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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 16522 letture )
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Ascoltando All I Was di Mark Tremonti pubblicato nel 2012, mi sono più volte chiesto con viva curiosità quale sarebbe stata in futuro la direttrice musicale intrapresa dagli Alter Bridge. Già, perché il chitarrista originario di Detroit aveva sorpreso, impostando la sua prima opera solista verso connotati heavy, allontanandosi in tal modo sia dal post-grunge dei Creed, che dall’hard rock di stampo melodico proprio, per l’appunto, degli Alter Bridge. Pertanto, ammetto di non essere rimasto affatto sorpreso dal potente songwriting di cui è intriso Fortress, ultima fatica discografica del combo capitanato dal talentuoso duo Kennedy/Tremonti, che sostanzialmente prosegue, estremizzandolo, il processo di indurimento del sound già posto in essere in Blackbird e consolidato nel successivo AB III. Per qualcuno potrebbe apparire un passo azzardato ed infatti se da un lato a mettersi in luce sono i ricchi fraseggi alla sei corde scaturiti dall’estro creativo di Tremonti, dall’altro Kennedy finisce per essere relegato un po’ in secondo piano; la sua invidiabile estensione vocale viene invero limitata nel contesto di uno stile dalla struttura precipuamente arcigna e solo a tratti emerge dirompente come in passato. A parte questa osservazione, Fortress, dotato di un’umbratile e affascinante cover, è un eminente full length dal livello compositivo davvero ispirato. Se consideriamo il fatto di essere ormai giunti al quarto platter in studio senza praticamente sbagliare un colpo (ho letto da qualche parte che AB III avrebbe deluso le aspettative di qualcuno, ma non le mie) possiamo senza alcuna remora ascrivere gli Alter Bridge tra le migliori formazioni contemporanee del pianeta. Reputo da rimarcare il notevole apporto della sezione ritmica, specie per quanto concerne il lavoro al basso di Brian Marshall, un’ulteriore conferma, sempre se ce ne fosse ancora bisogno, dello splendido stato di forma del gruppo di Orlando.
L’opener Cry of Achilles, introdotta dalla chitarra acustica che richiama addirittura il flamenco, coglie nel segno immediatamente grazie all’incisivo tema portante e al bel refrain. Micidiale il veloce incedere del singolo Addicted to Pain, mentre in Bleed It Dry salgono in cattedra sia Tremonti con un suadente assolo, che la mirabile ugola di Kennedy. Lover è una ballata tipica degli Alter Bridge, si fa ascoltare con piacere, ma non raggiunge il pathos di altre song similari contenute nei precedenti dischi. Il deciso riff portante di The Uninvited colpisce come un macigno in piacevole contrasto con il ritornello di stampo melodico. In Peace Is Broken sono degni di ammirazione i pregevoli cambi di tempo. La voce angelica di Myles rende Calm the Fire uno degli apici di questa release, un brano che successivamente si dipana su una ritmica nuovamente possente. Tremonti si cimenta egregiamente alla voce in Waters Rising, un pezzo che evidenzia l’ennesimo riff vincente. E’ il metal a farla da padrone nell’accoppiata Farther than the Sun / Cry a River e, dopo tanto furore, il clima si stempera con la pacatezza di All Ends Well, seconda ballata contenuta in Fortress, dal sapore vagamente country e munita di un refrain semplice ed emozionante. A chiudere la lunga e mutevole title track contraddistinta da un pregevole lavoro della chitarra.
In definitiva la vera protagonista dell’album è proprio la sei corde di Tremonti, un artista che si dimostra perfettamente a suo agio anche nell’ambito di composizioni che virano verso sonorità talora energiche o veloci. Tutto ciò dovrebbe far riflettere chi sostiene la tesi che il metal non abbia più nulla da dire perché, a giudicare dalla qualità espressa in Fortress, qualcuno dovrebbe rivedere e di molto la sua miope posizione.
