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Crusher - Endless Torment
( 1136 letture )
Fieri proseliti di band come Slayer e Megadeth, i giovani Crusher debuttano con un disco devastante e subito avvincente, dopo appena un ep (risalente a due anni fa) di gavetta. La band proviene da Kiev, Ucraina: un'ambientazione geografica non troppo comune, ma sicuramente segnata da decenni di censure, imposizioni, ingiustizie e discriminazioni che rendono ancora più taglienti i messaggi di queste nuove leve del thrash continentale. L'impatto con Endless Torment, il disco in oggetto, è subito trascinante: i tre ragazzi sovietici ci esaltano con un sound fibrillante fin dalle prime battute, costiuito dalle classiche accelerazioni a briglia sciolta, da riff frenetici e serrate ritmiche impellenti. Anche l'artwork di copertina, che sembra tratto da qualche fumetto ottantiano, è decisamente orientato ad un culto revivalista che fa tanto old school; una miscellanea di peculiarità tradizionaliste che faranno la felicità degli headbangers: non sono pochi, in Endless Torment, i momenti in cui scatenare la capoccia in irrefrenabili esercizi da torcicollo assicurato. La voce ruvida di Yaroslav Dyatel, che per la cronaca è pure l'unico chitarrista della band, è decisamente azzeccata per il genere, anche se -bisogna ammetterlo- tende a restare un po' marginale rispetto ai momenti strumentali, che costituiscono la vera sorgente di alta tensione: un difetto ampiamente perdonabile, visto il tiro dei brani presenti in scaletta. La ricetta portante del platter è semplice e, come intuibile, molto derivativa: nulla di originale o innovativo, quindi, ma il risultato è in ogni caso accattivante e convincente. Nei solchi del disco c'è tutto quello che un genere come il metal dovrebbe incorporare: rabbia, delirio, sudore. Grazie ai rallentamenti di rito, per la verità non sempre riuscitissimi, il terzetto dell'est tenta di schiodarsi di dosso lo sterile cliché di thrash-band monocorde ed interamente 'sparata' nelle sue scorribande ritmiche, creando quel minimo di varietà e stratificazione necessario; non che siano dei musicisti estremamente tecnici o dalle doti mirabolanti, sia ben chiaro, però c'é molta differenza tra suonare con competenza, feeling, e suonare in maniera primitiva e caotica, ripetendo pedissequamente stereotipi e accozzaglie di veemenza e velocità senza criterio. I Crusher, sicuramente, possiedono un songwriting efficace e sanno impugnare i loro strumenti.

Il platter si avvia sull'onda di una intro prima parlata e poi suonata, prologo alla prima mazzata della serie: On the Needle, incalzante, irresistibile nel riffato e nelle ripartenze dopo i rallentamenti centrali; un assolo breve ma intenso completa lo spettro di un brano di per sé convincente e promettente per il proseguio dell'opera. Den of Inquity si affida ad un tupa-tupa martellante che crea godimento costante, mentre il suo assolo è quasi abbozzato di melodia; Politishit, che aveva dato il titolo ad un EP del 2010, è un assalto ritmico di prim'ordine, con annesso sproloquio vocale: presenta anche una pregevole sfumatura melodica centrale, prima di ripartire nuovamente sottoforma di sassaiola, con tanto di secondo assolo, convulsivo, prolungato, scatenato. La titletrack Endless Torment è un brano schietto e diretto, una martellata nei denti che ci ricorda come sia semplice scatenare l'adrenalina: basta poco, una buona dose di velocità e ritmiche impellenti per creare godimento. Leggermente meno riuscita sembra S(k)atanic Ride, nonostante le ripartenze al cardiopalma: ma è solo un dettaglio, perché già con Living For andiamo a sbattere contro un nuovo muro di ormoni, un'elettrizzante frustata dal guitar solo squillante; il disco è concluso da una scarica concitata come Thrasher in Hell, la quale chiude la tracklist con la stessa forza d'urto che l'aveva aperta. In mezzo, tanto per gradire, una riuscitissima cover di Jesus Saves dei leggendari Slayer: musicalmente, il pezzo viene reso con potenza e cattiveria quasi pari all'originale, mentre dal punto di vista vocale vengono immediatamente demoliti i dubbi che inizialmente ci si era posti riguardo la forte divergenza tra il cantato di Dyatel e quello di Tom Araya. Il ragazzo regge bene il confronto senza scimmiottare l'icona cilena, mantiene il proprio stile e la propria timbrica naturale ed il risultato é eccellente.

Soffermandoci proprio sul vocalism del singer ucraino, non possiamo che sottolineare come questo sia abbastanza grezzo e virulento, ma ciononostante rimane incisivo e coinvolgente: un merito non da poco, considerata anche la quasi assenza di ritornelli cantabili. Gli sproloqui del singer gettano alcool sul fuoco, rendendo tutto ancor più forsennato e furibondo. Ogni frammento è imbastito appositamente per esaltare il tipico maniaco del genere: non ci saranno riff epocali, ma la chitarra mitraglia comunque schegge ad alta tensione; il drummer non sarà un mostro tentacolare, eppure le sue ritmiche fanno scuotere la testa, e non poco. Non ci sono assoli simili a stratosferici esercizi di tecnica, ma in ogni caso non mancano stilettate soliste bollenti e fulminanti. Endless Torment è l'esaltazione della semplicità, un lavoro di valore medio e senza grandi pretese, ma che finisce per coinvolgere e piacere molto più di tanti dischi attesi spasmodicamente da stampa e appassionati; una dimostrazione di come si possa divertire, trascinare e scatenare senza eccedere in innovazioni esagerate o statiche riproposizioni del passato, di quelle che odorano di già sentito. Alla fine, non si chiede di più a band di questo livello, ed i Crusher assolvono puntualmente il loro compito.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
31 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2012
Metal Scrap Records
Thrash
Tracklist
1. Intro
2. On the Needle
3. Den of Inquity
4. Politishit
5. Endless Torment
6. S(k)atanic Ride
7. Jesus Saves (Slayer cover)
8. Living for…
9. Thrasher in Hell
Line Up
Yaroslav Dyatel (Voce, Chitarra)
Sergey Losev (Basso)
Ruslan Babayev (Batteria)
 
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