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Una gelida bufera si abbatte non appena inserisco per l'ennesima volta nel lettore la mia copia di Wintersun, acquistata proprio in Finlandia qualche anno fa. Finché ne sentivo parlare da altre persone lo consideravo il classico disco che “non puoi comprendere finché non ci metti le orecchie e gli concedi una possibilità”, frase un po’ sui generis. Ok, è Extreme Majestic Technical Epic Melodic Metal, come lo stesso demiurgo Jari Mäenpää lo ha definito, ma cosa significa? Assolutamente nulla, perché non bastano mille parole per ingabbiare la tracimante portata di un album ricco e variegato come quello in questione. Dunque come si intrappola un intero universo in un foglio di carta? Mappando ogni stella, pianeta e corpo celeste racchiuso a suo interno; azione che parte dall'atto di tracciare le coordinate, in questo caso temporali, attraverso un piccolo ripasso della storia della galassia nata dalla mente di Jari Mäenpää.
Nel 1996 il cantante/chitarrista entra negli Ensiferum come frontman, nel frattempo si dedica alla composizione di alcuni brani che decide di accantonare per un side project futuro. Corre l'anno 1998 quando il musicista finnico entra negli Arthemesia alla chitarra. Prosegue il lavoro di composizione autonomo ed il materiale comincia ad accumularsi. Nel 2001 escono Ensiferum e Devs Iratvs, rispettivamente debutti ufficiali di Ensiferum e ArthemesiaJari Mäenpää ha collezionato abbastanza idee per poter concretizzare il proprio progetto, in embrione ormai da diversi anni, cui darà il nome di Wintersun, legato al feeling gelido presente nei brani e all'atmosfera siderea di cui questi sono pregni. Il periodo delle registrazioni del primo album, self titled, coincide con una parte del tour degli Ensiferum, costringendo il cantante ad individuare una priorità. E Jari sceglie di darla alla genesi di Wintersun, ottenendo il licenziamento dalla band. Per l'impegno richiesto dalle recording sessions del debutto è costretto a lasciare anche gli Arthemesia, rimanendo solamente alla guida del proprio sogno, ma con la certezza di una pubblicazione futura sotto Nuclear Blast. La convinzione e lo spirito di sacrificio del talentuoso cantante/chitarrista sono tali da spingerlo ad occuparsi di tutti gli strumenti durante le registrazioni, eccezion fatta per la batteria, per la quale recluta il mostruoso Kai Hahto, all'epoca impegnato anche con i Rotten Sound. Dopo aver illustrato, anche se in minima parte, il tempo e il lavoro legati alla realizzazione dell'esordio dei Wintersun,è tempo di addentrarsi nella pesante coltre di neve del gelido inverno finlandese.
Bastano i trenta secondi di apertura di Beyond The Dark Sun per mettere in chiaro che il prodotto di anni di duro lavoro è meritevole di un ascolto attento, dato che gli elementi contenuti nei cinquanta minuti di musica di Wintersun costituiscono una vasta ed eterogenea moltitudine. Infatti, nell'arco delle otto tracce, si possono individuare influenze che spaziano dal death melodico o “extreme power” (sullo stile primi Children of Bodom), al folk, passando per sprazzi viking. Ma non solo: la cura degli arrangiamenti e lo sviluppo delle parti di tastiera crea un tappeto sinfonico apparentemente in contrasto con il micidiale drumming di matrice estrema di Kai Hahto. Non è finita qui: gli assoli molto spesso si intrecciano con richiami neoclassici di gran gusto, al limite dello shred malmsteeniano. Le parti vocali, infine, spaziano da un arcigno scream a un pulito solenne, in piena tradizione viking, passando per acuti molto intensi. La vera grandezza dell'opera consiste dunque nella naturale coesistenza di tutte queste diverse correnti, che si fondono fino a creare un sound originale e caleidoscopico, senza mai risultare un'accozzaglia di idee troppo distanti tra loro. Ogni traccia meriterebbe una disamina approfondita e completa, ma l'operazione è resa difficoltosa dalla numerosità dei riff che compongono i brani, oltre che dalla varietà di questi ultimi; estrapolare poi le diverse componenti sarebbe come snaturare un cocktail dal sapore compiuto, cercando di distillarne gli ingredienti. È dunque più produttivo esaminarne gli accostamenti di aromi che solleticano il gusto e stimolano a berne ancora.