VOTO Prima Recensione: 82
L'aria è dolce, carica di pathos, di luci soffuse e profumi primaverili, di note acustiche e di balli proibiti... ma è un fuoco di paglia, perché tutto ha una fine e la tensione è dietro l'angolo, pronta a colpire, a graffiare, a squarciare quelle nuvole, cariche di lacrime, la tempesta di Cry Of Achilles è imminente, pronta a spaccare in due un album pazzesco, un album che dopo il mezzo passo falso di AB III, forse nessuno si aspettava, ma gli Alter Bridge sono tutto questo, e molto, molto altro di più. La loro musica ha assorbito a sé tante diverse sfaccettature, divenendo più heavy e più melodica allo stesso tempo, in alcuni casi addirittura epica, capace di entrare nell'anima, in una sorta di sfilata Maidiana in chiave ultra moderna, con cavalcate che si susseguono, che incalzano, che si inchinano dinanzi l'ugola da ko di Myles Kennedy, mattatore assoluto assieme a Mark Tremonti, anime di una band che sembra non avere più limiti. Il tutto senza tralasciare ovviamente una sezione ritmica a dir poco terremotante. Il singolo Addicted To Pain è veloce e ripercorre la strada dei più conosciuti cavalli di battaglia dei nostri, stesso discorso va fatto per le ottime Peace Is Broken, Cry a River, e per le più canoniche All Ends Well e Farther Than The Sun . Bleed It Dry, invece, è un’autentica mazzata sulle gengive, con una parte centrale lenta ed un assolo in crescendo di Pinkfloydiana memoria che da solo vale mezzo disco. E poi ad un tratto nel bel mezzo dell'ascolto sei costretto a fermarti, e vedi lei venirti incontro, con passo leggiadro, e tu sei lì, ad ammirarla, ammaliato, mentre ti sussurra qualcosa nell'orecchio, mentre ti guarda e si siede davanti a te, accavallando quelle gambe che sembrano non finire mai, e ti chiedi se sia tutto vero, se non stai sognando, e non fosse per l'esplosione di un Kennedy alla prese con una delle interpretazioni più toccanti ed espressive ascoltate negli ultimi anni, ci cadresti con tutte le scarpe. Perché Lover è un pezzo dall'appeal seducente, straripante, di una bellezza che conosce pochi rivali, di una bellezza che ti sfiora l'anima e la reclama a se come un trofeo. Andare avanti ora è arduo, storditi da tanta maestosità, ma lo show deve continuare, e l'ascolto prosegue con la bellissima The Uninvited che si apre ad un arpeggio oscuro e ad una strofa dai riff simil-Tool che ne imprimono il giusto mood; il ritornello poi è 100% Alter Bridge, si stampa in mente con estrema facilità e naturalezza donando i giusti equilibri e le giuste distanze ad ogni parte del brano. Calm The Fire si mostra con eleganza e con un Kennedy sontuoso in odore di Mayfield Four. Anche questa è una traccia tra le più riuscite, una cavalcata heavy dirompente ed un ritornello tra i migliori della loro carriera. Ottima anche Water Rising, con la voce di Tremonti a troneggiare impavida e quella di Myles ad accompagnarla verso i confini di un mondo, chino ed estasiato, tanto quanto me, da questi magnifici artisti. Poi è di nuovo notte, la luce dell'universo si spenge, il cuore pulsa al contrario, rincorrendo il suo stesso battito e l'oscurità è ancora li, a fissarti dritta negli occhi, come quella splendida ragazza che rischiava di impazzire poco prima, e gli arpeggi si susseguono, ipnotizzando l'aria, assottigliandone il respiro, profumando le ore, quelle ore che si aggrappano le une alle altre, riempiendo quegli spazi infinitesimali che altrimenti rimarrebbero vuoti. E’ tutto qui, è tutto attorno a noi e nulla forse sembra più come prima, perché gli Alter Bridge hanno preso un'intera generazione alternativa e l'hanno gettata giù dalla finestra. Questo è quello che trasuda in questa title track posta strategicamente in chiusura, è quello che trasuda in tutte le sfumature di questo superbo lavoro, mostrando una superiorità imbarazzante ed una determinazione che sa di vero, di umano, di non precostruito. Tutti in piedi allora, cosa aspettate, toglietevi il cappello perché una standing ovation non potrà dare ai nostri quello che meritano, ma quantomeno renderà giustizia a quello che sono oggi gli Alter bridge. Una creatura fastidiosamente perfetta sospesa fra le pieghe di un mondo deliziosamente imperfetto.
