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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 10876 letture )
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Reduci da due buoni album come ZZ Top's First Album e Rio Grande Mud, che diedero agli ZZ Top una discreta popolarità, nel 1973 con Tres Hombres i tre si imposero con decisione su tutto il territorio U.S.A. ed oltre. Sarà stato perché il loro blues rock era perfettamente adeguato ad un certo gusto tipicamente statunitense, ma più ancora perché a dispetto delle nuove pulsioni che animavano la scena musicale mondiale, ci sono generi musicali destinati ad essere totalmente svincolati dai contesti in cui si muovono, in quanto costituiti da elementi assoluti, troppo superiori alle mode ed alle contingenze storiche per esserne scalfiti. Sta di fatto che Tres Hombres si impose all'attenzione di tutti, visto che un certo blues, anche incrociato col rock del Sud, fa certamente parte di questa categoria. E' infatti sostanzialmente di blues che qui parliamo, visto che l'hard rock per il quale la band è probabilmente più nota è presente solo in forma embrionale in questo album. Insomma: chi non conosce bene la storia degli ZZ Top e ritiene che Eliminator sia il punto di riferimento più valido per valutare la band, potrebbe/dovrebbe approfondire l'argomento a partire proprio da Tres Hombres.
Registrato a Memphis -e si sente- il disco è aperto dall'accoppiata Waiting for The Bus - Jesus Just Left Chicago, due brani di immediata presa che introducono immediatamente nell'atmosfera blues ed un po' sordida dell'album, ma senza spingere troppo, anche se almeno la seconda è la tipica canzone che ti ritrovi immediatamente a canticchiare già durante il primo ascolto, sulla scia del testo che racconta di Gesù che lascia Chicago per New Orleans. Beer Drinkers & Hell Raisers è uno dei pezzi più noti del trio, con Gibbons ed Hill ambedue impegnati al microfono. Di questa canzone esistono innumerevoli cover, compresa una dei Motorhead con Lemmy e Clarke alle voci. Al di là di un testo molto southern, Master of Sparks è forse l'episodio più sottotono del lavoro; quasi un filler. Con Hot, Blue and Righteous, gli ZZ Top ci forniscono un ottimo esempio di ballatona con potenziale da classifica, ma eseguita in modo tale da non lasciare spazio a critiche di ruffianeria, specialmente per l'uso della voce e per la capacità del brano di evocare visioni relative al testo. Si prosegue con Move Me On Down The Line, che oltre a recuperare ritmo imprimendo una nuova accelerata all'album, racconta ancora di un tema decisamente caro al gruppo, ossia quello delle donnine allegre. Atmosfera confermata dalla seguente Precious and Grace, che mostra anche un Beard in evidenza maggiore rispetto al resto ed una discreta varietà nelle soluzioni. Il tutto serve da introduzione per La Grange, pezzo arcinoto -probabilmente il più noto del gruppo- dal riff inconfondibile; o no? Beh... Che La Grange e la sua descrizione di quanto vivibile nell'omonima casa di tolleranza sia un gran pezzo, non ci piove, ma avete mai ascoltato Boogie Chillen di John Lee Hooker? Diciamo che le due canzoni presentano molti, ma molti punti in comune, tanto che se non vado errato, ci fu anche una causa. Altro "scarico di tensione" (filler?) con Shiek e finale allegro con Have You Heard?, altro pezzo non di primissimo piano, ma che si conclude con gli ZZ Top che ci chiedono:
Avete sentito che musica riusciamo a suonare?
Tutto un programma, no? Andando oltre la semplice descrizione dei brani, Tres Hombres presenta anche contenuti tecnici importanti, almeno per ciò che riguarda la chitarra di Gibbons, autore di assoli caldi ed avvincenti. Non per niente solo qualche anno prima, quando il nostro era nel giro delle blues-band, venne giudicato come estremamente promettente da tale Jimi Hendrix; una discreta credenziale. Importante anche l'apporto del basso di Hill e quello alla batteria di Beard. Tres Hombres è un lavoro importante e di grande diffusione presso il pubblico generalista e figura, seppure nelle posizioni di rincalzo, nella Top 500 di Rolling Stone: ma questo è un dettaglio. Ne esistono alcune versioni rimasterizzate, ma trovo che tradiscano completamente l'attitudine del lavoro: vi consiglio quindi -tanto per cambiare- la versione originale. Non so dalle vostre parti, ma dove abito io fa ancora un caldo fottuto, ed ascoltare Tres Hombres dopo aver stappato una birra e guardando il mare (qui la Route 66 non arriva), fa ancora passare il tempo allegramente.
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22
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Qualcuno ha parlato di Bon Scott, effettivamente mi pare nel secondo pezzo come attacco ricorda molto ride on degli ac dc. Voto giusto |
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21
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Messo su il vinile durante il pranzo.....sempre fantastici! Non annoiano mai....ti prendono bene subito e ti dispiace quando dopo le ultime note senti il silenzio.....trasudano bluesaccio sanguigno da ogni poro e la chitarra cazzuta di Gibbons ti entra nelle vene e ti sballotta come un posseduto......la cosa più fragorosa è che in casa piacciono proprio a tutti......moglie, figli e cani tutti gasatissimi, lode a loro! Ossequi!
