Resto della mia opinione, Ottimo vocalist così come ottima band, ma molto molto sopravvalutati entrambi |
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Mmmhhh... se parliamo di qualità tecniche come cantante, versatilità, estensione vocale, capacità compositive, qualità tecniche come musicista (chitarrista nello specifico) e se prescindiamo dai gusti, non èpil miglior cantante di sempre (chi lo è?), ma negli ultimi 15 anni non so quanti gli stanno alla pari nel complesso. Secondo me, pochissimi. È sicuramente ispirato da Cornell, ma non vive di emulazione come uno Jorn ad esempio, che pure a bocce ferme mi piacerebbe di più. |
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Appunto, quanti ce ne sono meglio di Kennedy? Centinaia |
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E soto dove lo mettiamo? Personalmente nel mia top five |
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Tino hai ragione, avevo dimenticato Geoff Tate, Eddie Wedder, e tantissimi altri cantanti enormi... e Chris Cornell ovviamente, un mostro di bravura, il migliore per quanto riguarda un certo tipo di rock alternativo/grunge sulla scia degli Alter Bridge. Kennedy un po' fa il verso a Cornell ma perde su tutti i fronti in modo impietoso, non c'è proprio storia. I gusti sono gusti è ovvio, ognuno ha i suoi artisti preferiti, ma certe dichiarazioni assurde mi fanno ridere, Kennedy è un discreto vocalist e basta. |
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vi siete scordati Chris Cornell (a cui Myles fa il verso), lui per me è il numero 1 assieme a Geoff Tate. Poi ovviamente si va a gusti. |
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Ma dai, Kennedy il più grande vocalist di sempre? Ma che storie sono, un bravo cantante di sicuro, ma resta nella media. Quando leggo queste stronzate mi viene da piangere... Defeis, Adams, Kiske, Kotipelto, Vescera, Sweet, Plant, Dio, Halford, Dickinson, Byron, Kalus Meine, T. Martin, Coverdale, Gillian, e la lista potrebbe continuare in eterno prima di arrivare a lui. Non scherziamo su! Per quanto riguarda gli Alter Bridge li trovo sopravvalutati, di molto anche, sono bravi e risultano essere anche freschi nell'approccio, anche se a me dopo un po' stufano, un po' per il timbro nasale del vocalist e un po' per una poca creatività melodica che fa appiattisce i loro lavori. Comunque un band ottima, questo resta il loro miglior lavoro. Voto 80 |
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Molto bello e la title track è un capolavoro. Kennedy non è il miglior cantante di sempre (Paul Rodgers e Ian GIllan per me), ma sicuramente è tra i primi tre della sua generazione 80 |
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Una sola parola: MINCHIA! Sottoscrivo le perplessità di Enomis. |
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@Enomis Bè meglio di Dickinson sicuro al 100%.... L'immenso Ronnie è stato il più grande vocalist Heavy Metal della storia e su questo nessuno può dire il contrario.... Plant e Gillan anche sono stati tra i più grandi e lo saranno per sempre... Potrei anche aggiungere gente come Cornell e Vedder, ma anche Jeff Buckley ... vocalist immensi ... Ma Myles ha una voce talmente ampia che secondo me batte tutti, anche Dio... Ho sempre fatto un podio personale che vedeva Kennedy sul podio, poi a ruoto Dio e Jeff Buckley (adoro la voce di Jeff) e poi via via Plant, Vedder ecc... Poi Enomis sono gusti... Per me Myles è il più grande, per te sarà Dio(o qualcun altro), per Tizio sarà Plant per Caio sarà Mercury ecc.. |
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@Aquarius27 Ho letto spesso quel genere di commenti riguardo Myles, e per quanto lo apprezzi... davvero? Meglio di gente come Dio, Dickinson, Robert Plant e Ian Gillan? |
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Cioè questo è il loro album più bello ed è quello con il voto minore mentre il loro più brutto(che poi è una parolona dato che l'album merita tanto ) ha il voto più alto??? Comunque grandi AB... Myles da paura, il più grande vocalist di sempre ...pochi cazzi! |
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Avevo iniziato ad ascoltare gli Alter Bridge con ABIII, solo pochi mesi fa ho fatto mio anche questo blackbird. Beh direi che siamo decisamente su altri livelli qualitativi. Questo è un disco della Madonna. Proprio un altro pianeta. Devo ancora ascoltare gli altri ma il songwriting qui è favoloso. Darei quasi un 90 a questo album e declasserei tranquillamente AB3 ad un 70 risicato vista l'omogeneità del prodotto e una certa ripetitività di fondo. Bravi,bravi. |
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Questo è un grand bell'album suonato da grandi chitarristi (anche Kennedy) e un grande cantante... AB3 mi ha deluso con alcuni pezzi molto carini ma nel complesso non eccelso come album... L'ultimo non sono riuscito proprio a capirlo (a parte la opener), ascoltato due volte, ma magari ci riprovo visto il responso ottimo che ha avuto. A proposito, li ho visti dal vivo e sono davvero ottimi, Myles da la polvere di brutto a parecchi... |