VOTO Seconda Recensione: 86
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VOTO LETTORI
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88.12 su 129 voti [
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66
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Il loro disco migliore. Potente, melodico e vario, ogni canzone è diversa dall'altra. Darei 98 ma voglio cercare di essere un minimo oggettivo quindi do 92 |
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65
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Stupenda la seconda recensione e stupendo l'album. |
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Ottimo album. Concordo con chi qui sotto dice che è una delle migliori uscite del 2013 (insieme ai QOTSA). Il livello, d'altro canto, è sempre più o meno quello dei due predecessori. Cry of Achilles e titletrack da sole però non superano Blackbird. 87. |
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63
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X me un signor disco.....al di sopra della media odierna |
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Li ho scoperti da poco tempo e li sto ascoltando per bene. Che dire, bravi, curati ma abbastanza ...noiosi...nello sviluppo dei pezzi, nelle sonorità e nel cantato...insomma , al di là delle capacità tecniche, discreti ma nulla di più. Preferisco il Tremonti solista, anche se qui devo ancora per bene apprendere i pezzi. |
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A distanza di tre anni e qualche ascolto in più, devo confermare il giudizio iniziale molto tiepido. Meglio del precedente, comunque un po' stancante e noioso alla lunga. Quattro o cinque i miei pezzi preferiti: Cry of Achilles, Addicted to Pain, Bleed it Dry e Fortress. Mio persinalissimo voto: 71. |
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60
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IO VOGLIO IL NUOVO ALBUM!!!!!!!!!! |
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Album fantastico!! Uno dei miei preferiti. Penso che sia il migliore degli alter bridge insieme a blackbird. aspettando il 5^ album  |
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Sottoscrivo parola per parola il commento di Rob Fleming qui sotto. Il loro miglior lavoro. Da una pista ad AB III, che oggettivamente risulta un po' troppo melenso alla lunga stanca. Voto perfetto. Cry of Achilles e Fortress grandissimi pezzi. |
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Senza preamboli: il loro album migliore. Cry of Achilles è la Canzone del 2013: perfetta. Addicted to pain ha un tiro metal che oggi come oggi nessuno riesce più ad avere. O quasi. Bleed it dry è pirotecnica grazie ai suoi innumervoli umori. E sono solo le prime tre songs. Se poi ci mettiamo Waters rising, l'epica (molto Muse) Calm the fire e la stessa Forstress l'esito non può essere che uno solo: siamo al cospetto di uno dei migliori cd del 2013. Voto: 85 |
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55
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niente da dire..90 pura goduria |
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Scaricato sta mattina abusivamente a scuola xD e devo dire dai primi riff sembrano promettenti appena finisco di ascoltarlo bene darò il voto |
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Il loro miglior album di gran lunga!!! |
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Disco STRATOSFERICO. Non c'è nemmeno una canzone che non adoro. Sound potente, oscuro, vero ed incredibilmente originale. Un gruppo che nuota decisamente contro corrente rispetto ad una normale rock band dove molto spesso il trend pop che negli ultimi anni ha invaso il globo fà da padrone. Questo significa fare VERO ROCK, una musica che nasce dalla necessità di esprimersi senza sottostare a NESSUN tipo di compromesso. Un disco maturo, completo e ben strutturato. Tra le migliori canzoni ci sono Cry of Achilles, Addicted to Pain e Waters Rising(la migliore di tutto l'album). Voto 93 |
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50
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non sono un loro fan e visti dal vivo mi hanno fatto davvero schifo ma questo album è davvero una bomba, bravi. |