Ciò che accade in inverno è infatti l'unione di diversi momenti e sensazioni, accompagnati da un clima di fondo in cui sono le basse temperature a fare da padrone. Ci sono giornate in cui è la malinconia di un sole tiepido a scaldare il cuore, lasciandosi andare nel mesto ed accogliente abbraccio del gelo. Questa è la sensazione prevalente in brani come Sleeping Stars, che con i propri inserti ambient fa viaggiare l'ascoltatore nello spazio più profondo; oppure Death And The Healing che si carica del sentimento di impotenza di fronte all'eterno ciclo di morte e rinascita della natura. Anche la sentimentale Sadness And Hate contribuisce al carico della desolazione attraverso il suo lento incedere. Allo stesso modo altre giornate sono piegate dal soffio del vento che ricopre con la neve il paesaggio, lasciando l'uomo incapace di reagire alla furia della tempesta. Allora la maestosa Winter Madness accompagnerà i passi esitanti sul bianco manto, gettando a terra il debole viandante con la propria ferocia. Allo stesso modo Beautiful Death, con i suoi ritmi serrati, impedirà l'avanzata gettando con impeto il ghiaccio davanti al sentiero, folgorando gli alberi al proprio passaggio. Tra queste due anime si collocano due brani intermedi dominati da una solennità di fondo: l'epica Battle Against Time e Starchild, ambiziosa suite in cinque parti che riassume al proprio interno tutti i caratteri salienti delle composizioni in un vero e proprio viaggio musicale. Non vale la pena di stare a soffermarsi eccessivamente sui particolari perché ogni parte cantata e strumentale merita di essere scoperta e notata, arricchendo la percezione dei brani ascolto dopo ascolto in un crescendo che rivela nuovi corpi celesti dello sterminato universo Wintersun.
Merita di essere elogiata la prova strumentale del duo, a partire da Kai Hahto, che per l'occasione ha assunto il soprannome -mai più azzeccato- The Grinder. Il batterista dimostra una preparazione formidabile e una grande versatilità destreggiandosi agilmente nei frangenti dominati dal blast, invece arrotondando il suono nelle parti più intime con giochi sulle percussioni e sui cembali. Ma il protagonista indiscusso dell'opera è Jari Mäenpää: alla chitarra si dimostra preciso e tritaossa nelle sezioni ritmiche, diversificandole abilmente senza mai risultare ripetitivo, ed un vero e proprio fenomeno nell'esecuzione solista, riversando refrain velocissimi ma di grandissimo gusto. Altro punto su cui focalizzare l'attenzione sono le tastiere, spesso rilegate in secondo piano, ma di fondamentale importanza per la riuscita del disco. Dando la giusta attenzione alle parti di synth e gli inserti sinfonici si noterà che il lavoro compositivo per la componente atmosferica è tutt'altro che indifferente. Anche la prova vocale è nel complesso molto buona e articolata, il cantante unisce uno scream corposo e graffiante a clean vocals in grado di muoversi tra linee quasi liriche e cantato solenne ereditato dalla tradizione viking. Per concludere vorrei porre l'attenzione sulla copertina che raccoglie a suo interno l'intero immaginario racchiuso dalle liriche e dalla musica, contrapponendo il vigore di un sole gelido che risplende nelle tenebre all'immagine dell'uomo steso sulla neve, inerme di fronte alla forza della natura.
Ci sono musicisti prolifici, che riescono a produrre album con una cadenza precisa e contenenti buone idee. E ci sono gli Artisti, quelli con la a maiuscola, perfezionisti che non si accontentano del proprio lavoro se non curato nei minimi dettagli. Essi sono dannati, perché il sonno non concede loro tregua; sono perseguitati dalla propria genialità e condannati a soccomberle, come oracoli in preda a visioni imposte dinnanzi ai loro occhi. Possiedono il dono di saper estrarre l'ordine dal caos, plasmando a proprio piacimento un vortice d'emozioni. Solo uomini di tale spessore sono in grado di lasciare un segno nella storia, spesso indelebile. Ciò che ci giunge sotto il nome di Wintersun è stato concepito, suonato e prodotto nell'arco di una decina d'anni, ma lascia un'eredità incancellabile nella storia del metal. Quanto dovremo attendere per appagare nuovamente gli insaziabili appetiti che Jari Mäenpää ha generato nelle nostre anime?
La Bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l'una sull'altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l'eternità. (Oscar Wilde)
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Commento 58: No beh, in questo caso si parlava di Recensioni che han \"toppato\" pubblicate su altri Siti.. Noto solo ora dell\' Etichetta \"Folk\" data sopra a destra a questo Album.. La ritengo fuorviante. |
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Non vogliono il contraddittorio, si offendono subito se gli fai capire che hanno fatto una brutta recensione, un pò malmostosi. |
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Ma non si potevano lasciare i Commenti fra il mio e quello di Ezio omettendo il nome dei Siti citati? Se no non si capiscono il mio Commento ed i successivi.. |
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Confermo,Time II veramente bello...Hahto una furia. |
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Daje, recensite Time II che è una bomba! |
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Anche gli Ebony Tears su questo Sito, hanno ricevuto una Stroncatura, a mio avviso e non solo, immeritata.. |
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Stupendo, definirlo folk è riduttivo. |
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...gran disco.....di una maestosa melodia e varieta\'......rimanendo bello tosto.....90 strameritati...... |
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Stanotte ho chiuso gli occhi e riascoltato questa perla. Un disco fenomenale, in grado di coniugare e fondere perfettamente generi diversi creando un'atmosfera glaciale. Sadness and Hate è una delle canzoni più belle mai ascoltate. A distanza di anni non perde un colpo e anzi lascia scoprire sempre cose nuove... |
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peccato che una band cosi' straordinaria non abbia raggiunto una platea piu' vasta. dal punto di vista musicale vale molto di piu' di altre band famosissime ma che non hanno un centesino della creativita' dei wintersun. da ascoltare rigorosamente nel silenzio piu' totale ed a occhi chiusi per lasciarsi trasportare dalle atmosfere.... |
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Mamma mia... quante emozioni, che disco immenso... IMMENSO. Jari è un genio. Altre parole non ne ho. Ascoltare, Ascoltare e Ascoltare |
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A dir poco Maestoso vale il 100 |
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Eccoci di nuovo, sarà l'uscita di The Forest Seasons, sarà il "Package" dei Wintersun che mi riporta ad anni fa ma le emozioni per questo primo capolavoro rimangono tali da allora. In effetti non c'é più nulla da commentare riguardo l'album, è solo un gran ritorno al passato. |
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ascoltato pochi minuti fa: capolavoro assoluto. 100 come voto!!!!! |
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Lo sto ascoltando in questo momento. Oh mio dio ma è tremendamente bello. |
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il mio preferito di tutti gli album metal di sempre... voto 100 |
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Uno dei miei dischi preferiti, se non il mio preferito Un capolavoro di poesia, tecnica e capacità compositive, un volo fra le lande ghiacciate e le volte stellate... Jari ha una voce inconfondibile ed è un musicista fenomenale. |
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discone pauroso, anche questo come Time I un vero capolavoro! |
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@Theo: Come darti torto, lo sento almeno una volta la settimana xD |
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Ma si ragazzi alla fine poco importa davvero l'etichetta o classificazione! Questa è ottima musica e basta, davanti a ciò per me non ci sono etichette che reggono!  |
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Io mi sentirei di etichettarlo come Epic Melodic Metal e credo che i Wintersun meritino qualche nota di disprezzo in meno (visto che molti ne parlano veramente molto male). I Wintersun sono una celebrazione della musica e sono la prova che stupide rivalità tra generi come il Power e il Death/Black sono ormai poco consone...  |
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Questo disco regala grandi emozioni a ogni ascolto =) ... più "cattivo" (a mio parere) dell'appena uscito Time e forse per questo di più facile assimilazione... solo storco un pò il naso nel classificarli come folk, certo è un elemento ma direi non il predominante :-/ |
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Eccomi a dare il mio commento sul debut dei Wintersun...in questi giorni vista l'uscita di Time I mi sto ascoltando di continuo quel disco ma non posso non fare un salto indietro nel tempo e riascoltare con estremo piacere un disco di quelche anno fa che rispecchia fedelmente la citazione di GioMasteR finale (Oscar Wilde). Qui è l'essenza della recensione di questo disco favoloso! Voto 95 |
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ok grazie, ero solo curioso cmq davvero capolavori u.u |
