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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Pain Of Salvation - Entropia
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( 8461 letture )
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In ambito fisico l'entropia è una grandezza utilizzata come indice del disordine presente all’interno di un qualsiasi sistema dato. Ciò implica, estremizzando il concetto, anche il sistema-universo.
Il chaos alla base del concept, il chaos se vogliamo anche come matrice musicale. Entropia presenta al mondo (a due anni dall’uscita nel sol levante) gli svedesi Pain Of Salvation. Chi ascoltando questo disco avesse dubitato, anche per un solo istante, del luminoso futuro che stava attendendo, di lì a pochi anni, il quintetto capitanato da Daniel Gildenlow, come a suo tempo, a maggior ragione oggi dovrebbe dedicarsi all’ippica. Un debut di una tale qualità è merce rara, la personalità mostrata dalla band rappresenta, da sola, la misura di quanto i giovini Pain Of Salvation fossero padroni di un approccio alla musica totalmente slegato dai canoni contemporanei. Il progressive rock di scuola Kaipa ed Anglagard serve le fondamenta alle contaminazioni più disparate, dal funk, all’r’n’b, dai passaggi swing, gospel e bluesy alle sferzate più squisitamente metal e alternative. Entropia è un calderone di idee sublimi, sperimentazioni melodiche e armoniche, costruzioni ritmiche mai banali, che ha il merito di sviluppare gli arrangiamenti soprattutto sull’elemento vocale, permettendo così un’intelligente coesione generale pur considerando l’enorme mole di sonorità e temi musicali proposti.
Il disco, soffermandoci sui contenuti, si presenta come un concept album (filo conduttore di tutti i dischi della band) idealmente diviso in tre capitoli e narra, citando le stesse parole di Gildenlow, di una famiglia (padre, madre e figlio) di un mondo in guerra, di un padre che non riesce a proteggere i suoi cari, di un bambino bisognoso dell’amore paterno e non della disciplina del padre-soldato. Narra di una società che prima esclude e uccide e poi abbandona le vittime di quanto accaduto.
“Ho scelto di chiamare questo mondo Entropia, che è una combinazione delle due parole Entropia e Utopia. Entropia è sospettosamente simile al nostro mondo.” (D. Gildenlow)
Ciò che invece sta sul piano del rapporto forma/sostanza gioca impavido sul filo sottile che divide l’ingegnoso dallo stucchevole. Ed è per pura grazia, o incommensurabile talento, se le soluzioni adottate non giungano mai a sfociare nel secondo dei casi. La tecnica supporta a dovere, in una prova di equilibrismo musicale, ogni “capriccio” umorale delle vocals ed il complesso spicca per organicità che per meccanicità. Non è corretto parlare di sound più grezzo ma piuttosto di sound più caldo e spontaneo, una ricerca difforme del concetto di qualità dei suoni.
Nella pseudo-eterogeneità qualitativa dei brani spiccano senz’altro il prologo ! (Foreword), la funky People Passing By, la Anglagard-iana Stress, il pathos metallico di Revival, l’hard-funk di Nighsmit e la spettacolare prog-ballad Plains Of Dawn.
Nella sua interezza un disco che al di là delle enormi doti qualitative, sia di forma che di contenuto, assurge ad uscita a suo modo storica, uno spartiacque delicato e simbolico nell’evoluzione del genere. Quanto è scaturito in seguito colloca Entropia nella schiera di quei dischi trasversali, quelli che innovano senza rinnegare determinati cliché, i quali vengono sfruttati in funzione del brano e non viceversa.
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VOTO LETTORI
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90.03 su 191 voti [
VOTA]
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10
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Esordio coi fiocchi! E a tutt’oggi, per come la vedo io, si gioca il bronzo con l’album successivo (dopo Remedy Lane e Perfect Element). Già l’opener !(Foreword) basta e avanza a mettere in chiaro le capacità di questa band già alla prima prova, ma l’album è un continuo susseguirsi di grandi momenti (People Passing By, Oblivion Ocean, Revival) fino alla magistrale conclusione dell’opera con Plains of Dawn e Leaving Entropia. Voto 87 |
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8
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un album meraviglioso, solo con i Dream Theater e i Pink Floyd mi ero emozionato così tanto: mi ero ascoltato tutto dei Symphony X ma non mi avevano mai convinto del tutto nonostante la loro incredibile bravura tecnica. Mi è bastato sentire quest'album per essermi completamente perso in queste canzoni così piene di forza, voglia di sperimentare, grande malinconia e bellezza melodica. un capolavoro. 90 |
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7
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100 e lode,ricordiamoci in che periodo è uscito |
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5
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i Pain of salvation rappresentano senza ombra di dubbio la migliore band in ambito prog da 15 anni a questa parte, a fronte di una discografia partendo da Entropia fino ad arrivare a Scarsick senza ombre e per la classe innata nello songwriting dei membri della band con in cima il mastermind Daniel Gildenlow, il miglior esempio di progressive metal. |
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4
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io ho tutta la discografia dei Pain.... fino a Scarsick. Questo entropia non si discute sul livello di songwriting dei Pain....., date un ascolto a Stress ne rimarrete innamorati, per me il loro capolavoro assoluto è One Hour By The Concrete Lake, anche se tutta la lo discografia fino a scarsick è come voto da 85 in su, senza bassi. |
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3
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Il primo disco loro che ho ascoltato! Pura poesia, e non lo trovo molto distante a The Perfect Element sul piano della qualità. |
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2
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Pur trovandoli sempre sopravvalutati, devo dire che questo disco e il successivo della band mi piacciono veramente molto. La loro è una proposta veramente molto interessante e originale. Concordo su tutto, anche sul voto. |
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1
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Non mi dispiacciono i concept album, se ben fatti sono opere alternative !! 70 di fiducia |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Prologue 01. ! (Foreword)
Chapter I 02. Welcome To Entropia 03. Winning A War 04. People Passing By 05. Oblivion Ocean
Chapter II 06. Stress 07. Revival 08. Void Of Her 09. To The End
Chapter III 10. Circles 11. Nightmist 12. Plains Of Dawn
Epilogue 13. Leaving Entropia
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Line Up
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Daniel Gildenlow - Vocals/Guitar Daniel Magdic - Guitar/Vocals Kristoffer Gildenlow - Bass/Vocals Fredrik Hermansson - Keyboards Johan Langell - Drums
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