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cosa dire...ieri sera al Forum i fortunati presenti (tra cui il sottoscritto) hanno assistito a un vero e proprio spettacolo! Sono state quasi due ore in cui si sono vissute emozioni contrastanti...dalla quasi commozione nei pezzi più toccanti all'esaltazione più irrefrenabile quando i toni si alzavano e il volume raggiungeva picchi elevatissimi...il tutto condito da una prestazione fantastica da parte di tutta la band...anche se Myles, con quella voce per cui trovare un aggettivo che non sia sminuente è un'impresa, merita un ideale primo posto, che non sarebbe comunque possibile senza l'aiuto degli altri componenti, i quali hanno a loro volta incantato la platea! Ci si lamenta sempre di quanto costino i biglietti ecc ecc ma se le emozioni sono sempre come quelle di ieri ben vengano queste spese! Consiglio a CHIUNQUE ami la musica di assistere a un loro concerto perchè sono sicuro che non potrà rimanerne deluso! |
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ascoltato diverse volte nuovo appena arrivato originale...beh veramente notevole. Il primo pezzo è veramente stellare, l'ultimo assolo di achilles è uno dei più belli che mi sia capitato di sentire da anni. Una grande band |
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@HyperX: Beh, facci sapere quando l'avrai ascoltato meglio @Absynthe: Beh, ex meraviglie penso sia un po' troppo, hanno cambiato sound da album in album, non mi stupirei se adesso Myles Kennedy si mettesse a far Power Metal oppure si mettesse a fare scream e facesse Death Metal. Questa è una di quelle band che cambia stile da album in album, è una questione di "ti è andata bene" o "non ti è andata bene" perché alla fine sono impressioni soggettive le tue. Chissà, magari torneranno agli albori nel prossimo album e faranno un album apposta per te Io il mio parere l'ho espresso e l'ho "aggiorno" aggiungendoci che questo potrebbe essere quello che preferisco tra tutti, ma non vorrei che l'esaltazione prendesse il sopravvento sulla ragione  |
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Disco secondo me IMMENSO, indubbiamente il migliore della band. Sono settimane ormai che lo sento (l'ho comprato praticamente al day one) e penso che questo sarà ricordato negli anni come il masterpiece degli Alter Bridge. Voto 90 |
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Grandissimo disco, secondo me, inferiore solo a Blackbird. 4 su 4. Immensi. |
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@Vittore: tocca farmene una ragione...  |
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vario ma compatto, multiforme ma granitico, classico ma attuale, coerente ma fantasioso, agile ma massiccio, e continua a crescere a ogni ascolto. ormai gli dò 90 |
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Bello, ma molto molto meglio i primi due. Band spettacolare comunque |
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@Absynthe: sì, probabilmente sei l'unico.  |
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Devo proprio essere l'unico che, sin da ABIII, ha cominciato a veder scricchiolare la "formula segreta" di questo quartetto delle (ex) meraviglie... Formalmente non ho nulla da eccepire, eccetto una produzione che chiamare sintetica sarebbe davvero eufemistico: talmente compressa e sbilanciata con le frequenze da rendermi insostenibile l'ascolto per intero (una moda che spero muoia al più presto, dannazione!). Più di qualche neo, invece, mi tocca rilevare in sede compositiva e per ciò che concerne gli arrangiamenti: mai ascoltato canzoni tanto piatte da parte loro, uniformi nel mixing così come nella sostanza: ABIII già mostrava un tentativo scialbo e mal riuscito di esasperare la formula del loro, a mio parere, capolavoro che risponde al nome di Blackbird (tentativo qui scongiurato, se non altro, vista la tendenza a differenziare la proposta), ma almeno proponeva panorami godibili dal punto di vista emozionale; qui, vedo molta foga, molta "pestaggine" ma poco, davvero poco, di quel soul che animava le vecchie composizioni (sono proprio il solo ad aver atteso invano che si producessero in un altro brano della caratura di Burn It Down, in cui l'anima di Buckley sembrava rivivere fra le linee di un Myles davvero immenso!? Mah...). L'unico singulto l'ho avvertito con la title-track che, però, ahimè, presta il fianco a un'osservazione tanto banale quanto oggettiva (tautologico, in quanto la verità è, per sua natura, banale): sia nella struttura (minutaggio, bridge molto curato e alternanza del fraseggio solistico di Kennedy a quello di Tremonti), sia nel pathos infuso nelle liriche (davvero belle), viene ripercorsa, senza però sfiorarne la vetta, la title-track del succitato capolavoro datato 2007. Un singulto, che ha fatto subito posto alla tristezza provata per una band che tanto prometteva nei primi due dischi e che poco ha saputo mantenere, a mio parere, negli ultimi due. Per me è un peccato, considerato che in forza alla band ci sono, non uno, ma ben DUE songwriter di spessore come difficilmente se ne trovano oggi negli States (e uno dei due rappresenta, unanimemente, uno dei migliori interpreti vocali degli ultimi quindici anni di rock). Si poteva, e penso si possa tuttora, fare decisamente di più. Ma forse, ho davvero troppe pretese... Numericamente, esprimo un 50. Saluti! |