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20
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Ora capisco la grandezza di questo LP: oltre al songwriting eccelso, il loro inconfondibile groove di quegli anni lì, viene esaltato dalla magia (e forse magari dalla perizia) degli studi di Memphis, come sottolinea il recensore con un emblematico: "... e si sente...". /// I commenti 17 e 19, entrambi corretti, andrebbero letti invertiti. |
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19
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Da segnalare un aneddoto,pare che questo fosse uno degli album preferiti da Bon Scott...insieme ad altri(ovviamente tutti rock e blues!). |
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18
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Un album fantastico....vero fatto col cuore.... |
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17
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Jesus Just left chicago fonte di ispirazione per Ac Dc ride on. |
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16
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I maestri del Southern rock in uno dei loro album piu belli! |
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15
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Troppo bello, il migliore assieme a Fandango!La grange, move me on down the line.....fantastiche! |
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14
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Ho ascoltato per la prima volta gli zztop nel 1983 con elimator, che a dirla tutta è un album che a me piace molto; su un vecchio flash, lessi una specie di biografia dove era riportata anche la discografia. Provai ad acquistare proprio questo lp e con grande meraviglia non potei che dire : grandi, veramente grandi! Belli ruspanti, e con qualche puntatina nell' hard rock ( che proprio non guasta ). È sempre bello ascoltare dischi così viscerali e genuini. (per intenderci : non con mega produzione, neanche nella versione remaster, lasciando tutto il feeling integro) |
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13
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Album eccezionale che riprende le tematiche dei primi due (bellissimi) precedenti dischi, ma con due capolavori in più: La grange, che tutti conoscono, e Beer Drinkers & Hell Raisers assolutamente devastante (e di fatti la riprenderanno un pò tutti. in primis i Motorhead). I ZZ Top quando suonavano il blues lo facevano in modo abrasivo, ma rispettoso (Jesus just left Chicago). Piacciono anche Shiek con tanto di assolo liquido che rimanda agli esordi di Gibbons nei Moving Sidewalks (all'epoca era considerato da Hendrix il più promettente tra i chitarristi in circolazione) e Have you heard. Ne vogliamo di più. Dai! Fandango con Tush e Blue jean blues non può non essere recensito 85 |
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12
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Grandissimo album di sano Blues Texano..una miscela letale di blues,rock'n roll,boogie e qualche guizzo bello violento,vicino all'Hard Rock..di musica cosi' genuina ce nè sempre meno a giro...certa gente nemmeno si degna di ascoltare il Blues..non hanno interesse a scoprire le radici di molta della musica che ascoltano..senza il Blues,ci sarebbe mai stato il Rock?io ne dubito..dal rock al metal,il passo è breve...questo per ribadire l'importanza di un genere come il Blues..senza voler sottovalutare la musica classica e il Jazz,generei che vanno rispettati e approfonditi. |
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11
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Piano, piano 87 forse è un po' pochino Darei come minimo 90 Siamo di fronte alla leggenda Il power trio di rock blues per antonomasia Non era semplice rock, basti ascoltare Masters Of Sparks per capire che non erano i soliti 4/4 ma c'era di più Non ho citato La Grange perchè parla da sola, ma pezzi quali Beer Drinkers And Hell Raisers sono adrenalina pura, c'è tutto, riffs violentissimi, assoli infarciti di armonici come solo Gibbons sapeva e sa fare Che dire di più ? Da avere |
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10
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che disco gente!!! puoi riascoltarlo 32 volte di seguito e lo metteresti ancora su. a dir poco magnifico! |
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9
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La Grange!non c'è da aggiungere altro... |
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8
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Che discone! Uno dei più belli del mitico trio, si riascolta sempre più che volentieri. |
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7
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Uno dei dischi che non dovrebbe mai mancare nella propria discografia....insieme a RIO GRANDE MUD, FANDANGO, ELIMINATOR.... |
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6
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Storia e basta, già a cominciare dalla cover alla 'The Good The Bad and The Ugly' di Leonina memoria, con 'Fandango' è reputato da tutti l'apice creativo. |
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5
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Gran bel disco, Beer Drinkers & Hell Raisers e La Grange sono storia del r&b. Molto bene ha fatto Raven, pero, a ricordare quello che secondo me è un plagione di Boogie Chillen del leggendario Lee Hooker, se qualcuno andare sul tubo  |
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4
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Album molto bello di una band a dir poco fenomenale,energia pura. |
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3
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Per me non ne hanno mai toppato uno, imbattibili. |
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2
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un classico! grande album!!! 90 |
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1
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Band caruccia e divertente, questo disco è quello che preferisco fra quelli che hanno fatto. Voto 80, è una bella scarica di energia |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Waitin' For The Bus 2. Jesus Just Left Chicago 3. Beer Drinkers & Hell Raisers 4. Master Of Sparks 5. Hot, Blue And Righteous 6. Move Me On Down The Line 7. Precious And Grace 8. La Grange 9. Shiek 10. Have You Heard?
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Line Up
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Billy Gibbons (Voce, Chitarra) Dusty Hill (Basso, Cori, Voce su traccia 3) Frank Beard (Batteria, Percussioni)
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