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Immortal - Pure Holocaust
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1993, un’annata unica ed irripetibile per la scena musicale estrema: segna l’apice qualitativo delle maggiori formazioni black metal sul suolo norvegese ed esplicita definitivamente la differenza fondamentale tra il nuovo genere ed il fratello death metal. I Mayhem pubblicano il celebre Live in Leipzig, i Darkthrone danno alle stampe il loro capolavoro Under A Funeral Moon, Burzum edita il secondo superbo capitolo del proprio progetto - Det Som Engang Var- e l’EP Aske, decine di bands provenienti dalla terra del sole di mezzanotte producono demos che diventeranno leggendari (tra i tanti Carpathian Forest, Emperor, Gorgoroth, Ulver, Forgotten Woods, Satyricon) ed infine, il primo giorno di un gelido Novembre segna indelebilemente la carriera di due musicisti poco più che adolescenti che rispondono ai nomi di Olve Eikemo e Harald Nævdal. Stiamo parlando di Abbath e Demonaz Doom Occulta fondatori dell’act Immortal. Stiamo parlando del giorno in cui venne pubblicato Pure Holocaust .
Sopravvissuti alle feroci critiche ricevute dalle fanzine death metal che non digerivano i suoni amatoriali del debutto Diabolical Fullmoon Mysticism, il duo di Bergen prosegue per la propria strada con impavido disprezzo per le mode e i gusti degli addetti alla critica sfornando un assalto ancor più brutale, efferato e spregiudicato del precendente full-lenght. Pure Holocaust: il titolo dell’album in sé basterebbe per descrivere le otto killer tracks che compongono questa gemma di rara nerezza. Puro olocausto musicale, rabbia e violenza lasciate a briglie sciolte in canzoni ultra veloci, minimali e sporche che solo l’istintualità del furore genuino può generare. Gli Immortal abbandonano i mid tempos di Diabolical Fullmoon Mysticism, escludono totalmente le sporadiche inserzioni di arpeggi acustici nelle partiture di questo album, alzano la posta in gioco sfruttando l’unica carta vincente in loro possesso: l’istintualità feroce e senza compromessi che li rese leggendari protagonisti della scena più estrema del metallo nero.
Le contaminazioni nel sound della band sono sotto gli occhi di tutti: la produzione grezza e tagliente fa stridere le orecchie all’ascoltatore portandogli alla mente il sound lercio di Black Metal dei Venom; il blast beat annichilente e furibondo è di chiara matrice slayeriana del capolavoro Reign In Blood ; il cantanto glaciale e viscerale di Abbath è da ricondurre al mai troppo compianto genio Bathory (per la precisione al masterpiece Under The Sign Of The Black Mark). Cosa dunque rende gli Immortal unici ed originali tra queste illustri bands? L’estrema violenza della personale ricezione delle lezioni impartitegli dalle leggende sopracitate. Unsilent Storms in the North Abyss è una valanga di neve che si scaglia sull’ascoltatore: blast beat e doppiacassa in trentaduesimi, riffing lacerante, sporco e perennemente in tremolo picking, Abbath urla mortifero poche strofe deliranti ed in tre minuti ci si ritrova subito annichiliti dalla violenza del sound firmato Immortal. A Sign for the Norse Hordes to Ride procede a confermare le qualità dell’opener: quattro giri di chitarra basati su cambi di semitono e le sfuriate indomabili dietro le pelli di Erik coronano l’olocausto preannunciato dal titolo del platter. La leggendaria The Sun No Longer Rises spicca per il perfetto intercalare di una strofa arpeggiata scandita dalla sezione ritmica solenne e maestosa e l’intro-ountro letteralmente devastante. Memorabile l’apice di malvagità raggiunto dal chorus:
The Sun No Longer Rises Over Cold And Forgotten Valleys The Sun No Longer Rises Where I Walk And Where I Come I Believe In Tragedies I Believe In Desecration
Frozen By Icewinds, Storming Through Red Clouds and Holocaustwinds ed Eternal Years on the Path to the Cemetary Gates sono altre schegge di ghiaccio che vanno a lacerare i timpani dell’ascoltatore: tutte articolate su di un quattro quarti suddiviso in bufere di blast beat, screaming acido e riffing glaciale. As The Eternity Open è un’altra delle composizioni più celebri di Pure Holocaust: una strofa marziale, cupa e funerea va ad aprirsi in un ritornello cacofonico quasi mistico nella propria evocatività, tanto da essere coadiuvato in chiusura da un breve coro di canti sintetizzati -primo e unico “abbellimento” dell’album che esula dagli strumenti tradizionali. La title-track a chiusura è il riassunto nel viaggio tra le cime di Blashyrkh finora compiuto: Pure Holocaust è velenosa nella propria ferocia, Demonaz forgia un riffing nevrotico che va a costruire un serpeggiante muro sonoro tra le mazzate devastanti di Erik e lo sbraitare ferale di Abbath:
The holocaust has just begun It's the march of the blasphemous masses Into damnation all will fall Chapels of black unholy demons Chanting the words of the funeral rites Pure holocaust
Gli Immortal si sono sempre distinti dal resto della scena black metal dei primi anni ‘90 grazie ad un sound originale e al comun denominatore che intercorre in tutti gli albums ed i testi della band: l’immaginario mondo di Blashyrkh. La peculiarità della proposta di Abbath e Demonaz sta proprio nel loro esser stati in grado di idealizzare l’inverno norvegese in un mondo di montagne perennemente innevate in cui la morte ed il ghiaccio, le foreste ed gigantesco corvo Mighty Ravendark sono gli unici protagonisti assoluti. Invece di trattare temi quali satanismo, occultismo o paganesimo, gli Immortal hanno idealizzato la natura del proprio paese, estremizzandola fino all’apoteosi e riuscendo ad esprimerne la letale violenza ed istintiva ostilità in questo e nel successivo album Battles In The North. Gli Immortal entrano con questo secondo capitolo della loro discografia nella storia del black metal. Se i Darkthrone risultavano i più freddi e nichilisti, i Mayhem la bands più blasfema e talentuosa a livello tecnico, Burzum il progetto più mistico e catartico, ebbene, gli Immortal nel 1993 incarnavano l’istintiva rabbia e glacialità che accomunava il sound di tutte le black metal bands norvegesi in quest'unica fondamentale opera coerentemente siglata Pure Holocaust.
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88.35 su 183 voti [
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Giggino evita di fare commenti idioti,album capolavoro punto
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Nella top ten black di sempre |
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Credo che questo non sia solo un classico del genere ma anche uno degli
Album piu\' devastanti,ieri come oggi. |
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Assolutamente il mio preferito degli Immortal, ed anche nella mia top 3 di album black norvegesi. Un lavoro che praticamente riprende l\'oscurità glaciale del primo, primitivo, album e lo esaspera in sole sfuriate di blast beat orgasmici e riff gelidi come i ghiacci norvegesi che ti si ficcano nelle orecchie in un tripudio di devastazione totale! Un monumento del black norvegese, un capolavoro senza tempo, dove oscurità, violenza ed epicità si fondono in un tutt\'uno! Nient\'altro da aggiungere!! |
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Non mi considero un grande esperto di black, ma avallo quello detto da Andrea qui sotto, nel genere mi sembra perfetto |
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Ai tempi era considerato il Raining Blood del genere in quanto a cattiveria e velocità, sicuramente poi nel tempo è stato superato da altri lavori, ma il fascino che emana ancora è incredibile. |
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Nella recensione c'è un grave errore: Erik suonò la batteria nella tournée per promuovere quest'album...in studio ha registrato Abbath le parti di batteria. |
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Album assolutamente eccezionale e tra i migliori degli Immortal. Non essendo molto lungo, di solito lo ascolto in loop tre o quattro volte di file. Saranno "quattro accordi" ma ne colgo infinite sfumature. Grandiosi! Chapeau! Au revoir. |
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Idea più che rispettabile Enzo, io poi sono di parte quando si parla di black o death. Ora questo capolavoro magari non lo ritengo il migliore in assoluto, ma ci arriva vicino! Per me non può superare i primi Bathory specialmente The Return e Under the sign ..nemmeno i Mayhem per me, superano i primi album di Quorthon, comunque dai sto disco è fantastico, gelido e oscuro, di una potenza assurda! Capolavoro..! |
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Premessa, la mia e' solo un opinione da appassionato di musica metal. Per me pure holocaust e' l'album piu' bello di tutti i tempi suonato in black metal old school, potentissimo, veloce e maledettamente cattivo, nessuno e' al suo livello nemmeno i primi dei bathory,mayhem,darkthrone e compagnia bella. So' che praticamente nessuno condividera' la mia idea. Che album ragazzi voto 92 |