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Scusate ma c'è un piccolo errore nella tracklist: le tracce sono solamente 12 anzichè 13 (li per li ho pensato che ci fosse un pezzo bonus rispetto alla mia versione) |
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Con quella voce, Monsieur Myles Kennedy può cantare qualunque cosa e farne un pezzo notevole. Non è il mio genere preferito ma la musica degli Alter Bridge si ascolta sempre volentieri. Preferisco i brani tipo All Ends Well, dove Kennedy da veramente un grande senso di pathos emozionante. Grande band, comunque. |
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@ErnieBowl in effetti non sono un loro fan, ma One Day Remains e Blackbird incontravano di piu` il mio gusto. Comunque lo ascoltero` meglio. Ne parlate tutti bene e forse si tratta solo di digerirlo un po`... |
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Album davvero meraviglioso: Cry of Achilles, Lover, The Peace is Broken, Calm the Fire e la stessa Fortress sono degli autentici capolavori, ma tutti i pezzi meritano. Questo è un disco che nn ha punti deboli, bello duro e straordinariamente coinvolgente. Secondo me il migliore della loro breve ma intensa discografia ! |
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Grandissimo disco,lo sto ascoltando da 2 giorni e già alcuni brani mi sono entrati in testa alla grande...uno su tutti 'Calm the fire'....strepitoso |
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@Hyperx forse non ti rimangono in testa perché non è un album di facile approccio, infatti alla maggioranza, me compreso, ha dovuto fare vari ascolti per apprezzarlo completamente. Quanto all'album ho ascoltato troppo i precedenti per piazzarlo in un posto ben preciso quindi non saprei dire... come dice @Macca, quando l'avrò ascoltato quanto gli altri saprò dare un giudizio completo e magari stabilire una classifica generale. Sta di fatto che non hanno sbagliato un colpo, come è stato detto in precedenza, e questa evoluzione mi piace un sacco. |
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E come Peace is Broken potrei dire lo stesso di Cry a River, ma sono dettagli talmente piccoli che gli altri 10 brani del CD li schiacciano definitivamente. |
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@HyperX Forse (e se sbaglio poi mi "corrigerai" [cit.]) perchè semplicemente non sei un loro fan, perchè altrimenti non troverei spiegazioni sul come canzoni come Cry of Achilles, la title track ed anche Waters Rising cantata magistralmente da Mark non possano rimanerti nella testa. Per quanto mi riguarda disco quasi perfetto, solo Peace is Broken non mi piace tantissimo a causa del loro ritornello un po' generico (e credo che sarà il loro prossimo singolo, non ne sarei sorpreso), ma per il resto c'è veramente poco da dire. Merita veramente. Voto 90, non riesco a metterlo sopra a Blackbird ma chi lo farà non commetterà un crimine, anzi... |
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Che disco! è di un impatto devastante e qualità finissima, mi è proprio piaciuto! La prima è tra le migliori, ma il masterpiece è l'ultimo pezzo, per me; ma le influenze Nevermore in Farther than sun le sento solo io? Il migliore della loro discografia, comunque. |
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e sono 4 su 4!infallibili!il loro disco più heavy,vietato mancare il prossimo mese a milano!un gruppo che riesce ad attirare rockers,metallari e buona quantità di figa,incredibile! xD |
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Sembra che io vada controcorrente. Benissimo. Grandissimo cantante, ottima prova di tutta la band (in particolare Tremonti), sound che spacca i muri ma...non c`e` una canzone che mi rimanga in testa. Si sono persi per strada un certo gusto melodico che negli album precedenti, a mio modestissimo parere, era il vero valore aggiunto. Voto: 70 |
