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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3109 letture )
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Il mio 2011 sul fronte black metal parte decisamente sui toni bassi e con una certa confusione sulla piazza. Mi riferisco, precisamente, ai Moonreich, misconosciuto combo di Parigi con all'attivo un unico EP. Dietro ad un logo vagamente esoterico, si nasconde un artwork e testi di chiaro stampo bellico e post-atomico, eppure, musicalmente parlando, l'arcano comincia a svelarsi senza che ci siano ombre né di quel precursore che fu Panzer Division Marduk, né dei connazionali Ad Hominem, né tantomeno dei recentemente recensiti Disiplin. In effetti, una volta tanto, bisognerebbe dar retta al promo-sheet (da prendere sempre con le giuste pinze) che invoglia i fan di Emperor e Dissection ad porre l'orecchio verso i nostri militari francesi: effettivamente la sinfonia che prepara il palco a Le Regard du Pendu gioca su note che rivelano, allorché saranno riprese dalle chitarre, un vago sapore mardukiano dei tempi di Opus Nocturne. Il drumming serrato e ossessivo di Odarec martella senza pace i riffs dei due chitarristi, lasciando vagamente spazio alle melodie, che possono presentarsi anche (con sorpresa) sottoforma di interludio di pianoforte (Les Psaumes d'Iscariote I). Allontanando totalmente l’idea di affinità con gli Emperor (dire che è difficilissimo sentirli in questo Loi Martiale, equivarrebbe ad un complimento veramente non meritato), è invece asseribile che echi dei Dissection più semplificati campeggino in diverse porzioni dell'album. Allo stesso modo, sia chiaro, si possono udire vaghi richiami ai vari Naglfar, Ishtar, Lord Belial... En Mon Ame Et Conscience tenta di costruire i suoi pilastri sull'abilità della doppia stesura chitarristica (con dei disarmanti accenni quasi synth-pop [!!!] che per fortuna non si ripeteranno) e si conclude architettonicamente con un timpano dalle fattezze orchestrali suonate da soli archi. Buone citazioni dai Carpathian Forest (Le Reveil du Pendu, Du Sang Sur Les Mains) si innestano in questo background simil-swedish che però non si degna di stupire l'ascoltatore, anzi.... Se il lavoro finisse qui, Loi Martiale sarebbe un EP di tutto rispetto capace di accendere anche un discreto riflettore sui Moonreich; purtroppo però la configurazione “full-lenght” dilunga il minutaggio per un'altra mezz'ora buona, diluendo inutilmente quanto ascoltato fino ad ora. La traccia omonima tenta di dipingere uno scenario post-apocalittico con l'ausilio di riff thrasheggianti e di parti atmosferiche scandite dai guerriglieri colpi di rullante, mentre Les Psaumes d'Iscariote II si avvale dei connotati più marziali e militareschi della batteria per tentare di mostrare qualcosa che tuttavia non emerge (forse tirando in ballo perfino i riff finali di Mother North). Inutile dire che verso la fine dell'album, quando i nostri ci mostrano una En Preparant l'Assault connotata da interessanti ma rallentate atmosfere, siamo più stremati che mai; non tanto per l'assetto battagliero del disco (magari!) ma dalla noia che comincia a farsi veramente pesante sulle nostre spalle. Peccato, perché questo brano avrebbe potuto spiccare maggiormente se solo posto all'inizio dell’opera! Una conclusione ancora sui vaghi temi dissectioniani (L'Aube de Cristal), prende improvvisamente (e in modo imbarazzante) la forma dei Månegarm, esibendo fraseggi di cornamuse totalmente fuori contesto. Per tentare di rimediare a questo accrocco sonoro, i Moonreich si prodigano in un outro – di tutto rispetto – a suon di organo, che non fa altro che confermare l'idea che la partita sia stata giocata abbastanza male.
La cronaca (metaforica) è presto fatta. Gli assi sono stati sparati tutti e subito, lasciando il gioco nella calma più piatta; al momento dell'ultima “mano”, quando la partita pareva irrimediabilmente perduta, ecco comparire un jolly che, per quanto valido, non ha saputo risollevare le sorti del gioco. O almeno non di questo specifico gioco… Chissà che in futuro, i Moonreich, non sappiano fare di meglio, usando magari un po’ più di mestiere. Nell’attesa, passo…
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Bel disco che a me è piaciuto molto. |
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1
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ma xchè oggigiorno quasi tutte le nuove band vogliono suonare come gli svedesi? ridateme le band fotocopia dei darkthrone  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Le Regard Du Pendu 2. Les Psaumes d'Iscariote (Livre I: Le Pardon Du Pendu) 3. Du Sang Sur Les Mains 4. En Mon Âme Et Conscience 5. Le Réveil Du Pendu 6. En Marche Sur Nos Terres 7. Loi Martiale 8. Les Psaumes d'Iscariote (Livre II: Mes Ailes Ne Brûleront Plus) 9. En Préparant L'assaut... 10. L'Aube De Cristal 11. 0
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Line Up
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PZF - Vocals Weddir - Guitar S. - Guitar Odarec - Drums
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RECENSIONI |
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