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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Pathology - Awaken to the Suffering
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( 3650 letture )
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2 Mc Bacon Menu, grazie. Uno con la Coca, l’altro con la Coca Cola Light. Coca Cola Light. Deve dimagrire. E viene a mangiare da Mac. Tavolino tranquillo, se non considerassimo i bambini posseduti abbandonati allo stato brado. Addento il panino. Sbrodola da ogni lato. Mi chiede: -quindi, questi Pathology? Mando giù il boccone. Guardo il panozzo mezzo azzannato, mezzo sventrato, mezzo sbudellato. -Sono dei luridoni del cazzo ‘sti Pathy! Ride. -Sapevo che ti sarebbero piaciuti!
Ebbene sì. Brutal gore della peggiore specie. E francamente, ammemmì piace. È un brutal marcio, violento, vecchio stile, stampo anni ’90. C’è a chi questa cosa proprio non va giu: “bisogna rinnovarsi, siamo nel 2011! Basta con questo old style”. Vero. Da un lato. Perché dall’altro questo “vecchio mestiere” ci riporta irrimediabilmente a quando eravamo ragazzini, ai nostri 16 anni, a quel sound, a quella sporcizia di suoni, a quella produzione lercia e tagliata con l’accetta che più dava di voltastomaco più ti faceva sentire invincibile. E io sono di casa ormai, con i miei 15 anni di metal nella tasca. (Destra. Nella sinistra ci metto la miscellaneavariaedeventuale tanto amata dai metallini new entry). Non posso non sentirmi attratta da una Delorean fatta di brutalità sociopatica e putrida. Torno pischella. Oggi mi sento nostalgica. E allora avanti. Sound oscuro e corrotto, latrina di brutalità, cloaca del gore. Sezione ritmica stretta e soffocante; la batteria spappola sulle partizioni lente, ti squarcia nei passaggi più rapidi. Le corde dimostrano un potenziamento della tecnica rispetto ai lavori precedenti: ritroviamo dei riff più complessi e studiati, degli assoli lucidati e smaltati, un groove intrigante e dominante. Il basso c’è, c’è e ci piace! Si sente, lo possiamo afferrare e sentire vibrare come un’onda mentre veste quelle cadenze sincopate e allungate, a singhiozzo e distese. Una diversità ritmica lungo tutto il lavoro che non stanca, ma ti agguanta e ti trascina via. La voce è diversa rispetto al passato. È vero. Ma faresti mai confronti tra la tua tipa e la tua ex? Io no. L’attuale vocalism viene direttamente su dallo scolo del piatto doccia. Putrido, infossato e cavernoso. Uno splendido ringhio growl brutal/gore. Fascia perfettamente l’intero muro sonoro, reggendo i bassi senza inflessione alcuna. Perché tutto questo mio entusiasmo? Perché quest’album mi ha davvero stregata. Non è il classico album brutal/gore come si potrebbe pensare ad un primo ascolto. Ok, la produzione ti rimorchia a un paio di decadi fa, e nessuno dice niente. Però quest’album ha dei crediti in più. Non è noioso e ripetitivo, ci sono passaggi melodici puliti che quasi contraddicono il vocalism e gli immancabili blast-beat. Mi butta fuori quest’album, non ce n’è. Tu ascoltalo, poi sappimi dire. Non vorrai mica dirmi che ho l’emisfero australe nel cervello e ragiono al rovescio, vero? Altrimenti questa recensione sarebbe un vero fail (o fake?? Accidenti al mio pessimo inglese!)
Ah. Và da sé che devi amare il genere.
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15
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nettamente sotto gli standard della band....disco secondo me inutile, non da niente...l'unica cosa da salvare è la copertina...consiglio a tutti invece Elegy for the flesh dei nostrani Natrium, quello è un album davvero valido |
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14
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Ho ascoltato una canzone di questo gruppo...ma c'è un problema ma il cantante cantava? |
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x irastrana: non hai detto se è + figo il tipo con la barba al centro o quello coi baffi a sinistra, quello coi capelli corti a destra invece sembra un bravo ragazzo, però credo sia sposato ( come glen benton ahia...) |
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12
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Definisca "fichetti"  |
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ad esempio il nuovo degli Anomalous lo trovo stupendo |
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10
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messo a confronto con i due precedenti non va oltre il 60,si una bella uscita nel genere,ma TANTO sotto gli standard della band |
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9
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mi piace questo "lucydark", assunto!! |
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8
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grandissimi, vi prego, recensite piu' brutal e meno metal da fichetti! |
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7
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Quoto decisamente Giasse, è un gruppo che riesce a farsi distinguere dal marasma del genere, perfezionando ancora di più l'evoluzione intrapresa con "age of onset" e proseguita con il precedente "Legacy of the ancient" . Sicuramente uno dei miei gruppi preferiti. Aggiungo.....finalmente una recensione dei Pathology nel database!! Avete aspettato un pò troppo, ma...meglio tardi che mai  |
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6
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Si indubbiamente si parla di un buon ascolto, ci sono tanti di quei cloni in giro che qualsiasi proposta cerchi quantomeno di metterci una zampata tesa a differenziare un minimo il sound è più che gradita. |
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5
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Si indubbiamente si parla di un buon ascolto, ci sono tanti di quei cloni in giro che qualsiasi proposta cerchi quantomeno di metterci una zampata tesa a differenziare un minimo il sound è più che gradita. |
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4
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Chiaro che c'è differenza con i Carcass, fatto bene a precisarlo (anche se da sé il voto mostra bene la distanza con i mostri sacri) Il resto è chiaramente un'interpretazione personale e assolutamente lecita (da entrambe le parti, intendo). Comunque credo di poter asserire, a ragion di entrambi, che a differenza di molte sòle i Pathology siano comunque un prodotto più che degno! |
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3
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@Giasse concordo che ricordi i primi Carcass anche se i livelli delle due band sono distanti anni luce, a me invece è proprio quella "specie" di apertura melodiche a darmi noia, sulle ritmiche sono varie e dinamicamente ben calzanti ma alle volte sembra quasi vogliano strafare arrivando a un punto morto. |
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Parlo di gusto personale, il resto lo ha già detto Ilaria: a me ad esempio Awaken to the Suffering piace più di Incisions Of Perverse Debauchery ed il precedente, soprattutto per l'abbinamento di vocals e per la struttura meno rigorosamente brutal che comprende qualche apertura melodica e ritmiche maggiormente variegate. E' un lavoro decisamente "gore" che mi ha ricordato i primi Carcass (che amo alla follia). Ascolto che sto gradendo molto! |
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1
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Di quelli sinora rilasciati e il più molle, poca ispirazione nel songwriting, qualche traccia trascurabile e una serie di soluzioni che si ripetono, non che sia brutto ma han fatto decisamente di meglio pur rimanendo nella media e nulla più. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Dissected By Righteousness 02. Ingestion of Creation 03. Hostility Towards Conformity 04. Media Consumption 05. Society's Desolation 06. Prolonging the Suffering 07. A Perverse Existence 08. Humanity's Cesspool 09. Festering in Filth 10. Opposing Globalization 11. Emesis 12. Revocation of Earth
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Line Up
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Jonathan Huber – vocals Tim Tiszczenko – Guitars Kevin Schwartz – Guitars David Astor – Drums, vocals Oscar Ramirez – Bass
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