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Ottimo acquisto Lisa. Anche io lo tengo come una reliquia. Per me il top degli Immortal e non solo. |
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Stamani me lo sono ricomprato a buon prezzo perché il CD dell'epoca mi si è sciupato, purtroppo, nulla da dire..album da collasso per me, il vertice degli Immortal insieme At heart of winter. |
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Blast-beat di matrice slayeriana non direi proprio, per il resto buona recensione e album storico! |
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Piccolo errore, volevo dire, lo preferisco a Battle in the north, anche se a Battle gli riconosco l' importanza e la contestualizzazione storica del momento in cui usci', do 90 a tutti e due, ma questo ha più bellezza e magia in mio modesto parere. |
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Istinto e rabbia, ferocia e glacialità, sezioni ritmiche riffing veramente annichilenti che insieme al cantato ti penetra le orecchie con una forza vibrante da stordirti, da lasciarti senza fiato, puro diamante nero, di una bellezza furiosa frammista ad una glacialità potentemente epressiva e lacerante.Gli preferisco Battle in The north, ma anche questo in quanto a qualità non scherza. Anche per me 90 se lo merita tutto. |
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Uno dei cd più furiosi che ho mai ascoltato.. the sun no longer rises, storming through red clouds and holocaustwinds e as the eternity opens mettono i brividi.. un bel 90 non glielo toglie nessuno. |
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Miglior disco degli Immortal, e un caposaldo del black, brani da urlo! |
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Concordo in pieno col voto che alzo di tre punti, grandissimo disco, il migliore degli Immortal, nessun filler e canzoni gigantesche come "The sun no longer rises" |
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il riff iniziale di Unsilent Storms in the North Abyss è qualcosa di allucinante |
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degli Immortal è bella tutta la discografia, ma i primi tre sono qualcosa di straordinario, e quest'album è l'apice della loro discografia |
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No, no Pandemonium ha suonato Abbath, Erik figura in foto e nella line-up ma in realtà non ha suonato lui la batteria, Erik si unì al gruppo per i tour nel 1993-94. Alcue web zine infatti parlano di Abbath è riportato su wiki la line-up della registrazione di Pure Holocaust.Ci dovrebbe anche essere una vecchia intervista di Abbath in rete, dove parla dell'album. |
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@Pandemonium ma su quello hai ragionissimo anche se a me "Battles In The North" piace proprio per la batteria sconnessa, è puro male e comunque Grim era un gran batterista, non a caso è presente negli unici due capitoli che mi piacciono dei Borknagar. |
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e comunque i primi a cominciare sono stati i KISS di Dinasty ...cover differenti, credits differenti....  |
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@Painkiller & Undercover: nessun problema! Mica me la sono presa! Alla fine sono gli Immortal che fanno l'amara figura: mettere in giro voci e cambiare le info sulla line up dopo aver pubblicato l'album è affar loro! Oltretutto, se devo esprimere un personale giudizio sulla cosa, non credo che Abbath sia in grado di suonare la batteria come Erik, almeno, per quel che so, mai ho visto un live in cui dimostrasse qualità simili alla performance del biondo nel Live in Cologne. In Battles infatti il drumming è decisamente più sporco e caotico (anche se affascinante proprio per questo motivo). Comunque no problem: se mi sbagliassi, tanto meglio per Abbath! |
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@pandemonium: hey, non ce l'avevo mica con te!!! La mia era solo una N.D.C., l'ho presa dal sito ufficiale e, come scrivi tu, è la stessa band a non essere chiara...stasera guardo sul cd che ho a casa... |
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Anch'io ho la prima stampa, ma questa notizia è in circolo dagli anni Novanta . |