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bellissimo album! @giannicus lo stile degli alter bridge è un attimino differente rispetto ai rival sons o ai the answer, quello proposto da questi ultimi è un classico rock/ hard rock con reminescenze settantiane stile zeppelin e ac dc, non proprio la roba più originale del mondo....poi ovviamente va a gusti per carità, ma entrambi i gruppi non sono certo famosi per innovazioni nel genere, quanto piuttosto proprio al rifarsi a un certo tipo di sound e melodie. Gli alter bridge invece suonano una musica decisamente più moderna (non che questo sia un merito, i gusti rimangono tali), un hard rock americano che sfocia talvolta in brani heavy e talvolta in momenti più pop.. è il genere che fanno, se li ascolti sai a cosa vai incontro come qualsiasi altra band in qualsiasi altro genere... che possano non piacere va benissimo ma trovo abbastanza nosense paragonarli a band che non c'entrano nulla tra loro, quando poi (tra le altre cose) la qualità dei singoli negli alter bridge è decisamente superiore si rischia solo di andare a fare figuracce poi |
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Acquisto praticamente certo, in ogni caso. |
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Grande album, anche per me non ne hanno sbagliato mezzo, incredibili. Non quoto Gannicus, paragonare gruppetti discreti come Answer e Rival Sons (visti entrambi dal vivo) agli Alterbridge per me è come paragonare una Fiat Punto a una Lamborghini. Bella e affidabile la Punto, ma la Lamborghini è un altra categoria. E poi il genere non è proprio lo stesso. Comunque de gustibus! grandi Alterbridge |
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Nonostante li trovi molto sopravvalutati e mi faccia parecchio girare i coglioni il fatto di sentirli costantemente osannare come nuovi dei del rock moderno (Rival Sons e The Answer sono gruppi di ben altro spessore) questo è un bel disco,il loro migliore,molto più simile al solista di Tremonti che ai loro precedenti,per fortuna a questo giro si sono risparmiati frocierie di canzoni come Ghost of Day,Open Your Eyes,Wonderful Life o Watching over You,pezzi del genere meglio lasciarli a Nickelback o Daughtry o ai nostalgici di Dawson Creek.Voto 72 |
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Una band incredibile che praticamente non sbaglia un colpo, anzi, ad ogni album migliora. Una cosa veramente rara di questi tempi. E il tutto suonando un genere che non inventa praticamente nulla, ma facendolo con classe, dote e perizia tecnica. Tutti sugli scudi, con un Myles Kennedy fuoriclasse del rock mondiale e un Mark Tremonti incredibile. Perché, ricordiamolo, il caro Mark non ha sbagliato nulla dall'inizio della sua carriera e continua a stupire. Una garanzia granitica. |
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@Macca, concordo con il tuo ultimo post @Markus, specialmente questo Fortress è tutt'altro che prevedibile e impacchettato. Hanno dimostrato di essere musicisti mostruosi e, soprattutto, veri. Non c'è traccia di plastica negli Alter Bridge. Non farti impressionare negativamente dal successo commerciale che possono arrivare ad avere. E' un gruppo rock/metal genuino, che non vada confuso con i vari Linkin Park, Limp Biscuits etc. Ti consiglio di ascoltarlo con calma e con orecchie "aperte". Se poi prediligi altri generi, è un altro discorso. |
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mah...non sarà il genere che prediligo ma a me sembra un prodotto molto prevedibile e impacchettato a mestiere...proverò ad ascoltarlo di più,se ci riesco. |
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Witchcraft@ no in realtà la pensiamo in modo opposto: per me AB III è fantastico, tu lo metti in fondo fermo restando che, secondo me, si sta parlando di una band che di 4 dischi non ne ha sbagliato mezzo e quindi definire il migliore diventa una mera questione di gusti. |
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"Blackbird" rimane il top. L'omonimo pezzo è tuttora a mio parere la canzone più bella degli AB per distacco. Subito dietro si piazza questo Fortress. Gran bel lavoro. "Cry of Achilles" manifesto dell'album |
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Hm is the law@ One Day Remains è lì e non si tocca, d'accordissimo  |
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oddio oddio!! che recensioni!!! non vedo l'ora di ascoltarlo e di vederli live!! per me, che già adoro questa band, sarà sicuramente un lavoro strepitoso, lo sento!! |
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Grande Album! 4 su 4. Se la gioca solo con Blackbird |
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@ Macca: sono legato particolarmente a One Day Remains, poi metterei Blackbird, Fortress e ABIII tutto da valutare oltre gli 80/100  |
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@ Macca...la penso come te....Fortress, Blackbird, One Day Remains e ABIII come ultimo, cmq un bell'album, ma più canonico e con qualche canzone sottotono.... |