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@Spirit: per me, sono questo, "Blood Mountain" dei Mastodon e "Lateralus" dei Tool, ma è comunque una scelta difficile |
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Mah guarda Spirit, se non ti offendi ti rispondo io... Onestamente non so quali siano (e non mi interessa ), ma ti posso dire che personalmente questo disco secondo me ne fa assolutamente parte!  |
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album spettacolare, nient' altro da dire...@vecchio peccatore : quali sono secondo te i 3 migliori dischi Metal del nuovo millenio?  |
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Spettacolare, tra i 3 migliori dischi Metal del nuovo millennio. |
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Scusate l'off topic... Prometto, è l'ultimo... Beh una volta ho letto una recensione di Manala dei Korpiklaani, in un sito concorrente, (di cui non faro il nome) che era lunga - udite, udite - ben tre righe!! (si, avete capito bene... 3 RIGHE! E c'era scritto come titolo Recensione Manala Korpiklaani) |
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@Michele: e ciò la dice mooolto lunga su chi ha scritto la recensione e le sue competenze in materia. Catalogare Death i Moonsorrow è come scrivere che gli Iron Maiden suonano Funeral doom, sì insomma una bestemmia bella e buona. |
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Se è per questo nel genere del disco (parlo dei Moonsorrow) c'è scritto "death"  |
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Sono d'accordo d.r.i., pero l'oggettivita di cui parlavo io è l'oggettivita che deve stare alla base di una recensione, e non va a sostituire quella soggettivita che puo rendere una recensione piu umana, gradevole e fruibile... pero alla base penso debba starci appunto un ascolto oggettivo e, come dici tu, un minimo di competenza. |
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Mah, uno ci potrebbe mettere anche la soggettività ma con un minimo di quid e competenza. Dire le bestemmie lette in alcune recensioni vuol dire che chi le ha fatte non sa nemmeno di cosa si stia parlando |
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si, purtroppo questo è vero caro vichingo... L'oggettività (il piu possibile) è importante appunto per trasmettere una visione piu autentica a chi non conosce... |
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@Theo: se leggi i commenti in calce alla rece dei Wintersun il recensore dichiara di ascoltare molto Viking, e poi rifila un misero 65 a Vojmasta, che probabilmente è il miglior disco Viking degli ultimi 10 anni. Della serie: dov'è la coerenza? Che poi quando leggi che i Moonsorrow sono sulla falsariga dei CoB ti rendi conto che il recensore in materia non ci capisce una beneamata ma purtroppo se da un lato chi come noi due leggendo """"recensioni"""" del genere si fa soltanto una grassa risata perchè la band in questione la conosce già e sa di che pasta è fatta, dall'altra un neofita che si avvicina alla band o al genere ne ricava una visione assolutamente fuorviante e finisce per capire pane per polenta, come si suol dire dalle mie parti. Vabbè, perdonate l'off topic  |
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d.r.i.: si esatto è lo stesso recensore... L'ho letta anch'io quella rece e fa morir dal ridere... Scusate l'OT, ma mi pare che sia lo stesso recensore che aveva fatto la rece di Voimasta Ja Kunniasta dei Moonsorrow e aveva dato 65 dicendo che erano troppo uguali ai COB (ai COB?? AHAHAHAH) e che il ritornello di Sankarihauta era uguale a quello di Black Widow dei COB... ahahahahah!!! |
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Io il disco lo trovo gradevole, ma non ho mai compreso l'alone di grazia e di splendore che circonda quest'uscita, non ci trovo nulla di nuovo né tanto meno di proprio, bel disco ma Novanta è da capolavoro o a un passo di lì, per me non lo è, sono comunque una voce fuori dal coro. |
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Poi Truemetal c'ha una grafica che mi sa di primi anni 2000. Pensare che Metallized ha condiviso molti membri con quel sito, e il forum è tutt'oggi molto attivo.. |
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sarà lo stesso che anni fa aveva bollato un concerto dei Dream Theater come "canzoni easy listening suonate bene ma con poca tecnica" o qualcosa del genere? |
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Mi sono appena fatto una grassa risata leggendo la "recensione" (le virgolette sono assolutamente d'obbligo) di una webzine che liquida il disco con un 52/100 definendolo "il solito power pacchiano con voce sporcata". Vabbè, preferisco non dire altro  |
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Sarà.. Ma non capisco perchè dapprima l'album veniva chiaramente criticato, ora, invece, ha finalmente avuto la recensione che ,almeno a parere mio, meritava. Tutto qui. |
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Non ci facciamo influenzare da nessuna nuova uscita, se è questo che intendi e l'idea di rivisitarla è antecedente alla ufficializzazione della release date di Time I. Se ci sono problemi anche quando si promuovono certi dischi... |