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Beh, mi sorprende! Sul disco originale, prima stampa, oltre ad apparire sulla copertina, Erik risulta dietro le pelli. Dal vivo è presente nel Live in Cologne girato in quegli anni (e suona perfettamente ciò che è inciso sul disco). Se mi sbaglio dunque, chiedo venia, ma non credo sia "colpa" della mia disattenzione... le informazioni offerte dalla band stessa sono discordanti. Comunque sia, ai miei occhi, nulla cambia circa la qualità dell'album. |
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dal sito ufficiale: Abbath - Vocal, Bass, Drums Demonaz - Guitar |
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Ho guardato anche io, ma non so se wikipedia o ciò che ho trovato sono fonti attendibili. C'è scritto cmq che Abbath ha suonato la batteria in Pure Holocaust e Battles In The North. |
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@Pandemonium, ha ragione Nik, nei crediti è segnato Erik, la batteria però realmente l'ha suonata Abbath, Erik divenne attivo solo in ambito live. |
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Mi spiace contraddirti Nik, ma sei in errore: Erik è il batterista in Pure Holocaust. Probabilmente ti confondi con il successivo Battles in the North, dove Abbath oltre a cantare e suonare il basso ha registrato le parti di batteria. |
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Leggo tanti commenti ma nessuno che si fosse accorto di un'errore..La batteria la suona Abbath e mi meraviglio anche del recensore mah! |
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non scherziamo!! questo E' L'ALBUM degli immortal.uno dei migliori dischi black metal in assoluto!! |
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Per me il capolavoro degli Immortal è Battles in the North (disco leggendario) ma anche questo merita parecchio. As the eternity opens e la titletrack sono stupende! |
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@Doomale bell'album ma secondo me il migliore è Battles in The North |
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Questo è il vero capolavoro degli IMMORTAL!!!..Qui c'è tutta la loro nera essenza di quel periodo magico della prima metà dei '90!!! Che tempi.....che nostalgia...da conservare morbosamente... |
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Non il migliore degli Immortal, a mio parere, ma sa davvero il fatto suo. The Sun no longer rises... |
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Grandi Immortal, anche se non so perchè ,a volte la voce di Abbath mi ricorda quella di Popeye |
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Di solito non ascolto Black metal, prediligo il folk e il power. Di solito ascolto gli Immortal. |
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Sicuramente uno dei migliori album black metal,a parer mio il migliore....As The Eternity Open!!! |
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"Appena partono le prime note di Unsilent Storm devo mettermi un piumino addosso per il gelo che esce dalle casse..." XD bellissima questa,hai completamente ragione! |
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Appena partono le prime note di Unsilent Storm devo mettermi un piumino addosso per il gelo che esce dalle casse... |
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Album spettacolare !!! |
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nonostante non sia il mio disco preferito degli Immortal, bisogna oggettivamente dire che sono una delle poche band degli esordi del blackmetal ad aver creato un proprio trademark. Epistolare ! |
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mai ascoltato attentamente. riparerò! |
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Uno dei migliori album black metal usciti in Norvegia, precisamente da quella stupenda città di Bergen..Grandi Immortal |
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AAAARRGHHH!!! Il primo disco Black Metal che acquistai. Comprai questo ed Opus Nocturne...Mamma mia, un capolavoro totale.Inarrivabile, stupendo, perfetto. |
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Bei tempi...Il mio preferito insieme a "Diabolical...". |
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Ma è una ristampa uscita di recente?? |
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A mio modestissimo parere uno dei pochi capolavori degli Immortal. |
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Na mazzata micidiale. Stupendo. |
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