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questo album e il migliore di tutti |
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Decisamente più originale di One Day Remains(disco cmq fantastico) ma un pò sottotono rispetto a ABIII. Comunque la title track è la MIGLIOR canzone degli Alter Bridge(l'assolo è stato anche eletto dalla rivista Guitarist come miglior assolo di chitarra di tutti i tempi)...e poi il mio pseudonimo non è messo proprio a caso! Voto: 92 |
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ragazzi, ma l'avete sentita "Buried Alive"??? la migliore canzone degli Alter Bridge!!!! |
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Molto valido, ma preferisco ABIII che a mio avviso è il loro migliore....questi, in ogni caso, sono Musicisti. |
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Mmmh...però dopo un ascolto più approfondito devo dire che il tutto mi suona un po' troppo commerciale, troppo ben confezionato. Forse non fanno per me... |
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Lo ammetto, li ho sempre snobbati, sia loro che i Creed, non so esattamente perché...adesso ho cominciato ad ascoltarli entrambi, e mi sono sputato in faccia da solo per non averlo fatto prima. Blackbird è un brano straordinario, con un assolo da brividi. Ascolterò tutto quello che c'è da ascoltare di queste band, giuro. |
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Dannatamente bello! Come to Life è diventata una droga, insieme a Ties thah Bind, White Knuckles, Watch over you e il capolavoro Blackbird! Myles Kennedy magistrale, anche gli altri... che altro dire? (Tra parentesi, personalmente il mio voto è 90) |
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A mio avviso la loro miglior produzione. Non concordo con il voto del recensore, voto: 94 |
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Un passo falso: un album più leggero dei primi due: Fin qui potrebbe anche andar bene, ma il songwriting ricalca quello delle due precedenti produzioni alleggerendolo parecchio e non aggiungendo nulla. Album noioso, quasi tutto di parti lente e melodiche. E poi Wonderful Life è mezza copiata da Watch Over You e mezza da In Loving Memory!!! Voto 75 : delusione |
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13
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ottimo album secondo me il migliore fino ad oggi degli alter bridge |
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Per me il loro album migliore... gran disco!| |
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Grande album, nient'altro da dire. Non sono d'accordo sul nominare "Brand..." e "Before..." tracce deboli e senza personalità, almeno io le ritengo tra le migliori insieme a "Ties...", "Coming...", "Rise..." ed alla splendida title-track. Voto: 92 |
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10
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Stupendo...veramente un album di una classe infinita...bellissime tutte le canzoni, nessun filler!!!! |
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ottimo album, "buried alive" è incredibile |
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la migliore band hard rock in circolazione. eccezionali. |
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Grandissimo disco! Spero che qualcuno faccia anche la recensione del primo disco degli Alter Bridge, One Day Remains!  |
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Grandissimo disco! Spero che qualcuno facci anche la recensione del primo disco degli Alter Bridge, One Day Remains!  |
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Grazie ragazzi ... grazie per i complimenti e per i voti che avete dato, siete stati più magnanimi di me!! )) |
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Disco sontuoso. Ottima recensione |
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Complimenti per la recensione marco! Pretty good! |
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Disco eccezionale a dir poco! Ottima recensione! Myles Kennedy mi fa venire i brividi e la pelle d'oca peggio del gessetto sulla lavagna!!! Un disco strepitoso, uno dei più belli in assoluto degli ultimi anni!  |
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makolino...ma quant tsi brevvvv!!!! complimentoni, ottima padronanza, ma non avevo il minimo dubbio. ciauuuuu |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ties That Bind 2. Come To Life 3. Brand New Start 4. Buried Alive 5. Coming Home 6. Before Tomorrow Comes 7. Rise Today 8. Blackbird 9. One By One 10. Watch Over You 11. Break Me Down 12. White Knuckles 13. Wayward One
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Line Up
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Myles Kennedy – voce e chitarra Mark Tremonti – chitarra Brian Marshall – basso Scott Phillips – batteria
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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