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Agalloch - Faustian Echoes EP
( 5410 letture )
A circa due anni di distanza dall’ultima opera inedita, il poderoso e sperimentale Marrow Of The Spirit, il quartetto di Portland, oramai riconosciuto come uno degli act maggiormente celebrati ed influenti nella scena estrema europea e statunitense, riemerge dalle ombre pubblicando Faustian Echoes, un EP costituito da un’unica monumentale traccia di ventuno minuti, la più lunga ed elaborata composta fino ad oggi dagli Agalloch.

Riprendendo gli elementi che hanno reso la precedente uscita un lavoro necessariamente interlocutorio e dalla natura ancora incerta, il nuovo prodotto offerto si caratterizza per una stabilizzazione del contributo del nuovo batterista, al secondo impegno in studio, Aesop Dekker. Il californiano di San Francisco, dotato di uno stile più penetrante, incisivo e potente del predecessore (in Ashes Against The Grain suonò Chris Greene coadiuvato dal master-mind John Haughm), arricchisce la proposta aggiungendo feroci blast beat, giri di percussioni ripresi dall’universo tribale (noto è il sincretismo), sfuriate in doppia cassa, elementi questi precedentemente quasi sconosciuti ai ragazzi dell'Oregon.
Per esaltare le qualità del nuovo innesto, la produzione si fa meno elaborata, richiamando l’essenzialità dell'ultimo full lenght (pensate alle rasoiate risolute di Into The Painted Grey) unendole alla trascendente atmosfera connaturata ai malinconici paesaggi di The Withe EP. Inoltre, essendo la ricerca e la sperimentazione un tratto distintivo del gruppo - il quale, fin dai primissimi anni di carriera, ha esplorato la dimensione dell’ambient, del rumorismo, toccando addirittura lidi drone, come nell’epica chiusura di Ashes Against The Grain Our Forstress Is Burning, oppure similarmente alle testimonianze sonore pubblicate attraverso l'irrinunciable quanto difficilmente reperibile The Demonstration Archive - la nuova figlia di Portland scivola sinuosa in battute in cui strutture, progressioni, ordine svaniscono lentamente come nebbia al mattino spazzata dalla brezza, sostituite da ipnotiche chitarre acustiche in downtempo e colti recitati dal poema del tedesco Goethe.
Nelle parti in cui la tradizioni viene rispettata ed osannata il dipanarsi delle intricate linee strumentali dimostra una volta ancora il raffinato gusto esecutivo e immaginativo soprattutto di Haughm, attore protagonista di un dramma in cui la sua chitarra intrisa di riverbero ed il suo peculiare scream aspirato e sussurrato marchiano a fuoco la scena, lasciando allibiti gli spettatori, colpiti ovviamente da siffatta perizia. Nei primi dieci minuti, in quella che è identificabile come l’unione di un veloce prologo e dello sviluppo della linea principale, i riff si intrecciano indefessi, la sei corde di Don Anderson (neo professore di letteratura inglese all’Università di Washington), affabile e comunicativa, dialoga proficuamente con l’umbratile compagna di John, l’ex-ragazzo del Montana che a poco più 16 anni già sperimentava con il solo-project degli Uncomposing (1993), ponendo le solide fondamenta musicali dell’EP. Senza obliare per un istante l’onnipresente contributo del pulsante basso di Walton, scarno ma imprescindibile.
Superando la metà, si viene travolti, incredibilmente stupiti, da una serie di raffiche di batteria, le quali guidano il sound verso fiordi ed isolotti del Mare del Nord, rabescato tuttavia da leggeri accenti US black metal, in un break up-tempo che è impossibile non associare alle metafisiche accelerazioni degli Wolves In The Throne Room. L’usuale rapporto molto libero fra chitarra solista e ritmica conferisce ai due-tre minuti la necessaria dinamicità, prima che la composizione crolli su se stessa: dalle rovine emergono unicamente due linee di chitarra acustica, a cui poco dopo si aggiunge una batteria marziale. Pur essendo un tipico, conosciuto, espediente degli Agalloch, applicazione perfetta dello schema classico accelerazione-apertura melodica acustica-nuovo ingresso degli strumenti elettrici (In The Shadow Of Our Pale Companion ne è un esempio calzante), esso non perde l’indiscutibile fascino e la sua imperitura fruttuosità.
L’EP si chiude su queste note, con il tema centrale (individuabile a fatica date le numerose variazioni) prodromo all’ultimo soffio di Faust, in attesa di consegnarsi a Mefistofele, essendo il patto con lui, giunto a naturale ed obbligata conclusione.

Evitando di effondersi in lodi esagerate, le quali, in ogni caso, sarebbero sotto alcuni punti di vista giustificate, non credo di commettere un’imprudenza assegnando a Faustian Echoes la palma per miglior uscita della band di Portland dal seminale Pale Folklore, la sintesi compiuta di quasi vent’anni di modifiche, aggiustamenti, riconsiderazioni del proprio modo di intendere la musica. L’ingresso di una componente violenta, animalesca ha giovato più del previsto al complesso: ora i romantici aneliti degli statunitensi possiedono un'impenetrabile base ritmica cui appoggiarsi, in precedenza tallone d’Achille del gruppo (né Haughm né gli artisti che si sono succeduti hanno saputo conferire la giusta “forma” alle percussioni). Le tematiche hanno inoltre raggiunto, progredendo verso una definitiva consacrazione, il confronto con un gigante della letteratura, probabilmente il più adatto ad instaurare un rapporto con il gruppo di Portland, tuttavia l’interesse dei membri per filosofia ed indagine sono palesi: oltre ad Anderson, anche l’ex-tastierista, attivo in The Mantle, Shane Breyer è un accademico, al momento insegnante di liceo.