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Hm is the law@ credo ci si riferisse a me, commento 3. In ogni caso non ho parlato di superiorità manifesta, a me al momento AB III ha preso molto di più nonostante anche questo sia un album molto bello e probabilmente destinato a crescere ancora, questione di gusti e probabilmente anche di ascolti: dopo aver ascoltato Fortress quanto AB III capirò, ma al momento quest'ultimo per me è il loro masterpiece. E tu Fabio dei due quale preferisci? |
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@ Vittorio ....per mezzo passo falso non intendo un brutto album, ma un album inferiore rispetto alla loro discografia, ci sono band che avrebbero pagato oro per scrivere un disco come ABIII  |
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Mah, continuo a preferire i primi 2. |
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10
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Nel suo genere, la migliore uscita dell'anno. |
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@ Blue cheer: non ho mai detto che Ab III sia superiore a Fortress e se ti riferisci al voto i recensori dono diversi come puoi constatare tu stesso |
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8
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Io credo che a livello compositivo si siano superati,davvero un gran lavoro,Mark Tremonti su tutti.Grande energia,bei testi,interessanti gli svariati cambi di tempo in diverse occasioni.Buono l'apporto di Brian Marshall,più autoritario musicalmente parlando,stesso di Scott Phillips.D'accordo su Myles Kennedy,voce incredibile e non si discute,ma ho come l'impressione che in alcuni pezzi l'abbiano un po' limitato,poteva dar qualcosa in più sicuramente,anche se il suo contributo alla chitarra è stato più che soddisfacente,bello il mix di soli tra lui e Mark.Non sono d'accordo con il voto dei recensori.Ritenere AB III superiore a questo mi sembra un po' azzardato.Voto Fortress:89 |
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7
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forse il miglior album degli Alter Bridge, AB III non mi ha mai convinto del tutto, Fortress è un deciso passo in avanti, ritmo, potenza, tecnica, ha tutto.. voto 85 |
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Bell'album , e voglio sottolineare anceh io ,c oem più passano gli album più il spund venga irrobustito. Questo è sitnomo di coraggio!!! dettoq uesto però abIII mia veva convinto un pelino di pi Voto 85 |
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Bell'album , e voglio sottolineare anceh io ,c oem più passano gli album più il spund venga irrobustito. Questo è sitnomo di coraggio!!! dettoq uesto però abIII mia veva convinto un pelino di pi Voto 85 |
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4
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Beh...qui c'è ben poco da dire...ottimo album suonato con maestria assoluta con un cantante tra i migliori della scena rock contemporanea...in linea con i recensori per la valutazione verbale, più con "Witchcraft" per quella numerica! |
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3
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Bel disco davvero, contrariamente al trend imperante loro si stanno appesantendo nel sound. Ho preferito AB III, che secondo me è il loro miglior album, ma anche questo è di alto livello come sempre. Voto 80. |
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2
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Ottimo album...è il primo loro lavoro che ascolto...più lo ascolto e più mi piace. Bravi davvero. |
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1
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Disco davvero ottimo, forse il migliore della loro discografia. Con Fortress gli Alter Bridge entrano nell'Olimpo del rock e le alte posizioni di classifica ormai lo confermano. Non condivido solo una cosa della seconda recensione: come si fa a dire che ABIII è un mezzo passo falso? In quelle 14 canzoni c'è di che sbizzarrirsi e anche il ranking che ha preso su questo sito (circa 80 su 110 votazioni ad oggi) non può che confermarlo!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cry of Achilles 2. Addicted to Pain 3. Bleed It Dry 4. Lover 5. The Uninvited 6. Peace Is Broken 7. Calm the Fire 8. Waters Rising 9. Farther than the Sun 10. Cry a River 12. All Ends Well 13. Fortress
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Line Up
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Myles Kennedy (Voce, Chitarra) Mark Tremonti (Chitarra, Cori, Voce su traccia 8) Brian Marshall (Basso) Scott Phillips (Batteria, Percussioni)
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