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Rivisitata? La recensione che ho letto tempo fa, che non quotavo assolutamente, criticava i Wintersun e l'omnim album a vele spiegate. "Una brutta fotocopia dei cugini finnici Children of Bodom". A quanto pare si è cambiata inspiegabilmente opinine sarà della prossima uscita del capolavoro di Time, chissà.. |
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Riascoltato ieri dopo una vita, me lo ricordavo bello e in effetti lo è, diciamo pure molto bello. Devo però dire che rispetto a 10 anni fa questo mix di melodeath/folk/spruzzate power mi prende molto meno, anche se in questo caso la batteria pesta molto di più rispetto agli standard del genere. Tutto al posto giusto comunque: bei riff, bella atmosfera 'ghiacciata', belle tastiere mai troppo invadenti e ottimo batterista...83/100, ma probabilmente 6/7 anni fa avrei dato anche di più. |
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@d.r.i.: Allora alla prossima olimpiade sappiamo chi vince  |
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Ammetto la mia ignoranza ma non conoscevo questo gruppo, poi dopo aver letto pareri ottimi sulla news dell'uscita del nuovo disco me lo sono procurato. Ho smesso ora di flagellarmi per essermi perso 8 anni di ascolto di questo disco...mi ha lasciato spiazzato dalla potenza e tecnica miscelate in una maniera così professionale. Grazie a Metallized perchè ho aggiunto un cd alla mia collezione! P.S. convertito in mp3 perchè ho paura di consumare il cd in poco tempo e poi è l'ideale per andare a correre...se corro seguendo il ritmo della batteria Bolt ha le ore contate  |
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Sono d'accordo con Requiem |
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Sono innamorato di questo album, crea un'atmosfera glaciale ed è così dettagliato che solo dopo diversi ascolti, con i testi alla mano, si riesce a capirlo a fondo. Riguardo a Beyond The Dark Sun, per me è una delle canzoni più riuscite: veloce e aggressiva, introduce subito il tema dell'uomo che soccombe di fronte alle forze della natura. Gran bella prova! |
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Disco che ho sempre amato, concordo in pieno con il voto |
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Lo ripeto, per me questo disco va ascoltato e basta, cercare di descriverlo è inutile... Troppo complesso |
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@hm is the law: Per me capolavoro è troppo inflazioneto e, in questo caso, non rende l'idea  |
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Capolavoro non ci sono termini migliori per descriverlo |
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Dimenticavo: non riesco a dire quali siano le tracce più belle, ma quella che dopo infiniti ascolti ha preso posto più in fondo nel mio cuore è Battle Against Time. Poetica. Commuovente. Se posso permettermi do un consiglio a chi lo conosce ora: Questo album DEVE essere ascoltato con i testi alla mano (preferibilmente il libretto originale, che con quelle immagini da una atmosfera unica) perchè sono davvero inimitabili a mio parere. |
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Questo è forse il mio album preferito, se non lo è poco ci manca. Perfetto, senplicemente perfetto per quello che cerco in musica. Geniale e maestoso, come dice Giovanni, non ci sono parole per descrivere questo (scusa se ti rubo il termine, ma mai termine fu più azzeccato ) universo sonoro "Wintersun". Deve solo essere ascoltato moltissime volte per poterne assaporare tutti gli innumerevoli dettagli in tutta tranquillità. Anche questa volta però sento di non essere riuscito a descrivere quello che per me è Wintersun... Poco male, vorrà dire che lo ascolterò ancora e ancora... Voto 100 |
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è stata rivisitata per dare il giusto spolvero ad un lavoro del genere. In quanto al genere vichingo, c'è stato un errore di digitazione: Extreme Majestic Technical Epic Melodic Metal era troppo lungo anche per il database! |
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Ma questa recensione non c'era già? Mi sembrava di averla letta tempo fa! E' stata riscritta? |
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Ottima disamina GioMaster, a distanza di otto anni resto del parere che il debut dei Wintersun è un mezzo capolavoro, tracce come Death And The Healing e Starchild le ho ascoltate centinaia di volte. L'unico pezzo che non mi ha mai convinto è Beyond the Dark Sun, decisamente anonimo e sulla falsariga dei CoB, ma alla fine mi sembra un crimine scendere sotto l'80/100 per quanto riguarda questo disco. Sono molto curioso di sentire la nuova fatica di Maenpaa. Una piccola considerazione per quanto concerne la classificazione: a mio modesto avviso "Wintersun" non è ne Black ne folk, ma un Melodic Death con reminescenze folk ed accenni Power.  |
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