In questo torrido (almeno dalle mie parti) aperitivo di luglio, Faustian Echoes accarezza la pelle con artigli di gelo e sospiri provenienti dalle silenziose foreste della Cascadia, sottolineando, ancora una volta, l’assoluta unicità degli Agalloch.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
85.8 su 10 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Sabato 11 Marzo 2023, 21.42.04
25
Questo EP mi ha lasciato l\'amaro in bocca.. Dove sono finiti gli Agalloch? Hanno depersonalizzato il loro Sound lasciando spazio a 20 minuti ben suonati ma senza toccare le corde dell\'anima.. Che peccato!
Ahti
Mercoledì 18 Luglio 2012, 15.39.53
24
Che io sappia non è disponibile il Cd fisico in quanto esso verrà venduto solo durante il tour USA della band. Non sono a conoscenza di possibili sviluppi
Kampfar
Mercoledì 18 Luglio 2012, 14.17.54
23
Ma è già acquistabile il CD fisico, che qualcuno sappia, o al momento è disponibile il digital download?
Mickey
Venerdì 13 Luglio 2012, 2.21.28
22
Ep ben composto e a suo modo piuttosto vario, mi sono piaciuti in particolare i momenti in cui si sentivano influenze di Depressive Black (o almeno le ho sentite io). Dato che gli Agalloch hanno già detto che questi EP sono solo per sperimentare nuove sonorità, penso che per il nuovo disco cambieranno ancora sound, come è giusto che sia. 80 anche per me.
Autumn
Giovedì 12 Luglio 2012, 18.18.19
21
Corretto, grazie Marquis
piggod
Giovedì 12 Luglio 2012, 16.13.03
20
@Er Trucido: provvederò
Er Trucido
Giovedì 12 Luglio 2012, 15.27.03
19
@piggod: era uscita la notizia dell'ep ascoltabile in streaming, non so se è ancora valido, però dacci un'occhiata
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Luglio 2012, 15.18.14
18
Vai flag of hate, scatenati con l idioma brianzolo conosciuto in tutto il mondo.. world wide ahahahah
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Luglio 2012, 15.15.10
17
ahaahha
d.r.i.
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.54.11
16
andì a ciapà i rat!
Flag Of Hate
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.53.13
15
La sapete l'ultima? Ci sono un francese, un ungherese, uno svedese e uno spagnolo che commentano in un sito metal....
piggod
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.48.47
14
@billorock fci.: Tu as un cjaf che nancje il purcit... Dillo ai furlani che parlano un dialetto... La loro è una lingua ufficialmente riconosciuta. Ad ogni modo, non vedo l'ora di ascoltare quest'ultimo lavoro degli Agalloch.
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.12.18
13
Vichingo, sul "forum" serve la tua consulenza in materia black...
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.06.08
12
hahahahahahah grande vichigno mi hai piegato in due... cmq oh ieri dove lavoro io son venuti due ospiti di udine che fra di loro parlavano in dialetto, beh non capivo una mazza.. zio per.....
il vichingo
Giovedì 12 Luglio 2012, 14.02.19
11
Ma n'dasi cagar tutti quanti!!!
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Luglio 2012, 13.59.17
10
carajo !! es muy dificil este idioma de la pinga
Mattia Jonne Montag
Giovedì 12 Luglio 2012, 13.36.51
9
tyst nu mina vänner, om enry talar på ungerska jag ska tala på svenska, därefter agalloch är ett bra grupp och jag har att lyssna på detta EP. scusate hahah
il vichingo
Giovedì 12 Luglio 2012, 13.34.20
8
Se volete vi parlo in norvegese, senza google traduttore
enry
Giovedì 12 Luglio 2012, 12.31.51
7
Yes Flag, ungherese, e lasciatemi divertire una volta XD
Flag Of Hate
Giovedì 12 Luglio 2012, 12.21.15
6
Và Enry che fa lo sborone e parla in Ungherese (O almeno, credo...)
Ahti
Giovedì 12 Luglio 2012, 11.28.36
5
E' vero, la base, Portland è in Oregon. Però sia Don che Walton dovrebbero vivere nello stato di Washington, mentre Aesop è californiano. In sostanza, il solo John ha casa in Oregon. (prove e incisioni credo che si facciano comunque a Portland). Si tratta, in ogni caso, di una piccola imprecisione.
enry
Giovedì 12 Luglio 2012, 11.01.41
4
Egyetèrtk vele Le Marquis de Fremont, Agalloch egy csapant nagyobb.
Le Marquis de Fremont
Giovedì 12 Luglio 2012, 10.44.56
3
Excuse moi, Portland è in Oregon, non nello stato di Washington, I suppose...
Le Marquis de Fremont
Giovedì 12 Luglio 2012, 10.42.32
2
Madames et Monsieurs, gli Agalloch. über alles, sopra tutti, come gruppo. Splendida recensione e una ulteriore conferma della classe insiscussa del mio gruppo preferito, anche con una sola canzone su un EP. Al momento, alla pari con i Ne Obliviscaris, quanto ad uscita dell'anno. Massimo dei voti, parbleau!
Vittorio
Giovedì 12 Luglio 2012, 8.10.37
1
Recensione notevole, complimenti.
INFORMAZIONI
2012
Dammerung Arts
Extreme Metal
Tracklist
1. Faustian Echoes
Line Up
John Haughm (vocals, guitars)
Don Anderson (guitars, backing vocals)
Aesop Dekker (drums and percussions)
Jason William Walton (bass)
 
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